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Raggi X: l’ambigua utopia

raggi coraggio quadrataUna premessa

Mai come nel lavorare a questo dossier ci siamo resi conto di come sia difficile essere cittadini. Difficile se come Carteinregola si sceglie di non sostenere o contrastare qualcuno per partito preso, ma giudicando solo in base a quello che dice e soprattutto a quello che fa o non fa.  Difficile se si sceglie di  mettere al primo posto la verità, senza farsi condizionare  dalla  propaganda di chi governa, senza farsi  ingannare  dalla propaganda mascherata da giornalismo di tanti media. Difficile se si vuole  capire cosa sta succedendo davvero e spiegarlo ai tanti cittadini che non hanno tempo  o strumenti per  occuparsene. Difficile ancora  avere accesso alle informazioni che contano,  difficile riuscire a capirci qualcosa in tanti atti e documenti scritti per la burocrazia e non tradotti per la cittadinanza.

Difficile non scivolare ad ogni delusione – e ce ne sono –  nell’indifferenza e nella rassegnazione,   che poi vuol dire pensare a una città senza possibilità di riscatto.
Difficile non unirsi al coro degli scontenti, ognuno per la sua ragione e tutti per le solite ragioni. Le buche, l’immondizia, i mezzi pubblici che non funzionano, le case che non ci sono, i migranti che arrivano e che non trovano accoglienza (e che qualcuno non vorrebbe accogliere).
Sintomi visibili del declino di una città che insieme alla sua dignità ha smarrito la sua umanità e il suo senso di comunità.
Una città che in presunti anni d’oro si voleva sbandierare a modello, ma che negli stessi anni cominciava lentamente a sprofondare. Una classe politica che ha fatto harakiri e mandato  a casa il suo Sindaco piuttosto che affrontare seriamente il cambiamento, anche   dopo  la scoperta di Mafia Capitale, mesto  segnale di allarme troppo presto archiviato.
E una nuova classe politica, cresciuta assai  lontano dai palazzi,  è arrivata nel Palazzo,  che si è rivelato un labirinto  che richiede ben più conoscenze e competenze di quelle che si immaginavano, soprattutto per resistere alla reazione di un sistema consolidato, dentro e fuori il palazzo.
E  passare dall’opposizione alla maggioranza vuol dire entrare in un altro film: da paladini che potevano chiedere  tutto perchè su niente decidevano, ci si trova sulle spalle la responsabilità di scegliere tra le sole opzioni possibili, quelle che sono sul tavolo.
Ma la vera sfida, quella che dovrebbero  vincere dei cittadini che hanno scelto la politica perchè non avevano più fiducia nella politica, è   fare quello che è giusto e non quello che conviene. E mettere il bene comune anche  davanti all’interesse del partito, pure  se si chiama MoVimento. Senza aver paura di perdere consensi. Perchè basta deviare un attimo, e si scivola ineluttabilmente  negli opportunismi – o peggio – che si pensava che appartenessero solo agli altri.
Questa città ha bisogno urgente di qualcuno che voglia cambiare davvero. Ma cambiare insieme alla città. Ristabilendo perimetri pubblici per arginare  tutti quelli che cercano di piegarla ai propri interessi  – non userò “poteri forti”, una  frase fatta che non dà l’idea della complessità della miriade di forze in campo  –   ma anche per cambiare la testa dei cittadini, troppo spesso sudditi e complici del far west quotidiano.
E se è  giusto allargare la consultazione dei cittadini per favorire la partecipazione alle decisioni da prendere, come è stato più volte ribadito dalla nuova amministrazione, le  scelte non possono che  passare dal dibattito pubblico, da un confronto sui territori, con le donne e gli uomini in carne ed ossa,  all’interno di comunità da ricostruire, per rendere le persone consapevoli e attive, e, sì, anche critiche. Mille volte meglio confrontarsi con cittadini esigenti e troppo severi – è indispensabile  per migliorare e non perdere di vista la strada giusta  – piuttosto che dialogare con anonimi frequentatori individuali della rete, che premono un tasto  senza aver sentito combattere tra loro diversi punti di vista prima di scegliere il proprio. E senza condividere con gli altri pensieri, bisogni, sentimenti.
Lo  slogan della campagna elettorale della Sindaca giocava con la parola coraggio. Una sintesi geniale tra un nome, un programma e un sentire diffuso: quello  dei cittadini romani, la cui più grande   paura  – per molti una certezza – è che tutto resti sempre uguale.
Ma quello slogan è rimasto solo uno slogan. Senza voler dare un giudizio definitivo  sull’attuale amministrazione, che sappiamo quale eredità abbia trovato – la stessa di Marino e di Tronca – e da quali ostacoli sia trattenuta, possiamo dire che il più grande limite finora mostrato è  proprio la mancanza di coraggio.
A parte la rinuncia all’ennesimo evento speciale con relativa probabile scia di cicatrici per la città come le Olimpiadi, questa Giunta ci sembra  finora troppo titubante e contraddittoria nell’affrontare questioni da sempre  sul tappeto –  tra cui molte delle nostre “patate bollenti” – scegliendo spesso di non decidere o di fermare senza trovare alternative, o di fare maldestri compromessi,  piuttosto che affrontare l’impopolarità dei tanti gruppi piccoli e grandi che da sempre assediano il Campidoglio,  o anche dei semplici cittadini indisciplinati.
Soprattutto, nonostante l’impegno individuale di singoli assessori, ci sembra che la mancanza di coraggio si manifesti anche sul fronte della trasparenza. Quando era Sindaco Alemanno – e noi abbiamo fatto il presidio in Campidoglio per 4 mesi contro le sue delibere urbanistiche – le proposte di delibera che sarebbero andate al voto dell’Assemblea  ce le passavano sotto banco i consiglieri PD (alcuni) e SEL. Quando era Sindaco Marino le avevamo dai consiglieri M5S che adesso sono ai vertici capitolini.  E ora ci ritroviamo di nuovo di fronte all’espressione “endoprocedimentale”  per  vietare ai cittadini  di conoscere le decisioni prima del punto di non ritorno del voto (e dei  conseguenti diritti acquisiti).
Questo dossier non è un dossier. Perchè sarebbe troppo difficile e anche ingiusto farne un documento compiuto. Mancano molti temi su cui lavoriamo da tempo ma che vogliamo aggiornare con più cura. E sicuramente ci saranno  lacune ed errori che cercheremo man mano di individuare e correggere.
Raggi X è un lavoro in corso, uno spazio che apriamo sul nostro sito e offriamo  alle istituzioni e ai cittadini come possibile ulteriore luogo  di confronto.
Per spronare  l’Amministrazione sulla strada delle regole, dell’interesse pubblico e  della presa di responsabilità verso le persone, soprattutto verso i più deboli.
Come Carteinregola cerca di fare da 5 anni e tre (quattro) amministrazioni. Senza fare sconti. Senza faziosità. Per la dignità di Roma e dei suoi cittadini.Aspettando  qualcuno che abbia davvero coraggio.
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
>vai all’indice del Dossier Raggi X, un anno di amministrazione M5S della Capitale