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Dossier del Senato su poteri di Roma Capitale a confronto con capitali europee

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Pubblichiamo il Dossier del servizio studi del Senato che mette a confronto Roma con altre capitali europee Berlino, Bruxelles, Londra, Madrid, Parigi e Vienna, pe fornire elementi conoscitivi utili nel dibattito politico-istituzionale in corso circa l’adeguatezza dei poteri della Capitale, paragonando le principali esperienze internazionali, e le proposte di modifica della disciplina di riferimento. scarica il Dossier in PDF (grazie a Luciano Vecchi per la segnalazione) (4 ottobre 2021)

Senato della Repubblica Italiana

Legislatura 18ª – Dossier n. 458

Senato della RepubblicaXVIII LEGISLATURA

N. 458 Dossier Servizio studi: Roma Capitale in una prospettiva comparata: Berlino, Bruxelles, Londra, Madrid, Parigi e Vienna

Introduzione

Il presente contributo, che aggiorna una precedente documentazione del Servizio studi del Senato(1) , intende fornire elementi conoscitivi utili nel dibattito politico-istituzionale in corso circa l’adeguatezza dei poteri della Capitale, anche alla luce delle principali esperienze internazionali, e alle conseguenti proposte di modifica della disciplina di riferimento.

Un dibattito che si inserisce in un contesto di incompleta attuazione della disciplina sull’ordinamento di Roma Capitale di cui all’articolo 24 della legge n.42 del 2009(2) e di coesistenza fra tale ente e la Città metropolitana di Roma capitale.

A livello parlamentare la questione, nella corrente legislatura, è affrontata nell’ambito di proposte di legge, d’iniziativa parlamentare, esaminate dalla Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati: si tratta delle proposte di legge costituzionale A.C.1854, A.C.2938, A.C.2961 e A.C.3118 e alle proposte di legge A.C.2893, A.C.2923 e A.C.2931(3) .

Nel prosieguo, si dà in primis conto di quali siano le garanzie che, secondo il Congresso degli enti locali e regionali, operante nell’ambito del Consiglio d’Europa, dovrebbero essere assicurate alle città che adempiono al ruolo di capitale (Raccomandazione n.452 del 2021); a seguire si procede ad un inquadramento normativo, anche con riferimento agli aspetti finanziari, di Roma Capitale, e delle differenze con l’omonima Città metropolitana; infine si propone un’illustrazione degli ordinamenti delle principali capitali europee (Berlino, Bruxelles, Londra, Madrid, Parigi e Vienna), evidenziandone le specificità e gli elementi caratterizzanti in particolare da un punto di vista della governance, nonché dei rapporti istituzionali ed economico-finanziario con gli altri livelli di governo.


1) Dossier n.463 “Roma capitale. L’esperienza comparata: Berlino, Bruxelles, Londra, Madrid, Parigi, Vienna, Washington DC. Scheda di lettura sulla proposta di riforma dell’art. 114, terzo comma, Cost.(A.S. 2544), novembre 2003.

2) Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione.

3) Al riguardo, si rinvia ai Dossier del Servizio studi della Camera dei deputati n.409 “Modifica agli articoli 114, 131 e 132 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica – seconda edizione A.C. 1854, A.C. 2938, A.C. 2961“, e n.410 “Disposizioni in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica – seconda edizione A.C. 2893, A.C. 2923, A.C. 2931“.


La Raccomandazione del Congresso degli enti locali e regionali 452 (2021)

Nell’ambito del presente contributo diretto ad inquadrare l’ordinamento di Roma Capitale nell’ambito degli ordinamenti delle principali capitali europee, pare opportuno richiamare preliminarmente i contenuti della raccomandazione n.452 del 12 febbraio 2021 del Congresso degli enti locali e regionali, operante nell’ambito del Consiglio d’Europa, relativa allo “Status delle città capitali”. Nel documento, che riprende molti dei contenuti già presenti nella precedente raccomandazione n.219 del 2007 del medesimo consesso, si rivolge un invito ai Governi e ai Parlamenti degli Stati membri:

  1. a promuovere una migliore comprensione del ruolo delle capitali quali simboli degli Stati nel loro complesso e delle loro specificità, tenuto conto che esse svolgono funzioni specifiche che conferiscono una posizione centrale su scala nazionale ed internazionale con riguardo a diversi ambiti, da quello politico a quelli economici e culturali;
  2. ad assicurare solide garanzie procedurali al fine di garantire l’autonomia delle città capitali e ridurre il rischio di forme di ingerenza da parte degli altri livelli di governo.

Al riguardo, si richiama l’attenzione dei destinatari della raccomandazione alla necessità di assicurare, fra l’altro:

– che l’amministrazione sia affidata a rappresentanti eletti;

– che si proceda a delineare una chiara distinzione delle competenze fra i diversi livelli di governo, evitando sovrapposizioni che non consentono la corretta attribuzione delle reciproche responsabilità, in linea con il principio di sussidiarietà;

– che siano assicurate idonee risorse finanziarie alla Capitale e ai suoi municipi, avendo riguardo ai compiti svolti, inclusi quelli connessi allo svolgimento delle funzioni tipiche di una capitale;

– che si proceda ad una formalizzazione della cooperazione tra i diversi livelli di governo, di tipo sia orizzontale (con le altre città), sia verticale (con il governo centrale e con l’eventuale livello regionale) con riferimento agli specifici ambiti di interesse delle capitali.

ROMA

  • Superficie di Roma Capitale (RC):1.287 km²
  • Abitanti di RC: 2.783.809
  • Superficie della Città metropolitana (CM) di RC: 5.363,28 km²
  • Abitanti della CM di RC: 4.227.588

(al 1° gennaio 2021)(4)

Tipologia di enteRoma CapitaleLa “convivenza” con la Città metropolitanaL’articolo 114, terzo comma, della Costituzione riconosce Roma quale capitale della Repubblica e demanda alla legge statale la disciplina del suo ordinamento.Alla legge ordinaria spetta indi l’individuazione della dimensione territoriale di Roma capitale (RC).Con l’art.24 della legge n.42 del 2009 (‘legge delega sul federalismo fiscale’) è stato istituito il nuovo ente territoriale “Roma capitale” e compiuta la scelta di identificarlo con il previgente comune di Roma.Roma capitale viene dotata di una speciale autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria, nei limiti stabiliti dalla Costituzione e per essa si prevede il conferimento di funzioni amministrative ulteriori rispetto a quelle già svolte dal comune.A livello centrale, sono organi di Governo, come avviene anche negli altri comuni, il Consiglio (che nel caso di RC è denominato Assemblea Capitolina), la giunta e il sindaco (ai sensi dell’art.36 del TUEL(5) ).La Capitale è articolata in 15 municipi, quali circoscrizioni di partecipazione, consultazione e gestione di servizi nonché di esercizio delle funzioni conferite da Roma Capitale. Rappresentano le rispettive comunità, ne curano gli interessi e ne promuovono lo sviluppo nell’ambito dell’unità di Roma Capitale. Sono dotati di autonomia amministrativa, finanziaria e gestionale nei limiti stabiliti dalla legge e dallo Statuto (v. Statuto di Roma capitale, art. 26). Quanto alla governance, in ogni municipio viene eletto un Consiglio, organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, composto dal Presidente del Municipio e da ventiquattro Consiglieri. I Presidenti e i Consiglieri sono eletti contestualmente, a suffragio universale e diretto, secondo le disposizioni dettate dalla legge rispettivamente per l’elezione del Sindaco e dei Consiglieri Capitolini (art.27).Nell’ambito della trattazione di Roma capitale, si ritiene necessario fare menzione anche alla Città metropolitana di Roma. Ciò, quanto meno per due ordini di ragioni: innanzitutto poiché nella disciplina recata nel citato art.24 della legge n.42 del 2009, le norme sull’ordinamento di Roma Capitale erano intese aventi un carattere transitorio fino all’attuazione della disciplina delle città metropolitane. Inoltre poiché l’inquadramento di Roma Capitale, del proprio ordinamento e delle proprie funzioni, non può essere effettuati senza tenere presente anche gli ambiti di competenza della Città metropolitana, ente territoriale di area vasta cui la riforma cd Delrio (legge n.56/2014, v. infra) affida funzioni cruciali in materia di sviluppo economico, promozione e gestione integrata dei servizi, infrastrutture, reti di comunicazione, mobilità e viabilità, pianificazione urbanistica. La Città metropolitana (CM) di Roma Capitale è una delle 10 città metropolitane istituite sulla base della citata legge n. 56/2014 nelle Regioni a statuto ordinario(6) . Il territorio coincide con quello della Provincia omonima(7) . La CM conta 121 comuni (incluso il comune capoluogo) e una popolazione di oltre 4,2 milioni di abitanti, ciò che la rende l’area vasta di gran lunga più popolosa d’Italia: le CM di Milano e Napoli, le più popolose dopo Roma, hanno rispettivamente 3.249.821e 3.017.658.abitanti (al 1° gennaio 2021, fonte Istat).
Quadro normativoL’ordinamento di Roma Capitale …..e le funzioni nella legge delegaI decreti delegatiIl numero dei municipiIl D.lgs. 61/2012 e la specificazione delle funzioni attribuiteRoma Capitale e l’istituzione della Città metropolitana Le funzioni della Città metropolitanaRoma Capitale vanta, a differenza degli altri comuni italiani, un proprio ordinamento autonomo. Ai sensi dell’articolo 24(8) della legge n.42 del 2009(9) , essa “dispone di speciale autonomia, statutaria, amministrativa e finanziaria, nei limiti stabiliti dalla Costituzione” (comma 2). L’ordinamento di RC “è diretto a garantire il miglior assetto delle funzioni che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri, ivi presenti presso la Repubblica italiana, presso lo Stato della Città del Vaticano e presso le istituzioni internazionali”. A Roma capitale spettano, oltre alle funzioni amministrative già attribuite al Comune di Roma (che in linea di massima rispecchiamo le funzioni attribuite ai comuni ai sensi del TUEL), le seguenti:a) concorso alla valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali, previo accordo con il Ministero per i beni e le attività culturali;b) sviluppo economico e sociale di RC con particolare riferimento al settore produttivo e turistico;c) sviluppo urbano e pianificazione territoriale;d) edilizia pubblica e privata;e) organizzazione e funzionamento dei servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico ed alla mobilità;f) protezione civile, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri e la regione Lazio;g) ulteriori funzioni conferite dallo Stato e dalla regione Lazio, ai sensi dell’articolo 118, secondo comma, della Costituzione. La legge prefigura un percorso diretto a supportare RC nel perseguimento di dette funzioni attraverso il trasferimento:di “risorse umane e dei mezzi” (art.24, comma 5, lettera a);di un proprio patrimonio commisurato alle funzioni e competenze ad essa attribuite (inclusivo dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato non più funzionali alle esigenze dell’Amministrazione centrale); “di ulteriori risorse” rispetto a quelle previste per l’ordinario finanziamento dei comuni, al fine di tener conto “delle specifiche esigenze di finanziamento derivanti dal ruolo di capitale della Repubblica”.La specificazione delle funzioni e il trasferimento delle relative risorse sono demandati a decreti legislativi che il Governo ha successivamente adottato: si tratta del d.lgs. n. 156 del 2010(10) , del d.lgs. n. 61 del 2012(11) e del d.lgs. n.51 del 2013(12) (quest’ultimo reca modifiche al secondo dei due d.lgs. richiamati).D.lgs 156/2010 – Con tale atto, il Governo ha introdotto specifiche disposizioni sulla composizione e le funzioni degli organi capitolini, sullo status degli amministratori e sulla riduzione dei municipi.Al riguardo, si segnala un aspetto, almeno apparentemente singolare: nell’ambito di un provvedimento diretto a riconoscere maggiore autonomia a Roma capitale, si registra la scelta di fissare, con fonte di rango legislativo, il numero massimo di Municipi, peraltro secondo logiche ben più rigorose di quanto avviene negli altri comuni italiani.L’art. 17 del TUEL, che disciplina i comuni italiani, consente ai comuni con popolazione superiore a 250.000(13) abitanti di istituire le circoscrizioni di decentramento, quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione di servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal comune. Per l’organizzazione e le funzioni delle circoscrizioni si fa rinvio allo statuto comunale e ad apposito regolamento. Particolari e più accentuate forme di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa e funzionale possono essere disposte, con fonte statutaria, nei comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti.Il d.lgs. 156/2010 definisce in modo rigido il numero dei municipi, che hanno peraltro una dimensione notevolmente superiore a quella dei municipi delle altre grandi città italiane.Considerando le due città con popolazione immediatamente inferiore a quella della Capitale, cioè Milano e Napoli, è possibile effettuare alcuni confronti:A Roma: i) la popolazione complessiva è suddivisa in 15 municipi, che in media ospitano poco più di 190.000 abitanti; sulla base dei dati disponibili (al 31 dicembre 2017, fonte Roma Capitale) il municipio meno popoloso (l’VIII) ospita poco più di 130.000 abitanti, mentre quello più popoloso (il VII) oltre 300.000 abitanti (quasi quanto il solo comune di Catania);ii) il municipio con la superfice più ridotta (il II) si estende su 19,9 km2 mentre il municipio con la dimensione più ampia (il XV) si estende su 186,7 km2 (che è persino superiore, di poco, a quella di Milano).A Milano:i) la popolazione complessiva (pari a circa 1.395.000 abitanti) è suddivisa in 9 municipi, che in media ospitano poco più di 155.000 abitanti; sulla base dei dati (al 31 dicembre 2018, fonte Comune di Milano) il municipio meno popoloso (il n.1) ospita circa 98.000 abitanti, mentre quello più popoloso (il n.8) circa 188.000 abitanti;ii) il municipio con la superfice più ridotta (il n.1) si estende su 9,67 km2 mentre il municipio con la dimensione più ampia (il n.7) si estende su 31,34 km2. A Napoli:i) la popolazione complessiva (di circa 955.000 abitanti, secondo fonte Istat 2019) è suddivisa in 10 municipi, che in media ospitano 95.500 abitanti. Sulla base dei dati riferiti ai singoli municipi (risalenti al censimento del 2001), si segnala che il municipio con minor numero di abitanti è la Municipalità I, con oltre 82.000 abitanti, e il più popoloso è la Municipalità VI, con oltre 138.000 abitanti);ii) quanto alla dimensione territoriale, i municipi napoletani spaziano da circa 4,56 km2 (Municipalità II) a 19,28 km2 (Municipalità VI). Come illustrato, i Municipi di Roma sono di gran lunga più popolosi ed estesi di quelli delle altre due città considerate.D.lgs. n. 61/2012 – Con tale provvedimento legislativo, rimasto in gran parte inattuato, sono attribuite a Roma Capitale le funzioni amministrative nelle seguenti materie:- interventi di sviluppo infrastrutturale, “finalizzati anche ai trasporti, connessi al ruolo di capitale della Repubblica”(14) , attraverso la programmazione pluriennale da perseguire tramite intesa istituzionale di programma con la Regione Lazio e con le amministrazioni centrali competenti, approvata dal CIPE. Nell’ambito dell’intesa istituzionale di programma, le amministrazioni centrali concorrono al finanziamento degli interventi di interesse nazionale nel territorio di Roma capitale;- concorso alla valorizzazione dei beni storici ed artistici, affidato alla regia della Conferenza delle soprintendenze ai beni culturali, alla quale prende parte anche la soprintendenza capitolina;- beni ambientali e fluviali, con l’affidamento a RC della gestione delle riserve statali non collocate nei parchi nazionali, nonché la definizione di indirizzi e criteri riguardanti le attività di tutela, pianificazione, recupero, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio, di gestione dei relativi interventi e di vigilanza; – coordinamento dei tempi di svolgimento delle manifestazioni fieristiche di rilevanza internazionale e nazionale;- promozione turistica all’estero, da svolgere in coordinamento con lo Stato e con la Regione. Il ruolo in tale ambito è potenziato mediante l’inclusione del Sindaco di Roma fra i componenti della Conferenza nazionale del turismo e prevedendo, nell’ambito del documento contenente le linee guida del piano strategico nazionale, una sezione per la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico di Roma capitale, la cui attuazione è demandata al Sindaco, d’intesa con il Ministro con delega al turismo e le competenti amministrazioni dello Stato e delle Regioni;- protezione civile, con attribuzione al Sindaco di poteri di emanazione di ordinanze: i) per l’attuazione di interventi di emergenza in relazione agli eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo, inclusi quelli che richiedono l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria; ii) per rimuovere situazioni di emergenza connesse al traffico, alla mobilità ed all’inquinamento atmosferico o acustico, in esecuzione di un piano autorizzato con delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché nei limiti e secondo i criteri indicati nella stessa delibera, con oneri a carico di Roma Capitale.Il d.lgs. in commento demanda inoltre ad una legge regionale, sentiti la Provincia di Roma e Roma capitale, la possibilità di conferire a quest’ultima ulteriori funzioni amministrative nell’ambito delle materie di competenza legislativa della Regione. In relazione al conferimento delle funzioni amministrative, il d.lgs. n.61 (all’art.14) prevede il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie all’esercizio delle medesime funzioni sia a livello statale, sia a livello regionale. Con riguardo alle funzioni statali da conferire, il trasferimento è affidato ad uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottare, sentite Roma capitale e le amministrazioni di provenienza interessate, previa verifica degli organici disponibili e dei fabbisogni dell’amministrazione di Roma capitale correlati al conferimento delle funzioni, su proposta del Ministro interessato, di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze e per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Ai medesimi decreti, peraltro mai adottati(15) , è demandata la contestuale e corrispondente riduzione delle dotazioni organiche, delle strutture e delle risorse finanziarie delle amministrazioni che interessate.Con riguardo alle funzioni da conferire con legge regionale, si attribuisce alla Regione Lazio la disciplina del trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie all’adempimento dei compiti aggiuntivi.Il provvedimento prevede altresì disposizioni di carattere finanziario (su cui si tornerà più diffusamente in seguito).Il d.lgs. n.61 (all’art.4) si fa carico altresì di assicurare il raccordo istituzionale tra Roma capitale, lo Stato, la Regione Lazio e la Provincia di Roma (oggi Città metropolitana) sulle richiamate funzioni conferite (in attuazione dell’articolo 24, comma 3, della legge delega) tramite l’istituzione di un’apposita sessione nell’ambito della Conferenza Unificata(16) . Inoltre è prevista la partecipazione del Sindaco di RC alle riunioni della Conferenza Unificata, quando essa è chiamata a svolgere le proprie funzioni istituzionali(17) riguardo a materie e compiti di interesse di Roma capitale.Viene poi istituito (dall’art.14) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un tavolo di raccordo interistituzionale tra Stato, Regione, Provincia e Roma capitale per il trasferimento delle funzioni amministrative oggetto di conferimento (ai sensi del medesimo d.lgs.) e il monitoraggio, con il concorso delle amministrazioni coinvolte, delle relazioni sindacali previste sulla base della normativa vigente. Come accennato, l’ordinamento di Roma capitale è disciplinato in via transitoria “fino all’attuazione della disciplina delle città metropolitane” (art.24, comma 1, legge n.42/2009). Le maggiori funzioni, e le relative risorse, sono state infatti attribuite a RC dal Legislatore in attesa dell’istituzione della CM, sicché in sede di istituzione della CM si sarebbe verosimilmente potuto ragionare su un ordinamento complessivo, o, in alternativa, riconsiderare l’impianto dell’art. 24 della legge n.42/2009. Con l’istituzione della Città metropolitana di Roma Capitale è invece mancata ogni riconsiderazione complessiva dell’ordinamento di RC, neanche al fine di estendere alcune delle funzioni e delle competenze riservate a RC alla CM.La disciplina della CM di Roma è contenuta nella legge n. 56 del 2014. Essa è tendenzialmente analoga a quella riservata alle altre città metropolitane (salvo quanto si dirà più oltre), sebbene ricomprenda nel proprio territorio Roma capitale, dotata di un ordinamento autonomo. La specificità della CM di Roma Capitale è riconosciuta solamente in alcune disposizioni, prevalentemente di principio, che non incidono sulle funzioni che è chiamata a svolgere.All’art.1, comma 102, si precisa che le disposizioni sull’ordinamento di Roma capitale, restano definite al comune e non si intendono estese alla CM;All’art.1, comma 103, si demanda allo statuto della CM la disciplina dei rapporti con il comune di Roma capitale e gli altri comuni, con l’obiettivo di garantire “il migliore assetto delle funzioni che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri, ivi presenti, presso la Repubblica italiana, presso lo Stato della Città del Vaticano e presso le istituzioni internazionali”. Infine si segnala che per le sole CM con più di tre milioni di abitanti (pertanto per la CM di Roma, oltre che quelle di Miliano e Napoli) è previsto che l’elezione del sindaco e del consiglio metropolitano possa svolgersi a suffragio universale.Affinché ciò accada occorre: i) che lo statuto della città metropolitana preveda la costituzione di zone omogenee, per specifiche funzioni e tenendo conto delle specificità territoriali, che siano collegate agli organi della città metropolitana; ii) che il comune capoluogo abbia realizzato la ripartizione del proprio territorio in zone dotate di autonomia amministrativa, in coerenza con lo statuto della CM; iii) che sia stata adotta una legge statale che disciplini il sistema elettorale.In attesa dell’eventuale adozione della legge elettorale, lo Statuto della CM Roma capitale, all’art.16, già prevede che il Consiglio sia composto “dal Sindaco, che lo presiede, e da un numero di Consiglieri […], eletti a suffragio universale e diretto, secondo il sistema elettorale che sarà determinato con legge dello Stato, a seguito della costituzione di zone omogenee ai sensi dell’articolo 28 e stante la ripartizione del territorio di Roma Capitale in zone dotate di autonomia amministrativa, anche tenendo conto dell’articolazione di Roma Capitale in Municipi”. Non risultano peraltro ancora costituite le predette zone ad autonomia amministrativa.Quanto alle funzioni demandate alla Città metropolitana di Roma Capitale, come premesso, si tratta delle medesime spettanti alle altre città metropolitane. Nello specifico, persegue le seguenti finalità istituzionali (coincidenti con quelle spettanti alle province):– cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano;– promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana;– cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee.Persegue altresì le seguenti funzioni fondamentali (riservate alle sole città metropolitane):– adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’Ente e per l’esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni di Comuni compresi nel predetto territorio, anche in relazione all’esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle Regioni, nel rispetto delle leggi delle Regioni nelle materie di loro competenza;– pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei Comuni compresi nel territorio metropolitano;– strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D’intesa con i Comuni interessati la Città metropolitana può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive;– mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell’ambito metropolitano;– promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della Città metropolitana come delineata nel piano strategico del territorio di cui alla lettera a);– promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano;– ulteriori funzioni che lo Stato e le Regioni, ciascuno per le proprie competenze, possono attribuire in attuazione dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.
La Governance di Roma CapitaleLa Governance della Città metropolitanaSono organi di governo di Roma Capitale (art. 2, d.lgs. n. 156/2010):a) l’Assemblea capitolina.È l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo ed è composta dal Sindaco e da quarantotto Consiglieri.b) il Sindaco(18) . È il responsabile dell’amministrazione di Roma Capitale ed esercita le funzioni attribuitegli dalle leggi, dallo statuto e dai regolamenti quale rappresentante della comunità locale e quale ufficiale del Governo.Può essere udito nelle riunioni del Consiglio dei Ministri in cui si discutano argomenti inerenti alle funzioni conferite a Roma Capitale.Può richiedere che le proposte di deliberazione siano sottoposte all’esame ed al voto dell’Assemblea capitolina con procedura d’urgenza qualora ciò si renda necessario per garantire il tempestivo adempimento degli obblighi di legge o di evitare che l’omessa adozione di atti fondamentali possa recare grave pregiudizio alla regolarità ed al buon andamento dell’azione amministrativa.c) la Giunta capitolina.Collabora con il Sindaco nel governo della città e compie gli atti che non siano riservati dalla legge all’Assemblea capitolina e che non ricadano nelle competenze, previste dalle leggi o dallo statuto, del Sindaco o degli organi di decentramento. La Governance della città metropolitana è distinta da quella di Roma Capitale. L’unico elemento di continuità istituzionale, almeno sin tanto che non si procederà all’elezione diretta del sindaco della CM, è la coincidenza fra il Sindaco di tale ente di area vasta con il Sindaco di Roma Capitale. Sono organi della CM:Il Sindaco metropolitano. Rappresenta l’ente, convoca e presiede il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana, sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti; esercita le altre funzioni attribuite dallo statuto. Il Consiglio metropolitano.È l’organo di indirizzo e controllo, propone alla conferenza lo statuto e le sue modifiche, approva regolamenti, piani e programmi; approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano; esercita le altre funzioni attribuite dallo statuto. Adotta o respinge lo statuto e le sue modifiche proposti dal consiglio metropolitano con i voti che rappresentino almeno un terzo dei comuni compresi nella Città metropolitana e la maggioranza della popolazione complessivamente residente.La Conferenza metropolitana.È composta dal sindaco metropolitano, che la convoca e presiede, e dai sindaci dei comuni della città metropolitana. Ad essa spettano specifiche funzioni, fra cui: l’adozione dello statuto; l’esercizio del potere consultivo per l’approvazione dei bilanci; ulteriori poteri propositivi e consultivi ai sensi dello statuto.Come noto nelle Città metropolitane non è più prevista la Giunta, quale organo esecutivo collegiale. Tuttavia i sindaci delle Città metropolitane, inclusa la CM di Roma Capitale, hanno in parte sopperito a tale lacuna normativa conferendo deleghe di funzioni esecutive ai Consiglieri metropolitani (cosiddetti consiglieri delegati).
Aspetti finanziari di Roma CapitaleIl regime finanziario di Roma Capitale è quello proprio dei comuni italiani, fatti salvi alcuni elementi di specificità, collegati all’ordinamento speciale ad essa riconosciuto. Nella trattazione ci si sofferma solo su questi ultimi.L’architrave di tale specificità è il richiamato d.lgs. n. 61/2012. Con tale provvedimento, rimasto per molti aspetti inattuato, è stato previsto quanto segue:con cadenza annuale, Roma Capitale concorda con il Ministero dell’economia “le modalità e l’entità del proprio concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica“; in sede di riparto alla Regione Lazio del Fondo per il trasporto pubblico locale sono determinate, previa intesa con la Regione e la Capitale, le risorse da erogare direttamente a Roma Capitale. In assenza dell’intesa, come di fatto si è verificato (determinando così la mancata attuazione della principale novità della disciplina consistente nel trasferimento diretto delle risorse), è consentito che l’erogazione delle risorse sia effettuata in favore della Regione; Roma Capitale è autorizzata ad istituire un’ulteriore addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri sugli aeromobili in partenza dagli aeroporti della città di Roma, fino ad un massimo di 1 euro per passeggero per la realizzazione di interventi di sviluppo infrastrutturale; l’art.14 demanda ad uno (o più) DPCM il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie all’esercizio delle funzioni amministrative conferite dal decreto legislativo. Il provvedimento, come anticipato, non è mai stato adottato, sebbene la norma ne avesse prevista l’adozione entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del d.lgs. medesimo.Quanto al riconoscimento di ulteriori finanziamenti a Roma Capitale per gli oneri che gravano su essa quale sede della capitale dello Stato, esso era previsto dalla citata legge n. 42 del 2009(19) e, in attuazione di essa, dal decreto legislativo n. 61 del 2012(20) . Tali disposizioni hanno trovato attuazione, seppur tardiva e parziale, con l’articolo 1, comma 531, del decreto-legge n. 190 del 2014. Tale ultima disposizione attribuisce a Roma Capitale, a decorrere dal 2015, un contributo di 110 milioni di euro annui quale concorso dello Stato agli oneri che lo stesso Comune sostiene in qualità di capitale della Repubblica.Conclusivamente, al fine di inquadrare in modo sintetico la dimensione complessiva dei flussi finanziari che interessano Roma Capitale, alla luce delle funzioni svolte, si segnala che il relativo bilancio di previsione per il 2021 reca:- entrate finali(21) , in termini di competenza, per un importo di circa 5,6 miliardi di euro per il 2021. Fra queste, quasi 3 miliardi sono “entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa”; poco più di un miliardo sono trasferimenti correnti e altrettanti a titolo di entrate extratributarie; circa 575 milioni sono “entrate in conto capitale”;- spese finali, in termini di competenza, pari a poco meno di 7 miliardi di euro, nell’ambito delle quali: circa 5,1 miliardi sono per spese correnti; 1,8 per spese in conto capitale.
Un cenno al sostegno statale al Comune di RomaSolo con la legge n.42 del 2009, in attuazione dell’art.114 Cost, al Comune di Roma (che assume la denominazione di Roma Capitale), come già richiamato, è formalmente riconosciuto un proprio ordinamento.È peraltro opportuno ricordare che in passato, ancorché in assenza di siffatto riconoscimento, il comune di Roma aveva potuto contare su un rilevante sostegno pubblico, strettamente connesso alla specificità di capitale, come testimoniano gli interventi straordinari posti in essere dallo Stato. Al riguardo, si richiamano in sintesi i seguenti interventi:Legge n. 396 del 1990, recante “Interventi per Roma, capitale della Repubblica”.Essaaveva individuato una serie di interventi “di preminente interesse nazionale” “funzionali all’assolvimento da parte della città di Roma del ruolo di capitale della Repubblica” . Il programma degli interventi, una volta adottato dal Comune di Roma, veniva trasmesso, in vista dell’approvazione definitiva con D.P.C.M., alla Commissione per Roma Capitale, presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri (o, per sua delega, dal Ministro per i problemi delle aree urbane), e composta dai Ministri dei lavori pubblici, dei trasporti, dell’ambiente e per i beni culturali e ambientali, dal Presidente della regione Lazio, dal Presidente della provincia di Roma, dal Sindaco di Roma. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per i problemi delle aree urbane, era stato altresì istituito l’Ufficio del programma per Roma Capitale.Il coordinamento fra le diverse amministrazioni coinvolte era assicurato mediante lo strumento dell’accordo di programma, in grado di determinare anche variazione degli strumenti urbanistici. La legge (all’art.109) si faceva altresì carico degli oneri per l’attuazione del programma di interventi, istituendo a tal fine nello stato di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri un apposito fondo intestato a Roma Capitale, con la dotazione di lire 260 miliardi per il 1990, di lire 30 miliardi per il 1991 e di lire 50 miliardi per il 1992.La dichiarazione di “emergenza traffico” e connessi poteri specialiCon Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n.3543 del 2006(22) il sindaco di Roma è nominato commissario delegato per l’attuazione degli interventi volti a fronteggiare l’emergenza dichiarata nel territorio della Capitale, con il compito di provvedere: all’individuazione di misure efficaci per la disciplina del traffico, della viabilità, del controllo della sosta e per il miglioramento della circolazione stradale; alla predisposizione di un apposito piano parcheggi; all’approvazione di un piano di interventi di riqualificazione delle infrastrutture viarie; al potenziamento del trasporto pubblico locale; alla predisposizione di uno studio di progettazione ed alla successiva realizzazione di un’elisuperficie al fine di fornire un adeguato supporto logistico ai mezzi impegnati nelle attività di soccorso.I poteri conferiti al Sindaco, in quanto autorità delegata, sono di particolare ampiezza: all’art.1, comma 3, si dispone che “l’approvazione dei progetti da parte del commissario delegato sostituisce, ad ogni effetto, visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di competenza di organi statali, regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico generale e comporta dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori”, con il dimezzamento dei tempi previsti per le procedure espropriative. Inoltre l’articolo 4 individuava una serie di disposizioni derogabili dal sindaco con riferimento al compimento in termini di somma urgenza delle iniziative previste dalla medesima ordinanza(23) . A disposizione della gestione commissariale sono messi, inizialmente, 700 milioni di euro per spese in conto capitale e 93 milioni per spese correnti (art.3). L’emergenza traffico, che avrebbe dovuto esaurirsi il 31 dicembre 2008, è stata nel tempo prorogata ed è definitivamente cessata il 31 dicembre 2012.Il Commissariamento del debito del Comune di RomaFra gli interventi più significativi da un punto di vista finanziario in favore della Capitale, si segnala l’istituzione della Gestione commissariale per la gestione del piano di rientro del debito pregresso del Comune di Roma (art.78 del DL n.112 del 2008) e il contestuale accollo da parte dello Stato – tramite la medesima gestione commissariale che opera con bilancio separato rispetto a quello del Comune – di tutte le obbligazioni derivanti da fatti o atti posti in essere fino alla data del 28 aprile 2008(24) . Con D.P.C.M. 5 dicembre 2008 si è proceduto ad un’iniziale quantificazione del saldo negativo da finanziare pari a 9,571 miliardi di euro(25) . Ai sensi del DL n.2 del 2010 (art.4, comma 8-bis) è stata autorizzata la predisposizione definitiva da parte del Commissario straordinario della ricognizione della massa attiva e passiva: con il “Documento di accertamento del debito”(26) il disavanzo è stato rideterminato in 16,753 miliardi di euro(27) . La Gestione finanziaria è stata finanziata mediante un contributo annuo statale, pari a 500 milioni di euro, che sono coperti, quanto a 300 milioni di euro, con un fondo annuale allocato presso il Ministero dell’economia e delle finanze e, quanto a 200 milioni, tramite l’istituzione di un’addizionale commissariale sui diritti di imbarco dei passeggeri sugli aeromobili in partenza dagli aeroporti di Roma e da un incremento dell’addizionale comunale IRPEF, pari allo 0,4%.Si segnala che la Gestione commissariale a distanza di 13 anni dalla sua istituzione, è ancora attiva, sebbene la legge n.145 del 2018 abbia delineato un percorso al termine del quale la medesima Gestione cesserà la propria attività(28) .

