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Consiglieri PD: parole vuote e silenzi sempre più imbarazzanti

dal sito dell'ANSA

dal sito dell’ANSA

Valeria Baglio, Erica Battaglia, Orlando Corsetti, Athos De Luca, Michela Di Biase, Cecilia Fannunza, Alfredo Ferrari, Valentina Grippo, Liliana Mannocchi, Dario Nanni, Marco Palumbo, Fabrizio Panecaldo, Gianni Paris, Laura Pastore, Ilaria Piccolo, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Giulia Tempesta e Daniela Tiburzi  sono compatti nel togliere l’appoggio al Sindaco Marino, compatti nel seguire i dictat del Partito, compatti nel non dare nessuna spiegazione ai cittadini…l’unica divisione, a quanto pare è, se Marino ritira le dimissioni, sulla scelta di mandarlo a casa  con  una mozione di sfiducia votata insieme alle opposizioni, o con le dimissioni  di 25 consiglieri (1)

Dopo la manifestazione di domenica  in Campidoglio dei 3000 cittadini – tantissimi militanti e simpatizzanti del PD – che chiedevano al Sindaco Marino di non dimettersi, per molte ore nel Partito Democratico romano, nonostante i toni decisionisti  dei due commissari PD, Orfini e Esposito (Commissario PD a Ostia), ha regnato un forte smarrimento. Tra le fila dei consiglieri comunali sembrava difficle da ricomporre   la spaccatura tra chi, ligio alla linea del  Segretario/Presidente Renzi, avrebbe mandato a casa il Sindaco senza tante storie, e chi invece si faceva qualche scrupolo, vedendo in una giunta tecnica, da varare per  arrivare alla fine del Giubileo, una via d’uscita onorevole per tutti.  Ma alla fine ha prevalso il richiamo all’ordine dei vertici del partito, e tutti i 19 consiglieri si sono  allineati  sulla posizione data per scontata in partenza. Il comunicato che i consiglieri PD  hanno diffuso ieri 26 ottobre è davvero surreale,  a partire dal fatto che ribadiscono “con grande nettezza che il gruppo consiliare e il Partito Democratico sono tutt’uno nel giudicare l’amministrazione Marino” senza però dire, ancora una volta,  quali siano i motivi del giudizio negativo. E ribadendo “che ogni futura decisione sarà “condivisa e concordata con il Partito di cui facciamo parte e di cui fanno parte gli eletti a tutti i livelli”(2). Cioè,  prima delle posizioni personali e dell’impegno preso da ciascun consigliere  con i suoi elettori, viene la fedeltà alla linea indicata dai livelli  nazionali. Quello che una volta si chiamava “centralismo democratico”. Che ha una sua logica – l’appartenere a un partito deve comportare anche il rispetto delle decisioni della maggioranza –  che però non può che fondarsi sulla garanzia di un confronto davvero democratico,   in cui tutti i punti di vista possano esprimersi,  e all’interno di  un dibattito pubblico, trasparente e condiviso. Altrimenti il rischio autoritario e antidemocratico è molto forte.   E penso che sarebbe  davvero interessante avviare un dibattito su questo tema con la base del partito (dei partiti) e con i cittadini. Possibilmente prima delle prossime elezioni. Ma gli spazi di discussione nel Partito democratico (e degli altri partiti) ci sembrano sempre più angusti. Il clima è teso. Ad esempio, io, forse con un po’ di  superficialità,  ho ripreso nell’articolo Commissario orfini noi non ci meritiamo questo PD un’informazione dell‘Huffinghton Post (puntualmente linkato) che indicava il circolo di Ponte Milvio  e altri circoli come aderenti alla manifestazione di domenica, mentre  invece – ci scrive il PD Ponte Milvio – l’adesione era di alcuni militanti a titolo personale. Ho prontamente rettificato. Ma il messaggio intimava a Carteinregola la   “sospensione di ogni uso illegittimo e strumentale della sua firma politica”(3). Ecco, tutto ciò è legittimo e comprensibile, ma triste. Triste che persone che hanno ancora la voglia e la generosità di impegnarsi in un partito che ha una tradizione  di democrazia e difesa dei diritti, si sentano  così attaccati da chi, tra l’altro,  non ha  neanche aderito alla manifestazione di domenica, nè ci è andato a titolo personale. E mi piacerebbe  che  tra persone che stanno dalla stessa parte nel rivendicare  una politica che torni tra la gente, che non abbia paura di mettere  in discussione le proprie idee, nè di confrorntarsi con la società civile alla luce del sole, i toni fossero un po’ più sereni e il dialogo più possibile.

