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Festa della Befana, siamo seri

mappa piazza befana 2017Una riflessione a margine delle ennesime polemiche sulla Festa della Befana di Piazza Navona, dove  sabato 16 è finalmente cominciato l’allestimento delle bancarelle. Il Piano Sicurezza , oggetto del contendendere,  è stato riformulato a budget ridotto   (si parla di 150 / 170mila euro, un terzo della proposta messa  apunto da Zetema su incarico del Comune) con   un progetto  presentato dagli stessi operatori

il mercatino della Befana di piazza Navona è pronto per aprire anche se in ritardo di due settimane rispetto al giorno previsto dal bando (2 dicembre). Sabato notte gli operatori hanno iniziato a montare i gazebo che per questa edizione potranno essere diversi rispetto a quelli previsti ma sempre comunque in linea con i dettami della Sovrintendenza. Faranno prima i giostrai vista la maggiore facilità di allestimento, a seguire gli altri esercenti alcuni dei quali stanno però ancora aspettando di vedersi recapitare la merce.

Occhi tutti puntati sull’applicazione del piano sicurezza responsabile del ritardo di avvio del mercatino e sul disciplinare di qualità che i titolari delle postazioni dovranno rispettare alla lettera, pena il ritiro della licenza. Spetterà ai cinque vigili urbani fissi su piazza verificare la qualità dei prodotti alimentari e della merce in vendita. Il Campidoglio assicura: “Risolte tutte le questioni tecniche la fiera
parte all’insegna della legalità”. Sperando così di m


articolo dal sito del  Corriere Piazza Navona

titoli del 2014

(4 dicembre, aggiornato il 7) Il tradizionale mercatino natalizio nel cuore della città storica, che doveva cominciare il  2 dicembre potrebbe saltare anche quest’anno. Infatti,  dopo che con una Delibera del giugno scorso il Comune ha tolto al I Municipio il compito di stilare il relativo bando per l’assegnazione delle postazioni, l’avviso pubblico è stato lanciato dal Dipartimento Attività produttive a settembre  e il 20 novembre sono stati resi noti i nomi dei vincitori, che sono poi praticamente gli stessi delle ultime edizioni, prima dei ripetuti annullamenti.  Gli stessi  che nel 2014 avevano fatto un ricorso al TAR contro le modifiche che voleva introdurre l’allora Assessore Marta Leonori (Giunta Marino)  e che avevano poi disertato la manifestazione inscenando un finto funerale con tanto di bara nella piazza storica (foto a lato).

Del resto l’esito di questo bando,  per quanto riguarda le graduatorie, era piuttosto scontato, dato che, non avendo modificato – come da molti proposto e richiesto –  la tipologia di manifestazione da “fiera” a “festa” per poter aprire  le porte a nuovi soggetti interessati (1), e avendo invece stabilito  criteri per la qualità  facilmente raggiungibili da tutti, alla fine è stato comunque determinante  il punteggio dato dall’anzianità.

Ciò nonostante oggi gli operatori sono di nuovo sul piede di guerra, questa volta a causa dei costi del “Piano sicurezza” da attuare secondo la direttiva Minniti, che in tempi di attentati terroristici e soprattutto dopo i fatti di Piazza San Carlo a  Torino prescrive misure stringenti (e costose) per eventi pubblici (in calce mettiamo le direttive  del Governo  -“Modelli organizzativi per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche – e della Prefettura di Roma)(2). Nel bando era evidenziato che i costi fossero a carico degli operatori, rimandandone però  in seguito la “quantificazione” (3):

bando piazza navona- clausola pagamento piano sicurezza

Ma a pochi giorni dall’inizio della manifestazione non era ancora  stato comunicato l’ammontare della cifra  che gli operatori avrebbero dovuto pagare (oltre alla  Cosap, Canone Occupazione Suolo Pubblico,  alla Tari e  all’affitto delle strutture): un inspiegabile  ritardo degli uffici comunali preposti, che forse  si sarebbero dovuti impegnare di più,  per evitare, vista  la mole di polemiche che da tempo accompagna la manifestazione, l’ennesimo conflitto e soprattutto il rischio di danno erariale.

Perchè a questo punto  i costi del Piano  sicurezza, che secondo fonti giornalistiche (3) è stato predisposto da Zetèma per conto del Comune,  si aggirano sui 450 mila euro [su Il Messaggero dell’8 dicembre 343.000 euro più IVA, ca 6.300 euro a operatore],  da spartire tra una cinquantina di operatori, che li trovano troppo esosi.  E le ipotesi  che si stanno confrontando per trovare un accordo, dopo che sembra tramontata quella inizialmente ventilata di  caricare i costi – almeno in parte – sul Comune, prevedono di affidare direttamente agli operatori la messa in sicurezza. Ma la cifra che sembra sia stata proposta dagli operatori – sempre secondo  Il Messaggero – 170.000 euro non soddisferebbe i parametri del Piano sicurezza. E ci si chiede se la sicurezza dei cittadini prevista dalle direttive ufficiali, in una Piazza del centro storico con poche vie di uscita in caso di emergenza, possa essere oggetto di contrattazione  (o messa sulle spalle dei contribuenti romani). Oltretutto, normalmente, se viene modificata  una prescrizione del bando (costi a carico dei vincitori), gli altri mancati concorrenti potrebbero impugnarlo. Con il rischio, in generale, di trasformare  in un costo per i cittadini romani una iniziativa  che in altre città è invece una fonte di entrate.