4) Fonte Istat.

5) Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al d.lgs. n.267 del 2000.

6) Successivamente, come noto, sono state istituite città metropolitane anche dalle regioni a statuto speciale Sardegna e Sicilia.

7) Il territorio delle città metropolitane può peraltro mutare con legge statale, su iniziativa dei comuni e sentita la regione, ai sensi dell’articolo 133, primo comma, della Costituzione (cfr. art.1, comma 6, della legge n.56/2014 che richiama tale disposizione costituzionale per la modifica delle circoscrizioni provinciali limitrofe e per l’adesione alle città metropolitane e introduce una procedura ad hoc in presenza di un parere contrario della regione alla proposta di mutamento della circoscrizione).

8) Rubricato “Ordinamento transitorio di Roma capitale ai sensi dell’articolo 114, terzo comma, della Costituzione”.

9) Recante “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”.

10) Disposizioni recanti attuazione dell’articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, e successive modificazioni, in materia di ordinamento transitorio di Roma Capitale.

11) Ulteriori disposizioni recanti attuazione dell’articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di ordinamento di Roma Capitale.

12) Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 18 aprile 2012, n. 61, concernente ulteriori disposizioni di attuazione dell’articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di ordinamento di Roma.

13) Invero tale facoltà è altresì riconosciuta ai comuni con popolazione tra i 100.000 e i 250.000 abitanti, fermo restando che la popolazione media delle circoscrizioni non può essere inferiore a 30.000 abitanti.

14) Articolo 3, comma 1, d.lgs. n.61/2012.

15) Invero, la norma prevedeva un termine (entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto) per la loro adozione.

16) Tale sessione è presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri o da un Ministro da lui delegato e composta altresì dal Sindaco di Roma capitale, dal Presidente della Regione Lazio, dal Presidente della Provincia di Roma (da intendersi ora Sindaco della Città metropolitana, che come detto coincide con il Sindaco di Roma capitale) e dal Ministro competente per materia. Non risulta che tale strumento di coordinamento sia stato attivato con frequenza. Fra le occasioni, si segnala la riunione della Conferenza Unificata, in sessione speciale, del 6 agosto 2020 per l’espressione del parere sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti concernente la rimodulazione del Programma degli interventi per Roma capitale finanziati ai sensi della legge n.396 del 1990.

17) Ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, la Conferenza delibera promuove e sancisce intese ed accordi, esprime pareri, designa rappresentanti in relazione alle materie ed ai compiti di interesse comune alle regioni, alle province, ai comuni e alle comunità montane.

18) In questa sede si fa menzione delle competenze attribuite al sindaco e agli altri organi in virtù del d.lgs. n.156/2010, che reca una disciplina specifica per Roma Capitale. Rimangono evidentemente ferme le competenze attribuite ai sindaci in virtù del TUEL (si pensi in proposito ai poteri di ordinanza ex art.50 e 54, comma 4).

19) Si tratta dell’articolo 24 comma 5, lettera b), che delega il Governo, fra l’altro, alla “assegnazione di ulteriori risorse a Roma capitale, tenendo conto delle specifiche esigenze di finanziamento derivanti dal ruolo di capitale della Repubblica”.

20) L’articolo 2 (“Determinazione dei costi connessi al ruolo di capitale della Repubblica”), peraltro non più vigente, disponeva che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo medesimo, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, venisse determinato il maggior onere derivante per il comune di Roma dall’esercizio delle funzioni connesse al ruolo di capitale della Repubblica, tenuto conto anche dei benefici economici che derivano da tale ruolo e degli effetti che si determinano sul gettito delle entrate tributarie statali e locali. La determinazione dei suddetti maggiori oneri contenuta nel D.P.C.M. (mai adottato) avrebbe dovuto essere effettuata sulla base di una proposta elaborata dalla Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, adottata dalla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica.

21) Si fa riferimento ai primi 5 titoli delle entrate (escludendo dunque accensione prestiti e entrate per conto terzi e partite di giro). Si veda il Bilancio di previsione finanziario 2021 – 2023 di Roma Capitale, approvato con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 9 del 18 febbraio 2021.
.

22) “Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nel territorio della Capitale della Repubblica”.

23) La deroga concessa al commissario delegato è subordinata al “rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, delle direttive comunitarie e della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2004”.

24) Coincidente con l’avvio del mandato del nuovo sindaco (Gianni Alemanno) a seguito delle elezioni svolte il 13 e il 27 aprile 2008. Si segnala che fanno capo alla stessa Gestione anche le obbligazioni accertate e i relativi crediti liquidati con sentenze pubblicate successivamente a tale data.

25) Derivante dalla differenza tra la massa passiva di 12,797 miliardi e la massa attiva di 3,226 miliardi.

26) Per approfondimenti, si rinvia alla “Relazione concernente la rendicontazione delle attività svolte dalla gestione commissariale per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale per l’anno 2020” trasmesso alle Camere dal Commissario straordinario del Governo per il piano di rientro del debito pregresso del Comune di Roma il 27 luglio 2021.

27) Derivanti dalla differenza fra 5,701 miliardi di crediti e 22,454 miliardi di debiti.

28) La legge n.145/2018 (all’art.1, commi da 922-930 e comma 932) disciplina la definitiva individuazione della massa passiva del debito riferibile alla gestione commissariale del Comune di Roma e all’estinzione dei debiti oggetto di ricognizione, al fine di giungere alla conclusione delle attività straordinarie della gestione commissariale. Si veda per approfondimenti il Dossier dei servizi studio di Senato e Camera “LEGGE DI BILANCIO 2019 – Legge 30 dicembre 2018, n. 145 – Volume III Articolo 1, comma 802-Articolo 19”.

BERLINO(29)

