Caso Muraro, facciamo chiarezza e valutiamo i fatti
Autore : Redazione
L’articolo pubblicato sul sito di la repubblica il 5 agosto
[NOTA L’articolo è stato scritto il 7 agosto e aggiornato il 9. Mi riservo di valutare man mano la situazione in base a eventuali elementi di maggiore consistenza che dovessero emergere in seguito – AMBM]
Il crescendo mediatico che si abbatte quotidianamente da settimane sulla neoassessora della Giunta Raggi Paola Muraro ha ben poco a che fare con il suo operato e i suoi programmi da assessore, ma si concentra compulsivamente sulla sua persona, rivoltando meticolosamente la sua carriera e la sua attività precedente, estraendone elementi che, rimbalzando su titoli alquanto allarmanti, hanno finito col circondarla di un’aura di sospetto, anche se non è ben chiaro di cosa. Come già per le multe del Sindaco Marino, questa iperbolica attenzione per aspetti che finora appaiono assolutamente irrilevanti, paragonata a quella degli stessi media per vicende e settori chiave della vita della Capitale – compreso quello dei rifiuti – prima della vittoria del Movimento Cinque Stelle, dovrebbe far nascere nei lettori/spettatori più consapevoli una domanda: dove si vuole andare a parare? E davvero quel Partito Democratico (per non parlare del centrodestra) che ancora non ha fatto i conti con la vicenda “Mondo di mezzo” e con le pagine e pagine di intercettazioni imbarazzanti – seppure nella maggior parte dei casi penalmente irrilevanti – può permettersi di chiedere dimissioni per quello che è emerso finora?
Una riflessione sulla vicenda di Anna Maria Bianchi ( a parte affronteremo la questione dell’emergenza rifiuti e le sue soluzioni dal punto di vista delle associazioni che da sempre si battono per i “rifiuti zero”).
Da giorni la stampa si accanisce su tre telefonate avvenute nel 2013 tra la Muraro e Buzzi intercettate durante l’indagine “Mondo di mezzo”. Nonostante il comunicato della Procura, che ha dichiarato ufficialmente che l’Assessora non è indagata per Mafia capitale, il battage continua e cresce, con un’enfasi e un livore davvero eccessivi rispetto alla normale conflittualità politica o al gossip giornalistico. E a questo punto diventa urgente provare ad analizzare con imparzialità quanto sta avvenendo.
Innanzitutto quello che nessuno dice è che prima delle indagini di quella all’epoca definia “Mafia Capitale”, che hanno mostrato al mondo il lato oscuro di Buzzi e delle sue cooperative, la maggior parte del mondo considerava Buzzi un benemerito che aveva saputo superare i suoi trascorsi e mettere in piedi un’attività – ricordiamolo, tra i fondatori della 29 giugno c’erano Monsignor Lugi Di Liegro e Laura Lombardo Radice, moglie di Pietro Ingrao – che riportava nel mondo del lavoro onesto gli ex carcerati, per di più con un tasso di recidività tra i più bassi in assoluto. Non è quindi sulla base di una conversazione “in sè” con Buzzi che si possono dare giudizi (e hanno sbagliato i Cinquestelle se l’hanno fatto in passato a carico di esponenti PD e di altri), ma solo valutando attentamente i contenuti di tali intercettazioni, caso per caso, parola per parola. Sapendo innanzitutto distinguere eventuali comportamenti illeciti (come ad esempio la fornitura di informazioni riservate per procurare ingiusti vantaggi) da conversazioni che oggi possono apparire inquietanti solo in base al “senno di poi”, nel senso che se l’interlocutore non fosse stato poi arrestato per presunta mafia non avrebbero destato nessun sospetto nè mostrato alcuna anomalia. Naturalmente riservandosi di dare un giudizio politico o etico rispetto a quelle conversazioni che, pur non evidenziando illeciti, rivelano aspetti imbarazzanti e/o politicamente inopportuni.
Ma la parossistica campagna stampa che si va conducendo contro l’assessore Muraro da vari giorni a questa parte per quelle intercettazioni mi sembra finora basata sul nulla.
Premetto che come Carteinregola abbiamo raccolto, e quindi pubblicato sul nostro sito, le perplessità di alcune associazioni e comitati sulla nomina dell’assessore Muraro, soprattutto a causa della sua storia, dal suo ruolo di Presidente di Atia-Iswa, un’associazione che riunisce “liberi professionisti, imprese, Istituti di Ricerca, e associazioni di categoria nazionale” e quindi anche imprenditori privati (1), alle idee professate in occasioni passate che a detta di molti sono contrarie alle linee sempre propagandate dai Cinquestelle (2).
