A Roma serve un Piano della Luce (intervento del Prof. Marco Frascarolo)
Autore : Redazione
Pubblichiamo una circostanziata analisi del Prof Marco Frascarolo, della Terza università di Roma, uno dei progettisti dell’illuminazione della Cappella Sistina, sul tema dell’illuminazione urbana e della sostituzione delle lampade trazionali di Roma con piastre con luce led che ha suscitato una marea di critiche e vari appelli*.
Un intervento che mette in evidenza come la Capitale d’Italia, “una delle citta’ del mondo che rappresenta i piu’ alti livelli di complessita’ e di ricchezza a livello di Beni Culturali ed Ambientali”, non sia dotata di un Piano della luce, o piu’ precisamente Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale (PRIC), uno strumento che dovrebbe regolare “la regia della luce a livello urbano, sia pianificando gli interventi sull’illuminazione pubblica, sia controllandol’ambito privato, garantendo una coerenza nell’approccio progettuale dei singoli progetti”.
Breve nota su illuminazione urbana e conversione degli impianti a LED per la citta’ di Roma
di Marco Frascarolo
L’illuminazione di una citta’ in generale e’ un tema complesso, che coinvolge molti aspetti, quali la sicurezza stradale, la sicurezza (reale e percepita) rispetto agli eventi criminali, la valorizzazione dei Beni Culturali ed Ambientali (singolarmente ed a livello di sistema urbano), la qualita’ della vita notturna e l’aggregazione sociale, il risparmio energetico e la sostenibilita’ ambientale, il decoro urbano a livello di pali, sostegni, lanterne, se spostiamo l’attenzione dalla luce ai sistemi di illuminazione.
Tale complessita’ puo’ essere gestita solo attraverso strumenti di programmazione e progetto che prevedano una sorta di regia della luce a livello urbano: questo strumento si chiama piano della luce, o piu’ precisamente Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale (PRIC) e se ben congegnato, pianifica gli interventi sull’illuminazione pubblica, controllando anche l’ambito privato, garantendo una coerenza nell’approccio progettuale dei singoli progetti.
Roma, una delle citta’ del mondo che rappresenta i piu’ alti livelli di complessita’ e di ricchezza a livello di Beni Culturali ed Ambientali, non si e’ mai dotata di questo strumento, a meno di una proposta sviluppata per Acea negli anni ’90 dal prof. Corrado Terzi, che e’ rimasta lettera morta.
L’attuale piano LED di ACEA rappresenta una sorta di “relamping”, ovvero di sostituzione puntuale dei corpi illuminanti, passando dalla tecnologia precedente (prevalentemente Sodio ad Alta Pressione SAP) alla tecnologia LED, con obiettivi esclusivamente di risparmio energetico e abbattimento dei costi manutentivi, obiettivi meritevoli, ma sicuramente non sufficienti per ottimizzare un sistema complesso come l’illuminazione pubblica della citta’ di Roma.
Nella comunicazione ACEA troviamo sempre e solo il riferimento alla tonalita’ della luce (espressa in K), che rappresenta un parametro sintetico importante ma sicuramente non esaustivo: andrebbe affiancato almeno dal dato relativo alla Resa Cromatica (IRC), ovvero alla qualita’ della lampada rispetto alla riproduzione fedele dei colori degli oggetti illuminati, ma ancora meglio dallo spettro di emissione delle lampade, che descrive dettagliatamente il funzionamento della lampada su tutte le lunghezze d’onda, ovvero su tutti i colori dello spettro visibile.
Su questo tema e’ importante evidenziare che la lampada al Sodio che caratterizzava i vecchi impianti, oggi viene esaltata da alcuni dicendo che produce una luce calda, quindi adatta ai centri storici, ma questa posizione non e’ corretta, perche’ il sodio produce sicuramente una luce calda, ma a bassissima resa cromatica, che distorce completamente la percezione cromatica dei materiali. Un laterizio perde la sua caratteristica cromatica ricca di rossi, apparendo simile ad un blocco di tufo, una lastra di travertino o ancora peggio di marmo, perde il suo aspetto bianco, diventando giallo, gli alberi e la vegetazione in genere assumono una colorazione autunnale tutto l’anno e i volti delle persone sembrano malati perche’ giallo/verdi.
Il LED, d’altro canto, consente oggi di produrre luce con qualsiasi spettro (tonalita’ e resa cromatica) che si vuole, come dimostra ampiamente il nuovo impianto per l’illuminazione della Cappella Sistina, in cui lo spettro e’ stato costruito insieme allo staff dei Musei Vaticani per ottimizzare la percezione di tutti i pigmenti presenti negli affreschi (Progetto LED4ART cofinanziato dall’UE – progetto illuminotecnico: Marco Frascarolo).
Quindi il problema non e’ il LED ma la qualita’ dei componenti e del progetto e quindi naturalmente anche legato a tempi e budget disponibili. La scelta della tecnologia delle sorgenti (LED) e’ chiaramente solo la prima di una lunga serie di scelte, tra cui le ottiche, che sono gli elementi tecnologici che determinano la distribuzione della luce su strade, facciate, verde, etc. e che possono risolvere o meno il problema dell’abbagliamento, molto probabile nel caso dei LED a causa della dimensione ridottissima delle sorgenti.
Altro tema da evidenziare e’ come rispondere alle richieste molto stringenti contenute nella normativa relativa al contenimento del cosiddetto “inquinamento luminoso”. In particolare il regolamento della Legge Regionale del Lazio prevede la possibilita’ di piccole deroghe sui parametri imposti, se sono previste alcune misure compensative, ma pochi conoscono e tanto meno applicano.
Altra criticita’ importante da evidenziare e’ il conflitto potenziale tra illuminazione stradale e monumentale, dove prevista. Nelle aree di maggior valore architettonico e monumentale, non affrontare i due temi in contemporanea rappresenta un errore che andrebbe evitato.
slide da Linee guida per il nuovo sistema di illuminazione del Colosseo
Un caso di studio che sviluppa un metodo di progetto integrato e’ costituito dalle linee guida per l’illuminazione del Colosseo che il Master in lighting Design dell’Universita’ “La Sapienza” ha sviluppato per la Sovrintendenza Speciale per il Colosseo nel 2015 (Direttore del Master, Stefano Catucci, Coordinatore del team di progetto: Marco Frascarolo)** Questo lavoro parte da un’analisi storica/architettonica/morfologica/funzionale del Monumento e dell’area archeologica circostante ed arriva a formulare delle proposte per un sistema di illuminazione integrato urbano e monumentale.
Non sfruttare questo momento in cui si interviene sugli impianti di illuminazione per parlare di qualita’ urbana e di valorizzazione dei Beni Culturali e non solo di risparmio energetico (con un budget importante) vuol dire perdere una grande occasione e costringersi ad avere impianti non pienamente soddisfacenti almeno per un decennio (durata del led 50.000 ore circa).
* si veda
7 aprile 2017 Il MIBACT fermi il Piano LED: appello al Ministro
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** Vai al sito con le Linee guida progettuali per una nuova illuminazione LED
slide da Linee guida per il nuovo sistema di illuminazione del Colosseo
A febbraio 2015, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo ha commissionato al Master in Lighting Design (MLD) di “La Sapienza”, il progetto “Linee guida per il nuovo sistema di illuminazione del Colosseo”, studio finalizzato alla definizione delle linee guida di progettazione al fine di scegliere soluzioni di illuminazione compatibili con la natura del Colosseo.
vedi anche