  • Superficie:891,1 km²
  • Abitanti:3.766.082 (al 30.06.2021)(30)
Tipologia di enteDal 3 ottobre 1990, data della riunificazione tedesca (Tag der Deutschen Einheit), Berlino è nuovamente la capitale della Germania, secondo quanto previsto dall’art. 2 del Trattato sulla riunificazione tedesca (Einigungsvertrag) del 31 agosto 1990. Inoltre, a norma dell’art. 1, comma 1, della Costituzione di Berlino (Verfassung von Berlin, VvB), del 23 novembre 1995 e da ultimo modificata con legge del 22 marzo 2016, Berlino è al contempo una città e un Land federale (“Berlin ist ein deutsches Land und zugleich eine Stadt“); essa deve pertanto assolvere a funzioni statali e comunali. Il secondo comma dello stesso articolo specifica che “Berlino è un Land della Repubblica Federale di Germania”: essa ha, dunque, la configurazione di una “città-stato” (come Amburgo e Brema), nella quale Land e comune coincidono dal punto di vista sia territoriale che politico. L’amministrazione della città e del Land non sono dunque separate, bensì esercitate dai medesimi organi. Tale dato è confermato dal testo dell’art. 3, comma 2, della Costituzione, il quale stabilisce che “l’Assemblea rappresentativa, il Governo e l’Amministrazione, anche a livello distrettuale, esercitano le competenze spettanti a Berlino in qualità di comune, unione di comuni e Land”. Inoltre, lo status costituzionale di Berlino le garantisce quattro voti nel Bundesrat, nonché una diretta rappresentanza in seno al Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, alla stregua degli altri 15 Länder.
Quadro normativoCome sopra precisato, è stata una normativa esterna alla Legge fondamentale dello Stato federale (Grundgesetz, GG) a stabilire per prima lo status di capitale della città e a prevedere, seppur indirettamente, il trasferimento da Bonn a Berlino di organi ed amministrazione federali. Con la riforma federalista del 2006 è stato introdotto il nuovo comma 1 dell’art. 22 della Legge fondamentale, che attribuisce a Berlino lo status di capitale della Repubblica federale tedesca e, al contempo, afferma che la rappresentanza dello Stato nel suo complesso all’interno della capitale è competenza della Federazione. Al fine di avviare la realizzazione del processo unitario tedesco, il 20 giugno 1991 il Bundestag ha stabilito con risoluzione (stampato BT 12/815) che Berlino divenisse sede del Parlamento e del Governo della Repubblica federale di Germania. In attuazione della risoluzione parlamentare è stata poi approvata la Legge per il completamento dell’unità della Germania (Berlin-Bonn-Gesetz) del 26 aprile 1994, con lo specifico obiettivo di realizzare il trasferimento della capitale. Nel frattempo, il 25 agosto 1992 era stato stipulato un Accordo di cooperazione (Hauptstadtvertrag)tra Governo federale e il governo di Berlino, al fine di regolamentare la collaborazione tra le due parti nelle questioni legate al trasferimento della capitale. Il regime amministrativo della città di Berlino è stabilito dalla sua Costituzione, emanata il 1° settembre 1950. Tale Costituzione ha subito una prima riforma nel 1995 ed è stata successivamente sostituita dalla Costituzione del 23 novembre 1995, a sua volta riformata nel 1996, nel 1998, nel 2005, nel 2006 e, infine, nel 2009 allo scopo di adeguare il testo costituzionale alle trasformazioni intercorse. Le modifiche apportate hanno mantenuto sostanzialmente inalterato il testo originario del 1950, mentre hanno ricevuto maggiore rilievo le sezioni concernenti i diritti fondamentali, le competenze del Land (diritto al lavoro, all’istruzione e alla casa), il Borgomastro in carica (der regierende Bürgermeister), la Camera dei Rappresentanti di Berlino (Abgeordnetehaus), nonché l’Assemblea distrettuale dei delegati (Bezirkverordnetenversammlung). Sono stati inseriti principi quali la tutela dell’ambiente e la riservatezza dei dati personali, mentre sono stati ampliati i diritti dei cittadini a forme di democrazia diretta quali iniziative popolari, petizioni e referendum. Ulteriore innovazione è stata l’istituzione del Tribunale costituzionale (Verfassungsgerichtshof) con competenza sulle controversie attinenti alla Costituzione della città.
GovernanceLa Camera dei rappresentanti di Berlino (Abgeordnetenhaus) è l’organo di rappresentanza popolare eletto dai tedeschi aventi diritto al voto (art. 38, comma 1, Cost. di Berlino). La Camera è composta da almeno 130 deputati (art. 38, comma 2, Cost. di Berlino). I deputati sono eletti con suffragio universale, uguale, segreto e diretto. È prevista una clausola di sbarramento del 5 %, salvo i casi di mandato diretto (art. 39, commi 1 e 2, Cost. di Berlino). Hanno diritto al voto tutti i tedeschi che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età il giorno delle elezioni e che siano domiciliati da almeno tre mesi nello Stato di Berlino. Sono eleggibili tutti gli aventi diritto al voto che, il giorno delle elezioni, abbiano compito il diciottesimo anno di età (art. 39, commi 3 e 4, Cost. di Berlino). La durata della legislatura è di cinque anni (art. 54, comma 1, Cost. di Berlino), ma è possibile lo scioglimento anticipato se richiesto dai due terzi dei deputati o tramite referendum (art. 54, comm1 2 e 3). L’Assemblea dei rappresentanti ha competenza legislativa ordinaria (a maggioranza semplice) (art. 43, comma 2, Cost. di Berlino) e costituzionale (a maggioranza dei due terzi dei membri del Parlamento) per la modifica della Costituzione (art. 100, Cost. di Berlino).Il Governo di Berlino (esercitato attraverso il Senat) è composto dal Borgomastro in carica, che viene eletto dalla maggioranza dei membri della Camera dei rappresentanti (art. 56, comma 1, Cost. di Berlino) e la cui carica equivale a quella di capo di Governo della città-stato, e dagli altri membri (Senatoren), in numero massimo di otto (art. 55, comma 2, Cost. di Berlino), i quali sono nominati e rimossi dal Borgomastro (art. 56, comma 2, Cost. di Berlino).A norma dell’art. 57 della Costituzione di Berlino, per esercitare le sue funzioni il Borgomastro deve avere la fiducia della Camera dei rappresentanti di Berlino, che può, altresì, revocarla attraverso una votazione nominale (comma 1 e 2). La mozione di sfiducia deve ottenere la maggioranza dei membri dell’Assemblea (comma 3). Il Borgomastro rappresenta Berlino verso l’esterno; presiede il Governo e le sue sedute. Stabilisce le linee guida della politica governativa che necessitano dell’approvazione dell’Assemblea dei rappresentanti (art. 58, comma 2, Cost. di Berlino). All’inizio di ciascuna legislatura, egli pronuncia una dichiarazione di Governo di fronte all’Assemblea. In tale documento espone gli obiettivi del Governo entrante per la legislatura in corso.L’amministrazione si suddivide in amministrazione centrale e distrettuale. L’amministrazione centrale, costituita prevalentemente dal Senat, delibera sui principi generali e su temi connessi alla programmazione e allo sviluppo globale della città. Ad essa competono gli incarichi direttivi (progettazione, questioni di principio, sorveglianza, controllo), le amministrazioni di polizia, fiscale e giudiziaria ed altre questioni che sotto il profilo dell’interesse generale siano da ricondurre alla competenza del Governo (art. 67, comma 1, Cost. di Berlino). Ogni altra materia residuale è di competenza dell’amministrazione distrettuale (art. 67, comma 2, Cost. di Berlino). Alcune modifiche apportate alla Costituzione di Berlino nel 1998 hanno dato il via ad una riforma dell’amministrazione distrettuale: dal 1° gennaio 2001 sono stati accorpati alcuni distretti, con la conseguente formazione di unità amministrative più ampie di circa 300.000 abitanti ciascuna, riducendo pertanto il numero dei distretti da 23 a 12. A partire dal 1995, i distretti sono destinatari di uno stanziamento globale all’interno del bilancio dello Stato federale per l’adempimento delle loro funzioni. Essi godono di ampia autonomia finanziaria, ferma restando la supervisione esercitata dall’amministrazione centrale.L’amministrazione distrettuale è articolata nell’Assemblea distrettuale dei delegati (Bezirksverordnetenversammlung) e nell’Ufficio distrettuale (Bezirks-amt). L’Assemblea distrettuale dei delegati viene eletta, in ogni distretto, con suffragio universale, uguale, segreto e diretto. Le elezioni si svolgono nel medesimo giorno di quelle del Parlamento nazionale. Hanno diritto al voto tutti i tedeschi che abbiano compiuto 16 anni di età e abbiano il loro domicilio nel distretto da almeno 3 mesi. Hanno diritto al voto e possono essere eletti, alle medesime condizioni dei cittadini tedeschi, anche i cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea. Non hanno diritto ad essere rappresentati i partiti che ricevano una percentuale inferiore al 3% dei voti. L’Assemblea distrettuale è composta da 55 delegati (art. 70, commi 1 e 2, Cost. di Berlino). La legislatura dell’Assemblea distrettuale dei delegati termina con la conclusione della legislatura della Camera dei rappresentanti di Berlino (art. 71, Cost. di Berlino). L’Assemblea esercita il controllo sull’amministrazione del distretto e delibera sul relativo bilancio (art. 72, comma 1, Cost. di Berlino).L’Assemblea distrettuale elegge i membri dell’Ufficio distrettuale (art. 69). Fanno parte dell’Ufficio distrettuale il Borgomastro distrettuale (Bezirksbürgermeister) e i consiglieri distrettuali. I Borgomastri di tutti i distretti, insieme al Borgomastro della città e al suo vice, costituiscono il Consiglio dei Borgomastri. Il Governo è tenuto ad acquisire il parere del Consiglio dei Borgomastri su argomenti di rilievo a livello legislativo o amministrativo. L’Ufficio distrettuale è l’autorità amministrativa del distretto e rappresenta Berlino negli affari del suo distretto (art. 74, comma 2, Cost. di Berlino).
FunzioniPer delineare un quadro delle funzioni di Berlino, in quanto Land federale, occorre aver riguardo al riparto di competenze fra Bund e Länder, che sono state riviste nel 2006–2009, confermando uno Stato federale di tipo cooperativo. Vi sono materie di competenza esclusiva statale (art. 73 GG) e materie di potestà concorrente (art. 72 GG), nelle quali l’intervento legislativo federale è eventuale ma prevalente, mentre la clausola di residualità opera a favore dei Länder (art. 70 GG). È possibile che la legislazione in materia di competenza esclusiva venga delegata con legge ai Länder. Il BVGe (Tribunale costituzionale federale) ha elaborato la categoria delle competenze connesse e accessorie e delle competenze «in ragione della natura delle cose». Le competenze esclusive federali comprendono: politica estera e difesa; cittadinanza e immigrazione; sistema valutario, monetario e doganale; trasporto aereo e ferroviario; tutela dei beni culturali; scambi commerciali; statistica. Le competenze dei Länder, residuali ma piuttosto ridotte, comprendono tra le altre: cultura (cinema, stampa, radio-televisione, musei, ecc.); salute e servizi sociali; diritto ecclesiastico; urbanistica ed edilizia. La potestà concorrente, molto estesa, si suddivide invece in 3 tipologie: competenze essenziali, su cui la Federazione può intervenire discrezionalmente (diritto civile e penale, salute, circolazione stradale, ecc.); competenze di necessità, in cui il Bund legifera solo per garantire eguali condizioni di vita o a tutela dell’unità giuridica ed economica (immigrazione, previdenza, attività economiche); competenze derogabili, in cui i Länder possono derogare il diritto federale (vale il criterio cronologico) (tutela della natura, acque, ecc.). L’esecuzione delle leggi federali è affidata ai Länder (art. 83 GG), con l’eccezione di pochi ambiti (difesa, diplomazia, trasporti, istituzioni finanziarie). Caratteristica peculiare del federalismo tedesco è di essere un federalismo di esecuzione. Spetta ai Länder, quando attuano il diritto federale, disciplinare organizzazione e attività amministrativa dei propri uffici. In quanto Land federale, Berlino gode della potestà di dotarsi di una propria forma di governo, nel rispetto dei limiti previsti dall’art. 28 GG. La ripartizione di competenze fra Bund e Länder è prevista dall’art. 30 GG, il quale attribuisce ai Länder ogni competenza residuale che non sia stata espressamente assegnata al Bund dal dettato costituzionale. Sul piano amministrativo, l’autonomia è ancora maggiore: ad eccezione di alcune materie fondamentali (tra le quali rientrano il servizio diplomatico-consolare, l’amministrazione militare, il traffico aereo, la banca federale e le assicurazioni sociali), ai Länder o ai comuni compete tutta l’amministrazione interna. È, dunque, notevole l’ampiezza dell’autonomia di cui gode Berlino, in qualità di Land e comune al tempo stesso.
Aspetti finanziari(31)Sin dal 1994 la Repubblica federale tedesca e il Land di Berlino hanno sottoscritto specifici Accordi sul finanziamento di Berlino capitale. Il primo Accordo (Hauptstadtfinanzierungsvertrag), firmato il 30 giugno 1994 e riguardante il finanziamento nel settore culturale e gli investimenti in ambito infrastrutturale, è stato in vigore dal 1° gennaio 1995 al 31 dicembre 2004. Con tale accordo il Governo federale si è impegnato a stanziare 1,3 miliardi di marchi per consentire alla città di esercitare le sue nuove funzioni di capitale. Nel 2001, il Governo federale e il governo di Berlino stipularono due accordi concernenti, rispettivamente, gli stanziamenti alla città di Berlino per oneri particolari connessi allo status di capitale (Folgevereinbarung zur Abgeltung von Sonderbelastungen der Bundeshauptstadt), e gli investimenti nel settore culturale (Vertrag zur Kulturfinanzierung in der Bundeshauptstadt 2001 bis 2004). Risale al 9 dicembre 2003 un nuovo accordo sul finanziamento culturale di Berlino capitale(Vertrag über die aus der Hauptstadtfunktion Berlins abgeleitete Kulturfinanzierung), istitutivo di unFondo(Hauptstadtkulturfonds) che, annualmente, mette a disposizione della capitale circa 10 milioni di euro per promuovere progetti culturali e manifestazioni. Il 30 novembre 2007 è stato concluso un ulteriore Accordo sul finanziamento di Berlino capitale (Hauptstadtfinanzierungsvertrag 2007) di durata decennale che ha previsto investimenti in ambito culturale e infrastrutturale sino al 31 dicembre 2017. L’ultimo Accordo sul finanziamento di Berlino Capitale (Hauptstadtfinanzierungsvertrag 2017) è stato sottoscritto l’8 maggio 2017 ed in esso, così come nei precedenti, è posto l’accento sul finanziamento culturale e sulla compensazione degli oneri speciali connessi allo status di Berlino quale capitale federale. In base alle disposizioni dell’Accordo, alla capitale sono destinati più fondi nei settori della sicurezza e della cultura. Entrato in vigore il 1° gennaio 2018 e applicabile sino al 31 dicembre 2027, l’Accordo prevede uno stanziamento complessivo di circa 2 miliardi di euro, pari a circa 200 milioni di euro annui con un aumento di circa 50 milioni di euro all’anno rispetto al precedente accordo di finanziamento. Per le spese relative alla sicurezza e connesse allo status di città capitale, Berlino riceverà 100 milioni di euro all’anno dal 2018 al 2021, 110 milioni di euro nel 2022 e, infine, 120 milioni di euro per ciascun anno dal 2023 al 2027. Nel complesso, per il settore sicurezza risulta un incremento di 510 milioni di euro. Il Governo federale continua inoltre a promuovere il settore della cultura elevando la sua partecipazione finanziaria al Fondo culturale della capitale (Hauptstadtkulturfonds), istituito nel 2003, da 10 a 15 milioni di euro all’anno. Il Governo federale sostiene finanziariamente la Fondazione del Teatro dell’Opera di Berlino con 10 milioni di euro annui e la Fondazione dei Berliner Philharmoniker con una sovvenzione annua di 7,5 milioni di euro. A partire dal 2018, infine, Berlino è esonerato dagli obblighi di cofinanziamento del 25% delle spese di gestione e programmazione della sede della Fondazione del patrimonio culturale prussiano del Forum Humboldt. L’Accordo prevede anche una serie di disposizioni con scambi di carattere immobiliare (c.d. Immobilienpaket), particolarmente dettagliate, contenute nei §§ 8 e 9 della Parte II. Il Governo federale continua poi a sostenere finanziariamente le istituzioni acquisite: Fondazione del Museo ebraico, eventi culturali, come il Festival cinematografico internazionale e il Festival teatrale berlinese, l’ex stazione ferroviaria Hamburger Bahnhof, l’Accademia delle Arti e la Fondazione Deutsche Kinemathek. Si sottolinea infine che il bilancio federale per il 2021, a seguito di un’iniziativa della Commissione bilancio del Bundestag (stampato BT n. 19/23326), stanzia mezzo miliardo di euro a favore delle istituzioni scientifiche e di ricerca di Berlino. La Rete nazionale di ricerca dell’università di medicina per il Covid-19 (Nationale Forschungsnetzwerk der Universitätsmedizin zu Covid-19), coordinata a livello federale dalla Charité-Universitätsmedizin di Berlino e finanziata dal Ministero federale dell’istruzione e della ricerca, riceverà altri 290 milioni di euro fino al 2024. Con un finanziamento federale di circa 70 milioni di euro saranno istituiti a Berlino due nuovi centri di ricerca non universitari della Società Fraunhofer per lo sviluppo della ricerca applicata (Fraunhofer-Gesellschaft zur Förderung der angewandten Forschung): un Istituto Fraunhofer per la sicurezza pubblica, che si occupa di programmi di sicurezza e della prevenzione delle minacce, e una nuova sede Fraunhofer di allergologia come parte dell’iniziativa Fraunhofer per l’immunologia e per la ricerca nel campo delle infezioni e delle pandemie. Alla ristrutturazione della Società scientifica Urania di Berlino e alla sua trasformazione in Forum nazionale dei cittadini per la democrazia e lo sviluppo, la scienza e l’ambiente sono stati destinati 42,75 milioni di euro. È stata inoltre confermata la partecipazione da parte della Federazione alle spese di costruzione del nuovo Centro universitario cardiologico di Berlino per un importo di 100 milioni di euro. Sono stati inoltre stanziati 14 milioni di euro per l’Archivio Bauhaus e altri due milioni di euro per la Casa delle culture del mondo (Haus der Kulturen der Welt), mentre sono stati aggiunti 5 milioni di euro ai circa 160 milioni già previsti per la ristrutturazione degli edifici della Fondazione del patrimonio culturale prussiano (Stiftung Preußischer Kulturbesitz), una delle più grandi organizzazioni culturali del mondo istituita con legge nel 1957 e con sede a Berlino.

29) Per la redazione della scheda sono stati utilizzati i seguenti contributi curati dalla Biblioteca della Camera dei deputati: Le città capitali in Europa – Le esperienze di Parigi, Berlino, Londra e Madrid, Materiali di legislazione comparata, n. 21, settembre 2010; Aspetti del federalismo fiscale in Francia, Germania e Spagna, Legislazione straniera, Appunto 15/2014 del 26 marzo 2014; I finanziamenti statali alle città capitali in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, Legislazione straniera, Guida alla documentazione, 28 marzo 2014 (con aggiornamenti al 15 ottobre 2018 e al 12 gennaio 2021).

30) https://www.statistik-berlin-brandenburg.de/219-2021

31) Nella trattazione si fa riferimento agli elementi di specificità di Berlino, senza considerare gli aspetti finanziari che la riguardano in quanto Land, alla stessa stregua degli altri Länder, nei rapporti con lo Stato Federale, centrati sul sistema perequativo.

