Coca Colosseo
Autore : Redazione
Il Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo ha deciso come “finanziamento di necessità e urgenza” la copertura dell’arena del Colosseo. Costo: 21 milioni. Una scelta scellerata, non solo per tutti gli interventi davvero “necessari e urgenti” che con quei soldi si sarebbero potuti finanziare, anche restando nell’ambito dell’archeologia, ma soprattutto perchè ancora una volta si mortifica il nostro patrimonio culturale riducendolo a mero spazio da sfruttare per “farci altro”. Ma così siamo noi stessi a essere mortificati: perchè la dignità di un popolo si vede anche da come difende la dignità delle proprie radici e della propria storia. (in calce gli articoli recenti pubblicati sull’argomento: 11 agosto Maria Pia Guermandi su Eddyburg e Francesco Erbani che intervista Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI su La Repubblica )
Il Consiglio Superiore dei Beni culturali (1) ha deciso di investire 21 milioni “per cominciare a coprire l’arena gladiatoria del Colosseo”, 18 milioni e mezzo stanziati direttamente dal Ministero e altri due e e mezzo sottratti ai restauri dello stesso Colosseo pagati dalla Tods (2). Si consuma così l’epilogo di una vicenda emblematicamente racchiusa tra due “tweet”: quello del 2 novembre 2014, dell’archeologo Daniele Manacorda che avanzava la proposta al ministro Franceschini, e quello del ministro Franceschini del 4 agosto 2015, con cui annuncia il finanziamento del progetto come risposta dell’Italia a una “domanda mondiale” (3). Una retorica d’altri tempi che stride con la realtà della Roma di oggi: una città in ginocchio per l’inadeguatezza dei servizi più essenziali – trasporti pubblici, pulizia, servizi sociali – a pochi mesi dal Giubileo Straordinario, per il quale non sono ancora partiti i lavori degli interventi indispensabili. Quanto ai fondi a cui potrà attingere la Capitale per un evento che dovrebbe portare 33 milioni di turisti e pellegrini (4), nonostante i comunicati ottimistici, restano piuttosto incerti, sia rispetto alla consistenza che alla provenienza: si parla di 400 milioni spalmati su due anni, quindi per ora 200 milioni, che però “cash” si riducono a soli 50 milioni (5). E che a quanto pare non verrebbero erogati dallo Stato (e ricordiamolo, il Giubileo è un’iniziativa di uno stato estero, che non si capisce perchè debba essere fronteggiato economicamente dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio) ma chiamerebbero in causa “la gestione commissariale del debito anteriore al 2008 del Comune di Roma, guidata da Massimo Varazzani”, con due ipotesi: “l’anticipazione al Campidoglio di alcuni crediti vantati proprio nei confronti della gestione commissariale, o l’accensione di mutui garantiti dalla stessa struttura” (6). E quindi ricadrebbero ancora una volta sui contribuenti romani? Ma tornando al Colosseo, se gli argomenti sopraesposti vi sembrano troppo facili, potremmo citare i mille esempi – suggeriti da fonti ben più autorevoli di noi – di siti archeologici che avrebbero – quelli sì – bisogno di improcrastinabili restauri. Citiamo dall’articolo di Francesco Merlo su Repubblica (2) le urgenze romane: “il completamento della Domus aurea, le Mure Aureliane e gli scavi della Crypta Balbi … i sotterranei di Caracalla, il disastro idrogeologico di Ostia antica, Villa Adriana…” per non parlare dei tanti ritrovamenti di reperti archeologici anche importanti reinterrati per mancanza di fondi per la loro musealizzazione. Per fare un esempio di cui ci siamo occupati: le scuderie di Augusto, scavate e ricoperte in Via Giulia. Ma sopra ogni cosa grida vendetta l’evidente archiviazione – a questo punto – del Progetto Fori (7), quello di Adriano La Regina, Antonio Cederna, Italo Insolera e Luigi Petroselli. Eppure proprio il programma elettorale del Sindaco Marino (8) aveva fatto propria la prospettiva di un grande parco archeologico che da Piazza Venezia si allungasse all’Appia Antica, passando dall’abbattimento di via dei Fori Imperiali, con la restituzione alla città della vasta area oggi spezzata dal largo stradone di asfalto che nessuna pedonalizzazione può mitigare. Un luogo ritrovato, che – quello sì – avrebbe regalato ai romani e al resto del mondo un’emozione che tanti rincorrono da tanto tempo e che nessuno ha avuto finora il coraggio di far diventare realtà. E c’è da scommettere che mentre si investono 21 milioni di euro per rifare uno spazio calpestabile dentro il Colosseo, per il Progetto Fori non si troveranno mai i soldi (9).
