Ancora sul cinema a Piazza San Cosimato: regole & pretese
Autore : Redazione
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AGGIORNAMENTI 12 FEBBRAIO l 12 febbraio si è tenuta una conferenza stampa in cui i ragazzi hanno comunicato che non intendono partecipare al bando per la storica Piazza di Trastevere e che quest’estate porteranno il cinema all’aperto a Ostia ( al Porto Turistico di Roma), a Valle Aurelia al Monte Ciocci ed a Tor Sapienza al Casale della Cervelletta, oltre che lavorare per l’apertura dell’ex Cinema Troisi (> vai alla pagina il dibattito con articoli e contributi sul tema)
(ROMA, 10 febbraio 2018) Dopo che abbiamo appreso che il Presidente del Piccolo Cinema America ha denunciato per diffamazione il vicesindaco Bergamo, torniamo a parlare della vicenda, con qualche ulteriore riflessione dovuta ai recenti sviluppi.
Continua la querelle sulla manifestazione cinematografica estiva a Piazza San Cosimato, nel cuore di Trastevere, creata e gestita per tre edizioni dai “ragazzi del Cinema America” che il Comune – Assessore e vicesindaco Luca Bergamo – quest’anno vorrebbe inserire nella storica rassegna “Estate romana”, mettendola quindi a bando e riducendola, per la durata dei due mesi, da 7 a 5 serate settimanali.
Torniamo a parlarne, dopo che il conflitto si è ulteriormente insasprito, cercando di distinguere i fatti – che dovrebbero essere incontrovertibili – dalle opinioni, che possono essere criticabili o condivisibili, ma che hanno tutte diritto di cittadinanza in qualsiasi dibattito democratico.
La vicenda vede tre posizioni – assai inconciliabili – in campo, ciascuna con le sue ragioni, che cerchiamo di sintetizzare:
– l’Associazione “Piccolo Cinema America” che da tre anni offre non solo cinema ma incontri e dibattiti con autori, registi, attori, ottenendo in passato vari riconoscimenti anche dal Comune per l’interesse culturale della manifestazione (gratuita), chiede di continuare ad ottenere il permesso di occupazione di suolo pubblico per svolgere la manifestazione senza dover partecipare a un bando e che le giornate restino 7 su 7 per garantire la sostenibilità economica. Sono disponibili a impiegare qualunque accorgimento , tecnico e non, per rendere la manifestazione meno impattante e assicurano che il rumore non ha mai superato le soglie consentite e che sono non mai stati superati i limiti orari stabiliti.
– Un gruppo di residenti, ora costituiti in Comitato, che da anni lamentano disagi dovuti alle emissioni acustiche e alla “movida” indotta dalla manifestazione, dato che molti spettatori rimarrebbero nell’area ben oltre la fine delle proiezioni schiamazzando fino a tarda notte, chiede che Piazza San Cosimato non sia più utilizzata per nessuna manifestazione serale notturna in nessun periodo dell’anno.
– Il Comune pentastellato, che ha ereditato la manifestazione, cominciata nell’era Marino, continuata nell’era Tronca e ripetuta anche nell’era Raggi (seppure con l’annuncio che l’anno successivo – questo – si sarebbe cambiato sistema), vorrebbe appunto inglobare la manifestazione nella rassegna comunale, assegnandola tramite bando e per meno serate. Soluzione che evidentemente scontenta sia i ragazzi del Cinema America, sia i residenti.
Ribadiamo ancora una volta il concetto: o la decisione del Comune è motivata da un obbligo di legge – e allora non è chiaro come si sia potuta tenere nelle prime tre edizioni – oppure è una scelta, in cui possono essere utilizzati anche quei ridotti margini di manovra previsti dalle normative per concedere l’uso della piazza al Piccolo America
Sulla legalità non ci sono scappatoie: o la manifestazione non rispetta le normative – dal punto di vista dell’impatto sulla piazza tutelata, delle soglie acustiche, dell’assegnazione dell’area etc – e allora il Comune non ha bisogno di giustificarsi. Anche se venisse Spielberg in persona a perorare la causa dei ragazzi.
Ma se il cambiamento voluto dal Comune è – come pensiamo – una scelta, entriamo in un altro mondo, quello della politica e delle opinioni, dove ciascuno è libero di pensarla come vuole e ciascuno è libero di fare appelli a favore, firmati da illustri esponenti del mondo culturale, o di promuovere petizioni contro, sottoscritte dai residenti. E si può cercare di affrontare il conflitto con dei ragionamenti di buon senso (almeno secondo noi) o continuare una guerra senza quartiere. Si possono chiedere spiegazioni su affermazioni che sembrano poco documentate, oppure si può fare una denuncia/querela per diffamazione alla Procura.
Questa è la strada che, abbiamo appreso ieri dal Corriere della sera (9 febbraio), ha imboccato il Presidente dell’Associazione Piccolo Cinema America, che ha denunciato Luca Bergamo per le dichiarazioni rilasciate al quotidiano La Repubblica riguardo a “denunce sulla legittimità di quelle attività e sul disturbo alla quiete pubblica” che secondo quanto affermato dal vicesindaco sarebbero pervenute numerose, mentre secondo i ragazzi sarebbero inesistenti, e costituirebbero quindi una “diffamazione della nostra associazione al solo fine di giustificare la decisione politica di negare la richiesta di occupazione di suolo pubblico per la prossima estate”. E se poteva essere legittima la richiesta di una verifica o di una rettifica, arrivare alla denuncia ci sembra una mossa assai fuori luogo, dato che, se da un lato l’intenzione dell’Amministrazione di inserire la manifestazione nell’Estate romana sottoponendola a bando, è una scelta e non un obbligo, dall’altro vale anche per il contrario, nel senso che è prerogativa di un’Amministrazione eletta dai cittadini fare le scelte che ritiene più coerenti con la propria linea politica.
Continuare ad abbassare il “livello della cintura” della contesa, sentendosi forti per l’apprezzamento di personalità del mondo della cultura (e non solo) , a nostro avviso trasforma in torto anche le ragioni – peraltro basate sul buon senso e non certo su supposti “diritti acquisiti”– che i ragazzi del Cinema America avrebbero potuto più utilmente spendere nella ricerca di una mediazione, anzichè trasformarle in arroganti pretese .
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
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