CONTRIBUTI
Rete dei Nidi e spazi Be.Bi convenzionati
a cura di Agci Lazio Solidarietà
Una città che non si fa carico dei proprio bambini rinuncia al futuro.
La rete dei nidi convenzionati e degli spazi be.bi nasce dieci anni fa per una scelta dell’Amministrazione del Comune di Roma. Tale scelta ha portato nel tempo alla creazione di più di 200 nidi convenzionati, con un aumento sostanziale della disponibilità a fronte di costi molto contenuti a carico dell’Ente Locale, il quale ha potuto aumentare circa del 50% i posti disponibili.
Gli elementi principali dell’accreditamento sono stati l’investimento nelle infrastrutture a carico dell’ Operatore secondo i dettami previsti dalla Legge regionale e dal Regolamento del Comune di Roma, l’acquisizione di personale specializzato, l’arredo e ogni altra occorrenza opportuna allo svolgimento del servizio.
Gli elementi di qualità presenti nel servizio sono stati:
- la realizzazione di un mix pubblico/privato nelle politiche dell’infanzia
- la rigenerazione del processo educativo attraverso una pluralità educativa ed esperenziale
- l’aumento evidente di offerta rispetto al servizio pubblico a costi contenuti
- la parità di qualità dell’offerta educativa tra convenzionato e pubblico
- una maggiore flessibilità del servizio e una attivazione di servizi accessori alla famiglia sperimentati sui territori
- l’attivazione di occupazione femminile per circa 2.000 addetti
- l’impegno formativo e di aggiornamento del personale
Le criticità presenti nel sistema sono state:
- la mancata pianificazione territoriale degli accreditati con concentrazioni casuali o eccessive diradazioni
- il convenzionamento effettuato a strutture troppo piccole per tenere economicamente i flussi finanziari aziendali
Dal 2010 il Comune di Roma, preso da proprie criticità interne, non ha più saputo investire nel settore delle politiche per l’infanzia con risultati negativi sia sul settore convenzionato, sia sul settore pubblico. Una mancata manutenzione delle proprie infrastrutture, una riduzione oraria del servizio, una approssimativa gestione del personale, ha portato in pochi anni ad un allontanamento dalla qualità raggiunta, in qualche caso anche al di sotto della dignità minima.
A quanto sopra si deve aggiungere l’aumento del costo del servizio stesso e una non omogeneità da parte dei Municipi nel gestire l’accesso dei cittadini al servizio.
Tutto questo è apparso un chiaro disinteresse da parte dell’Ente Locale a far crescere la Rete Integrata e a migliorarne la qualità, oltre che a investire in formazione e aggiornamento del personale.
Il verificarsi di diversi episodi di ritardati pagamenti, in un servizio in cui è evidente che il costo del lavoro assomma al 70 – 75% del valore della produzione, racconta l’incapacità programmatoria del Comune.
Il servizio inoltre si è sempre basato sulla libera scelta delle famiglie, vedi Delibera n.50 del 07/10/16*. Principio che riteniamo sia opportuno e necessario per qualsiasi servizio di welfare territoriale.
Da tre anni stiamo assistendo ad una diminuzione della domanda, un fenomeno, per altro riscontrato anche in altri territori urbani, molto complesso, che andrebbe analizzato con molta attenzione.
Per semplificare, nel caso del Comune di Roma, identifichiamo alcune cause prevalenti:
- la diminuzione delle nascite
- l’aumento dei costi del servizio
- la mancata flessibilità degli orari e la complessità della procedura di accesso
- il mancato contrasto ai nidi low cost o a servizi domiciliari irregolari e non professionali
- la mancanza di orgoglio nel Comune di Roma per i suoi servizi per l’infanzia e una visione complessiva dei benefici generati in politiche di socialità e di benessere diffuse
Rimane infatti ferma la costatazione che a Roma il 73% dei bambini e delle bambine e quindi delle famiglie non usufruiscono dei nidi. Tale fatto non viene aggredito investendo nel settore, rendendolo più accessibile, meno costoso, più flessibile anche attraverso servizi accessori diversificati.
Non viene ipotizzata una campagna informativa.
Non viene sentito quale patrimonio di idee e di capacità di investimenti la Rete dei convenzionati.
Constatiamo che si sta assistendo passivamente ad un attacco al sistema integrato senza affrontare al cuore i problemi delineati e anzi scaricando le contraddizioni attraverso una scelta corporativa che crea una frattura tra il pubblico/privato privilegiando il pubblico attraverso atti discriminatori – la scelta prioritaria di strutture educative a gestione diretta.
Si sceglie quindi di difendere interessi di corporazione che producono costi irragionevoli e mai certificati nella legittimità del bilancio pubblico.
L’utile socialità educativa, che è il prodotto sociale dei nidi, rischia di disperdersi in un contrasto in cui brilla la mancanza del pensiero educativo, la capacità di ascoltare, la paziente tessitura quotidiana dei punti di vista e delle diverse ragioni, la ricerca di soluzioni attraverso una programmazione dei servizi e degli atti per accompagnare un difficile momento di transizione anche per le famiglie, per i modelli educativi e comunicativi, per i tempi dei bambini.
Una città che non si fa carico dei proprio bambini rinuncia al futuro.
* scaricaDGCDelib. N 50 del 07.10.2016
Vedi : Come funziona un Nido Convenzionato? Piccola guida orientativa di Eugenio De Crescenzo (da romainpiazza.it)