Ma se la prospettiva di ricostruire l’area archeologica più estesa e importante del mondo è forse un progetto troppo di ampio respiro per i contabili del “patrimonio storico e archeologico come petrolio d’Italia“(10), è stato ampiamente ridimensionato anche un altro progetto, nato in parallelo con quello della Metro C, quello che prevedeva di costruire uno spazio di accoglienza turistica sotterraneo proprio accanto al Colosseo, approfittando della mancanza di reperti archeologici nell’area che in epoca romana era coperta dalla Collina Velia (fatta poi spianare da Mussolini per collegare Piazza Venezia al Colosseo). Un progetto importante, ricordato da Walter Tocci alla conferenza di Adriano La Regina (11), che era stato cancellato a quanto pare per esigenze tecnico-economiche, che hanno comportato la costruzione della nuova stazione della metro C Colosseo accanto a quella già esistente della metro B, anzichè sotto, occupando lo spazio e prosciugando le risorse dedicate al centro servizi per i visitatori dell’area archeologica centrale. Un progetto non del tutto abbandonato e rilanciato ancora recentemente dall’Assessore Caudo e dal Soprintendente Prosperetti : «Il centro servizi compreso originariamente nel progetto della stazione della metro C Colosseo è stato troppo sbrigativamente definanziato e accantonato… è giusto recuperare, magari in termini minimali, quel progetto iniziale: la stazione potrebbe così assolvere anche alla funzione di presentare a chi vi transita la complessa offerta culturale dell’area archeologica centrale, vasta nei luoghi e attraversata da mostre temporanee ed eventi“. Quello che stona, davanti a 21 milioni di euro per ricostruire l’arena del Colosseo, è quel “magari in termini minimali“. Perchè “volare basso” per un’iniziativa che potrebbe valorizzare uno dei maggiori luoghi di attrazione del turismo mondiale – quest’anno il record con 6 milioni di visitatori – raggiungendo finalmente gli standard di qualità che gli altri paesi garantiscono allo sviluppo del turismo (12)?
Ma evidentemente il buon senso è superato da molte altre ragioni. Da parte del Sindaco Marino, forse dalla un po’ troppo frequente tentazione di “grandeur”: dopo lo Stadio della Roma con annessi avveniristici grattacieli, esalta le Olimpiadi 2024 auspicando cerimonie sportive proprio nel Teatro Flavio, utilizzando il nuovo “palco” per le premiazioni degli atleti, in un tripudio di retorica che non ci risparmia gli ascensori che portano sull’arena i vincitori delle competizioni olimpiche come quelli che nell’antica Roma facevano salire i gladiatori (13). Retorica che di questi tempi forse sarebbe meglio accantonare, scegliendo profili più bassi e percorsi più sobri. Ma non si tratta solo di questo. Il progetto in realtà arriva dall’alto. Il Ministro Franceschini, in una sorta di “excusatio non petita” rilancia a ogni piè sospinto che gli eventi che si terrano nell’arena/palco ricostruita saranno “spettacoli di altissimo livello culturale“(2). Manacorda, nella sua proposta, si allargava con un “ogni possibile evento della vita moderna, magari gare di lotta greco-romana, o una recita di poesie, o un volo di aquiloni” (2). Ma diciamocelo francamente: il Colosseo non ha tribune conservate, quindi il teatro non può svolgere la sua originaria funzione, ma potrebbe accogliere solo eventi con palchi e sedie montati nell’arena stessa. Spettacoli, nel migliore dei casi, per ristrette e danarose élites, così lontane da quegli eventi culturali che restituivano a tutti la città di tutti, inventati da Renato Nicolini, altro sostenitore del Progetto Fori. E il rischio che questa operazione finisca con il trasformare un simbolo della nostra cultura, della nostra storia e della nostra identità in una location per matrimoni vip, per sfilate di moda o per la presentazione di una nuova auto di lusso è molto, molto vicino. Si farà leva sui potenziali ricavi economici e sul “perchè no?”. Quel “perchè no?” che pezzo dopo pezzo trasforma la nostra dignità e la dignità dei luoghi storici in marmellata. D’altra parte se i nostri beni culturali non servono per fare cassa, che petrolio sarebbero?