BRUXELLES

  • Superficie (Ville de Bruxelles):32,6 km²
  • Abitanti (Ville de Bruxelles):185.316 (al 1°.01.2021)
  • Superficie (Regione di Bruxelles-capitale):161,4 km²
  • Abitanti (Regione di Bruxelles-capitale):1.214.550 (al 1°.01.2021)
Tipologia di enteLa Costituzione belga riconosce alla Ville de Bruxelles il ruolo di capitale del Belgio. Bruxelles è stata capitale del Belgio dal momento della fondazione dello Stato unitario nel 1830. La posizione geografica centrale, lo status bilingue (fiammingo e francofono), l’eredità politica ne hanno fatto la città naturalmente candidata al ruolo di capitale.Essa rappresenta il centro politico della Federazione belga, costituendo la sede del Parlamento e del Governo federali nonché della maggior parte delle Amministrazioni federali.La città di Bruxelles riveste, inoltre, il ruolo di capitale (non ufficiale) dell’Unione europea (in quanto sede delle principali istituzioni europee) ed è sede di organizzazioni internazionali (prima delle quali la NATO). La Ville de Bruxelles è, altresì, capoluogo della Regione di Bruxelles-Capitale (sulla quale, a differenza delle altre Regioni del Belgio, non insiste alcuna provincia), oltre chela più rilevante e la più vasta delle 19 Municipalità di cui si compone la Regione(32) .Ai sensi della Costituzione, il Belgio è infatti composto da tre Regioni le quali – insieme alle tre Comunità francese, fiamminga e germanofona – costituiscono le entità federate del sistema federale belga: la Regione vallona, la Regione fiamminga e laRegione di Bruxelles-Capitale (o Regione bruxelloise).La presenza nella città di Bruxelles di istituzioni europee e internazionali ha un decisivo impatto sull’economia della Regione e spiega perché la Regione di Bruxelles-Capitale – con una popolazione di poco superiore a 1 milione di abitanti in circa 161 km2, pari a circa il 10 per cento della popolazione nazionale – abbia assunto, ciò nondimeno, una posizione di spicco all’interno della Federazione belga.Dalla consapevolezza che i confini geografici della Regione di Bruxelles-Capitale non esaurissero la sua area di influenza socio-economica ha preso avvio il progetto di costituzione della Comunità metropolitana di Bruxelles (formulato nell’Accordo istituzionale del 2011 e realizzato nel 2012), organismo finalizzato a promuovere relazioni di stretta cooperazione tra la Regione di Bruxelles-Capitale e il suo hinterland(33) .
Quadro normativoLa fonte fondamentale è rappresentata dalla Costituzione, la quale individua nella Regione di Bruxelles-Capitaleuna delle tre Regioni del Belgio (art. 3) e nella città di Bruxelles la capitale del Belgio (e la sede del Governo federale) (art. 194).La Costituzione sancisce il principio dell’autonomia locale (ai sensi dell’art. 41, “gli interessi esclusivamente comunali o provinciali sono regolati dai consigli comunali o provinciali, secondo i princìpi stabiliti dalla Costituzione”) e affida alla legge la disciplina delle istituzioni provinciali e comunali (art. 162).La Costituzione e la legislazione del Belgio sono state oggetto di rilevanti interventi di revisione, in concomitanza con le sei riforme dello Stato (1970; 1980; 19888-89; 1993; 2001; 2012-14), che hanno progressivamente ridisegnato l’assetto dell’attuale Stato federale (e che saranno di seguito richiamate in relazione ai profili d’interesse del presente lavoro).La prima riforma dello Stato (1970) ha previsto l’istituzione delle Regioni Vallone, Fiamminga e di Bruxelles-Capitale, nonché delle Comunità francese, fiamminga e germanofona. Ciascuna Regione esercita, sul proprio territorio, competenze di natura territoriale ed economica (distinte dalle competenze relative alla cura degli individui affidate alle Comunità).Mentre le Regioni fiamminga e vallona vengono dotate di un organo rappresentativo e di un organo di governo fin dalla seconda riforma dello Stato (legge speciale dell’8 agosto 1980, recante riforme istituzionali), il Parlamento e il Governo della Regione di Bruxelles-Capitale sono stati istituiti soltanto con la terza riforma dello Stato (1988-89) e i rappresentanti regionali sono stati eletti per la prima volta nel 1989.In particolare, la legge speciale del 12 gennaio 1989 (modificata in occasione delle successive riforme dello Stato) ha dettato disposizioni inerenti all’assetto istituzionale della Regione di Bruxelles-Capitale.La legge prevedeva, sin dall’inizio, l’istituzione di un Comitato di cooperazione tra l’Autorità federale e la Regione di Bruxelles-Capitale con l’obiettivo di promuovere il ruolo internazionale e la funzione di capitale di Bruxelles (articoli 43 e 44). Il progetto ha trovato concretizzazione nel cd. Accordo di Beliris, firmato dall’Autorità federale e dalla Regione di Bruxelles-Capitale in data 15 settembre 1993.In base a detto Accordo, le Parti si sono impegnate a realizzare una serie di interventi sul territorio di Bruxelles nei settori, tra l’altro, della mobilità, degli spazi verdi, dell’edilizia pubblica (si veda, al riguardo, il sito web Beliris pour Bruxelles). I progetti e i relativi importi sono determinati in specifiche convenzioni annesse all’Accordo. Attualmente sono destinati ai progetti di Beliris 125 milioni di euro annui, con previsione (introdotta con legge del 21 giugno 2021) dell’indicizzazione annuale della somma nell’arco temporale tra il 2021 e il 2024. Le risorse confluiscono nel Fondo per il finanziamento del ruolo internazionale e della funzione di capitale di Bruxelles (cd. “Fondo Beliris”), istituito, a seguito della riforma del 2001, con legge del 10 agosto 2001.La riforma del 1993 (quarta) rappresenta il sostanziale completamento del processo di formazione dello Stato federale (all’art. 1 Cost., il Belgio è definito “Stato federale composto di Comunità e di Regioni”).Con la quinta riforma dello Stato (2001) – la quale trova attuazione con due leggi speciali del 2001 (che recepiscono gli accordi di Lambermont e di Lombard) – ulteriori competenze sono attribuite alle Regioni (oltre che alle Comunità) e sono introdotte alcune modifiche istituzionali che coinvolgono anche il Parlamento della Regione di Bruxelles-Capitale. In particolare, la legge speciale del 13 luglio 2001 (intervenendo sull’art. 6 della legge speciale dell’8 agosto 1980) ha (tra l’altro) conferito alle Regioni il potere di disciplinare, nell’ambito del proprio territorio, composizione, organizzazione, competenze e funzionamento delle istituzioni locali, nonché di regolamentare le elezioni degli organi locali, nel rispetto delle garanzie costituzionali di autonomia locale.Le tre Regioni hanno dato seguito al conferimento delle nuove competenze ridisegnando autonomamente i rispettivi quadri locali e perseguendo gli obiettivi, tendenzialmente analoghi, di rafforzare la democrazia locale, di razionalizzare l’assetto istituzionale e di migliorare l’efficienza della governance e della gestione locale.La Regione di Bruxelles-Capitale è intervenuta con ordinanza del 5 marzo 2009 (di modifica della Nouvelle Loi Communale del 24 giugno 1988), la quale ha introdotto nelle amministrazioni comunali strumenti di gestione più efficaci (in particolare l’obbligo di adozione di un piano triennale recante le strategie politiche del Comune e la traduzione di esse in termini finanziari).L’Accordo istituzionale dell’11 ottobre 2011 ha costituito la base programmatica per la sesta riforma dello Stato.Uno specifico punto dell’Accordo ha previsto il conferimento (anche) alla Regione di Bruxelles-Capitale della cd. “autonomia costitutiva”, grazie alla quale la Regione acquisisce potestà nella disciplina di specifici profili concernenti l’elezione, la composizione e il funzionamento del Parlamento regionale nonché la composizione e il funzionamento del Governo regionale.La sesta riforma dello Stato viene realizzata con modifiche costituzionali, leggi speciali e leggi di attuazione – intervenute nel corso del biennio 2012-2014 – che hanno, tra l’altro, determinato ulteriori trasferimenti di competenze alle Comunità e alle Regioni(34) . Con legge speciale del 19 luglio 2012 è stata istituita la Comunità metropolitana di Bruxelles, quale sede di concertazione sulle materie di rilevanza transregionale.
GovernanceOrganizzazione istituzionale della Regione di Bruxelles- CapitalePartecipazione della Regione di Bruxelles-Capitale in organismi a composizione mistaOrganizzazione istituzionale della Ville de BruxellesLa Regione di Bruxelles-Capitale è governata dal Parlamento e dal Governo regionali (disciplinati dal libro I della legge speciale del 12 gennaio 1989, relativa alle istituzioni di Bruxelles)(35) .Il Parlamento regionale è costituito da 89 membri eletti a suffragio universale per la durata di cinque anni.In ragione del fatto che la Regione di Bruxelles-Capitale è la sola regione del Belgio ufficialmente bilingue, i deputati regionali sono suddivisi in due gruppi: 72 parlamentari sono eletti sulla base di una lista francofona e 17 sulla base di una lista fiamminga.Il Parlamento esercita il potere legislativo (mediante l’approvazione di ordinanze aventi forza di legge) nelle aree di competenza della Regione, approva il bilancio regionale, elegge i membri del Governo e ne controlla l’attività.Parte dell’attività parlamentare trova svolgimento nella sessione plenaria, mentre altra parte è svolta nelle Commissioni permanenti, ciascuna responsabile per una o più di una delle competenze regionali.Nel legiferare tramite l’approvazione di ordinanze (il diritto di iniziativa sulle quali spetta al Governo e ai membri del Parlamento), il Parlamento della Regione di Bruxelles-Capitale si distingue dai Parlamenti vallone e fiammingo, i quali esercitano il potere legislativo nei propri territori tramite l’approvazione di decreti aventi forza di legge.Le ordinanze adottate dal Parlamento di Bruxelles possono abrogare, integrare, modificare, sostituire, disposizioni legislative federali vigenti nel territorio della Regione di Bruxelles-Capitale, limitatamente alle materie attribuite alla competenza della Regione (articoli 7 e 69 della legge speciale del 12 gennaio 1989).Tuttavia, al fine di salvaguardare il ruolo internazionale e la funzione di capitale di Bruxelles, in determinate materie (urbanistica, assetto del territorio, lavori pubblici e trasporti), le autorità federali hanno potere di sospendere ovvero di annullare le ordinanze del Parlamento regionale.Il Governo regionale è l’organo esecutivo, incaricato di dare attuazione alle ordinanze approvate dal Parlamento.In ossequio al principio di parità tra le due comunità linguistiche, risulta composto da due Ministri fiamminghi e due francofoni, oltre al Presidente(36) . Il Governo regionale persegue le proprie politiche attraverso il Service public régional de Bruxelles(originariamente Ministero della Regione di Bruxelles-Capitale), organizzato in una struttura di coordinamento e sei Amministrazioni (una delle quali, Bruxelles Pouvoirs locaux, deputata a gestire le relazioni tra la Regione e i Comuni). Il Comitato di cooperazione tra l’Autorità federale e la Regione di Bruxelles-Capitale è stato istituito dalla legge speciale del 12 gennaio 1989 con la finalità di deliberare sulle iniziative che lo Stato federale e la Regione ritengano di assumere insieme allo scopo di favorire e promuovere il ruolo internazionale e la funzione di capitale di Bruxelles.Il Comitato è composto in misura paritaria da ministri federali e da ministri regionali e nel rispetto della parità linguistica in seno a ciascuna delle due delegazioni.Al Comitato è rimessa la decisione sull’utilizzazione delle risorse finanziarie del Fondo di Beliris.La Comunità metropolitana di Bruxelles è stata istituita dalla legge speciale del 19 luglio 2012 quale sede di concertazione su materie di competenza regionale e di rilevanza transregionale (mobilità, sicurezza stradale e lavori stradali da, verso e intorno a Bruxelles).Sono membri di diritto della Comunità: l’Autorità federale; le tre Regioni rappresentate dai rispettivi Governi; tutti i Comuni della Regione di Bruxelles-Capitale e delle Province del Brabante fiammingo e del Brabante vallone (mentre sono libere di aderirvi le Province del Brabante fiammingo e del Brabante vallone).La Ville de Bruxelles, al pari dei restanti 18 Comuni della Regione di Bruxelles-Capitale, trova la sua disciplina nella Nouvelle Loi Communale del 24 giugno 1988 (come modificata da diverse successive leggi nonché da ordinanze della Regione di Bruxelles-Capitale).Il Consiglio comunale, che assicura l’esercizio della funzione deliberante a livello comunale, approva i regolamenti e il bilancio comunale. E’ composto da membri direttamente eletti per la durata di sei anni.Elegge, tra i propri membri, gli Echevins che, insieme al Borgomastro, formano il Collège des Bourgmestre et Echevins.Il Collège des Bourgmestre et Echevins costituisce l’organo esecutivo del Comune, al quale è affidata la gestione dell’ente locale.Nella composizione del Collegio deve essere assicurata la presenza femminile sulla base delle disposizioni in materia di pari opportunità introdotte dall’art. 16 della Nouvelle Loi Communale. L’art. 279 della medesima legge favorisce la presenza nel Collegio di membri francofoni e fiamminghi. Alle riunioni del Collegio partecipa, con potere consultivo, il Presidente del Consiglio di Azione sociale.Il Borgomastro è nominato dal Governo della Regione di Bruxelles-Capitale, per la durata di sei anni, tra i membri del Consiglio comunale, su designazione scritta di almeno la maggioranza degli eletti nella lista in cui egli si è presentato e di almeno la maggioranza dei Consiglieri comunali.In qualità di rappresentante dell’autorità centrale, è responsabile dell’applicazione degli atti adottati dagli altri livelli di governo (federale e regionale).Spetta al Borgomastro firmare i regolamenti e le deliberazioni del Consiglio comunale e del Collegio e vigilare sulla tenuta dei registri comunali. E’ ufficiale di stato civile. Fa parte del Collegio di Polizia ed è responsabile dell’applicazione delle leggi e del regolamento di polizia. Anche la Ville de Bruxelles è dotata, come ogni Comune belga, di un Centro pubblico di azione sociale (CPAS) che ha il compito di prestare assistenza alle persone che non dispongono di mezzi sufficienti per vivere dignitosamente. Il Centro è amministrato da un Consiglio di azione sociale i cui membri sono eletti dal Consiglio comunale all’inizio di ogni consiliatura.L’Agglomération bruxelloise, istituita con legge 26 luglio 1971 e modificata nel 1987, costituiva un livello di governo sovracomunale tra le 19 Municipalità ricomprese nella Regione di Bruxelles-Capitale.Dotata di un Consiglio e di un Collegio, seppure non formalmente soppressa, ha cessato di funzionare con l’istituzione, nel 1989, della Regione di Bruxelles-Capitale, che le è subentrata nell’esercizio delle funzioni.
FunzioniIl riparto di competenze tra lo Stato federale e gli enti federatiLe specificità della Regione di Bruxelles-CapitaleLa Ville-RégionIl vigente art. 35 Cost. delinea un modello di riparto degli ambiti materiali tra Stato federale ed enti federati che appare fondato sul criterio della residualità delle competenze a favore di questi ultimi. Dispone, infatti, che l’Autorità federale abbia competenza esclusivamente nelle materie ad essa formalmente attribuite dalla Costituzione(37) (o dalle leggi approvate in forza della Costituzione) e che le Comunità e le Regioni restino competenti in tutte le altre materie, alle condizioni e secondo le modalità fissate dalla legge speciale(38) .L’art. 39 Cost. demanda al legislatore speciale la definizione delle competenze regionali (fatta eccezione per talune competenze sottratte all’attribuzione regionale dalla Costituzione medesima(39) ). Ai sensi dell’art. 134 Cost., infine, le leggi speciali approvate in attuazione dell’art. 39 determinano la forza giuridica delle disposizioni che gli organi regionali adottano nelle materie da esse stabilite.Il criterio della residualità delle competenze a favore degli enti federatiappare pertanto temperato dalla previsione che le materie debbano essere attribuite dallo Stato con legge speciale. In sostanza, tali materie restano nella competenza dello Stato fintanto che esso non operi il trasferimento.Inoltre, una disposizione transitoria annessa all’art. 35, rimasta inattuata, prevede che l’art. 35 entri in vigore alla data stabilita dalla legge speciale che fissa condizioni e modalità di esercizio delle competenze da parte di Comunità e Regioni (e, in ogni caso, solo dopo l’inserimento nel titolo III della Costituzione di una disposizione recante l’elenco delle competenze esclusive della Federazione). La clausola delle competenze residuali a vantaggio degli enti federati (art. 35) risulta quindi, ad oggi, inoperante.Il quadro delineato dalla Costituzione è completato dalla previsione di cui all’art. 10 della legge speciale dell’8 agosto 1980, la quale consente alle Regioni di intervenire in materie su cui non abbiano competenza nella misura in cui tali disposizioni si rendano indispensabili per l’esercizio delle loro competenze (cd. poteri impliciti).Le leggi speciali susseguitesi nel tempo hanno provveduto a una progressiva riallocazione delle materie dal livello federale ai livelli federati (ivi compresa la Regione di Bruxelles-Capitale), secondo un modello di trasferimento tendenzialmente caratterizzato dall’esclusività della competenza.La legge speciale dell’8 agosto 1980, più volte modificata, costituisce il testo di riferimento per le competenze attribuite agli enti federati(40) . Sulla base della legislazione vigente, la ripartizione dei settori di competenza tra livello federale e livelli federati (Comunità e Regioni) può essere così sintetizzata:Il livello federale è responsabile per la difesa, gli affari esteri, la giustizia, la politica monetaria, il lavoro e la previdenza, la sicurezza sociale e l’ordine pubblico, il settore del trasporto.Alle Comunità sono attribuite le competenze che attengono ai bisogni e al benessere delle persone (cultura, turismo, istruzione, cura degli anziani e dei disabili, politiche della salute).Alle Regioni sono devolute le competenze (legislative e amministrative) di natura economica e territoriale (sviluppo economico, commercio estero, mercato del lavoro e strategie occupazionali, pianificazione del territorio, politiche abitative, lavori pubblici, trasporto regionale, ambiente, energia, agricoltura, politica dell’acqua, beni culturali, ricerca scientifica, organizzazione dei poteri locali, relazioni internazionali nei limiti della loro sfera di competenza).La legge speciale del 12 gennaio 1989 sulle istituzioni di Bruxelles (anch’essa modificata dalla legge speciale del 2014 relativa alla sesta riforma dello Stato) attribuisce alla Regione di Bruxelles-Capitale le medesime competenze delle Regioni vallona e fiamminga (art. 4).Tuttavia – in ragione del fatto che Bruxelles è capitale del Belgio e sede di istituzioni europee – la Regione di Bruxelles-Capitale è tenuta a esercitare talune competenze in collaborazione con lo Stato federale (le disposizioni di cooperazione con lo Stato federale sono contenute nel libro I, titolo IV, della legge speciale del 12 gennaio 1989). In particolare, è previsto che il Governo federale sottoponga al Comitato di cooperazione – istituito per la concertazione tra l’Autorità federale e la Regione di Bruxelles-Capitale – le misure che ritiene debbano essere assunte dalla Regione nei settori della pianificazione del territorio, dell’urbanistica, dei lavori pubblici e dei trasporti, allo scopo di sviluppare il ruolo internazionale e la funzione di capitale di Bruxelles. Il Governo regionale è vincolato ad adottare le misure decise dal Comitato di cooperazione, il cui finanziamento può essere a carico del bilancio dello Stato ovvero del bilancio della Regione.Qualora, in sede di Comitato, non si pervenga a un accordo, il Consiglio dei Ministri può domandare l’approvazione delle misure al Parlamento federale (Camera competente) con la maggioranza dei due gruppi linguistici (francese e neerlandese). In tal caso le misure sono interamente finanziate dallo Stato. La legge speciale del 1989 ha dato altresì attuazione alla previsione costituzionale (art.135-bis Cost.) che consente di devolvere esclusivamente alla Regione bilingue di Bruxelles-Capitale competenze non attribuite alle Comunità francese e fiamminga nelle materie culturali di cui all’art. 127 Cost. (materie biculturali di interesse regionale)(41) . La Regione di Bruxelles-Capitale è dotata di una complessa struttura amministrativa (il Service public régional de Bruxelles) e si avvale di diversi organismi (organismi di diritto pubblico, istituzioni pararegionali, società a partecipazione pubblica) che coadiuvano il Governo regionale nella gestione dei servizi pubblici(42) . Tale organizzazione consente alla Regione di svolgere funzioni di amministrazione sovracomunale per le municipalità che la compongono (ivi compresa la Ville de Bruxelles), configurandosi qualeVille-Région (si ricorda, al riguardo, che agli organi regionali, dal momento della loro entrata in funzione, è stato affidato l’esercizio delle competenze precedentemente attribuite alla Agglomération di Bruxelles, il preesistente livello di governo sovracomunale(43) ). Bruxelles Pouvoirs locaux è, tra le Amministrazioni di cui si compone il Service public régional de Bruxelles, quella che assicura l’interfaccia tra la Regione e i Comuni.Bruxelles Pouvoirs locaux provvede a: i) controllare che le decisioni e gli atti delle autorità comunali siano conformi alla legge e all’interesse generale (si tratta della cd. “tutela amministrativa” sui livelli di governo locali, la cui disciplina, a seguito della legge speciale del 13 luglio 2001, è diventata competenza regionale); ii) contribuire al finanziamento delle amministrazioni locali con l’attribuzione di dotazioni ed erogare le indennità in caso di calamità pubbliche (divenuta competenza regionale dal 2014); iii) svolgere funzioni di consulenza e di supporto nei confronti dei Comuni (ivi compreso il supporto tecnico e la vigilanza sullo svolgimento delle elezioni comunali); iv) incoraggiare politiche regionali di interesse locale.D’altra parte, ai Comuni la legge attribuisce competenze di governo del territorio e di amministrazione quotidiana locale(44) , con la conseguenza che rilevanti settori di attività pubblica (la gestione degli spazi pubblici, la riqualificazione urbana, la pulizia del territorio, la gestione della mobilità, la politica sociale, condotta a livello comunale dai Centri pubblici di azione sociale, etc.) vedono intersecarsi, completarsi, talora sovrapporsi, l’azioneregionale e quella locale.In ragione di ciò, a seguito dell’Accordo istituzionale dell’11 ottobre 2011 e del conferimento alla Regione dell’autonomia costitutiva, ha preso avvio una riflessione su progetti di redistribuzione/razionalizzazione delle competenze tra i due livelli di governo e sulla promozione di politiche di cooperazione e partenariato orientate a rendere più efficaci e coerenti le rispettive azioni amministrative.
Aspetti finanziari relativi a:la Regione di Bruxelles-Capitalela Ville de Bruxelles (e gli altri Comuni della Regione)Le principali fonti di finanziamento delleRegioni sono rappresentate dai finanziamenti provenienti dal Governo federale e dalle imposte regionali (ivi compresa l’addizionale regionale all’imposta sulle persone fisiche-IPP)(45) . La legge dispone che le Regioni esercitino le competenze fiscali nel rispetto del principio della concertazione con gli altri livelli di governo.Gli enti federati possono, inoltre, contrattare prestiti con il Governo federale.Alla Regione di Bruxelles-Capitale (ex legge speciale sui finanziamenti delle Comunità e delle Regioni del 16 gennaio 1989) sono assegnati finanziamenti specifici: una dotazione speciale destinata alla politica della mobilità;risorse di compensazione erogate al fine di tener conto dell’elevata presenza nella Regione di funzionari internazionali i cui redditi sono esenti da IPP (con conseguente perdita di entrata per la Regione); una ulteriore compensazione (finanziata dalle altre due Regioni secondo un criterio di proporzionalità) derivante dal fatto che i proventi dall’IPP dei pendolari (navetteurs) affluiscono alla Regione in cui essi hanno il domicilio fiscale e non a quella da cui provengono i loro redditi professionali; un prelievo sui proventi dell’IPP federale, destinato a confluire in una delle due sezioni del Fondo di finanziamento del ruolo internazionale e della funzione di capitale di Bruxelles (cd. Fondo Beliris), istituito dalla legge del 10 agosto 2001. Si tratta della sezione dedicata alle spese di sicurezza derivanti dall’organizzazione di vertici europei a Bruxelles, nonché alle spese per la sicurezza e la prevenzione connesse con la funzione di capitale nazionale e internazionale di Bruxelles. Ulteriori risorse, pari a 125 milioni di euro annui, confluiscono – ai sensi della legge del 10 agosto 2001 – nell’altra sezione del Fondo, destinata propriamente al finanziamento del ruolo internazionale e della funzione di capitale di Bruxelles.Infine, un ulteriore contributo è attribuito alla Regione in applicazione dell’art. 46-bis della legge speciale relativa alle istituzioni di Bruxelles (si tratta di una risorsa federale che transita attraverso la Regione per essere redistribuita a determinati Comuni: cfr. infra).I documenti relativi al bilancio della Regione di Bruxelles-Capitale per il 2021 sono consultabili alla seguente pagina web: https://finances-budget.brussels/budget-2028.Le più rilevanti fonti di finanziamento dei Comuni della Regione di Bruxelles-Capitalesono costituite dalla fiscalità comunale e dai trasferimenti da parte di altri livelli di governo. Il Consiglio comunale detiene il potere di tassazione ai sensi dell’art. 170, paragrafo 4, Cost. La legge autorizza i Comuni a stabilire tasse addizionali a imposte federali e regionali(46) . I Comuni possono, inoltre, contare su tasse propriamente comunali (quali i diritti sul rilascio dei documenti amministrativi)disciplinate con regolamenti approvati dal Consiglio comunale(47) . La procedura di riscossione delle tasse propriamente comunali è disciplinata dall’ordinanza del 3 aprile 2014. Per quanto concerne itrasferimenti da parte di altri livelli di governo, ogni Comune riceve annualmente dalla Federazione, senza vincolo di destinazione, la dotazione federale.Ai Comuni della Regione di Bruxelles-Capitale spetta una dotazione generale a carico del bilancio regionale. Ai Comuni che abbiano almeno un échevin o un Presidente di Centro di azione sociale appartenente al gruppo neerlandofono è destinata la dotazione speciale di cui all’art. 46-bis della legge speciale del 12 gennaio 1989.A tali finanziamenti, di carattere obbligatorio, si aggiunge un finanziamento, cd. “contrattuale”, finalizzato a promuovere lo sviluppo economico della Regione di Bruxelles-Capitale, la cui erogazione è subordinata alla conclusione di un contratto, tra la Regione e il Comune, incidente sullo sviluppo economico locale (ordinanza del 19 luglio 2007).Ulteriori finanziamenti regionali – gestiti e controllati da Bruxelles Pouvoirs Locaux – sono destinati a investimenti e lavori pubblici, alle infrastrutture sportive comunali, ad altri progetti specifici.In caso di difficoltà finanziaria, i Comuni possono fare ricorso al Fondo regionale brussellese di rifinanziamento delle tesorerie comunali (istituito con ordinanza dell’8 aprile 1993). Ai fini della concessione del prestito, è conclusa una convenzione tra il Comune e il Fondo avente ad oggetto un piano di risanamento comunale.Il bilancio comunale è votato dal Consiglio comunale e sottoposto all’approvazione del Governo della Regione di Bruxelles-Capitale, che esercita la tutela amministrativa sui Comuni del territorio regionale.Con ordinanza del 5 marzo 2009, il Parlamento regionale ha imposto ai Comuni l’obbligo di predisporre un Piano comunale triennale, parte integrante del bilancio comunale, suddiviso in due parti: una Nota di orientamento, che illustra le linee fondamentali dell’azione politica per i successivi tre anni, e un Piano di gestione, che traduce le previsioni della Nota in stime finanziarie e previsioni di bilancio.Con riferimento all’anno 2021, la Ville de Bruxelles ha approvato: i) un bilancio ordinario, che non tiene conto delle misure connesse alla crisi sanitaria da Covid-19, nel quale le entrate e le spese risultano in equilibrio; ii) un bilancio ordinario, che tiene conto delle spese connesse alla crisi sanitaria, in cui le spese superano le entrate, determinando un deficit. Con circolare finanziaria del 2021 è stata prevista l’ammissibilità di un eventuale deficit per l’esercizio finanziario 2021 a condizione che sia dimostrata la sua derivazione dall’impatto della crisi sanitaria; iii) un bilancio straordinario, che tiene conto dei progetti di investimento della Ville in diversi settori (tra i quali la mobilità, l’istruzione, le infrastrutture culturali e sportive).I documenti relativi al bilancio della Ville de Bruxelles per il 2021 sono consultabili alla seguente pagina web: https://www.bruxelles.be/budget-communal.

32) Il Comune di Bruxelles, con una superficie di 32,6 km², copre il 20 per cento del territorio regionale.

33) L’hinterland è individuato, nell’Accordo istituzionale del 2011, in una zona socio-economica che conta 1,8 milioni di abitanti e si estende su circa 35 Comuni situati nelle Fiandre e nella Vallonia.

34) In particolare, con legge speciale del 6 gennaio 2014, è stata approvata una riforma della legge speciale sui finanziamenti delle Regioni e delle Comunità (legge speciale del 16 gennaio 1989), che ha dato luogo a un ampliamento dell’autonomia fiscale delle Regioni e ha disposto il finanziamento di ulteriori competenze.

35) Vale la pena precisare che le tre Commissioni (Commissione comunitaria francese, Commissione comunitaria fiamminga e Commissione comunitaria comune) delle due Comunità (francofona e neerlandofona) presenti nel territorio della Regione di Bruxelles-Capitale non sono istituzioni regionali, per quanto i loro consigli e i loro organi esecutivi siano composti da membri del Parlamento e del Governo regionali. In particolare, gli 89 deputati del Parlamento regionale formano anche l’Assemblea riunita della Commissione comunitaria comune (ARCCC). La legge speciale del 12 gennaio 1989 definisce le tre Commissioni quali istituzioni dotate di personalità giuridica, costituite per l’esercizio delle competenze di cui agli articoli 135 e 136 della Costituzione.

36) Non fanno propriamente parte del Governo, ma possono assistere alle riunioni di esso, i tre Segretari di Stato regionali, eletti dal Parlamento su proposta del Governo. Almeno uno dei Segretari di Stato deve appartenere al gruppo linguistico neerlandese.

37) All’art. 77 Cost. sono elencate le materie e le tipologie di atti legislativi di competenza esclusiva del livello federale. Altre disposizioni costituzionali riconducono alla competenza esclusiva della Federazione ulteriori particolari discipline.

38) La legge speciale è deliberata con la maggioranza qualificata prevista all’art. 4 della Costituzione, vale a dire i due terzi dei voti delle Camere e la maggioranza dei voti di ciascuno dei due Gruppi linguistici ivi costituiti.

39) Tali competenze riguardano l’utilizzo delle lingue (art. 30 Cost.), nonché ulteriori materie (culturali e di insegnamento, le cd. “materie personalizzabili”, l’impiego delle lingue in determinati settori) attribuite, dagli articoli da 127 a 129 Cost., alla competenza dei Parlamenti delle Comunità francese e fiamminga.

40) A seguito delle modifiche apportate dalla legge speciale relativa alla sesta riforma dello Stato del 6 gennaio 2014, è stato considerevolmente arricchito l’elenco delle materie attribuite alle Regioni ai sensi dell’art. 39 Cost.

41) Sono state pertanto affidate alla Regione le competenze in materia di: sport e finanziamento delle infrastrutture sportive comunali; formazione professionale, con il vincolo di tener conto del carattere specifico della città; belle arti e patrimonio culturale, musei e istituzioni scientifiche.

42) Tra essi: la Société des Transports Intercommunaux de Bruxelles (STIB, in cui la Regione detiene il 99 per cento del capitale), che fornisce il servizio di trasporto pubblico, gestendo la metro e la rete di bus e di tram; la Société du Logement de la Région Bruxelles-Capitale (SLRB), la quale, in collaborazione con le Sociétés immobilières de service public (SISP), provvede ai bisogni abitativi e alla gestione degli alloggi sociali; Actiris, incaricata di gestire i servizi per l’impiego; il Servizio antincendio e di assistenza medica di urgenza (SIAMU).

43) Unitamente alle competenze, la Regione ha ereditato dall’Agglomération alcune strutture che – sorte in origine come frutto di una cooperazione intercomunale – continuano oggi a funzionare come istituzioni pararegionali. Tale è, ad esempio, l’Agenzia Bruxelles Propreté, che ha in carico la raccolta e la gestione dei rifiuti e la pulizia degli spazi pubblici.

44) Nello specifico, l’art. 135 della Nouvelle Loi Communale affida all’autorità comunale: l’esecuzione dei lavori pubblici a carico del Comune; l’amministrazione degli immobili di proprietà comunale; la manutenzione e sicurezza dei luoghi di passaggio (strade, piazze, etc.) per ciò che concerne la pulizia, la rimozione dei rifiuti, l’illuminazione, la sicurezza dei passanti; la tutela della tranquillità pubblica; il mantenimento dell’ordine nei luoghi dove si svolgono riunioni di persone; la prevenzione e il contrasto di calamità quali incendi ed epidemie; l’assunzione delle misure necessarie, ivi comprese le ordinanze di polizia, atte a contrastare ogni forma di inciviltà.

45) Alle Regioni è attribuita la possibilità di stabilire centesimi addizionali su una parte dell’IPP, cd. “Etat réduit”, con il vincolo di non ridurre la progressività dell’imposta medesima. Ulteriori imposte regionali sono: i diritti di registrazione sulla vendita di immobili e sulla costituzione di ipoteca, i diritti di donazione e di successione, l’imposta immobiliare (cd. “preconto immobiliare”-PRI), le tasse di circolazione, le tasse su giochi e scommesse.

46) Sono tali: la tassa addizionale comunale all’imposta (federale) sulle persone fisiche (IPP), stabilita annualmente da ciascun Comune sotto forma di percentuale; i centesimi addizionali all’imposta regionale sulla proprietà immobiliare (cd. preconto immobiliare-PRI); i centesimi addizionali alla tassa regionale sugli alloggi turistici.

47) I regolamenti fiscali della Ville de Bruxelles sono consultabili alla seguente pagina web: https://www.bruxelles.be/taxes-communales.

