di Riccardo Varanini – gruppo Difendiamoimercatirionali
28 Febbraio 2017
La direttiva Bolkenstein, 2006/123/CE (1), attinente i servizi commerciali del mercato interno di ciascun Stato europeo, ovvero la liberalizzazione delle procedure di ingresso in altri Stati, rispondendo alla legislazione dello stato di origine, e l’abolizione di molte pratiche e restrizioni di ogni genere per l’esercizio di tali servizi, è stata approvata dal parlamento europeo il 12 dicembre 2006 ed è stata recepita dal parlamento italiano il 26 marzo 2010, Dlgs n. 59, stabilendo 7 anni di tempo per la sua entrata in vigore.
La materia del commercio ed in particolare i servizi offerti nei mercati rionali, coperti, plateatici ed in sede impropria nonché in via ambulante, non sono esclusi dalla applicazione della delibera, demandando a leggi statali e regionali la disciplina degli stessi.
L’intesa Stato-Regioni del 5 luglio 2012 (2) ha disciplinato la materia dei criteri da applicare nelle procedure di selezione per l’assegnazione di posteggi su aree pubbliche, tra cui: anzianità (fino al 40% del punteggio); presenza del Durc o documentazione analoga; progetti innovativi. I nuovi bandi, da emanare 90 giorni prima della selezione a partire dalla scadenza delle concessioni( ormai maggio e luglio 2019) devono prevedere durata della concessione tra i 7 e i 10 anni e la loro non rinnovabilità automatica; non più di 2 concessioni allo stesso soggetto giuridico per lo stesso settore merceologico se il mercato ha fino a 100 posteggi, 3 se sono di più.
Una proroga ulteriore dell’applicazione della D. Bolkenstein al 31 dicembre 2018 è stata decisa dal Governo e dal Ministero dell’economia (3).
Con lettera del 23 settembre 2016, l’assessore al commercio, Meloni, ed il dipartimento VIII, d.ssa Sari, hanno chiesto ai Municipi di monitorare lo stato dei mercati rionali e di applicare la normativa vigente (codice stradale, decoro urbano, verde, ambiente) in materia di mantenimento o meno delle singole postazioni o delle stesse strutture mercatali. Il monitoraggio ci risulta ancora in corso e dovrebbe concludersi entro il prossimo dicembre.
Così come è faticosamente in corso un tavolo per il decoro urbano, con sindacati, amministrazione, cittadini.
Viene richiesta da più parti l’istituzione di un osservatorio e di un tavolo comune per esaminare ogni singola postazione e decidere in merito con criteri da condividere, per evitare che alle scadenze previste la maggior parte degli operatori sia messa in difficoltà nella partecipazione ai nuovi bandi e si verifichi l’ingresso nei mercati rionali della grande distribuzione che rischierebbe di distruggere la natura stessa dei mercati rionali.
E’ quindi necessario attrezzarsi da subito per l’entrata in vigore della Direttiva, da intendere come un’occasione per mettere ordine in un settore confuso e caotico, in cui le regole sono spesso distorte, i controlli inefficaci e le lobbies imperversano e per fare in modo che tutto avvenga nel rispetto di regole oggettive e trasparenti a partire da una reale conoscenza dello stato di fatto, per impedire favoritismi e discriminazioni di sortA.
Sarà necessario anche verificare la sussistenza e la congruenza delle norme contenute nella legge 287/91 (rilascio delle autorizzazioni) (4) e nella Delibera comunale 35/2006 (regolamento delle attività commerciali su aree pubbliche) (5)
Per quanto attiene la revisione della Delibera CC Roma n.35 del 6 febbraio 2006 attinente al regolamento delle attività commerciali e di somministrazione su aree pubbliche si ritengono necessarie alcune modifiche:
Semplificare ed unificare quanto relativo a concessioni, autorizzazioni, vigilanza, manutenzione, presso una unica autorità amministrativa (preferibilmente il municipio, in caso dotato dei fondi necessari) con regole uguali per tutti
Obbligatorietà del Durc (documento unico di regolarità contributiva) (6) per concorrere ai bandi
Prevedere all’interno dei criteri dei nuovi bandi, da un lato requisiti che favoriscano l’ingresso di giovani, donne e nuove attività , dall’altro prevedere per i nuovi ingressi (e non solo) un’adeguata formazione (o aggiornamento) che metta gli operatori in grado di gestire al meglio l’attività commerciale, sia per gli utenti, sia per la propria sostenibilità economica
mantenere la quota del 60% di attività alimentari con ampliamento dell’offerta commerciale consistente in vendita dei prodotti cucinati e consumati sul posto senza servizio al tavolo (oggi è autorizzato un solo posteggio a mercato)
ampliare la quota del 10% destinata all’artigianato (escluso quello di tipo alimentare) anche nell’ottica di ricollocare, specialmente nei rioni del centro storico, attività artigianali sfrattate dai loro negozi o impossibilitate a sostenere il costo dell’affitto.
assegnare la qualifica di mercato anche a raggruppamenti inferiori ai 10 posteggi, attualmente considerati “fuori mercato”.
stabilire particolari convenzioni con l’AMA per la raccolta differenziata e programmata dei rifiuti e per la pulizia delle aree di mercato dopo la chiusura.
Escludere dalle dalle tipologie commerciali consentite, di cui all’art.9, gli esercizi di vicinato con superfici di vendita fino a 250 mq, perché non si tratta dei tradizionali negozi della spesa quotidiana sotto casa, ma di mini market che presentano anche vari problemi legati alla vendita di alcolici fino a tarda notte in condizioni di assoluta incontrollabilità .
ricostituire il corpo degli ispettori annonari o comunque garantire un’adeguata sorveglianza sul rispetto delle regole nei mercati
abolire la quota del 60% necessaria per modificare gli orari di apertura
Inserire almeno un membro dei comitati e delle associazioni di quartiere nella commissione consultiva sui mercati
Inoltre, per quanto riguarda la disciplina di tutela e riqualificazione delle attività commerciali ed artigianali nel perimetro della città storica:
escludere dalle attività tutelate di cui all’art.6 tutte quelle di tipo alimentare senza distinzioni di categorie merceologiche.
ampliare il numero di vie e piazze, di cui al comma 3 dell’art.6 nelle quali è fatto divieto assoluto di aprire attività diverse da quelle tutelate.
tra le attività escluse in tutti i tessuti della città storica ed in particolare nel perimetro del centro storico aggiungere tutti gli esercizi di artigianato alimentare.
Il DURC serve per tutti gli appalti e subappalti di lavori pubblici (verifica dei requisiti per la partecipazione alle gare, aggiudicazione alle gare aggiudicazione dell’appalto, stipula del contratto, stati d’avanzamento lavori, liquidazioni finali), per i lavori privati soggetti al rilascio della concessione edilizia o alla DIA, per le attestazioni SOA.
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