Anna Maria Bianchi Missaglia annaemmmebi@gmail.com
PS: a chi ci ritenesse troppo malpensanti, ricordiamo che due anni fa l’allora Sindaco Renzi chiuse il Ponte Vecchio di Firenze per la “Ferrari Cavalcade” un’iniziativa promozionale organizzata dalla casa di Maranello. Allora l’attuale Presidente del Consiglio addusse spiegazioni – “abbiamo anche recuperato circa 120 mila euro, l’equivalente del taglio che abbiamo ricevuto sul capitolo delle vacanze per i bambini disabili” – che si sono poi rivelate alquanto imprecise (14) (è caldamente consigliata la lettura di “Privati del patrimonio” di Tomaso Montanari)
Leggi l’articolo di Maria Pia Guermandi su Eddyburg 11 agosto 2015:Il “rilancio” del Colosseo e l’abbandono del paesaggio
Leggi l’intervista di Francesco Erbani a Giulia Maria Crespi La Repubbica 11 agosto 2015 : “Il Colosseo-arena? Marketing” Il progetto non corrisponde ai principi di chi, come lei, fondò il Fai, il Fondo ambiente italiano, tenendo d’occhio la tutela e la valorizzazione di un bene culturale
Leggi il Comunicato dell’Associazione Bianchi Bandinelli “Ma Roma finisce la Colosseo?” dell’8 agosto 2015
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(1) Questa la composizione del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, massimo organo consultivo del ministro chiamato a esprimere il proprio parere riguardo gli atti più importanti dell’amministrazione, nominato dal Ministro Franceschini il 18 febbraio 2015 :
(dal sito del Mibact) “Quali eminenti personalità del mondo della cultura, sono stati chiamati a farne parte Stefano Baia Curioni, Beatrice Buscaroli, Francesca Cappelletti, Claudia Ferrazzi, Luca Molinari, Giovanni Solimine, Jane Thompson e confermato, in qualità di Presidente, Giuliano Volpe”
Giuliano Volpe, professore di archeologia, è rettore emerito dell’Università degli Studi di Foggia. Presidente della Società degli Archeologi Medievisti Italiani.
Stefano Baia Curioni, professore associato di storia economica presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi, dove attualmente è docente presso il dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico; esperto di economia della cultura.
Beatrice Buscaroli, docente di arte contemporanea all’Università di Bologna presso la sede di Ravenna. Direttore artistico delle collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.
Francesca Cappelletti è professore di storia dell’arte moderna all’Università di Ferrara. Laureata all’Università La Sapienza di Roma, ha poi studiato al Warburg Institute a Londra e al Collège de France a Parigi.
Claudia Ferrazzi, segretaria generale dell’Accademia di Francia a Roma, è stata vice amministratrice generale del Museo del Louvre.