Per il momento non so se la Muraro è e sarà un buon assessore, non so se condividerò i suoi programmi per i rifiuti e anche quelli per il verde e l’ambiente: come sempre, insieme ai membri di Carteinregola, valuteremo man mano, riservandoci di criticare e anche attaccare le scelte che non condivideremo. E, a maggior ragione, se dovessero emergere a suo carico fatti di rilevanza giudiziaria (3) trarremo le nostre conclusioni e inviteremo la Sindaca Raggi a dare il benservito alla sua assessora. Ma fino ad oggi non vedo (o leggo) alcun fatto accertato, se non titoli e articoli che danno per certi conflitti d’interesse inesistenti (il punto è stato approfondito da un circostanziato editoriale di Marco Travaglio su Il Fatto) (4) o che evocano coinvolgimenti in affari loschi. Si veda il titolo di Repubblica del 5 agosto, “La telefonata di Buzzi alla Muraro: “Il bando? Apriamo le buste domani”(5) che a più di un lettore distratto potrebbe suggerire che la neo assessora passasse informazioni sui bandi a un uomo poi arrestato proprio con l’accusa di aggiudicarsi appalti pubblici con metodi illeciti. Poi si legge l’articolo e si scopre che la Muraro non ha detto niente di male, nessuna informazione riservata, nessun “aiutino”: l’addebito le viene mosso solo perchè la conversazione intercettata avrebbe rivelato che il suo ruolo in AMA era più esteso di quello che vorrebbe far credere. Così anche i titoli dei giorni successivi, di varie testate, che insistono sui suoi legami con l’ex dg AMA Fiscon, imputato di Mafia Capitale – “L’asse Fiscon-Muraro, ecco l’sms per la gara che interessava a Buzzi” (La Repubblica 6 agosto) – di cui, sarebbe stata soprannominata dentro l’azienda la “Cocca” (La stampa 6 agosto 2016) (6) , E poi ipotizzando collegamenti con la vicenda giudiziaria di Manlio Cerroni, il “re delle discariche”: “Rifiuti, i sospetti del PM: Muraro aiutò Cerroni” (La Repubblica, 7 agosto 2016). E c’è infine un filone secondario, quello del presunto conflitto interno: la base “grillina”, che chiederebbe a gran voce la testa dell’assessore, e i vertici M5S, che le starebbero voltando le spalle. Titola il Messaggero il 4 agosto un articolo che propone un’intervista a Stefano Vignaroli, il parlamentare M5S esperto di ambiente che fa parte del cosiddetto “direttorio” : “Virginia [Raggi] scelse Paola [Muraro] all’Ambiente. Non metterei la mano sul fuoco per lei“. Poi leggi il testo sottostante e scopri che Vignaroli si limita a riferire che – come è nelle cose – è il Sindaco che sceglie gli assessori e che anche la risposta sul mettere la mano sul fuoco è quella che darebbe chiunque a una domanda così perentoria. Due affermazioni banali che appaiono invece come una presa di distanza di Vignaroli dalla Muraro, di cui nell’intervista non c’è traccia.
IO QUESTO FILM L’HO GIA’ VISTO, si chiama “Le multe di Ignazio Marino” e tutte le campagne su questioni più o meno insulse che hanno punteggiato la sua consiliatura, fino a quella degli scontrini, che forse insulsa non è, ma vedremo come andrà a finire. E non dimentico che molte testate, quando in Aula Giulio Cesare si votavano le delibere di Alemanno – alcune finite nelle indagini di Mafia Capitale – e noi di Carteinregola facevamo un presidio con altri comitati (e – per conto loro – con alcuni attivisti del M5S che poi sarebbero diventati consiglieri comunali) pubblicando schede e resoconti quotidiani sul nostro sito, scrivevano, nel migliore dei casi, qualche articolo nella cronaca di Roma (7), a fronte di pagine e pagine locali e nazionali per 8 multe non pagate (tra l’altro non dovute) . Per questo, in casi come questi, di quello che scrivono certi giornali non mi fido più, voglio vedere fatti concreti, riscontri, atti ufficiali dei magistrati. E non mi fido più neanche di chi pensa che strillando contro la nuova maggioranza M5S i cittadini dimentichino decenni di malgoverno, clientele, appalti farlocchi e tutto quello che sta venendo fuori ogni giorno da Procura, Corte dei Conti, ANAC e chi più ne ha più ne metta. O vogliamo dire che il dissesto finanziario della Capitale, i disastri ATAC e AMA, la voragine infinita Metro C (e l’elenco sarebbe lungo) sono #tuttacolpadellaraggi?
Anna Maria Bianchi Missaglia
La stampa
Post scriptum: rispetto alle politiche per l’emergenza rifiuti, segnaliamo la notizia, forse più interessante del caso Muraro, (data da La Stampa il 7 agosto (8) delle possibili convergenze tra AMA e ACEA, la partecipata del Comune di Roma di Acqua e energia, che potrebbe entrare (da tempo se ne parla) nella partita dei rifiuti. E anche la notizia, sfuggita ai più, dei cambiamenti avvenuti tra i soci della stessa ACEA, dove i ” francesi di Suez, sono diventati il primo azionista privato, scavalcando il gruppo Caltagirone. Il gruppo transalpino aumenterà la quota già detenuta in Acea, portandola dall’attuale 12,5% al 23,3%, acquisendo il 10,8% proprio dall’azienda degli imprenditori romani. Dal canto suo il gruppo Caltagirone sbarcherà in Francia e diventerà il terzo azionista di Suez, secondo gruppo mondiale dell’acqua e dei rifiuti, con una quota di circa il 3,5%, alle spalle di Engie, che detiene il 33,6% del capitale e di Caixa group, che possiede il 5,7%”(9).
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(ultima modifica 24 ottobre 2020 – corrzione “mafia Capitale”)
(3) le dimissioni in caso di coinvolgimento in indagini giudiziarie sono un tema decisamente complesso che richiederebbe regole certe stilate da ogni partito, che prevedano varie possibilità: infatti, come scrive Marco Travaglio su Il fatto del 7 agosto, se la semplice condizione di indagato costringesse alle dimissioni sindaci e assessori, basterebbero le denunce degli avversari politici per mettere fuori gioco chiunque
(7)Una coraggiosa eccezione è stata l’inchiesta di Corrado Zunino per Repubblica sulla Delibera 129/2010, quella dello scambio dei mercati rionali, poi ritirata grazie alla nostra battaglia