Uno dei guasti di questa  situazione che va sempre più degenerando, è che, di fronte a quello che abbiamo visto con Mafia Capitale,   molti  rischiano di rinchiudersi  in una  trincea  di diffidenza, mentre si dovrebbero  invece spalancare le porte delle sedi di partito, dei comitati di quartiere, delle parrocchie, per  ricominciare a parlarsi, tutti, confrontandosi sulle idee e sulle scelte, e non, come si finisce sempre inevitabilmente,  sulle appartenenze e sulle posizioni. E’ l’ultima occasione che abbiamo. Non sarà la magistratura a far diventare Roma una città normale.   Dobbiamo  darci da  fare  noi, per cambiare il sistema (a partire da quello dei partiti) e anche la testa delle persone.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Leggi anche: Consiglieri capitolini: spiegate il perchè ai cittadini – Lettera aperta di Carteinregola ai Consiglieri Capitolini (del Partito Democratico e non solo) (la data del 26 ottobre nessun consigliere PD ha  risposto alla  lettera) e   Se gli scontrini non c’entrano…(22 ottobre 2015) con un commento alle spiegazioni che sono arrivate in parte da un’intervista del Capogruppo  Panecaldo al quotidiano il Manifesto

Ancora una volta offriamo uno spazio di dibattito sul nostro sito   su quanto sta avvenendo, impegnandoci a pubblicare ogni posizione, pro/contro/di lato.  Scrivere a:   laboratoriocarteinregola@gmail.com

Post scriptum:  Non voglio mischiare le mele con le pere, come mi dice un amico, ma anche se non si possono paragonare i 664.490 voti di Ignazio Marino come Sindaco (era in alternativa a Gianni Alemanno) alle preferenze raccolte dai consiglieri del PD eletti in Campidoglio (perchè mettere l’indicazione di un nome era una scelta non obbligatoria),  fa una certa impressione che a decidere i destini di Roma Capitale (almeno come ultimo e definitivo “ago della bilancia”) siano 19 persone che in tutto rappresentano 70.435 cittadini,  su non so quanti elettori e cittadini romani.

PREFERENZE CONSIGLIERI CAPITOLINI PARTITO DEMOCRATICO

Fonte: Repubblica speciale elezioni 2013

TOTALE 70.435

  • In blu i consiglieri  decaduti  perché nominati assessori
  • In marrone il consigliere che ha dato le dimissioni
  • In rosso i consiglieri arrestati in seguito alle indagini di Mafia Capitale

Estella Marino              9.221                                                                                              

Mirko Coratti               6.410                                                                                              

Fabrizio Panecaldo         5.380

Paolo Masini                5.347                                                                                              

Pierpaolo Pedetti           5.238                                                                                              

Daniele Ozzimo            5.166                                                                                              

Antonio Stampete         4.671

Michela Di Biase           4.528

Valeria Baglio               4.330

Orlando Corsetti            4.239

Francesco D’Ausilio       4.064                                                                                              

Alfredo Ferrari              3.939

Erica Battaglia              3.917

Athos De Luca              3.880

Giulia Tempesta            3.810

Dario Nanni                 3.707

Valentina Grippo           3.521

Giovanni Paris              3.509

Daniela Tiburzi             3.311

Maurizio Policastro       3.211

Ilaria Piccolo                3.209

Marco Palumbo            3.049

Liliana Mannocchi         3.018

Cecilia Fannunza           2.747

Luigina Di Liegro         2.686                                                                                                

Laura Pastore                2.459

(1) da Repubblica 26 ottobre 2015 : Qualora Marino ritirasse le dimissioni , dice Valeria Baglio che ” il regolamento parla chiaro: o si presenta una mozione di sfiducia che deve essere scritta da 18 consiglieri e poi votata in Aula da 25 oppure si può ricorrere alle dimissioni contestuali di 25 consiglieri sui 48 presenti”.E’ chiaro che con i voti dei soli 19 consiglieri Pd la sfiducia a Marino non passerebbe e l’unico modo per tagliare il fiato al sindaco-ciclista sarebbe chiedere l’aiuto dell’opposizione (dal M5s a FdI, dalla lista Marchini a Forza Italia). Un problema tutto politico che mette in crisi i consiglieri, a cominciare dal capogruppo Fabrizio Panecaldo che dice: “Io non voglio votare atti con le destre, con chi ha sfasciato Roma e ha creato Parentopoli. Io personalmente lo escludo ma il ragionamento deve essere collettivo e ognuno ha la sua posizione. Se me lo chiede il partito? Magari potrei dimettermi da capogruppo”.

(2) COMUNICATO GRUPPO PD  (DA CINQUEQUOTIDIANO 26 ottobre 2015)