Luca Molinari, storico dell’architettura, critico e curatore, è professore associato alla Facoltà di Architettura Luigi Vanvitelli presso la Seconda Università degli studi di Napoli. Dal 2008 è direttore scientifico di FMG Spazio dell’Architettura a Milano.
Giovanni Solimine è professore ordinario di biblioteconomia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, dove ha diretto fino al 2010 il Dipartimento di scienze del libro e del documento.
Jane Thompson, architetto e project manager specializzata nel settore dei beni culturali in cui opera da oltre 15 anni, in particolare presso il sito archeologico di Ercolano. Coautrice del manuale Unesco Managing cultural world heritage.
(2) Repubblica 05 Agosto 2015 Pioggia di soldi sul Colosseo per un futuro in stile Las Vegas di Francesco Merlo «A discapito di altri interventi (dalla Domus Aurea alle Mura aureliane) il Ministero ha assegnato il contributo più corposo, 18,5 milioni, del suo piano nazionale per il discusso restauro kitsch dell’Arena». (> leggi l’articolo su Eddyburg)
Rainews 2 novembre 2014 Restituiamo l’arena al Colosseo”: proposta di Franceschini su Twitter Il ministro per i Beni Culturali e il Turismo rilancia l’idea dell’archeologo Daniele Malacorda: riportare l’aspetto dell’Anfiteatro Flavio a quello di poco più di un secolo fa – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Restituiamo-arena-al-Colosseo-proposta-di-Franceschini-su-Twitter-642e5486-dc0d-46f0-94aa-783ae83d03ea.html(scrive Manacorda: … L’arena consentiva al Colosseo di mostrarsi al mondo con dignità” “Al Colosseo – prosegue lo studioso – nel secolo appena trascorso qualcuno ha ritenuto di dover togliere la sua arena, cioè il suo vestito, magari un po’ lacero, che gli consentiva però di mostrarsi al mondo con dignità”. La restituzione dell’Arena, afferma, “gli permetterebbe di tornare ad essere, carico di anni, un luogo che accoglie non il semplice rito banalizzante della visita del turismo massificato, ma un luogo che, nella sua cornice unica al mondo, ospita – nelle forme tecnicamente compatibili – ogni possibile evento della vita contemporanea”.
In proposito si veda:
(6) da Leggo 4 agosto 2015 .Giubileo, in arrivo 400 milioni dal governo: ok di palazzo Chigi allo sblocco dei fondi..Ma da dove arriveranno materialmente i soldi da spendere? La risposta è chiara ormai da alcune settimane: sarà chiamata in causa la gestione commissariale del debito anteriore al 2008 del Comune di Roma, guidata da Massimo Varazzani. Due le soluzioni tecniche più accreditate: la prima prevede l’anticipazione al Campidoglio di alcuni crediti vantati proprio nei confronti della gestione commissariale, la seconda l’accensione di mutui garantiti dalla stessa struttura. In entrambi i casi si tratterebbe di 200 milioni di euro e rotti per l’anno in corso e altrettanti per il prossimo. Ed è comunque necessaria una deroga al patto di stabilità degli enti locali per poterli spendere, inserendoli alla voce investimenti. E non è detto che si arrivi a questa cifra: il totale, alla fine, potrebbe anche essere dimezzato.…
(7) Per il Progetto Fori si veda:
Progetto Fori– 4 gennaio 2015
Progetto Fori, la merce e la città-3 gennaio 2015
(8) Per la Roma di oggi e di domani, la fruizione collettiva dei beni culturali e ambientali può essere ritenuta un elemento peculiare della dimensione pubblica, attraverso la quale rafforzare l’idea stessa di cittadinanza: i beni culturali e ambientali devono essere “vissuti” non devono essere percepiti come “estranei” e non devono essere recintati. Per questo, ci impegniamo a fare di questo luogo magnifico e unico un luogo vissuto da tutti, il cuore del futuro della città. (da “Roma è vita” programma di Ignazio Marino Sindaco- in calce testo e programma completo in download*)
(9) Del resto lo stesso Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici,Giuliano Volpe, eraPresidente della Commissione Paritetica istituita il 1 agosto 2014 con il compito di elaborare, a partire dalle Linee Guida elaborate nel 2008, uno studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’Area Archeologica Centrale di Roma (AACR), che si è espressa, con la sola astensione di Adriano la Regina, per la conservazione della strada costruita da Mussolini in mezzo all’area archeologica. Vedi:
Progetto Fori: ci vuole chiarezza-11 marzo 2015 La Conferenza di Adriano La Regina
Progetto Fori: le osservazioni della ABB alla Commissione Paritetica 12 gennaio 2015
Progetto Fori: la Commissione Paritetica, il Sindaco Marino e il Sindaco Petroselli 6 gennaio 2015
(10) da vedere le interviste video a Tomaso Montanari in pirma fila nella battaglia contro chi considera i beni culturali «il petrolio d’Italia», considerandoli un repertorio di oggetti da affittare al magnate di turno o da svendere nell’ennesima mostra evento” > vai alla pagina con i link alle interviste/interventi
(11) Vedi il video dell’intervento di Walter Tocci del 9 marzo 2015
vedi la Stazione Colosseo deve diventare centro servizi 13 giugno 2015
Progetto Fori e metro C: quale rapporto?
(12) E, ricordiamolo, a Roma arrivano meno turisti che a Berlino…ilMITTE.COM Berlino ha più turisti di Roma 6 agosto 2015:…Berlino sta rapidamente raggiungendo le prime due capitali in classifica, Londra e Parigi, avendo conseguito nel 2014 ben 28 milioni di pernottamenti in strutture alberghiere… Nel giro di pochi anni, Roma è scesa in classifica delle città europee più visitate, cedendo il podio a Berlino.
(13)Roma 2024, l’idea di Marino:tutte le premiazioni al Colosseo«L’importante è che non arrivino i leoni» replica con ironia il presidente del Cio Thomas Bach in visita nella Capitale per incontrare anche Mattarella: «È una candidatura forte»
(14) Si veda il circostanziato articolo di Panorama del 30 gennaio 2014 (7 mesi dopo i fatti) Renzi e la Ferrari su Ponte Vecchio: anatomia di una bugia Sull’evento del giugno scorso che fece tanto discutere il segretario del Pd non ha detto tutta la verità
Si legga anche: Il fatto quotidiano 23 luglio 2013 Firenze, ecco il tariffario per noleggiare Uffizi o Ponte Vecchio e bere un cocktail di Tomaso Montanari
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Come già pubblicato da Paolo Gelsomini*, ancora una volta il Soprintendente Prosperetti e l’Assessore Caudo rilanciano l’idea di un centro servizi sotterraneo in corrispondenza della nuova stazione Metro C, peraltro…–13 giugno 2015
Pubblichiamo l’articolo di Vittorio Emiliani sul Corriere della Sera del 9 giugno. In una situazione dove si tagliano i fondi per i servizi più indispensabili per i cittadini e si…
Il settimanale Left ci ha concesso di pubblicare l’intervista a Adriano La Regina nell’ambito del dossier “Sotto esame: sei esperti fanno il bilancio della Giunta Marino. Ecco come sta Roma…
A margine della Conferenza di Adriano La Regina sul Progetto Fori, marzo 2015
Vezio De Lucia Presidente associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli Promemoria sull’area archeologica centrale (Roma, 14 novembre 2014) Com’è noto, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del…
Sul quotidiano La Repubblica di oggi (1), il Presidente della “Commissione Paritetica per l’elaborazione di uno studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’Area Archeologica Centrale…
Redazione –6 gennaio 2015
Per la Roma di oggi e di domani, la fruizione collettiva dei beni culturali e ambientali può essere ritenuta un elemento peculiare della dimensione pubblica, attraverso la quale rafforzare l’idea…
Redazione –4 gennaio 2015
Il “Progetto Fori”, che prevede la realizzazione del più grande parco archeologico del mondo, che da Piazza Venezia si estenderebbe fino ai Castelli, è uno dei punti più importanti del…
*) DA “ROMA E’ VITA” IL PROGRAMMA ELETTORALE DEL SINDACO MARINO- maggio 2013
5.5. L’APPIA ANTICA E IL PROGETTO FORI
Il rapporto tra Archeologia e Città è costitutivo della Roma moderna, il progetto Fori ha rappresentato fin dalla sua prima proposizione nel 1979 l’insegna del rinnovamento urbanistico della capitale. Leonardo Benevolo, storico dell’architettura e urbanista, così descrive questo rapporto: “A Roma abbiamo un’immensa fortuna: una delle zone archeologiche, più grandi e pregiate del mondo è collocata esattamente nel centro della città moderna.