LONDRA

  • Superficie:1.572 Km2
  • Abitanti:9.002.488
Tipologia di enteLondra (Greater London) costituisce un’entità territoriale separata che presenta alcune caratteristiche specifiche nell’àmbito dell’ordinamento degli enti territoriali nel Regno Unito. Essa è articolata in 32 Boroughs cui si aggiunge la City of London.Secondo i dati (stimati) aggiornati al primo semestre 2020, il Borough più popoloso (Barnet) conta 399.007 abitanti ed ha una superficie di circa 86,7 Km2; quello meno popoloso (Kensington and Chelsea) conta 156.864 abitanti ma è, con la sua superficie di poco più di 12 Km2, il più densamente popolato. Per ragioni storiche e culturali, il Borough di Westminster, che comprende il nucleo più antico della città, assume la denominazione di City of Westminster. La City of London (o, semplicemente, City) non fa parte, invece, dei Boroughs e, rispetto ad essi, ha minore popolazione (10.938 residenti) e superficie (2,9 Km2)(48) .
Quadro normativoL’assetto attuale del governo della città di Londra è stato disciplinato con legge del Parlamento, il Greater London Authority Act 1999 e successive modificazioni, tra le quali si segnala, in particolare, il GLA Act 2007. Inoltre, la legge sull’ordinamento degli enti locali in Inghilterra e Galles del 2011 (Localism Act) reca, alla parte ottava, una specifica disciplina su Londra. Hanno inciso sull’assetto istituzionale di Londra – riguardo alle materie dell’ordine pubblico e sicurezza e dell’antincendio e soccorso – le leggi Police Reform and Social Responsibility Act 2011 e Policing and Crime Act 2017.
GovernanceLa legge del 1999 ha istituito la Greater London Authority, composta dal sindaco (Mayor of London) e dai 25 membri dell’Assemblea di Londra (London Assembly). Con questa legge venne quindi istituito un organismo con competenza su tutta la Greater London, costituita in entità territoriale separata, distinta dalle otto regioni del Regno Unito e dotata di un proprio ordinamento specifico. Il sindaco e l’Assemblea di Londra sono eletti ogni quattro anni nel mese di maggio, contemporaneamente, ma in maniera disgiunta, rendendo possibile l’elezione di un sindaco di provenienza politica diversa rispetto alla maggioranza dell’Assemblea. Il primo sindaco di Londra è stato eletto nel maggio del 2000, a seguito del referendum sull’istituzione della GLA (come previsto da apposita legge del Parlamento del 1998) che ha fatto registrare la vittoria dei “sì” con il 72% dei voti. Il sindaco è eletto con il sistema del “voto supplementare”. È un sistema maggioritario a un turno, in cui l’elettore ha la facoltà di esprimere, oltre ad una prima preferenza per il candidato prescelto (first choice), un’altra preferenza per il candidato che risulta secondo nel suo ordine di gradimento (second choice). Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta con le prime preferenze, si passa ad un secondo conteggio, cui accedono solo i due candidati con il maggior numero di prime preferenze. Le seconde preferenze degli altri candidati vengono aggiunte a quelle già ottenute dai due candidati e viene eletto chi consegue il maggior numero di prime e seconde preferenze. Le ultime elezioni si sono tenute il 6 maggio 2021, a causa del differimento della tornata elettorale del 2000 deciso a seguito dell’emergenza da COVID-19, risultando rieletto il sindaco uscente, il laburista Sadiq Khan. I precedenti sindaci di Londra eletti direttamente sono Ken Livingstone (2000-2008) e Boris Johnson (2008-2016).La legge del 1999 prevede, inoltre, l’istituzione di functional bodies, dipendenti dalla GLA, cui sono affidati compiti esecutivi in diversi àmbiti di competenza (v. infra). Riguardo ai Boroughs, si ricorda che i loro consigli sono eletti direttamente ogni quattro anni, mentre solo in quattro casi il loro Mayor è eletto dai cittadini (così nell’ultima tornata del 2018) .Una autorità unica competente su tutta la “grande Londra” mancava dal 1986, quando il Local Government Act 1985 abolì il Greater London Council (istituito nel 1965) insieme ad altri sei council di altre aree metropolitane inglesi (questi ultimi istituiti nel 1972). Insieme all’elezione diretta del sindaco, l’istituzione della GLA ha quindi costituito un rilevante momento di discontinuità rispetto al precedente ordinamento della città. Occorre inoltre ricordare che negli stessi anni, a seguito dell’approvazione del Local Government Act 2000, è stato avviato un complesso processo di riforma che mirava ad introdurre la possibilità, fino ad allora non prevista all’ordinamento degli enti locali britannici, dell’elezione diretta del Mayor. Dopo l’esempio di Londra, anche a seguito dello svolgimento di referendum locali, in alcune città, “aree metropolitane” o “regioni”, comprendenti una molteplicità di local authorities, si sono svolte elezioni dirette del Mayor. A titolo di esempio, ai sensi del Local Democracy, Economic Development and Construction Act 2009 è stata istituita la Greater Manchester combined authority, con competenze sulla “grande Manchester”(GMCA), un territorio in passato amministrato dal council abolito dal 1986 (v. sopra). Nel 2017 ha avuto luogo la prima elezione diretta del suo Mayor. Sebbene l’assetto della città sia stato spesso accostato all’ordinamento londinese, in particolare per la presenza di un sindaco eletto con poteri che presentano analogie con quelli del Mayor of London, occorre sottolineare che l’Assemblea di Manchester (come delle altre Autorità sorte con la legge del 2009) non è eletta direttamente dai cittadini, essendo formata da consiglieri eletti, in secondo grado, dai consigli dei dieci boroughs della città.
FunzioniIl sindaco detiene il potere esecutivo. Ha un potere generale di impulso e appronta i piani strategici integrati per la città, anche attraverso documenti unici comprensivi di diverse aree di intervento. Sebbene i documenti strategici non siano soggetti ad un’approvazione formale da parte dell’Assemblea, il Mayor è tenuto a consultarla, insieme agli organi funzionali che devono dare attuazione ai piani, in uno spirito di leale collaborazione. L’Assemblea può emendare le iniziative proposte dal sindaco con la maggioranza dei due terzi. Essa ha il potere di chiamare il sindaco e i suoi collaboratori a dar conto delle iniziative prese, anche su base regolare. Oltre ad essere interpellato su questioni specifiche, il sindaco è chiamato a partecipare, per dieci volte l’anno, al question time. L’Assemblea ha un proprio bilancio, è articolata in commissioni (permanenti e speciali). Tra queste, la Confirmation Hearings Committee convoca in audizione taluni soggetti nominati dal sindaco, senza comunque poter esercitare un potere di veto sulla nomina.La competenza in materia di bilancio e sviluppo economico della città è direttamente attribuita al sindaco, che la esercita attraverso la medesima GLA. Sono inoltre attribuite al sindaco specifiche funzioni fra cui quelle in materia di ambiente, gestione del territorio e servizi sociali. La legge sull’ordinamento locale Localism Act 2011(Section 191) ha attribuito ulteriori compiti al sindaco e alla GLA rispetto alla legge del 1999. Essa ha, tra l’altro, abolito l’organo funzionale con competenze in materia di sviluppo economico della città denominato London Development Agency (LDA), insieme ad una pluralità di organismi preesistenti che gestivano singole porzioni del territorio di Londra.Come accennato, l’assetto delineato a partire dalla legge del 1999 prevede l’istituzione di “organi funzionali” (functional bodies), dipendenti dalla GLA e competenti nelle seguenti materie: Trasporti: Transport for London (TfL);Polizia: Mayor’s Office for Policing and Crime (MOPAC) che sovrintende alla polizia metropolitana; giova ricordare che nella City opera un corpo di polizia autonomo che non dipende quindi dal MOPAC;Soccorso e antincendio: London Fire Commissioner (LFC).Ad essi possono aggiungersi, su iniziativa del sindaco, le c.d. Mayoral Development Corporation (MDC). Esse sono previste dalla Section 198 della legge sull’ordinamento locale Localism Act 2011, con il compito di approntare iniziative per lo sviluppo e la gestione di determinate aree urbane. Tra esse figurano London Legacy DC (LLDC) e Old Oak and Park Royal DC (OPDC), competenti, rispettivamente, per il Parco olimpico di Londra e per un’ampia area ricadente nel quadrante ovest di Londra. Occorre rilevare che, sebbene abbiano base normativa e funzioni territorialmente limitate rispetto a TfL, MOPAC e LFC, anche tali MDC sono indicati con la qualifica di functional body (ad esempio nei documenti di bilancio, che parlano di sette “organi costitutivi” del “gruppo GLA”, comprendenti anche il sindaco e l’Assemblea). Gli enti MDC sono istituiti con provvedimento ministeriale (order emanato dal Segretario di Stato ed esaminato dal Parlamento) ma è il sindaco a proporne l’istituzione e a designare i membri. Nell’ordinamento locale del Regno Unito, tali corporation si configurano tradizionalmente quali enti istituiti direttamente con provvedimenti del Governo centrale. Nella stessa città di Londra, prima della legge del 2011, erano state istituite, ad esempio, la London Docklands, che ha operato dal 1981 al 1998 per il recupero urbano delle vecchie aree portuali, nonché la London Thames Gateway (2004-2013) per il recupero di alcune zone del settore nordorientale della città. La legge attribuisce comunque al sindaco di Londra un più ampio potere di iniziativa per l’istituzione di tali corporation.L’assetto dei functional body delineato dalla legge del 1999 è stato oggetto di modifiche da parte di successivi interventi normativi. A seguire se ne dà conto sinteticamente.La competenza su trasporto pubblico – di superficie, ferroviario, metropolitano – e altri aspetti connessi alla viabilità quali la regolamentazione delle licenze dei taxi è affidata al Transport for London (TfL), società di proprietà pubblica. Il sindaco può presiedere la TfL (si tratta di una facoltà finora sempre esercitata) e nomina i membri del board. Il sindaco predispone le strategie complessive per il trasporto cittadino, può disporre il finanziamento di nuovi servizi, promuovere investimenti e approvare modifiche al sistema delle tariffe e di emissione dei biglietti per il trasporto pubblico.Le vicende connesse alle esigenze di rinnovamento della metropolitana di Londra hanno assunto notevole importanza nella definizione degli assetti attuali del trasporto pubblico londinese. Tra i punti del manifesto laburista per le elezioni del 1997 vi era la proposta di procedere all’ammodernamento della vetusta rete metropolitana della capitale attraverso un partenariato pubblico-privato (PPP). Nel 2003 London Underground Limited (cui subentrò a TfL nel 2003) sottoscrisse accordi trentennali con i consorzi privati Tube Lines e Metronet per la manutenzione e il rinnovo delle linee. Il ritardo nel perfezionamento del partenariato rispetto all’emanazione del GLA Act 1999 fu causato, tra l’altro, dall’opposizione, sfociata in un’azione legale, da parte dell’allora sindaco, l’indipendente Ken Livingstone. Si ricorda qui solamente che gli accordi relativi al PPP prevedevano l’erogazione di circa un miliardo di sterline per anno da parte del Governo centrale alla TfL, (cfr. NAO, London Underground PPP: Were they good deals?, ). Nel 2007 Metronet entrò tuttavia in regime di amministrazione controllata, seguita dalla crisi di Tube Lines nel 2009. Seguì l’acquisizione delle società private all’interno del consorzio Tube Lines nel maggio 2010 da parte di TfL (cfr. House of Commons Library, London Underground PPP: background, 2012). Il Police Reform and Social Responsibility Act 2011 ha istituito la figura del commissario competente per la polizia ed il crimine nei distretti dell’Inghilterra e del Galles definiti dal Police Act 1996. A Londra la carica di commissario è stata attribuita al sindaco, posto a capo del MOPAC. Le funzioni di impulso e controllo attribuite dalla legge ai panel costituiti in ciascun distretto, sono svolte da apposita commissione dell’Assemblea, espressamente prevista dalla section 32 della medesima legge del 2011. Contestualmente, è stato abrogato l’organo funzionale denominato Metropolitan Police Authority (MPA). Occorre sottolineare che nella City of London esiste un corpo di polizia separato, che non dipende dal MOPAC.Inoltre, il Policing and Crime Act 2017 ha istituito il London Fire Commissioner (LFC) e previsto l’attribuzione delle competenze in materia di soccorso e antincendio ad un Vicesindaco, stabilendo l’abolizione dell’organo funzionale precedente, denominato London Fire and Emergency Planning Authority (LFEPA).Altre funzioni sono svolte direttamente dai Boroughs, talvolta in forma associata. Anche su tali materie, al sindaco spettano comunque compiti di pianificazione generale. Si riportano qui di seguito alcune sintetiche indicazioni riguardanti materie che non rientrano nella competenza della GLA e dei functional bodies.Rifiuti. Il servizio di raccolta dei rifiuti è affidato ai Boroughs che possono procedere in house o attraverso società private. Quanto al conferimento dei rifiuti, sono previste, a Londra come in altre città, le Waste Disposal Authorities (WDA), disciplinate dal Environmental Protection Act 1990(e comunque preesistenti a tale legge). Ad esse non aderisce la City of London. Inoltre, alcuni Boroughs londinesi, in forma associata, hanno costituito soggetti autonomi che si occupano sia della raccolta, sia del conferimento dei rifiuti (per ulteriori informazioni, si veda qui). Rimane al sindaco la definizione delle strategie generali in materia, spesso delineate all’interno della più ampia “Strategia per l’ambiente” (la più recente è stata emanata nel 2018). L’Agenzia per l’ambiente (competente per il territorio dell’Inghilterra) rilascia le autorizzazioni per la raccolta, deposito, riciclo e conferimento in discarica dei rifiuti.Si segnala che la pluralità di soggetti competenti per la gestione dei rifiuti a Londra non è caratteristica comune ad altre grandi realtà urbane: a Manchester, ad esempio, opera un’unica Autorità (la WDA di Greater Manchester). Edilizia residenziale. Materia affidata ai Boroughs. Al riguardo si segnala che la legge del 2011 sull’ordinamento locale (Localism Act) ha devoluto le funzioni in materia di pianificazione edilizia direttamente alla GLA, abolendo una preesistente agenzia denominata Homes and Communities Agency (HCA).Biblioteche e servizi culturali, servizi scolastici, manutenzione stradale e parcheggi, titoli di viaggio per disabili: si tratta di compiti affidati ai vari Boroughs.I Boroughs sono competenti per il rilascio di licenze ed autorizzazioni, ad esempio le autorizzazioni per l’avvio di attività commerciali o di lavori di edilizia.
Aspetti finanziari(49)Il bilancio del “gruppo GLA” è presentato dal sindaco. Esso è articolato nel bilancio della medesima GLA (suddiviso tra bilancio del sindaco e dell’Assemblea) e degli “organi funzionali” (MOPAC, LFC, TfL, LLDC e OPDC). Nel predisporre il documento di bilancio, il sindaco dispone di margini di autonomia decisionale variabili. Peraltro, nei documenti di bilancio viene data specifica evidenza alle somme nella disponibilità diretta del sindaco. Il bilancio beneficia di diverse fonti di finanziamento e la copertura delle spese ivi allocate è destinata a gravare anche sulla tassazione locale. Per ciascuno degli “organi componenti” del gruppo GLA, il bilancio contiene le somme necessarie alla copertura delle spese correnti e, dopo aver scorporato le entrate derivanti da trasferimenti del Governo o da altre fonti di finanziamento, il sindaco determina la componente (council tax requirement) gravante sulle imposte locali sugli immobili riscosse dai Boroughs e dalla City. I Boroughs e la City of London hanno mantenuto la loro qualifica di billing authorities, ossia di enti che svolgono la funzione di riscossione delle tasse locali sugli immobili nei territori di competenza, anche dopo la riforma del 1999. Dopo l’emanazione delle linee guida e lo svolgimento di un procedimento di consultazione, il sindaco presenta il progetto di bilancio all’Assemblea in dicembre, ai sensi della legge GLA Act 1999, Schedule 6. Una volta approvato dall’Assemblea, tale documento è pubblicato in versione definitiva (final consolidated budget) e presentato nuovamente all’Assemblea dal Mayor, il quale può non accogliere le eventuali modifiche proposte, motivando per iscritto la sua decisione. L’Assemblea procede quindi in seduta pubblica alla discussione e all’approvazione del bilancio (entro il mese di febbraio) e può approvare emendamenti con la maggioranza dei due terzi dei membri. La decisione di bilancio costituisce quindi, nel suo complesso, una possibilità di negoziazione da parte dell’Assemblea in merito alle linee strategiche proposte dal sindaco.Oltre alla quota derivante dalla tassazione locale ordinaria, tra le entrate destinate al bilancio del “gruppo GLA” si segnalano: le tariffe sulla mobilità urbana previste dal GLA Act 1999: il pedaggio per l’accesso delle auto private alle zone centrali (road pricing), la tassa sulle emissioni, la tassa sui parcheggi. Da settembre 2019 è entrata in vigore l’ulteriore Ultra Low Emission Zone (ULEZ) per l’accesso alle zone centrali; la tassa applicata alle nuove strutture edificate che abbiano un’area pari o superiore 100 metri quadrati (CIL – Community Infrastructure Levy) introdotta dal Planning Act 2010 e applicabile a tutti gli enti locali inglesi; un prelievo straordinario di durata venticinquennale dal 2010, destinato al finanziamento della nuova ferrovia Crossrail, nella zona sud-est di Londra, che si applica alle grandi proprietà non adibite ad abitazione nonché ad edifici al di sopra di una determinata soglia di valore.Si tratta quindi sia di entrate peculiari del bilancio londinese, sia di entrate previste per la generalità degli enti territoriali inglesi. Assumono poi particolare rilievo, per il settore dei trasporti, le somme derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio e destinate al bilancio TfL. Inoltre, la GLA è abilitata ad accedere al prestito e a contrarre mutui, entro i limiti stabiliti per gli enti locali dal Prudential Code disciplinato dal Local Government Act 2003.Per l’annualità 2021-22, la previsione di spesa corrente complessiva del Gruppo GLA ammonta a 13.804,4 milioni di sterline (cfr. bilancio 2021-22, p. 6). La voce più cospicua, pari a 7.530 milioni di sterline, è destinata ai trasporti (TfL), seguita dalle funzioni di polizia facenti capo al MOPAC, la cui spesa prevista ammonta 3.968,2 milioni. Tali componenti costituiscono, quindi, l’83,3% del bilancio totale. La spesa riconducibile alle funzioni svolte dal sindaco ammontano a 1.742,9 milioni di sterline (12,6% del totale). LFC (incendio e soccorso) incide per il 3,5% (489,3 milioni). Le altre voci (Assemblea, LLDC e OPDC) raggiungono, insieme, lo 0,5% circa delle spese complessive. Le spese in conto capitale ammontano a 5.572,3 milioni, riconducibili principalmente a TfL (2.821,5 milioni) e al sindaco (2.080,7 milioni).Le spese correnti e in conto capitale ammontano quindi a 19.376,7 milioni nel bilancio di previsione 2021-22, con un incremento rispetto all’anno precedente pari all’11%. Si tratta di un incremento ricondotto, dalle relazioni di accompagnamento, al permanere della crisi economica determinata dall’emergenza da COVID-19.Riguardo alle somme a diretta disposizione del sindaco, esse ammontano a 4.115,3 milioni di sterline (cfr. bilancio 2021-22, p. 14). Le principali voci risultano essere le entrate dalla componente destinata alla greater London della council tax, gravante sugli immobili ad uso residenziale (pari a 1.096,6 milioni di sterline) e dalla tassazione sugli immobili ad uso commerciale e per uffici (2,995.2 milioni).Riguardo alle entrate, i finanziamenti del Governo (suddivisi in finanziamenti di carattere generale e finanziamenti con specifiche destinazioni) ammontano complessivamente a 6.124,8 milioni di sterline. Il 93% di tali finanziamenti sono destinati alla polizia e ai trasporti (2.949,2 milioni a TfL e 2.771,4 milioni a MOPAC). A tale riguardo giova ricordare che nel bilancio di previsione definitivo per l’annualità 2019-20, precedente quindi all’emergenza da COVID-19, il finanziamento del Governo a favore di TfL ammontava a 42,6 milioni di sterline, tutti ascrivibili ai trasferimenti con specifica destinazione, risultando azzerato il finanziamento di carattere generale. L’incremento di tali somme è ricondotto alla diminuzione dei titoli di viaggio venduti nel periodo della pandemia. Anche i finanziamenti del Governo al MOPAC (2.436,4 milioni di sterline nel 2019-20) e a LFC (da 12,5 milioni per il 2019-20 a 40,2 per il 2021-22) hanno subito un aumento apprezzabile a seguito della pandemia.

48) I dati sulla popolazione sono reperibili alla pagina London’s population sul sito della Greater London Authority – GLA. Sono qui riportati i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica del Regno Unito (ONS) con l’avvertenza che, nel medesimo sito, sono presentate anche altre stime con alcuni scostamenti. I dati sulla superficie sono estratti dalla pagina London Borough Profiles and Atlas (2018).

49) Il presente paragrafo tiene conto del seguente contributo curato dalla Biblioteca della Camera dei deputati: I finanziamenti statali alle città capitali in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, Legislazione straniera, Guida alla documentazione, 28 marzo 2014 (con aggiornamenti al 15 ottobre 2018 e al 12 gennaio 2021).

MADRID(50)

