Parlare di Regole è facile e difficile. Facile perché tutti si appellano alle Regole, anche se poi pochi le prendono sul serio. Difficile perché le Regole non sono buone di per sé. Erano regole anche quelle che prevedevano la schiavitù e quelle che discriminavano gli ebrei. Sono Regole quelle che stabilisce la nostra Costituzione.
Le regole sono la base su cui si costruisce tutto il resto, e la prima Regola è quella che stabilisce che le Regole sono uguali per tutti. La Regola che protegge i deboli dalla legge del più forte.
Ma non basta. Troppo spesso sono i forti a dettare le regole. E troppo spesso l’uguaglianza di fronte alle regole non protegge dalla prevaricazione, come in un cortile in cui elefanti e pulcini hanno lo stesso diritto di giocare.
La seconda Regola è che il bene pubblico deve prevalere sull’interesse privato. E’ la Regola che ha conservato il nostro patrimonio comune, le nostre risorse, gli angoli di bellezza improvvisa della nostra città. La Regola che ci aiuta a consegnare alle generazioni future quanto anche noi siamo chiamati a custodire e a migliorare. La regola che va sempre troppo stretta a chi vuole avere le mani libere, a chi usa le eccezioni per modificare (o aggirare) la legge.
A chi con l’alibi della mancanza di soldi, o dell’urgenza, o della burocrazia inventa deroghe, varianti, pareri, emergenze, regimi speciali, commissari…La terza Regola è che le Regole e soprattutto le eccezioni alle regole devono essere chiare per tutti.
Soprattutto quelle che guidano le trasformazioni urbane, la mobilità, la tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Perché la città non è un supermercato di cubature immobiliari. E neanche un contenitore di provvisorie intersezioni di esistenze individuali, ciascuna racchiusa nel suo spazio privato.
La città è un organismo vivente, fatto di donne e di uomini, di bambini, di animali e di piante. E anche di memoria del passato, che si trovi nei muri o dentro le persone.
E la quarta Regola è che ognuno deve poter partecipare. E’ finito il tempo delle deleghe in bianco, delle messe in scena retoriche, che si chiamino Millenium o Modello Roma, che cercano di rendere presentabile la cementificazione di pezzi sempre più grandi di città e di agro romano.
I cittadini e le cittadine hanno le carte in regola per diventare i protagonisti del cambiamento, oltre che della conservazione, del patrimonio collettivo.
CarteinRegola è un laboratorio di cittadini, associazioni e comitati che vuole lavorare sulle Regole. Le Regole da inventare, le Regole da cambiare, le Regole da difendere.
CarteinRegola si rivolge a tutti i cittadini e cittadine, agli altri comitati e associazioni che lavorano sul territorio e anche alle istituzioni, all’amministrazione e alle forze politiche che dimostrino di voler ascoltare sul serio.
Perché le Regole non sono un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Per costruire un mondo solidale e condiviso. Per restituire dignità e significato all’esistenza di ciascuno. Perché costruire un mondo migliore per tutti e per tutte non sia il solito modo di dire.