Un’area viva, che fa parte del tessuto più vitale della città e che contemporaneamente documenta la sua continuità storica, che procede ininterrotta da secoli “ (…) Il centro monumentale della città antica, quello dei Fori, del Colosseo e del Teatro Marcello, del Palatino, del Circo Massimo, del Celio e del Colle Oppio, si trova al limite fra la zona costruita nei secoli successivi all’età classica e il verde della campagna che sfila verso l’Appia Antica e che, è a tutti gli effetti, una campagna intra moenia. È un immenso spazio libero che si incunea nella compagine edificata fino alla sistemazione michelangiolesca del Campidoglio. Quest’area funziona come raccordo fra i due paesaggi della città, quello vivo e quello morto.” Rispondendo poi alla domanda su come far convivere le diverse città che si sono stratificate nel tempo dice: “Il mito culturale di Roma si fonda su un doppio confronto. Di tipo diacronico, il primo: la magnificenza del passato si confronta con la rovina del presente. E di tipo sincronico: da una parte la dimensione urbana colossale, perduta e silenziosa, dall’altra la dimensione ordinaria, quotidiana e vissuta. Il confronto ha sempre suggerito l’idea di quanto le imprese umane avessero dei limiti. Roma da questo punto di vista non è la città eterna. È anzi il luogo di meditazione sull’impossibilità dell’eterno nel mondo di qua. Queste sono le riflessioni di Goethe, di Stendhal e di Mommsen; le ritroviamo persino in quel rispetto popolare per le rovine che viene colto da Gioacchino Belli e da Trilussa”. (da: Leonardo Benevolo, La fine della Città, Laterza 2011, pp.97-98)
Per la Roma di oggi e di domani, la fruizione collettiva dei beni culturali e ambientali può essere ritenuta un elemento peculiare della dimensione pubblica, attraverso la quale rafforzare l’idea stessa di cittadinanza: i beni culturali e ambientali devono essere “vissuti” non devono essere percepiti come “estranei” e non devono essere recintati. Per questo, ci impegniamo a fare di questo luogo magnifico e unico un luogo vissuto da tutti, il cuore del futuro della città.
La storia al posto delle auto. Cominceremo con allontanare le automobili e poi proseguiremo con il progetto di sistemazione. Realizzeremo l’integrazione culturale, simbolica e funzionale dell’area archeologica centrale con l’Appia Antica.
Il più grande parco archeologico del pianeta. Il parco sarà gestito ricercando la massima cooperazione tra i tanti soggetti che operano per la tutela e la conservazione, proprio perché le importanti ricadute socio-economiche che questo progetto può avere per la città, sono più che evidenti. Per la sua realizzazione rafforzeremo le sinergie tra Stato, Regione e Comune anche alla luce del decreto che fissa i poteri di Roma Capitale.
In questo ambito sarà necessario in coordinamento con la Regione Lazio e il Ministero dei Beni culturali rafforzare gli strumenti di pianificazione del territorio con una visione complessiva capace di dare continuità all’azione amministrativa.
> SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO Programma_MarinoSindaco
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