  • Superficie: 604,3 km²
  • Abitanti: 3.312.310
Tipologia di enteIlsistema di amministrazione di Madrid è strutturato su due livelli di governo: municipale e regionale. Il livello municipale è rappresentato dal Comune di Madrid (Ayuntamiento), quello regionale dalla Comunità autonoma (Comunidad Autonoma). La Comunità Autonoma si estende sul territorio della preesistente provincia di Madrid e ne ha assorbito personale e strutture, oltre alle competenze che sono state comunque ridisciplinate al momento dell’istituzione della Comunità. La Comunità autonoma ha assorbito anche il COPLACO, una commissione con competenze di programmazione urbanistica nell’area provinciale, istituita da una norma sull’area metropolitana di Madrid del 1963 (v. infra). Il territorio del Comune è suddiviso in ventuno “distretti” (Distritos). La Comunità autonoma conta una popolazione di 6.779.888 abitanti nel 2020 (fonte: Anuario Estadístico della Comunità) ed ha una superficie di 8.021,8 km2 e comprende 179 Municipi (compresa Madrid). Quanto ai distretti del Comune di Madrid, Carabanchel è il più popoloso (258.633 abitanti), Barajas (50.077 abitanti) il meno popoloso (stime al 1° gennaio 2021). Il più esteso è Fuencarral – El Pardo con 243,45 km2. Esso si colloca sensibilmente al di sopra degli altri distretti, essendo Villa de Vallecas il secondo distretto per estensione con i suoi 51,56 km2. Il distretto più piccolo è Chamberì (4,69 km2).
Quadro normativoMadrid è capitale della Spagna e dell’omonima Comunità autonoma per espressa previsione normativa. L’art. 5 della Costituzione spagnola, infatti, designa la città (villa) di Madrid quale capitale dello Stato, mentre l’art. 5 dello Statuto della Comunidad Autonoma de Madrid – approvato con la legge organica dello Stato n. 3/1983 – designa la città come capitale della Comunità. L’art. 6 dello Statuto demanda, inoltre, ad una legge statale la definizione del regime della città capitale dello Stato. Dal tenore delle norme richiamate appare come le funzioni afferenti al ruolo di capitale dello Stato siano affidate alla città, non alla Comunità autonoma che la comprende. In attuazione del citato art. 6 dello Statuto, la Ley 22/2006, de 4 de julio(di seguito “Legge”) regola “il regime speciale della Città di Madrid così come le caratteristiche della stessa in quanto capitale dello Stato e sede delle istituzioni fondamentali, senza pregiudizio delle competenze della Comunità di Madrid” (art. 1). La Legge si compone di 55 articoli suddivisi in un “Titolo preliminare” – costituito dai primi due articoli, dedicati rispettivamente all’oggetto della legge e all’autonomia municipale – e da quattro Titoli. Seguono, infine, le disposizioni addizionali e transitorie. Il Titolo I dispone in merito al regime giuridico derivante dallo status di capitale. Il Titolo II disciplina il governo della città. Il Titolo III regola le competenze della capitale ed il Titolo IV reca norme sul regime giuridico ed in materia di procedimento amministrativo.Norme speciali su Madrid erano state già dettate dal decreto n. 1674/1963. La sesta disposizione aggiuntiva della legge sull’ordinamento locale spagnola (Ley 7/1985, Reguladora de las Bases del Régimen Local) faceva salva tale normativa prevedendo che la stessa rimanesse in vigore fino all’emanazione della legge su Madrid capitale. La medesima disposizione menziona anche le norme sul regime speciale di Barcellona (decreto 1166/1960) la quale, come Madrid, era stato oggetto di specifiche previsioni, in quanto “grande metropoli” della Spagna. Si segnala, inoltre, che lo Statuto della Comunità autonoma, pur qualificando espressamente la città di Madrid quale capitale sede delle istituzioni regionali, prevede comunque che alcuni organismi, servizi o distaccamenti possano essere localizzati in municipi diversi dalla capitale (art. 5).
GovernanceCome chiarisce la Parte III del Preambolo della Legge, il modello organizzativo politico e amministrativo della Villa de Madridintende dare attuazione a quanto previsto dalla legislazione sull’ordinamento locale ed in particolare dal Titolo X (recante la disciplina sul governo delle grandi città) della citata Ley n. 7/1985 Il medesimo Preambolo esplicita come, per far fronte alle questioni poste dallo status di capitale, l’assetto delineato per Madrid miri ad una più netta suddivisione di competenze tra l’organo esecutivo e quello legislativo, riservando all’esecutivo maggiori poteri e sottolineando la separazione tra il governo e l’amministrazione municipale. Per quanto non espressamente disciplinato dalla Legge, la norma rinvia alla disciplina generale sull’ordinamento locale spagnolo. L’art. 7 della Legge (il primo articolo del Titolo II dedicato al governo municipale) pone espressamente la separazione dei poteri tra il Consiglio comunale e gli organi dell’Esecutivo. Occorre ricordare, tuttavia, come il Sindaco rivesta il ruolo di Presidente del Consiglio comunale (Pleno), così a Madrid come negli altri comuni spagnoli. L’amministrazione del Comune è quindi garantita dal sindaco (Alcalde), dal Consiglio (Pleno o Ayuntamiento Pleno) e da un organo esecutivo (Junta de Gobierno).Il Consiglio, eletto direttamente ogni quattro anni, è l’organo di massima rappresentanza politica eletto dai cittadini, secondo le norme previste dal procedimento elettorale municipale di cui al Titolo III della legge elettorale generale, la Ley Orgánica 5/1985. Al Consiglio viene riconosciuto il potere di approvare gli atti normativi e determinati atti amministrativi di rilievo per la città. Il Consiglio elegge (e può destituire con un procedimento di sfiducia costruttiva) l’Alcalde. È composto da 57 consiglieri (Concejales) ed organizza i propri lavori mediante l’istituzione di Commissioni permanenti ordinarie o speciali, costituite in modo da rispettare, al loro interno, la proporzione dei gruppi politici presenti nel Consiglio. Il ruolo dell’Alcalde di Madrid è disciplinato dall’art. 14 della Legge. Esso reca disposizioni analoghe a quelle previste in materia dalla legge sull’ordinamento locale (Ley 7/1985). L’Alcalde rappresenta il Comune, ne dirige la politica, il governo e l’amministrazione municipale. Egli sceglie, tra i membri del Pleno o anche tra soggetti esterni, i membri della Junta, che esercita le funzioni esecutive ed amministrative previste dalla Legge. Le ultime elezioni comunali si sono svolte il 26 maggio 2019. L’Alcalde di Madrid è, dal giugno 2019, José Luis Martínez-Almeida Navasqüés.La Legge, inoltre, disciplina i distretti (Distritos, previsti dall’art. 22) come divisioni territoriali proprie, dotate di organi di gestione decentrata al fine di promuovere e sviluppare la partecipazione dei cittadini alla gestione degli affari municipali, senza pregiudizio dell’unità di governo della città. I distretti sono istituiti dal Pleno e sono presieduti da un consigliere del medesimo Pleno. Quanto alla Comunità autonoma, si ricorda qui, molto sinteticamente, che gli organi sono l’Assemblea, il Presidente della Comunità e il Governo. L’Assemblea (Asamblea) legislativa viene eletta ogni quattro anni. Essa consta di un deputato ogni 50.000 abitanti o frazione superiore a 25.000, ai sensi dell’art. 10 dello Statuto (l’Assemblea eletta il 4 maggio 2021 conta 136 membri). Il procedimento elettorale è disciplinato con legge della Comunità. La legge elettorale della Comunità (Ley n. 11/1986) prevede un sistema proporzionale con soglia di sbarramento. Il Presidente della Comunità, eletto dall’Assemblea tra i suoi componenti, è il capo dell’esecutivo (Gobierno) e rappresenta la Comunità. Risponde politicamente all’Assemblea. In seno alla Comunidad, quindi, l’Assemblea esercita la potestà legislativa nelle materie specificate nello Statuto, nonché il controllo sull’azione del Governo e tutte le altre funzioni attribuite dalla Costituzione. L’Assemblea, inoltre, elegge i senatori che rappresentano la Comunità in seno al Parlamento nazionale; promuove i ricorsi di incostituzionalità contro atti del Governo centrale che ledano le competenze della Comunità; ratifica le convenzioni della Comunità concluse con le altre Comunità autonome. Il Governo (Gobierno) della Comunità è composto, oltre che dal Presidente, dai Vicepresidenti e dai consiglieri (Consejeros) designati dallo stesso Presidente. I membri del Governo sono solidalmente responsabili del loro operato di fronte all’Assemblea. Giova ricordare come l’Assemblea eserciti, attraverso la Cámara de Cuentas, un controllo finanziario sugli organi della Comunità.La Comunità e il Comune sono quindi due enti territoriali distinti: diversi sono gli organi di governo come il territorio di riferimento.
FunzioniL’art. 2, comma 1, della Legge riconosce alla città il necessario grado di autonomia (autonomia municipal) nella “gestione dei suoi interessi”, fermo restando il rispetto dei principi di lealtà istituzionale e collaborazione con lo Stato e con la Comunità autonoma. A tale riguardo, il Titolo I della legge, disponendo in merito al regime giuridico derivante dallo status di capitale, regola i rapporti tra i vari livelli di governo – statale, “autonomico” e locale – nell’ambito territoriale della città di Madrid. Le materie che sono ricondotte esplicitamente alle esigenze della capitale dello Stato afferiscono, principalmente, alla sicurezza della città in relazione agli eventi e alle celebrazioni ufficiali che in essa possono avere luogo nonché alla protezione dei beni e delle persone conseguenti al diritto di manifestazione e riunione. Al fine di coordinare l’azione dei vari livelli di governo in tali ambiti, la Legge (art. 5) ha istituito la Comisión Interadministrativa de Capitalidad, organo di cooperazione cui partecipano lo Stato, la Comunità di Madrid e il Comune. La Commissione ha un proprio regolamento approvato all’unanimità dai suoi membri e si configura quindi come organismo permanente. La presidenza della Commissione è attribuita allo Stato.Se il Titolo I della Legge individua, quindi, alcuni compiti da ricondurre alla materia della sicurezza e dell’ordine pubblico connesse al ruolo di capitale affidandoli alla considerazione della Comisión Interadministrativa, l’art. 2, comma 3, individua alcune competenze poste in capo al Comune al fine di rendere effettiva la nozione di “autonomia municipale” della città di Madrid sopra richiamata. Si tratta di funzioni riconducibili ai seguenti ambiti:sicurezza cittadina (di cui agli articoli 35 e 36 della Legge);infrastrutture (articolo 37);sicurezza stradale e mobilità (articoli da 38 a 46);acquisizione di immobili statali dismessi (articolo 47).Gli articoli qui richiamati compongono il Titolo III della Legge, dedicato alle competenze municipali (Competencias municipales). Tale Titolo comprende anche alcune disposizioni generali (articoli da 31 a 34) che definiscono le diverse forme di attribuzione delle competenze alla città, proprie e delegate. Inoltre si individuano i criteri per l’attribuzione di ulteriori competenze, statali o della Comunità, alla capitale. In conformità con quanto previsto dalla legislazione nazionale, viene affermata la piena autonomia nell’esercizio delle competenze esclusive, fatta salva l’esigenza di coordinamento con le altre amministrazioni pubbliche. L’articolo 31 della Legge, inoltre, attribuisce al Comune tutte le attività e i servizi pubblici che riguardino l’interesse generale dei cittadini e che non siano espressamente attribuite ad altre amministrazioni. Infine, conformemente a quanto previsto dalla legge sull’ordinamento locale n. 7/1985, art. 2, le leggi statali settoriali possono attribuire alla città ulteriori funzioni per lo sviluppo dei servizi e delle infrastrutture che si rivelino fondamentali per lo sviluppo della città.Il Titolo IV (articoli 48 e seguenti) è dedicato ad alcune peculiarità del regime giuridico riconosciuto alla capitale, in considerazione della vastità dell’attività svolta dal Comune di Madrid e dell’esigenza di prevedere procedure rapide ed efficaci, al fine di rendere più agile l’attuazione della gestione amministrativa. In particolare, sono abbreviate le fasi della procedura di approvazione delle norme municipali da parte del Consiglio comunale, prevedendo l’abolizione della doppia lettura delle proposte legislative.Come sopra ricordato, il territorio di Madrid è suddiviso in distretti. Riguardo alle loro funzioni, essi partecipano al governo della città di Madrid formulando proposte e indirizzando informative al governo municipale su vari aspetti del territorio di propria competenza. Essi ricoprono funzioni amministrative delegate dal Comune, principalmente in materia di infrastrutture e servizi pubblici. Attraverso i distretti sono concesse le licenze e le autorizzazioni. Spetta infine ai distretti promuovere la partecipazione dei cittadini, assicurando l’informazione sulla vita della città e concedendo aiuti alle associazioni di vario tipo all’interno del tessuto cittadino.Riguardo al livello di governo regionale, gli articoli 26 e 27 dello Statuto della Comunità Autonoma elencano le competenze, rispettivamente esclusiva e di attuazione ed esecuzione, della Comunità autonoma, che si esplicano principalmente in materia di opere pubbliche, trasporti, assetto del territorio, ambiente, ordine pubblico, igiene, pianificazione economica. L’articolo 29 prevede inoltre una competenza di attuazione ed esecuzione in materia di insegnamento.
Aspetti finanziariLa Legge non reca disposizioni relative a uno specifico regime di finanziamento per la città capitale sebbene la Ley 39/1988, Reguladora de las Haciendas Locales avesse prefigurato la creazione di un regime speciale di finanziamento. Tale previsione, quindi, non è stata attuata, applicandosi il regime ordinario. Nel bilancio del Comune di Madrid per il 2020, il totale delle entrate correnti risulta pari a 5.414 milioni di euro. Il 46,5% delle entrate correnti (pari a 2.414,9 milioni di euro) corrisponde al gettito delle imposte c.d. “dirette” (al quale sono riconducibili le imposte su immobili, terreni, veicoli ecc). I trasferimenti correnti equivalgono al 35,2% delle entrate, pari a 1.906,1 milioni di euro. Si tratta per lo più dei trasferimenti statali (1.523,1 milioni di euro) mentre i trasferimenti dalla Comunità autonoma ammontano a 75,8 milioni. A questi si aggiungono 69,6 milioni di euro di entrate riconducibili ad operazioni in conto capitale per un totale dello stato delle entrate pari a 5.483,6 milioni di euro. Tali stanziamenti sono suddivisi per “centri”: tra questi è nettamente prevalente il centro denominato “Comune di Madrid”, per il quale risultano 1.599,5 milioni alla voce trasferimenti correnti, per un totale di entrate di 5.166,7 milioni di euro. Quanto al regime finanziario della Comunità autonoma, la Costituzione prevede, all’art. 156, che le Comunità autonome godano “di autonomia finanziaria per lo sviluppo e l’adempimento delle loro funzioni, in base ai principi di coordinamento con le finanze statali e di solidarietà fra tutti gli spagnoli” (comma 1), e che esse “potranno agire come delegati o collaboratori dello Stato per la riscossione, la gestione e la liquidazione delle risorse tributarie di questo, secondo le leggi e gli statuti” (comma 2). L’art. 157, comma 1, elenca le risorse delle Comunità autonome, costituite da:le imposte cedute in tutto o in parte dallo Stato; le addizionali su imposte statali e altre forme di partecipazione alle entrate dello Stato;le loro imposte, tasse e contributi speciali;i trasferimenti di un fondo di compensazione interterritoriale e altre assegnazioni a carico dei bilanci generali dello Stato;gli utili derivanti dal loro patrimonio ed entrate di diritto privato;i proventi delle operazioni di credito.Naturalmente, in quanto Comunidad, Madrid ha diritto al proprio regime di finanziamento, al pari di tutte le altre Comunità autonome. La legge statale 30/2002, del 1° luglio, fissava il regime di cessione dei tributi statali alla Comunità di Madrid e la determinazione dei modi e delle condizioni di questa cessione, modificando la prima disposizione aggiuntiva dello Statuto di autonomia della Comunità, in materia di tributi. Tale norma è stata modificata, con efficacia dal 1° gennaio 2009, dalla Ley 29/2010, de 16 de julio, del régimen de cesión de tributos del Estado a la Comunidad de Madrid y de fijación del alcance y condiciones de dicha cesión. La disposizione aggiuntiva prevede i tributi ceduti dallo Stato alla Comunità di Madrid, tra cui: l’imposta sul reddito delle persone fisiche nella percentuale del 50%; l’imposta sul patrimonio; l’imposta su successioni e donazioni; i tributi sul gioco; l’imposta sul valore aggiunto nella percentuale del 50%; varie imposte speciali su birra, vino e bevande fermentate, idrocarburi, elettricità eccetera, nella misura del 58%, nonché altri tributi. Si ricorda, inoltre, che la Ley Orgánica 2/2012, de 27 de abril, de Estabilidad Presupuestaria y Sostenibilidad Financiera impone alla Comunità alcuni limiti specifici alle Comunità in termini di spese, deficit e di indebitamento pubblico (articoli 12-15).Dalla banca dati ufficiale Acceso a datos de los presupuestos de las Comunidades Autónomas è possibile effettuare un confronto tra i bilanci delle Comunità autonome. Da questa banca dati è possibile ricavare il dato delle entrate complessive delle comunità autonome nel 2020 (prorogato), pari a 220.841,4 milioni di euro. Il dato delle entrate della sola Comunità autonoma di Madrid risulta essere pari a 23.308,8 milioni di euro (10,6% circa del totale). Per il 2021, il dato complessivo di previsione (non definitivo) delle entrate delle Comunità ammonta a 235.264,2 milioni di euro; il bilancio di Madrid vale il 10,7% di tale ammontare (25.231 milioni circa). Si tratta, peraltro, di un dato tendenzialmente stabile: nel 2010 le entrate del bilancio della Comunità di Madrid erano pari al 10,5% di quelle di tutte le Comunità autonome.

50) Per la redazione della scheda sono stati utilizzati i seguenti contributi curati dalla Biblioteca della Camera dei deputati: Le città capitali in Europa – Le esperienze di Parigi, Berlino, Londra e Madrid, Materiali di legislazione comparata, n. 21, settembre 2010; I finanziamenti statali alle città capitali in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, Legislazione straniera, Guida alla documentazione, 28 marzo 2014 (con aggiornamenti al 15 ottobre 2018 e al 12 gennaio 2021).

