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Di Maio (M5S) agli ambulanti: se vado al Governo ci mettiamo insieme per uscire dalla Bolkestein

A sentire le parole del leader M5S Luigi Di Maio all’Assemblea degli ambulanti a Venezia, si ha la netta sensazione   che  il rispetto delle regole e della legalità tanto propagandate da un MoVimento nato come riscossa dei cittadini per bene stia progressivamente virando verso la solita palude degli interessi particolari. Infatti Di Maio promette di  cancellare la Bolkestein, che vuol dire disconoscere  regole elementari come non considerare un’utilità  privata da accaparrarsi per sempre i beni pubblici che la direttiva europea  prevede che siano periodicamente resi accessibili a tutti.   Mesto segnale  della mutazione genetica che subiscono tanti movimenti che, conquistato un posto di rilievo  sulla ribalta politica, finiscono con il mettere  davanti a tutto il  raccolto elettorale e il consenso delle corporazioni di turno senza andare  tanto per il sottile,   anche quando cozzano con i più generali  interessi di tutti i cittadini. In  calce il nostro articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 14 dicembre 2017.

Tra le priorità che metteremo nelle consultazioni con gli altri partiti se riceveremo un incarico di Governo ci sarete voi, e la Bolkestein” Così  il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio dal palco della manifestazione nazionale degli ambulanti a Venezia  per protestare contro la direttiva europea che prevede una riassegnazione di tutte le concessioni di suolo pubblico attraverso delle gare di evidenza pubblica.  E di Maio promette: “il giorno dopo le  elezioni  ci mettiamo insieme e ci mettiamo a lavorare  per uscire dalla Bolkestein nei primi cento giorni“;  “Cambieremo l’approccio… all’Unione Europea diamo 20 miliardi ogni anno …ci mettiamo  al tavolo, e diremo loro:   siamo felici di darli,  se ci ascoltate, altrimenti una parte di quei soldi la riprenderemo e la daremo alle categorie che avete massacrato con i vostri trattati e i vostri regolamenti” (applausi).

E, paradossalmente, Di Maio parla di mettere le competenze della politica  – a differenza di chi ha governato sinora –  “al servizio non delle lobbies ma dei cittadini“, come se si trovasse di fronte a semplici lavoratori che  gestiscono  una piccola attività in proprio con la famiglia e non – come una grossissima fetta della categoria,  almeno a Roma-  imprenditori   che possiedono  numerose  licenze per banchi che fanno gestire  da dipendenti o subaffittano a terzi. E come se lo spazio pubblico non fosse un bene collettivo da cedere a privati con regole che privilegiano l’interesse generale.

Per il leader del M5S “l’italia è tante Italie” e pensare che  una legge [come la Bolkestein]  “sia in grado di arrivare da Bolzano a Pachino… è pura illusione”; per questo il MoVimento, se andrà al Governo,  intende trasferire i poteri direttamente alle Regioni: “avremo a che fare con gli assessori regionali e non con i burocrati dei ministeri“.   E Di Maio  ribadisce che  l’autonomia è sicuramente un’opportunità, perchè  è  importante  riuscire a trattenere le risorse sul territorio: “io cittadino veneto siciliano o lombardo dico che è  sempre meglio tenere i soldi qui che  mandarli a Roma sperando che ritornino, qui c’è più possibilità che non si perdano per strada…

Parole che echeggiano un  bene collettivo assai diverso da quello basato sulle regole uguali per tutti come tutela dei più deboli e dell’interesse generale…

AMBM

Post scriptum: sulla Bolkestein anche nella maggioranza pentastellata capitolina  le posizioni sono diverse e contradittorie: mentre – giustamente-  il Regolamento degli impianti sportivi ne tiene conto, sul fronte commercio, specie ambulante,  le posizioni sono assai ambigue. Infatti dopo l’approvazione di un controverso Regolamento, il primo giugno  scorso,  che pure cominciava a mettere timidamente qualche paletto pubblico nel settore degli  ambulanti, in seguito alle proteste della categoria è stata subito approvata una mozione in Assemblea Capitolina che correggeva la deliberazione precedente (anche se le mozioni sono solo dichiarazioni d’intenti che non hanno valore di delibera) ,  impegnando  la Sindaca a modificare la frase del regolamento che prevedeva la  decadenza delle licenze  il 31/12/2018 (salvo ulteriori deroghe previste da successiva normativa) “garantendo i posti di lavoro degli operatori delle rotazioni attraverso un progetto di riordino  delle stesse e di tutti i progetti fuori mercato per il rispetto del decoro, del Piano Generale del traffico Urbano, del regolamento viario, dell’ordine e della salute pubblica”.  (1)

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

vedi anche: Nuovo Regolamento impianti sportivi comunali: il coraggio delle regole

Vai alla lettera  di carteinregola pubblicata su  Il Fatto Quotidiano 14 dicembre 2017 e alla risposta dell’on. Di Maio del 17 dicembre

il fatto di Maio ambulanti 2017-12-14

(1) vedi Commercio su area pubblica: regole, mezze regole, regolicchie e regole quaqquaraquà

Commercio su area pubblica: regole, mezze regole, regolicchie e regole quaqquaraquà

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