Caro consigliere municipale, Villa Massimo è stata salvata dai cittadini (e aspettiamo le scuse)
Autore : Redazione
Da qualche mese nel giardino di Villa Massimo (2 Municipio) proseguono i lavori che dovrebbero terminare a metà maggio, per ripristinare il giardino storico che negli anni aveva perso decine di alberature e soprattutto aveva visto proliferare una serie di manufatti rivelatisi poi abusivi e lievitare un chiosco alle dimensioni di un ristorante aperto fino a tarda notte.
Basta guardare le foto della situazione “ante” e “post” per rendersene conto.
La superfetazione di strutture private è stata fermata solo grazie alla determinazione dei cittadini del quartiere, che, a partire dal 2013, dopo aver raccolto duemila firme, si sono runiti nel Comitato per la Difesa della Pineta di Villa Massimo e hanno avviato una serie di iniziative legali e di interlocuzioni con vari livelli istituzionali, fino a ottenere le demolizioni degli abusi e un progetto di ripristino sottoposto alla Sovrintendenza, dato che si tratta di una villa storica vincolata.
Un risultato eccezionale per l’interesse pubblico, che dovrebbe essere portato ad esempio della passione civica anche dalle stesse istituzioni.
Con grande amarezza invece leggiamo, nella newsletter di un consigliere di maggioranza del II Municipio*, che la vicenda, non solo viene narrata omettendo la battaglia virtuosa e vittoriosa dei cittadini, ma anzi, praticamente addossando ai cittadini stessi la prolungata chiusura del giardino, quasi che fosse stata causata da un capriccio e non da documentate irregolarità dell’ex concessionario, attestate dalle iniziative del Comune e da sentenze dei tribunali amministrativi.
Scrive infatti il consigliere: “Come molti sanno, la dolorosa vicenda della Villa incominciò nel gennaio 2013, quando il Comitato per la Difesa (della Pineta) di Villa Massimo presentò un ricorso contro il progetto di riqualificazione del “Punto Verde Infanzia” elaborato dal concessionario e avallato dall’allora III Municipio. Ne scaturì un lungo iter giudiziario che ha comportato la chiusura al pubblico della Villa per quasi sei anni…”. La “dolorosa vicenda” invece, in realtà, è nata con il progetto di riqualificazione del Punto Infanzia e con la balzana idea di far costruire delle strutture private in un parco pubblico grande come un fazzoletto. E anche sulla sottolineatura della definizione di “Punto Verde Infanzia”, ci si sarebbe molto da dire: visto che il consigliere municipale non può ignorare che un chiosco per la vendita di panini, bibite, gelati posto negli anni ’70 accanto a una giostrina è diventato nel tempo un Pub aperto fino a tarda notte, che ci sembra abbia poco a che fare con attività per bambini…
Chiediamo quindi al Consigliere una pubblica e immediata rettifica di quanto ha diffuso nella newsletter, e magari anche delle scuse al Comitato per la Difesa della Pineta di Villa Massimo. E speriamo che la maggioranza che guida il II Municipio si schieri una volta per tutte dalla parte dell’interesse pubblico e dei cittadini, anche con una narrazione seria e corretta di quanto è accaduto.
Carteinregola – Comitato per la Difesa della Pineta di Villa Massimo.
20 aprile 2019
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