PARIGI

  • Superficie (Ville de Paris):105,4 km2
  • Abitanti (Ville de Paris):2.175.601 (al 1° gennaio 2021)
  • Superficie (Métropole du Grand Paris):814,2 km2
  • Abitanti (Métropole du Grand Paris):7.075.028 (al 2018)
Tipologia di enteA decorrere dal 1° gennaio 2019, in attuazione della riforma di cui alla legge n. 2017-257 del 28 febbraio 2017, si è costituita – in luogo del Comune di Parigi e del Dipartimento di Parigi – la Ville de Paris, collettività a statuto particolare ai sensi dell’art. 72 della Costituzione, che esercita sul proprio territorio le competenze attribuite dalla legge ai due enti territoriali precedentemente responsabili del governo della città di Parigi.Il territorio della Ville de Paris si compone delle 20 circoscrizioni (arrondissements) in cui la città è storicamente suddivisa. La riforma del 2017 ha disposto il raggruppamento amministrativo delle quattro circoscrizioni centrali della città in un unico settore, al fine sia di accrescere l’efficienza nella erogazione dei servizi pubblici sia di garantire una migliore rappresentatività democratica (in considerazione del fatto che la città è stata caratterizzata, nel periodo più recente, da un deflusso della popolazione dai quartieri centrali verso le circoscrizioni periferiche).La Ville de Paris è membro della Métropole du Grand Paris, costituita a decorrere dal 1° gennaio 2016 quale ente pubblico di cooperazione intercomunale (établissement public de coopération intercommunale-EPCI).La Métropole, dotata di fiscalità propria, è stata istituita nell’ottica di porre in essere azioni metropolitane tese a migliorare la qualità di vita dei suoi (circa) 7,2 milioni di abitanti(51) , ridurre le disuguaglianze tra i territori che la compongono, sviluppare un modello urbano, sociale ed economico sostenibile, tale da porsi come polo attrattivo e competitivo a beneficio dell’intero Paese.Il territorio della Métropole include 131 Comuni. Oltre alla Ville de Paris (dove hanno sede i suoi organi), ne fanno parte i 123 Comuni dei Dipartimenti Hauts-de-Seine, Seine-Saint-Denis e Val-de-Marne (cd. “Piccola Corona”) e 7 Comuni di altri due Dipartimenti della Regione Île-de-France (Essonne e Val d’Oise).Fatta eccezione per la Ville de Paris, i restanti Comuni ricompresi nel territorio della Métropole sono raggruppati in 11 établissements publics territoriaux (EPT) di almeno 300.000 abitanti, dotati di personalità giuridica e incaricati di assolvere le funzioni di prossimità.
Quadro normativoI princìpi dell’ordinamento territoriale francese e i fondamenti dello statuto giuridico della Ville de Paris sono rinvenibili nel Titolo XII della Costituzione, profondamente modificato dalla legge costituzionale n. 2003-276 del 28 marzo 2003, cd. “II Atto del decentramento”, che ha affiancato al principio di indivisibilità della Repubblica quello della sua organizzazione decentrata (art. 1 Cost.).In particolare, il vigente art. 72 della Costituzione individua, tra le tipologie di collettività territoriali della Repubblica – unitamente a Comuni, Dipartimenti, Regioni e collettività d’oltremare – le collettività a statuto particolare, categoria alla quale la legge n. 2017-257 del 28 febbraio 2017 riconduce la Ville de Paris(52) . Il medesimo art. 72 afferma il principio di libera amministrazione delle collettività territoriali, sulla base del quale – alle condizioni previste dalla legge che (ex art. 34 Cost.) determina i princìpi fondamentali della loro autonomia – esse si amministrano liberamente tramite consigli eletti e dispongono di potestà regolamentare per l’esercizio delle loro competenze. Senza operare riconoscimenti costituzionali di competenze, l’art. 72 regola l’attribuzione di funzioni alle collettività territoriali, da parte dello Stato, tramite l’enunciazione dei princìpi di sussidiarietà e di sperimentazione, nonché con l’introduzione della facoltà di ricorso ad azioni comuni guidate dalla cd. “collettività capofila” (cfr. infra, Funzioni).L’art. 72 sancisce, infine, l’equiparazione delle collettività territoriali tra loro (nessuna collettività territoriale può esercitare una tutela su un’altra), fermo restando, su ciascuna di esse, il controllo amministrativo statale, esercitato dal rappresentante dello Stato al fine di garantire il rispetto degli interessi nazionali e la conformità dell’azione territoriale alla legge.Sebbene le collettività a statuto particolare (al pari di quella delle Regioni(53) ) abbiano ricevuto riconoscimento costituzionale a seguito della revisione costituzionale del 2003, l’organizzazione amministrativa di Parigi è stata soggetta a un particolare regime giuridico anche in precedenza, in virtù della previgente formulazione dell’art. 72 della Costituzione, che individuava, quali collettività territoriali della Repubblica – oltre ai Comuni, ai Dipartimenti e ai territori d’oltremare – ogni altra collettività territoriale istituita dalla legge. Lo statuto della città di Parigi è stato storicamente differenziato rispetto a quello degli altri Comuni francesi in ragione della più estesa tutela statale esercitata nella città dai rappresentanti dello Stato, il prefetto di Parigi e il prefetto di polizia. Il principio di elettività del sindaco (da parte del consiglio municipale, tra i propri membri), che si era affermato negli altri Comuni fin dal 1884, ha trovato applicazione, a Parigi, soltanto in occasione delle elezioni municipali del 1977, per effetto della legge n. 75-1331 del 31 dicembre 1975, recante riforma del regime amministrativo della città di Parigi.Poteri e funzioni del sindaco di Parigi sono rimasti, fin quasi ad oggi, non equiparati a quelli dei sindaci elettivi degli altri Comuni (soprattutto nei settori dell’ordine pubblico e della sicurezza).La “modernizzazione” dello statuto di Parigi è intervenuta con la recente riforma introdotta dalla legge n. 2017-257 del 28 febbraio 2017.In particolare, tramite il potenziamento delle funzioni del sindaco di Parigi nonché dei sindaci e dei consigli di circoscrizione (cfr. infra, Funzioni), si è consentito all’amministrazione locale parigina di recuperare competenze che – in deroga al regime valevole per gli altri Comuni francesi – venivano in precedenza esercitate dallo Stato.La legge del 28 febbraio 2017 ha, inoltre, inserito nel Code général des collectivités territorialesdisposizioni finalizzate a semplificare l’organizzazione amministrativa della città mediante la sostituzione di un unico ente territoriale, la Ville de Paris, ai due enti preesistenti, Comune e Dipartimento di Parigi (cfr. supra, Tipologia di ente).La Ville de Paris, quale membro della Métropole du Grand Paris, è parte integrante della cooperazione locale.La cooperazione locale rappresenta uno degli elementi essenziali dell’amministrazione locale francese, configurandosi quale strumento di organizzazione e di gestione amministrativa in un Paese caratterizzato, al tempo stesso, da elevata frammentazione municipale e da una tradizione politico-culturale ispirata al centralismo. Alla cooperazione locale è dedicata la quinta parte del Code général des collectivités territoriales, sulla quale è intervenuta la legge n. 2010-1563 del 16 dicembre 2010(54) allo scopo di razionalizzare il panorama delle organizzazioni intercomunali e di inserirvi la disciplina delle metropoli. Nel quadro delineato dalla legge del 2010, gli enti pubblici di cooperazione intercomunale (EPCI) costituiscono una delle tipologie di raggruppamento delle collettività territoriali, sostanzialmente la modalità di aggregazione a livello intercomunale.Le metropoli (enti a fiscalità propria) sono EPCI istituiti con la finalità di porre in essere un progetto di pianificazione e sviluppo del territorio teso a migliorarne la coesione e la competitività e a concorrere a uno sviluppo sostenibile e solidale del territorio regionale(55) .La Métropole du Grand Paris è un EPCI dotato di uno statuto particolare.Il Grand Paris era sorto originariamente come progetto urbano, sociale ed economico di interesse nazionale, orientato a perseguire una crescita economica che consentisse di sostenere la concorrenza delle metropoli mondiali (legge n. 2010-597 del 3 giugno 2010). In esso si prevedeva la realizzazione di una rete di trasporto pubblico che collegasse i territori strategici della Regione Île-de-France.L’istituzione della Métropole du Grand Paris è stata disposta e disciplinata dalla legge n. 2014-58 del 27 gennaio 2014, relativa alla modernizzazione dell’azione pubblica territoriale e al consolidamento delle metropoli (cd. “legge MAPTAM”), la quale ha a tal fine costituito una missione di prefigurazione della Métropole, incaricata di predisporre le condizioni giuridiche e finanziarie per la sua formazione. Sulle disposizioni istitutive della Métropole è successivamente intervenuta la legge n. 2015-991 del 7 agosto 2015, concernente la nuova organizzazione territoriale della Repubblica (nota come “legge Notre”), la quale ha introdotto misure relative all’organizzazione generale della Métropole du Grand Paris (disponendone la suddivisione in enti pubblici territoriali-EPT), all’assetto delle sue competenze e ai profili finanziari.
GovernanceOrganizzazione istituzionale della Ville de Paris Organizzazione istituzionale della Métropole du Grand ParisIn attuazione della riforma del 2017ea decorrere dal 1° gennaio 2019, la Ville de Paris ha sostituito il Comune e il Dipartimento di Parigi.Gli affari della Ville sono regolati, con proprie deliberazioni, dall’assemblea denominata Consiglio di Parigi, costituita da 163 membri, che si riunisce in qualità di consiglio municipale e di consiglio dipartimentale.I membri del Consiglio di Parigi (consiglieri municipali) sono eletti a suffragio universale diretto, per la durata di sei anni, su base circoscrizionale, in proporzione al peso demografico degli arrondissements. Il Consiglio di Parigi elegge, tra i propri membri, il sindaco di Parigi, organo esecutivo della Ville.Il prefetto di Parigi e il prefetto di polizia sono, secondo le loro rispettive attribuzioni, i rappresentanti dello Stato sul territorio della Ville.Dal 1982(56) l’amministrazione del Comune di Parigi – e, oggi, l’amministrazione della Ville de Paris – è affidata a due livelli di governo: al livello municipale (Consiglio di Parigi e sindaco di Parigi) si affianca il livello circoscrizionale, rappresentato dai consigli di circoscrizione e dai sindaci eletti dai rispettivi consigli.La riforma del 2017 è intervenuta sull’assetto delle circoscrizioni, prevedendo che, a decorrere dalle elezioni municipali del 2020, i quattro arrondissements centrali della città, raggruppati in settore, eleggessero un unico consiglio circoscrizionale.I consiglieri di circoscrizione sono eletti contestualmente ai membri del Consiglio di Parigi. All’esito delle elezioni municipali, in ciascuna circoscrizione (o, per le prime quattro, nel settore che le raggruppa), un terzo degli eletti è al tempo stesso consigliere municipale e consigliere circoscrizionale, i restanti eletti sono esclusivamente consiglieri di circoscrizione.Il consiglio di circoscrizione è presieduto dal sindaco di circoscrizione, eletto tra i membri del consiglio medesimo.Su proposta dei consigli di circoscrizione, il Consiglio di Parigi fissa, in ciascuna circoscrizione, il perimetro dei quartieri. I consigli di circoscrizione costituiscono, in ogni quartiere, un consiglio di quartiere. I consigli di quartiere, in numero di 124 nel territorio della Ville, svolgono una funzione di connessione tra la circoscrizione e la popolazione del quartiere.La Métropole du Grand Paris – costituita dalla Ville de Paris e dagli 11 établissements publics territoriaux (EPT) in cui sono raggruppati i restanti Comuni che ne fanno parte – è governata da un organo con funzioni deliberanti, il Consiglio della Métropole, composto da 208 membri eletti a suffragio universale diretto(57) .Al Consiglio della Métropole la legge affida l’adozione, a maggioranza dei due terzi dei componenti, di un patto avente ad oggetto le relazioni finanziarie tra la Métropole, gli EPT e i Comuni situati nel perimetro della Métropole.Il Code général des collectivités territoriales individua due ulteriori organi: i) l’Assemblea dei sindaci della Métropole, composta dai sindaci dei 131 Comuni in essa compresi e presieduta dal presidente del Consiglio della Métropole. L’Assemblea si riunisce almeno una volta l’anno per discutere dei programmi di azione e del rapporto di attività della metropoli. Può formulare raccomandazioni e pareri indirizzati al Consiglio della Métropole; ii) il Consiglio di sviluppo, organo consultivo che riunisce i partners economici, sociali e culturali della Métropole.In ciascuno degli 11 EPT in cui sono raggruppati i Comuni della Métropole è costituito un consiglio di territorio, composto dai delegati dei Comuni inclusi nel perimetro dell’établissement. In ciascun Comune i consiglieri metropolitani risultati eletti sono designati consiglieri di territorio.Nella Ville de Paris il Consiglio di Parigi esercita le funzioni di consiglio di territorio.I presidenti degli 11 Territori, unitamente al sindaco di Parigi e al presidente della Métropole, si riuniscono nella Conferenza dei Presidenti dei Territori, organismo deputato a garantire il coinvolgimento dei territori nell’elaborazione dei documenti strategici metropolitani e nella definizione delle modalità di esercizio delle competenze, nel rispetto del principio di sussidiarietà tra Metropoli e territori.
Funzioni Il riparto di competenze tra lo Stato e le collettività territorialiLe specificità della Ville de ParisIl riparto di competenze tra la Métropole du Grand Paris e la Ville de ParisL’art. 72 Cost. attribuisce alle collettività territoriali potestà regolamentare per l’esercizio delle loro competenze.La potestà regolamentare ha, quale contenuto, la regolazione dell’esercizio delle competenze; i poteri di amministrazione e di regolamentazione si esercitano in relazione alle competenze devolute dalla legge (ex art. 34 Cost., la legge determina i princìpi fondamentali della libera amministrazione delle collettività territoriali, delle loro competenze e risorse); l’azione territoriale è assoggettata al controllo amministrativo del rappresentante dello Stato.Il medesimo art. 72 enuncia i princìpi sulla base dei quali lo Stato provvede, con legge, all’attribuzione di funzioni:principio di sussidiarietà: alle collettività territoriali spetta assumere le decisioni per l’insieme delle competenze che possono essere svolte al meglio al loro livello;principio di sperimentazione: alle condizioni previste da una legge organica, a titolo sperimentale, per un oggetto e per una durata limitata, e quando la legge o il regolamento lo abbiano previsto, le collettività territoriali o i loro raggruppamenti possono derogare alle disposizioni legislative o regolamentari che disciplinano l’esercizio delle loro competenze, purché tali disposizioni non riguardino le condizioni essenziali di esercizio di una libertà pubblica o di un diritto costituzionalmente garantito. Tale principio apre un nuovo canale di trasferimento di competenze, seppure a titolo sperimentale, e, al contempo, introduce la possibilità di conferimento, entro i limiti indicati e previa autorizzazione legislativa o regolamentare, di un potere normativo derogatorio della disciplina legislativa e regolamentare statale(58) ;principio di azione comune guidata da una collettività capofila: quando l’esercizio di una competenza necessita del concorso di varie collettività territoriali, la legge può autorizzare una di esse o uno dei loro raggruppamenti a organizzare le modalità della loro azione comune. Il Code général des collectivités territoriales individua nella Regione l’ente capofila per l’organizzazione delle modalità di azione comune negli ambiti della pianificazione e sviluppo sostenibile del territorio, della protezione della biodiversità, del clima, qualità dell’aria ed energia, delle politiche della gioventù, del trasporto intermodale, del sostegno all’insegnamento superiore e alla ricerca. Individua nel Dipartimento la collettività capofila responsabile di organizzare le modalità di azione comune negli ambiti dell’azione sociale, dell’autonomia delle persone, del contributo al riassorbimento della scarsità energetica, della solidarietà dei territori.Affida, infine, al Comune (ovvero all’EPCI a fiscalità propria cui il Comune ha trasferito le proprie competenze) il ruolo di ente capofila negli ambiti della mobilità sostenibile, dell’organizzazione dei servizi pubblici di prossimità, della pianificazione territoriale, dello sviluppo locale.Il Code général des collectivités territoriales traccia, quindi, le linee fondamentali del riparto di competenze tra lo Stato e le collettività territoriali, chiamate a regolare, con proprie deliberazioni, gli affari di loro competenza.La ripartizione delle competenze è effettuata dalla legge distinguendo le competenze che restano in capo allo Stato e quelle devolute a Comuni, Dipartimenti e Regioni(59) .Nell’ambito della ripartizione legislativa, le collettività territoriali possono agire autonomamente con lo strumento della delega di competenze ad esse assegnate ad altra collettività territoriale di differente categoria ovvero a un EPCI a fiscalità propria(60) . La delega di competenza, regolata da convenzione, implica che l’ente delegato eserciti le competenze in nome e per conto dell’ente delegante.Sempre ai sensi delle disposizioni codicistiche, in determinati ambiti materiali(61) , le collettività territoriali esercitano un’azione concorrente con quella dello Stato. Alle collettività territoriali è, infine, attribuito un potere di azione esterna, consistente nella possibilità di porre in essere azioni internazionali di cooperazione, di aiuto allo sviluppo o di carattere umanitario, nel rispetto degli impegni internazionali assunti dal Paese (Code, parte prima, libro I, cap. IV)(62) . Sulla base del nuovo statuto giuridico della Ville de Paris, disciplinato dalla legge del 28 febbraio 2017, la Ville esercita sul proprio territorio le competenze attribuite dalla legge al Comune e al Dipartimento di Parigi.La semplificazione amministrativa realizzata con la costituzione della Ville de Paris ha inteso, tra l’altro, porre termine a un intreccio di competenze tra i due preesistenti enti territoriali, causa di complicazioni amministrative per i cittadini di Parigi.Le competenze del Comune e del Dipartimento sono rinvenibili in una pluralità di fonti legislative. In linea generale, il Dipartimento si configura come struttura deputata all’adempimento di funzioni di solidarietà sociale, di promozione culturale e di gestione di interventi di tipo territoriale. Il Comune è la collettività incaricata dei servizi di prossimità (in materia urbanistica, di alloggi, di istruzione e sanità, di edilizia locale).La legge del 28 febbraio 2017 ha altresì disposto – in ossequio ai princìpi di decentramento e di prossimità – il rafforzamento dei poteri e delle responsabilità del sindaco di Parigi(63) (in particolare mediante l’attribuzione della titolarità delle funzioni di polizia municipale, precedentemente esercitate dal prefetto di polizia(64) ) e il potenziamento delle funzioni dei sindaci di circoscrizione(65) e dei consigli circoscrizionali(66) .Oltre al prefetto di polizia, nel territorio della città di Parigi è presente, in rappresentanza dello Stato, il prefetto di Parigi, il quale, in ragione delle specificità di Parigi, è titolare di competenze ulteriori rispetto a quelle degli altri prefetti dipartimentali(67) , e, per il fatto di essere anche prefetto della Regione Île-de-France, esercita – in aggiunta alle funzioni spettanti ai prefetti regionali(68) – ulteriori specifiche competenze (in materia urbanistica, di pianificazione regionale e di gestione delle risorse idriche).Alla Ville de Paris la legge pone l’obiettivo particolare di sviluppare la proiezione internazionale della capitale. A tal fine, alla Ville è conferita facoltà di stipulare convenzioni con soggetti stranieri di diritto pubblico (fatta eccezione per gli Stati) ovvero di diritto privato. Il riparto di competenze tra la Métropole, da una parte, e la Ville de Paris e gli 11 établissements public territoriaux (EPT) in cui sono raggruppati i restanti Comuni membri, dall’altra, è definito dalla legge.La Métropoledu Grand Paris esercita, in luogo dei Comuni di cui si compone, competenze, sia di programmazione sia di amministrazione attiva(69) , in quattro ambiti materiali: pianificazione dello spazio metropolitano; urbanistica; sviluppo e pianificazione economica, sociale e culturale; protezione e valorizzazione dell’ambiente e politiche per la qualità della vita.Nell’esercizio di tali competenze, la Métropole si attiene alle linee strategiche definite in un progetto metropolitano elaborato in conformità alla programmazione regionale.La legge determina, inoltre, le competenze esercitate dalla Ville de Parise dagli EPT per conto dei Comuni che li compongono.Si tratta, nello specifico, delle seguenti competenze: politica della ville (consistente nella definizione degli orientamenti strategici del territorio e dei relativi programmi di azione); realizzazione e funzionamento delle strutture culturali, socio-culturali, socio-educative, sportive, di interesse territoriale; risanamento del territorio e acqua; gestione dei rifiuti; azione sociale di interesse territoriale (anche con l’ausilio dei centri territoriali di azione sociale); gestione delle domande di alloggi sociali sulla base della programmazione definita dalla Métropole; pianificazione urbanistica intercomunale; elaborazione di un piano clima-aria-energia compatibile con quello metropolitano.Possono essere stipulate convenzioni per la messa a disposizione reciproca di servizi (cd. “mutualizzazione”) tra la Métropole e la Ville (così come tra la Métropole e gli EPT e tra gli EPT e i Comuni di cui si compongono).
Aspetti finanziariI princìpi della finanza territoriale franceseLa Ville de ParisIl circuito finanziario nella Métropole du Grand ParisIl Grand Paris ExpressIl principio di autonomia finanziaria, la compensazione finanziaria dei trasferimenti statali di competenze e la perequazione rappresentano i cardini della finanza territoriale francese.Tali princìpi sono definiti nell’art. 72-2 della Costituzione (al quale si è dato attuazione con legge organica 2004-758 del 29 luglio 2004, che ha riformulato il capitolo del Code général des collectivités territoriales relativo all’autonomia finanziaria delle collettività territoriali).L’art. 72-2 codifica il principio di autonomia finanziaria delle collettività territoriali nelle seguenti disposizioni: i) ad esse è riconosciuta, alle condizioni fissate dalla legge, la possibilità di disporre liberamente delle loro risorse; ii) viene conferita loro la facoltà di percepire, parzialmente o integralmente, i proventi di imposte di ogni tipo. La legge può autorizzare le collettività territoriali a fissarne l’imponibile e l’aliquota nei limiti da essa determinati; iii) è imposto che le entrate fiscali e le altre risorse proprie delle collettività territoriali costituiscano, per ogni categoria di collettività, una parte determinante della totalità delle loro risorse. La legge organica fissa le condizioni di attuazione di tale prescrizione.Il medesimo art. 72-2 prevede che ogni trasferimento di competenza tra Stato e collettività territoriali sia affiancato dall’attribuzione delle risorse necessarie all’esercizio della competenza, determinate dalla legge (cd. “compensazione dei trasferimenti di competenza”).Demanda, infine, alla legge la disciplina di dispositivi di perequazione tesi a promuovere l’uguaglianza tra le collettività territoriali.Sulla base delle disposizioni recate dal Code général des collectivités territoriales – fatta riserva per le disposizioni finanziarie specificamente dettate per la Ville – ad essa si applica la disciplina delle finanze comunali (libro III della parte seconda) e quella delle finanze dipartimentali (libro III della parte terza). In sostanza, la Ville sostiene le spese e percepisce i proventi precedentemente spettanti sia al Comune che al Dipartimento di Parigi.Le entrate fiscali (suddivise tra fiscalità diretta locale e fiscalità indiretta) rappresentano la risorsa essenziale della Ville(70) . La Ville de Paris beneficia inoltre, al pari degli altri enti territoriali, del concorso finanziario dello Stato, consistente nell’assegnazione di dotazioni rispondenti a finalità di compensazione e di perequazione, nonché nella concessione di ulteriori dotazioni e sovvenzioni a sostegno degli investimenti.A una logica di compensazione è riconducibile la parte più consistente delle dotazioni versate dallo Stato. Le compensazioni sono attribuite a vario titolo: compensazione delle spese di funzionamento dell’ente territoriale (oggetto della parte forfettaria della DGF: cfr. infra), ovvero compensazione degli esoneri fiscali accordati da leggi statali, o ancora compensazione dei costi conseguenti a trasferimenti di competenze.Al fine di ridurre le ineguaglianze economiche tra le collettività territoriali, lo Stato attribuisce loro dotazioni perequative. Si tratta della cd. “perequazione verticale”, distinta da quella cd. “orizzontale”, di cui le collettività territoriali sono, al tempo stesso, contribuenti e beneficiarie(71) .Il più rilevante contributo statale agli enti territoriali è costituito dalla dotazione globale di funzionamento (DGF), la quale integra diverse dotazioni e compensazioni originariamente autonome. Nella DGF di Comuni, Dipartimenti e Regioni confluiscono (a grandi linee): i) una parte forfettaria, diretta a compensare i costi sostenuti dalle collettività e parametrata, per i Comuni, sul numero di abitanti e sulla superficie dell’ente; ii) una parte perequativa, destinata agli enti più svantaggiati e a sua volta articolata in ulteriori componenti che si differenziano a seconda della categoria di collettività. Costituisce parte della DGF la dotazione cd. “compensation part salaires” (CPS)(72) , prima del 2016 ricompresa nella dotazione forfettaria della DGF della Ville e attualmente percepita, in quanto EPCI, dalla Métropole du Grand Paris, che riversa alla Ville un contributo di compensazione.Il bilancio della Ville, come quello delle altre collettività territoriali, è suddiviso, tanto per le entrate quanto per le spese, nelle due sezioni di funzionamento e di investimento.Dalla sezione di funzionamento deve risultare un’eccedenza di entrate (risparmio lordo) destinato a finanziare (parzialmente) gli investimenti programmati dalla collettività.Nella presentazione generale del bilancio della Ville per il 2021, vengono sottolineate le conseguenze finanziarie della crisi da Covid-19 che, cumulativamente, hanno condotto alla contrazione del risparmio lordo: la riduzione delle entrate fiscali dovuta al rallentamento del mercato immobiliare e alla crisi delle attività turistiche; l’incremento delle spese correnti, volto a consentire la continuità di erogazione dei servizi pubblici in un inedito contesto di crisi sanitaria, economica e sociale; la messa a punto di un piano di sostegno finanziario rivolto agli operatori economici, sociali, associativi e culturali nonché ai singoli cittadini maggiormente esposti alla crisi.I documenti relativi al bilancio della Ville per il 2021 sono consultabili alla seguente pagina web:https://www.paris.fr/pages/budget-de-la-ville-de-paris-2529.Un complesso circuito finanziario lega la Métropole du Grand Parisalla Ville de Paris, agli altri 11 Territori (EPT) membri nonché ai Comuni ad essi appartenenti.Nel Rapporto sugli orientamenti finanziari 2021, il Consiglio metropolitano ha sottolineato il ruolo di ammortizzatore rappresentato dalla Metropoli, la quale ha assorbito, a beneficio dei Comuni e degli EPT, gli effetti della riduzione delle dotazioni statali.I contributi finanziari corrisposti dalla Métropole agli enti territoriali in essa ricompresi sono riconducibili essenzialmente ad attribuzioni di compensazione alle collettività territoriali e al rimborso ai Comuni di spese da essi sostenute per l’esercizio di competenze trasferite nel quadro di convenzioni di gestione.Dette spese sono coperte: con la dotazione statale (DGF della Métropole), articolata nelle due componenti di dotazione di intercomunalità (già percepita dai preesistenti EPCI) e dotazione di compensazione; con entrate fiscali(73) ; con le dotazioni di equilibrio versate alla Metropoli dagli EPT (corrispondenti alla parte eccedente percepita dai Territori nel circuito finanziario metropolitano(74) ).I documenti relativi al bilancio della Métropole per il 2021 sono consultabili alla seguente pagina web:https://www.Métropolegrandparis.fr/fr/budget.Il Grand Paris Express è un imponente progetto infrastrutturale, che prevede la costruzione di quattro nuove linee di metropolitana automatica nel territorio della Regione Île-de-France e il prolungamento di alcune linee esistenti, per una lunghezza complessiva di 200 km serviti da 48 stazioni di metro(75) .La progettazione, realizzazione e finanziamento dell’infrastruttura sono affidati alla Société du Grand Paris, ente pubblico industriale e commerciale (EPIC) istituito dallo Stato (ex legge n. 2010-597) e da esso totalmente detenuto.Il modello di finanziamento dell’opera è stato oggetto di analisi da parte della Corte dei conti, che – all’esito di un’inchiesta sull’organizzazione e lo stato finanziario della Société du Grand Paris – ha formulato allo Stato raccomandazioni orientate ad assicurare la sostenibilità finanziaria di lungo termine del progetto (Cour des comptes, La Société du Grand Paris, dicembre 2017). In particolare, la Corte dei conti ha evidenziato (oltre a talune manchevolezze da parte degli organi di governance della Società) il progressivo incremento dei costi previsionali del progetto – passati, tra il 2013 e il 2017, da 22,6 miliardi a 35,1 miliardi di euro – a fronte della “fragilità” dei suoi presupposti finanziari(76) .Nell’ottobre 2020 un gruppo di lavoro istituito in seno alla Commissione finanze del Senato ha predisposto un Rapporto informativo sui costi e il finanziamento del Grand Paris Express, nel quale sono stati posti in luce i progressi compiuti dalla Società a seguito delle raccomandazioni della Corte dei conti, ma sono stati altresì ribaditi i rischi connessi allo slittamento dei costi, a probabili ulteriori ritardi nella realizzazione del progetto nonché alla necessità di implementare la trasparenza dell’operato della Società di fronte al Parlamento.

51) Dato presente sul sito ufficiale della Métropole, che evidenzia un incremento della popolazione rispetto all’ultimo dato disponibile sul sito dell’Institut National de la statistique et des études économiques (Insee), risalente al 2018.

52) Nel rispetto del principio di differenziazione, l’art. 72 prevede, inoltre, che collettività diverse da quelle menzionate possano, all’occorrenza, essere istituite dalla legge.

53) Prima della revisione costituzionale del 2003, le Regioni erano riconosciute quali collettività territoriali dalla legge 82-213 del 2 marzo 1982, sui diritti e le libertà di Comuni, Dipartimenti e Regioni (cd. “loi Defferre”).

54) Nella legge sono confluite le risultanze dei lavori del Comitato per la riforma delle collettività locali presieduto dall’allora Primo Ministro Edouard Balladur.

55) Oltre alle metropoli, costituiscono EPCI: i) i sindacati di Comuni, associazioni di Comuni istituite dalla legge n. 96-142 del 21 febbraio 1996 per la realizzazione di opere o la gestione di servizi di interesse intercomunale (privi di una propria fiscalità); ii) le tre tipologie agglomerative già previste dalla legge n. 99-586 del 12 luglio 1989 (cd. “legge Chevènement”, di semplificazione della cooperazione intercomunale), vale a dire le comunità di Comuni, le comunità urbane e le comunità di agglomerazione (a fiscalità propria).

56) Ai sensi della legge n. 82-1169 del 31 dicembre 1982, relativa all’organizzazione amministrativa di Parigi, Marsiglia e Lione (cd. “legge PLM”).

57) Nell’intento di rafforzare la democraticità della governance metropolitana, l’art. 54 della legge MAPTAM (n. 2014-58), da ultimo modificato dalla legge del 28 febbraio del 2017, ha disposto l’elezione a suffragio universale diretto del Consiglio della Métropole du Grand Paris per la tornata elettorale del 2020. In precedenza il Consiglio della Métropole veniva eletto, nel contesto delle elezioni municipali, con l’applicazione di un sistema di fléchage caratterizzato dalla compresenza delle due liste, municipale e intercomunale, sulla medesima scheda elettorale. Tale sistema, applicato nei Comuni di oltre 1.000 abitanti (e tali sono tutti i Comuni appartenenti alla Métropole du Grand Paris), era volto ad assicurare il legame tra il mandato di consigliere municipale e quello di consigliere metropolitano.

58) La legge organica 2003-704 del 1° agosto 2003, che, in attuazione della disposizione costituzionale, ha introdotto un nuovo capitolo dedicato alla sperimentazione (cap. III) nella prima parte, libro I, del Code général des collectivités territoriales, ha previsto che l’autorizzazione alla deroga legislativa sia conferita con legge, mentre l’autorizzazione alla deroga regolamentare sia conferita con decreto del Consiglio di Stato.

59) Tra le leggi di trasferimento di competenze, la legge 2004-809 del 13 agosto 2004 attribuisce: alle Regioni le competenze di coordinamento e programmazione in materia di sviluppo economico, infrastrutture e trasporti; ai Dipartimenti il ruolo di coordinamento in materia di azione sociale e medico-sociale; ai Comuni e ai raggruppamenti di Comuni compiti di gestione delle politiche “di prossimità”.

60) Anche lo Stato può procedere a delega di competenze alle collettività territoriali e agli EPCI. La delega di competenze da parte dello Stato a collettività territoriali o EPCI che ne facciano richiesta è esclusa quando siano coinvolti interessi che necessitano di una regolazione uniforme sul territorio nazionale (ad esempio nei settori della giustizia, della politica estera, della difesa). In ogni caso la delega di competenze da parte dello Stato non autorizza gli enti territoriali a derogare a disposizioni legislative e regolamentari statali.

61) Pianificazione e gestione del territorio; sviluppo economico, sociale, sanitario, culturale e scientifico; lotta contro le discriminazioni e promozione dell’uguaglianza di genere; protezione dell’ambiente; generale miglioramento della qualità della vita.

62) Ai fini dell’esercizio dell’azione esterna, le collettività territoriali e i loro raggruppamenti possono concludere convenzioni con autorità locali straniere, assoggettate al controllo del rappresentante di Stato. Possono, inoltre, costituire raggruppamenti di cooperazione transfrontaliera con gli enti territoriali stranieri, anche a scopo di gestione di servizi pubblici.

63) Il sindaco di Parigi acquisisce le responsabilità di polizia municipale in numerose materie (tra le quali: salubrità delle strade pubbliche, quiete pubblica, polizia degli edifici residenziali in rovina, polizia di balneazione, polizia cimiteriale e funeraria, difesa esterna contro gli incendi). In tali ambiti restano fermi i poteri di controllo amministrativo e di sostituzione del rappresentante dello Stato. All’azione congiunta e coordinata del sindaco e del prefetto di polizia è affidata la promozione di politiche di prevenzione della criminalità. Con determinazioni del prefetto di polizia, assunte previa acquisizione del parere del sindaco di Parigi, è definita la regolazione delle condizioni di circolazione e di stazionamento e l’adozione di eventuali misure limitative della circolazione per ragioni di sicurezza o per assicurare la protezione alla sede delle istituzioni della Repubblica e delle rappresentanze diplomatiche. Sulla base delle prescrizioni del prefetto, il sindaco esercita le funzioni di polizia della circolazione e dello stazionamento (anche in questo caso fermi restando i poteri di controllo e di sostituzione del prefetto medesimo).

64) Si consideri che Parigi è rimasta, fin quasi ad oggi, l’unica città della Francia in cui titolare delle funzioni di polizia municipale è stato un funzionario statale. A seguito della riforma del 2017, il prefetto di polizia continua a esercitare le funzioni di responsabile generale della sicurezza nella capitale. La legge del 2017, a fini di sicurezza interna, ha, d’altra parte, previsto anche un rafforzamento dei poteri di intervento dello Stato, realizzato (tra l’altro) mediante l’attribuzione al prefetto di polizia della competenza a garantire la sicurezza negli aeroporti Charles de Gaulle, Le Bourget e Orly.

65) I sindaci di circoscrizione svolgono, nell’ambito della circoscrizione, le funzioni del sindaco di Comune in materia di stato civile, gli adempimenti relativi al rispetto dell’obbligo scolare, nonché le funzioni in materia elettorale eventualmente delegate dal sindaco di Parigi. Esprimono parere sulle autorizzazioni all’utilizzo di suolo circoscrizionale rilasciate dal sindaco della Ville, nonché su progetti municipali di acquisto e alienazione di immobili o diritti immobiliari nel territorio della circoscrizione.

66) Anche le attribuzioni dei consigli di circoscrizione sono state rafforzate. Ad essi deve essere richiesto il parere: in relazione alle deliberazioni del Consiglio di Parigi che interessano il loro territorio; sulle sovvenzioni che il Consiglio di Parigi intende attribuire ad associazioni che svolgono la loro attività nel territorio della circoscrizione; sulle deliberazioni del Consiglio di Parigi di approvazione o di modifica del piano locale urbanistico quando le variazioni incidono sul territorio della circoscrizione. Hanno, inoltre, competenza sulla pianificazione, realizzazione (subordinatamente a una decisione del Consiglio di Parigi) e gestione delle strutture di prossimità, vale a dire le strutture destinate a scopi educativi, sociali, culturali, sportivi, nonché sulla gestione degli spazi verdi di interesse esclusivo degli abitanti della circoscrizione. Il Consiglio di Parigi può delegare ai consigli di circoscrizione, previo loro consenso, la gestione di strutture o servizi della Ville. Quando la delega è accordata a una circoscrizione, deve essere conferita a tutte le circoscrizioni che ne facciano richiesta. Le condizioni di utilizzazione delle strutture sono definite da una commissione mista composta in modo paritario da rappresentanti della Ville e della circoscrizione.