E a  margine di questa già intricata vicenda, sul Messaggero del 1 dicembre è uscita un’intervista (“via Whatsapp”) dell’Assessore alle attività produttive  Adriano Meloni, che prende le distanze dal Presidente della Commissione Commercio  Andrea Coia, attribuendogli una eccessiva disponibilità, se non una eccessiva sensibilità, nei confronti degli ambulanti (4).  E la nota riparatrice (5)  diffusa poco dopo dall’Assessore,  sembra riparare ben poco e apre ulteriori interrogativi  sulle modalità e lo stile istituzionali con cui questa Amministrazione affronta i problemi della Capitale. E  anche sulla  serietà e sul senso di  responsabilità che dovrebbero guidare  decisioni che  tanto impattano sulla vita dei cittadini romani.

Infatti, al di là del merito della vicenda “Festa della Befana”, che peraltro, come avevamo già detto, ci sembra un significativo  indicatore  dello stato di salute della nostra sventurata città – soprattutto dopo il suo controverso esito – preoccupa che chi organizza una  manifestazione non definisca esattamente – e per tempo – tutti gli oneri a carico dei vincitori. E che si cerchi all’ultimo momento  di “mettere una pezza” con una trattativa con gli operatori che rischia di creare ulteriori complicazioni.  E anche che un Assessore si dica in disaccordo con  un bando promosso dal suo stesso dipartimento, o che  i problemi interni alla maggioranza e  all’amministrazione  anzichè essere affrontati nelle sedi competenti  diventino sfoghi sui giornali o battibecchi su Facebook.

Ma soprattutto ci si chiede se è  normale che in una città alla canna del gas, non solo economicamente, il tema  “ambulanti & C”  monopolizzi da sempre l’agenda delle commissioni capitoline e delle cronache locali. In questo diamo ragione all’Assessore Meloni:  “A Roma ci sono 500 mila imprese, 130 mila del commercio, 12 mila su area pubblica. Dove dovrebbe essere il focus?”(4)

Anna Maria Bianchi Missaglia

Leggi anche il post di Diario Romano Pasticciaccio alla Festa della Befana?

(1) riportiamo, per correttezza di informazione, quanto scritto dal Presidente della Commissione capitolina commercio Coia (m5S) in un post su Facebook: ” (…)La più grande bugia detta è che trasformare la fiera in festa risolverà tutti i problemi. Non vi è alcuna certezza poiché organizzare la festa secondo le altre deliberazioni di Consiglio comunale (13/2000 o 138/1997) porterebbe ad un UNICO soggetto organizzatore che potrebbe organizzare la festa assegnando come meglio crede i posteggi ad i suoi associati. In questo caso a vincere potrebbe essere la stessa famiglia tanto citata od un altro soggetto oggi più amico di Pinocchio che della Befana”.

Va detto, che la storia  del  mercatino della Befana, e delle “posizioni dominanti” di alcuni  soggetti assegnatari, ha molte luci e ombre, a partire  da ben prima della Consiliatura Raggi: infatti come da noi segnalato in precedenti articoli, anche i tentativi di bando degli ultimi anni  non erano esenti da difetti – tanto che nel 2015 il bando fu bloccato dall’ANAC – e le posizioni  a favore di proroghe dello “status quo” aggirando le regole hanno avuto sostenitori di diversi schieramenti, da quelli di una mozione “bipartisan” del novembre 2014 votata  da esponenti del centro destra ma anche da qualcuno del PD e della lista Marino (astenuti SEL), bocciata per un solo voto,  (Vedi il nostro post http://www.carteinregola.it/index.php/piazza-navona-mozione-bipartisan-per-mantenere-lo-status-quo/)  allo stesso Coia, che un anno fa aveva difeso  le ragioni della proroga in  un appassionato intervento in Aula che non aveva poi convinto i suoi compagni di movimento. La storia della festa è stata ricostruita da Nathalie Naim nel post citato, che però si ferma al 2013 (sarà nostra cura aggiornarlo)

(2)  “Modelli organizzativi per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche – Direttiva del Ministero dell’interno 28 luglio 2017 scarica direttiva_sicurezza_e_safety_28.07.2017.compressed e quello della Prefettura di Roma  scarica linee_guida Roma Capitale sicurezza

(3)scarica il bando per Piazza Navona piazza navona QH20170048736-AVVISO_PUBBLICO_ALLEGATO_2 piazza navona QH20170048736-AVVISO_PUBBLICO_ALLEGATO_1

(4) Repubblica 3 dicembre 2017 Befana di piazza Navona, diktat del Comune: “Pagate o niente festa”Braccio di ferro con i commercianti per i costi della sicurezza. “Altrimenti i banchi ai paesi del terremoto” di LORENZO D’ALBERGO

(5) Il Messaggero 1 dicembre 2017 Roma, l’assessore Meloni: «Per la festa della Befana temo intese M5S-Tredicine» di Camilla Mozzetti

(6) Roma Today 1 dicembre 2017 Befana a piazza Navona, Raggi furiosa con Meloni. L’assessore si scusa con Coia
Non c’è alcun legame tra il M5S e la famiglia Tredicine, meno che mai in merito all’organizzazione della Festa della Befana: chi scrive il contrario afferma il falso. Membri della famiglia Tredicine, infatti, hanno presentato ricorso al Tar contro il nostro bando e hanno criticato il nostro operato. Grazie a noi, chi intende partecipare alla gara per esporre e vendere in piazza Navona deve sottostare a criteri ben più rigidi rispetto al passato : abbiamo limitato fortemente l’incidenza dell’anzianità e, pertanto, favorito ricambio e rinnovamento degli operatori. A tal proposito mi scuso con Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio in Campidoglio, per alcuni spezzoni di una chat privata riportati dalla stampa: si tratta di parole sicuramente fuori luogo. Abbiamo lavorato insieme per la riuscita della manifestazione e continueremo a farlo“. “

 

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