Roma, 26 ott. – “A seguito della riunione del gruppo capitolino del Partito Democratico, tenutasi presso la sede dei gruppi di via del Tritone, ribadiamo con grande nettezza che il gruppo consiliare e il Partito Democratico sono tutt”uno nel giudicare l”amministrazione Marino”. Questa la posizione ufficiale del gruppo Pd, espresso con una nota al termine della riunione dei consiglieri Dem in via del Tritone. “In questi due anni- si legge- abbiamo garantito alla citta” un lavoro costante nell”Aula e nei territori. Mai come in questi giorni il gruppo del Pd e” stato unito, coeso e al servizio di quell”opera di ricostruzione di cui la citta” ha realmente bisogno. La posizione assunta dal Pd nazionale e da tutti noi non e” mai cambiata rispetto al 12 ottobre, giorno in cui il sindaco ha presentato le sue dimissioni. Null”altro c”e” da ribadire se non che ogni futura decisione sara” condivisa e concordata con il Partito di cui facciamo parte e di cui fanno parte gli eletti a tutti i livelli”. La nota e” firmata Valeria Baglio, Erica Battaglia, Orlando Corsetti, Athos De Luca, Michela Di Biase, Cecilia Fannunza, Alfredo Ferrari, Valentina Grippo, Liliana Mannocchi, Dario Nanni, Marco Palumbo, Fabrizio Panecaldo, Gianni Paris, Laura Pastore, Ilaria Piccolo, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Giulia Tempesta, Daniela Tiburzi. (Zap/ Dire)

Qualora le ritirasse il regolamento parla chiaro o si presenta una mozione di sfiducia che deve essere scritta da 18 consiglieri e poi votata in Aula da 25 oppure si può ricorrere alle dimissioni contestuali di 25 consiglieri sui 48 presenti”.

E’ chiaro che con i voti dei soli 19 consiglieri Pd la sfiducia a Marino non passerebbe e l’unico modo per tagliare il fiato al sindaco-ciclista sarebbe chiedere l’aiuto dell’opposizione (dal M5s a FdI, dalla lista Marchini a Forza Italia). Il Movimento 5 stelle spinge per questa soluzione: “Sia il Pd a firmare la nostra mozione di sfiducia, che mentre gioca con Marino Roma muore – dice il deputato Alessandro Di Battista – Né noi, né i cittadini si fidano più dei balletti del Pd romano”. Un problema tutto politico per i dem che mette in crisi i consiglieri, a cominciare dal capogruppo Fabrizio Panecaldo che dice: “Io non voglio votare atti con le destre, con chi ha sfasciato Roma e ha creato Parentopoli. Io personalmente lo escludo ma il ragionamento deve essere collettivo e ognuno ha la sua posizione. Se me lo chiede il partito? Magari potrei dimettermi da capogruppo”.

(3)LA RETTIFICA DEL PD DI PONTE MILVIO: in una  nota dell’articolo “Commissario Orfini, noi non ci meritiamo questo PD” era riportato,  tra i circoli che avevano aderito alla manifestazione,  anche il PD di Ponte Milvio, che ha pubblicato su Facebook il seguente post:In una nota pubblicata oggi dal sito web carteinregola.it viene attribuita al circolo PD di Ponte Milvio l’adesione alla manifestazione che si è svolta domenica 25 in Piazza del Campidoglio con la partecipazione di Ignazio Marino.Per chiarezza: hanno preso parte alla manifestazione diversi nostri militanti-in-quanto-militanti-Pd: liberamente, legittimamente, senza pretesa però di rappresentare il circolo tutto.Il Circolo PD di Ponte Milvio smentisce quindi categoricamente non solo di aver dato tale adesione, ma anche di aver discussodi una tale eventualità nel suo ultimo Consiglio Direttivo. Il documento di valutazione sulla attuale situazione politica romana prodotto come sintesi della assemblea di lunedì 12 scorso, che esprime critiche, sì critiche, sulle modalità di gestione della fase commissariale in corso nel PD romano e sui modi con i quali si è giunti a dichiarare la sfiducia al Sindaco, esprime altresì critiche nei confronti dell’operato della Giunta Marino, che in questi due anni non è riuscita nel difficile compito politico ricevuto dal voto popolare, di dare alla città un condiviso disegno al futuro.Il Circolo PD di Ponte Milvio chiede pertanto la pubblicazione di una immediata rettifica da parte del sito web di carteinregola e intima altresì la sospensione di ogni uso illegittimo e strumentale della sua firma politica, che è nelle esclusive potestà dei suoi organi di governo democratico, il Consiglio direttivo e il Comitato esecutivo di segreteria.

LA RISPOSTA DI CARTEINREGOLA: Noi pubblichiamo volentieri tutte le rettifiche, però vi consigliamo di rivolgervi direttamente alla fonte da cui noi abbiamo preso la notizia, che abbiamo riportato in link (come facciamo sempre), che è l’HuffingtonPost http://www.huffingtonpost.it/…/marino-piazza-sfida…. Tra l’altro a questo punto cancelliamo anche gli altri circoli citati dalla testata per non fare lo stesso errore. Non c’era da parte nostra naturalmente alcuna intenzione strumentale, tanto più che noi alla manifestazione non abbiamo aderito e non ci siamo andati. Il nostro sforzo costante è di essere al servizio della verità, che per noi viene prima di ogni altra cosa. Per questo abbiamo offerto a tutti i militanti del PD uno spazio di dibattito su quanto sta avvenendo, impegnandoci a pubblicare ogni posizione, pro/contro/di lato. A noi preme solo che nella città – e nei partiti – si aprano le porte al dibattito democratico, per noi unica garanzia del cambiamento e del superamento di questo pantano in cui è sprofondato il sistema politico cittadino.

 

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