67) Il prefetto di Parigi, al pari degli altri prefetti dipartimentali, è garante delle libertà pubbliche; vigila sulla realizzazione delle politiche governative in favore della politica dell’impiego e della solidarietà, della lotta contro le esclusioni e le discriminazioni; esercita il controllo di legalità e finanziario sugli atti della Ville de Paris e dei suoi enti pubblici. E’ altresì titolare di ulteriori competenze, quali l’attuazione di una politica degli alloggi rispondente alle necessità della capitale; la vigilanza sul rispetto delle regole urbanistiche e di tutela dei siti.

68) Promozione e coordinamento delle politiche pubbliche a livello regionale; controllo di legalità e finanziario degli atti del consiglio regionale.

69) Quali la costruzione e gestione delle strutture culturali e sportive di dimensione internazionale e nazionale; la gestione degli ambienti acquatici e prevenzione delle inondazioni; azioni di valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico; azioni di contrasto all’inquinamento.

70) Le principali entrate fiscali sono costituite da: la tassa sull’abitazione (TH), che, tuttavia, a decorrere dal 2021, continua ad essere percepita dalla Ville esclusivamente sulle residenze secondarie (dal 2018 la TH è stata infatti progressivamente abolita sulle residenze principali e, a decorrere dal 2021, la parte residua è percepita dallo Stato. La conseguente perdita di entrata è stata compensata con l’attribuzione alla Ville di una frazione della tassa sul valore aggiunto-TVA); le tasse fondiarie sulle proprietà edificate e non edificate; la contribuzione economica territoriale (CET), corrisposta dalle imprese e articolata nel contributo fondiario delle imprese (CFE) e nel contributo sul valore aggiunto delle imprese (CVAE); l’imposta forfettaria sulle imprese di reti (IFER); la tassa per la rimozione dei rifiuti solidi urbani (TEOM); la tassa di pulizia (taxe de balayage). Ad esse si aggiungono ulteriori fonti di provenienza fiscale quali i diritti di registrazione sulle variazioni, a titolo oneroso, di immobili e diritti immobiliari; la tassa di soggiorno, a carico di soggetti non domiciliati e non residenti nella città, che vi soggiornano per breve durata; la tassa locale sulla pubblicità esterna (locandine, insegne, veicoli pubblicitari). Alle tasse (comunali e dipartimentali, ora della Ville) possono aggiungersi addizionali percepite da altri livelli di governo: la Métropole du Grand Paris, la Regione Île-de-France e lo Stato, il quale, tramite le addizionali, copre le spese di gestione dei servizi fiscali (le imposte dirette locali sono, infatti, calcolate e riscosse dai servizi fiscali dello Stato e successivamente da questo riversate alle collettività beneficiarie).

71) Con la soppressione della tassa professionale (TP) – disposta con legge n. 2009-1673 del 30 dicembre 2009 contestualmente all’istituzione della contribuzione economica territoriale (CET) – e, più in generale, con la riforma della fiscalità locale, sono stati messi a punto dispositivi di perequazione orizzontale, che consentono di prelevare risorse fiscali alle collettività più ricche per redistribuirle alle collettività più svantaggiate. L’ambito di applicazione della perequazione orizzontale, precedentemente limitato ai livelli regionale e dipartimentale, è stato esteso anche al livello comunale mediante l’istituzione – in aggiunta al Fondo di solidarietà dei Comuni della Regione Île-de-France (FSRIF) e al Fondo di solidarietà dei Dipartimenti della Regione Île-de-France (FSDRIF) – del Fondo nazionale di perequazione delle risorse intercomunali e comunali (FPIC).

72) Così detta in quanto consistente nella “vecchia compensazione” della soppressione della cd. “part salaires” (CPS) della tassa professionale (TP). L’imponibile della TP era costituito, infatti, dai beni immobili dell’impresa e, fino al 2002, da una determinata percentuale dei salari versati dall’impresa (part salaires). Lo Stato compensava gli enti locali degli esoneri dalla TP legislativamente previsti.

73) L’imposta sul valore aggiunto delle imprese (CVAE) costituisce il cardine della fiscalità metropolitana. Dal 2021 è stata trasferita alla Metropoli anche la parte più consistente (due terzi) dell’imposta fondiaria delle imprese-CFE (precedentemente percepita dalla Ville e dagli EPT). A tali proventi si aggiungono: le imposizioni forfettarie sulle imprese di reti (IFER); l’addizionale alla tassa fondiaria sulle proprietà non edificate; la tassa sulle superfici commerciali (TASCOM), prima del 2016 percepita dai Comuni; la tassa destinata al finanziamento di investimenti necessari a proteggere il territorio metropolitano dalle inondazioni (GEMAPI).

74) Gli EPT, infatti, a differenza dei Comuni, non ricevono dotazioni statali, ma sono destinatari delle attribuzioni di compensazione della Metropoli, nonché dei contributi versati dai Comuni per l’esercizio delle competenze da essi trasferite all’EPT di appartenenza.

75) Il progetto è ricompreso nel più generale progetto urbano, sociale ed economico d’interesse nazionale denominato Grand Paris (cfr. supra, Quadro normativo).

76) Il modello di finanziamento del Grand Paris Express si fonda: i) su una pluralità di entrate fiscali assegnate con legge; ii) sul ricorso a consistenti prestiti (i primi prestiti sono stati contratti con la Cassa depositi e con la Banca europea d’investimento, con garanzia prestata dallo Stato per un ammontare complessivo di 8,04 miliardi. La parte più significativa dei prestiti sarà tuttavia costituita da prestiti obbligazionari da rimborsare, al più tardi, entro il 2070); iii) a decorrere dall’entrata in funzione delle nuove reti (prevista nel corso dell’arco temporale 2024-2030, anche in considerazione dello svolgimento a Parigi dei giochi olimpici nel 2024), su entrate proprie derivanti dai ricavi d’uso (pedaggi, valorizzazione dell’attivo) e dall’utilizzazione commerciale delle infrastrutture. Per quanto riguarda il ruolo delle sovvenzioni pubbliche, il Protocollo del 26 gennaio 2011 tra lo Stato e la Regione Île-de-France prevedeva che il finanziamento delle infrastrutture avrebbe potuto contare su una dotazione statale del valore di 4 miliardi di euro, da versare gradualmente e in relazione alle necessità (non altrimenti specificate) della Société du Grand Paris, nonché su una partecipazione della Regione e dei Dipartimenti dell’Île-de-France del valore di circa 900 milioni di euro (già destinati a progetti infrastrutturali). Al riguardo, la Corte dei conti ha osservato che: i Dipartimenti, non essendo firmatari del Protocollo, sin dall’inizio non erano giuridicamente vincolati dalle disposizioni di esso; lo Stato si è svincolato dagli impegni assunti due anni più tardi (Dossier de presse del 6 marzo 2013), riducendo il proprio (eventuale) sostegno finanziario a 1 miliardo di euro (la cui effettiva disponibilità restava subordinata alla valutazione delle necessità finanziarie della Società) e chiedendo alle collettività locali di farsi carico del 25 per cento della somma posta a carico della Regione e dei Dipartimenti (vale a dire circa 225 milioni di euro).

VIENNA

  • Superficie:414,95 km²
  • Abitanti:1.920.949 (all’1/1/2021)(77)
Tipologia di enteLa città di Vienna gode di una posizione particolare nell’ambito dello Stato federale austriaco, dal momento che ne è al contempo la capitale, uno dei nove Länder(ovvero, Stato federato unitamente a Burgenland, Carinzia, Bassa Austria, Alta Austria, Salisburghese, Stiria, Tirolo e Vorarlberg) e un comune con territorio coincidente con quello del Land.
Quadro normativoIl particolare status della città è sancito dalla Costituzione austriaca del 1° ottobre 1920, nella versione del 7 dicembre 1929 (pubblicata in BGBl. del 1930, n. 1 e successivamente più volte modificata). In particolare, l’articolo 2 della Costituzione dispone che l’Austria è uno Stato federale composto dei citati Länder autonomi, tra i quali si ricomprende il Land di Vienna. L’art. 5 Cost. stabilisce altresì, al comma 1, che “Capitale federale e sede degli organi supremi della Federazione è Vienna” e, al comma 2, che, in caso di situazioni straordinarie il Presidente federale può, su richiesta del Governo federale, trasferire la sede degli organi supremi della Federazione ad altra località del territorio federale. Il rilievo attribuito a Vienna dalla Costituzione austriaca è evidenziato anche negli articoli ad essa dedicati nell’ambito del Titolo IV, che regola il potere esecutivo e legislativo dei Länder. All’interno di tale titolo, un’intera sezione disciplina lo status di Vienna in quanto capitale (articoli 108-112, Die Bundeshauptstadt Wien). Rileva in particolare l’art. 108, a norma del quale gli organi della città esercitano una duplicità di funzioni: il Borgomastro di Vienna è anche Presidente del Governo del Land, il Consiglio comunale esercita altresì le funzioni di Camera del Land e la Giunta comunale è anche l’organo esecutivo del Land. Dunque, vi è una corrispondenza fra gli organi del Land e quelli del Comune. Data la formulazione costituzionale, sembrerebbe potersi dire che, a differenza di Berlino dove formalmente non ci sono organi comunali, a Vienna gli organi comunali esercitano anche le funzioni di organi regionali.In qualità di Land, Vienna ha diritto ad un proprio organo legislativo ed esecutivo che essa può regolare in piena autonomia, per espressa disposizione normativa.Essa invia inoltre 11 rappresentanti nel Bundesrat, la seconda camera dell’organo legislativo federale.Per quanto concerne la sua qualità di Comune, a norma del dettato costituzionale, a Vienna si applicano le norme della Costituzione relative ai comuni (art. 112 Costituzione austriaca), incluso l’art. 117 che prevede che ogni comune, indipendentemente dalla consistenza numerica, sia dotato di almeno tre organi e di un apparato amministrativo: il Consiglio comunale (Gemeinderat), la Giunta comunale (Gemeindevorstand, per Vienna Stadtsenat), il Borgomastro (Bürgermeister) e l’Ufficio comunale (Gemeindeamt, per Vienna Magistrat) quale apparato amministrativo.In aggiunta a questi organi “obbligatori”, la Costituzione di Vienna (Verfassung der Bundeshauptstadt Wien, la cui versione originaria risalente al 15 ottobre 1968, è stata modificata numerose volte, da ultimo nel 2018, LGBl. n. 25/2018) ne prevede altri, grazie alla menzionata potestà di auto-regolazione di cui essa dispone e che trova il solo limite nel rispetto delle norme costituzionali relative ai comuni. Tale Costituzione assolve a due distinte funzioni: la prima parte costituisce lo statuto comunale ed è approvata a maggioranza semplice, la seconda invece costituisce la legge fondamentale del Land, la sua Costituzione, ed è pertanto approvata a maggioranza qualificata.La posizione peculiare di Vienna, che riassume in sé una duplice qualificazione di ente territoriale e vede sommarsi ai poteri comunali quelli di Land della Federazione, corrisponde ad un ruolo particolare che la città si è sempre trovata a svolgere nella storia della Repubblica d’Austria. Al termine della I guerra mondiale, con il crollo della monarchia e la fondazione della nuova repubblica, Vienna, già capitale di un vasto e popoloso impero, si trovò improvvisamente al centro di un piccolo Stato. Dopo un periodo di riflessione e di concertazione con il Land della Bassa Austria, Vienna divenne capitale il 1° gennaio 1922, assumendo contemporaneamente la configurazione di “città-stato” della Federazione austriaca. A quella data risale infatti l’Atto di Separazione (Trennungsgesetz), mediante il quale si recideva il legame tra Vienna e la Bassa Austria, Land di cui inizialmente faceva parte, anche al fine di evitare la configurazione di Land di rilievo preponderante rispetto agli altri. Con la separazione dalla Bassa Austria, ebbe inizio per Vienna un particolare corso politico, mediante il quale divenne negli anni Venti e Trenta un modello di governo comunale socialdemocratico (la cosiddetta “rossa Vienna”), che si contrapponeva al resto dei Länder, di ispirazione cristiano-sociale. Il 1933 segnò l’inizio di una parabola discendente per Vienna: con la sospensione della Costituzione democratica e l’avvento di una nuova Costituzione corporativa nel 1934, Vienna perse la sua qualifica di Land, senza tuttavia subire modifiche sostanziali a livello di potestà amministrative. Con l’Anschluss del 1938, invece, la città fu enormemente ingrandita nel suo territorio, sul modello della “grande Amburgo” e questo nuovo ordinamento amministrativo fortemente centralistico la privò di ogni autonomia amministrativa e finanziaria. Alla fine del 1945 si tennero le prime elezioni per il consiglio comunale e rientrò in vigore la Costituzione democratica del 1929: Vienna ritornò ad essere capitale della Federazione, comune e Land.
GovernanceI Länder godono di autonomia costituzionale, organizzativa e finanziaria e ciascun Land è dotato di un proprio parlamento e di un proprio governo. Come stato federale e come comune, Vienna dispone quindi di due strutture decisionali politiche: come Land attraverso il Landtag di Vienna e come città tramite gli organi di governo comunali.In conformità a quanto previsto dalla Costituzione austriaca, la struttura comunale della città è costituita dal Consiglio comunale (Gemeinderat), dalla Giunta comunale (Stadtsenat) e dal Borgomastro (Bürgermeister).Il Consiglio comunale è l’organo supremo della città: è eletto con sistema proporzionale dai cittadini ogni 5 anni e formato da 100 membri, che sono al contempo membri della Dieta regionale di Vienna.La Giunta comunale è composta dal Borgomastro, che la dirige, e dai consiglieri eletti dal Consiglio comunale sulla base del principio della rappresentanza proporzionale, secondo il quale ogni partito politico ha diritto nella Giunta ad un numero di seggi proporzionale a quelli che ha in Consiglio comunale.Il Borgomastro è eletto dal Consiglio comunale e resta in carica per un periodo equivalente a quello del Consiglio. Il Borgomastro indice le sedute del Consiglio, presiede la Giunta, e, in quanto Presidente del Land è anche a capo del governo regionale.Nella Città di Vienna vi sono ulteriori forme di decentramento per l’esercizio delle funzioni amministrative; dal 1987: il territorio della città è suddiviso in 23 distretti (Wiener Bezirke), che costituiscono delle articolazioni interne del Comune prive di personalità giuridica autonoma, ma da un punto di vista amministrativo, considerati parte della Città. I relativi organi, pertanto, operano come organi comunali decentrati, sottoposti al controllo del sindaco e del consiglio comunale, che può decretarne lo scioglimento. I rappresentanti di distretto, denominati consiglieri distrettuali (Bezirksrat), sono eletti direttamente dal popolo ed esercitano le competenze rimesse all’amministrazione distrettuale, sulla base delle risorse finanziarie conferite dalla Città di Vienna e gestite attraverso il bilancio distrettuale. Sono quindi organi dei distretti il Consiglio distrettuale (Bezirksvertretung), composto da un minimo di 40 ad un massimo di 60 membri e il portavoce distrettuale (Bezirksvorsteher), eletto dal Consiglio. Il Consiglio comunale ha il compito di salvaguardare gli interessi del comune (art. 80, comma 2, Cost. di Vienna), di mantenere una supervisione generale sul Comune (artt. 83 e 84, Cost. di Vienna), di eleggere il Borgomastro, il suo vice e i consiglieri, nonché di approvare il bilancio.La Giunta delibera sulle più importanti questioni amministrative ed esprime pareri sui provvedimenti di competenza del Consiglio. In particolare, deve esaminare e predisporre il bilancio comunale in cooperazione con la commissione finanza.Il Borgomastro è responsabile delle materie appartenenti alla propria sfera di competenza; nelle materie di competenza delegata, ovvero per quei compiti delegati al comune dalla legge del Land o del Bund, è invece subordinato agli organi federali. Il Borgomastro ha anche il diritto di sospensione di ogni deliberazione del Consiglio comunale, della giunta, delle commissioni comunali, dei consigli circoscrizionali e delle relative commissioni; ha inoltre il potere di adottare provvedimenti di urgenza in tutte le sfere di competenza degli organi citati. Con una legge costituzionale del 1994 è stato aggiunto un paragrafo all’art. 117 della Costituzione federale che consente alle Costituzioni dei singoli Länder di prevedere l’elezione diretta del Borgomastro; possibilità tuttavia preclusa alla città di Vienna, in considerazione della coincidenza della qualità di Borgomastro con quella di Presidente del Land.Le competenze dei 23 distretti si esplicano principalmente mediante gli istituti di partecipazione e informazione; nell’ambito dell’amministrazione attiva, essi hanno competenza per la manutenzione e la gestione, ad esempio, di strade, parchi e strutture comunali.
Aspetti finanziariIl finanziamento dei compiti assolti da Vienna, nella duplice veste di città e Land, avviene secondo quanto previsto dall’ordinamento finanziario per i comuni e i Länder.Pertanto può contare su tributi propri (che assicurano un gettito piuttosto contenuto), sulla compartecipazione al gettito dei tributi statali dello Stato federale e sui trasferimenti statali.Le principali voci di entrata sono rappresentate dalla seguente tabella:Come si osserva nella tabella, la principale fonte di entrata è costituita dalla compartecipazione al gettito delle imposte federali (Ertragsanteile an den gemeinschaftlichen Bundesabgaben), pari al 40,9 per cento nel bilancio 2019. Le entrate proprie (Eigene Steuern) sono pari all’11 per cento del totale e se a queste si sommano i proventi derivanti da commissioni (Gebühren) e servizi (Einnahmen aus Leistungen), si arriva a circa il 20 per cento. Considerando anche i trasferimenti (nella quasi totalità in capo allo stato federale) riguardanti il rimborso delle spese gli insegnanti delle scuole dell’obbligo (Beiträge des Bundes für den Lehrpersonalaufwand), nonché gli altri trasferimenti correnti e in conto capitale, il quadro che ne deriva è di una finanza sostanzialmente derivata, con un livello di autonomia tributaria assai ridotto. Le relazioni finanziarie tra Governo federale e Vienna sono, nella sostanza, le medesime che presidiano i rapporti fra il Governo, gli altri Länder e gli altri comuni austriaci. Il riferimento principale è dato dalla legge costituzionale sulla regolamentazione delle relazioni finanziarie tra il governo federale e le altre autorità locali (Finanz-Verfassungsgesetz) del 1948. Le disposizioni recate in tale strumento normativo trovano specifica attuazione nella Legge federale sulla perequazione finanziaria (Finanzausgleichsgesetz), negoziata ogni 4-6 anni, il cui contenuto è il risultato di un’intesa attività di negoziazione (e quindi di condivisione dei contenuti) tra la Federazione, i Länder, l’Associazione austriaca dei Comuni (Österreichischer Gemeindebund) e l’organismo rappresentativo delle 257 città più grandi del Paese (Österreichischer Städtebund).La vigente Legge sulla perequazione finanziaria è la Finanzausgleichsgesetz 2017 – FAG 2017, che regola la compensazione finanziaria per gli anni dal 2017 al 2021. Essa stabilisce la ripartizione delle responsabilità, delle entrate e delle spese tra i diversi livelli di governo sulla base del Patto sottoscritto il 7 novembre 2016 (Paktum über den Finanzausgleich ab dem Jahr 2017, Paktum FAG 2017).I Länder e i comuni, in modo simile a quanto visto per Vienna, hanno un grado estremamente ridotto di autonomia tributaria. Prendendo in considerazione il gettito complessivo del Paese(78) proveniente dai tributi previsti dai vari livelli di governo, si registra che la quasi totalità è riscossa dal Governo centrale (circa il 94,5 per cento, pari a circa 88 miliardi di euro), mentre nelle casse comunali finisce circa il 3,7% per cento del totale e ai Länder (esclusa Vienna) solo lo 0,38 per cento. La restante parte (1,42 per cento) è riscossa direttamente da Vienna. Una parte significativa del gettito riscosso a livello federale, quello riferito alle imposte su cui è prevista una forma di compartecipazione fra i diversi livelli di Governo, è tuttavia assegnato ai Länder e ai comuni. Si tratta delle imposte sul reddito personale, sulle società, sulle vendite e le transazioni finanziarie, nonché su tabacco, elettricità, gas, carbone, birra, vino, alcool, trasferimento di beni immobili, terreno, carburanti, successione, assicurazione, pubblicità, gioco d’azzardo e sulle autovetture.Del gettito proveniente da tali tributi compartecipati, a Vienna spetta una quota pari al 7,66 per cento (pari a 7.140 milioni di euro) del totale. Ai Länder (esclusa Vienna) e ai comuni spettano invece, rispettivamente, il 13,42 per cento (pari a 12.507 milioni) e l’11,20 per cento (pari a 10.442 milioni).La quota complessiva spettante ai Länder è ripartita fra gli stessi sulla base di criteri, sostanzialmente riconducibili alla popolazione complessiva (che incide per circa i due terzi) e a un parametro fisso (che incide per circa un terzo), collegato a fattori vari, ad esempio all’esigenza di riconoscere risorse per ristorare il minor gettito derivante da tributi propri nel tempo soppressi.Anche la quota spettante al complesso dei comuni appartenenti a ciascun Land si basa principalmente su criteri demografici: in questo contesto oltre al numero di abitanti (che pesa per circa il 15 per cento) assume particolare rilievo il valore del numero di abitanti ponderato per la dimensione del comune(79) . Ciò assicura maggiori risorse ai comuni più grandi e viene fatto nel presupposto che questi ultimi hanno fabbisogni finanziari più ampi. Vienna è la città che maggiormente beneficia di questo criterio. La quota spettante al complesso dei comuni in ciascun Land è poi ulteriormente ripartita, a livello di singolo comune, sulla base di specifici criteri. I principali sono riconducibili al numero di abitanti ponderato per la dimensione del comune (tale parametro pesa per circa l’82 per cento), al numero di abitanti (con un peso pari a circa il 4 per cento) e a specifiche esigente dell’ente locale, valutate discrezionalmente dal Land, solitamente per sostenere gli enti con maggiori difficoltà finanziarie o determinati progetti di investimento locali (con un peso pari a quasi il 13 per cento).La perequazione finanziaria in Austria è pertanto ancorata alla popolazione. A differenza ad esempio del sistema tedesco, in cui ogni Land riceve il gettito fiscale riscosso nel proprio territorio, in Austria la distribuzione orizzontale è determinata principalmente dal numero di abitanti.Nell’ambito del sistema perequativo, oltre alla compartecipazione ai tributi federali, sono ricompresi anche i trasferimenti fra i diversi livelli di governo, in cui prevale nettamente la quota di risorse che il Governo federale assegna ai Länder. Si tratta di un ambito molto eterogeneo in cui si rinvengono sovvenzioni o contributi (Zuschüsse) per far fronte a specifici fabbisogni di spesa o a determinate finalità in capo ad altri enti territoriali. Fra le principali voci di trasferimento si segnala il finanziamento delle strutture ospedaliere, dell’assistenza sociale e delle strutture per l’infanzia.Lo Stato centrale interviene altresì per la copertura dei costi (Kostentragung) di servizi erogati dagli enti territoriali: da un punto di vista finanziario è particolarmente rilevante la spesa federale per il personale docente nelle scuole dell’obbligo, che come detto per la sola Vienna rappresenta il 4,1 per cento delle entrate totali in bilancio di previsione per il 2019.Il totale dei trasferimenti erogati dallo Stato centrale (dati 2017) in favore dei soli Länder è pari a 7,2 miliardi di euro. Tale importo, sommato alle compartecipazioni al gettito delle imposte condivise, fa registrare un trasferimento complessivo pari a oltre 25 miliardi di euro.Quanto ai comuni, includendo anche le compartecipazioni, si arriva ad oltre 10 miliardi di euro.Per la sola Vienna, che ha beneficiato del riparto nella duplice veste di Land e comune, i trasferimenti (considerando anche la compartecipazione ai tributi condivisi) sono stati pari a 8 miliardi di euro.

77) https://www.wien.gv.at/statistik/bevoelkerung/bevoelkerungsstand/

78) I dati si riferiscono all’anno 2016 e sono tratti dalla pubblicazione “Zahlungsströme zwischen den Gebietskörperschaften – Übersicht gemäß § 42 Abs. 4 Z 3 BHG 2013”, aprile 2018, a cura del Ministero delle finanze austriaco.

79) Ai richiamati criteri di riparto si aggiungono un parametro fisso (che pesa per circa il 22 per cento) e un criterio basato sulle entrate locali (che pesa per poco meno dell’11 per cento).

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