Il violento attacco del Messaggero all’assessore Caudo
Autore : Redazione
La ex Fiera di Roma sulla Colombo
In un quadro assai incerto, dove ogni giorno spuntano nuovi nomi di assessori che nell’inevitabile rimpasto di giunta potrebbero saltare e/o subentrare, il quotidiano romano di cui è editore il potentissimo imprenditore Gaetano Caltagirone attacca Giovanni Caudo per aver tagliato le cubature nella ex Fiera di Roma, quelle che Alemanno aveva fatto lievitare per coprire i buchi della nuova Fiera. E lo accusa di aver concesso troppe cubature al costruttore Parnasi per compensare le opere infrastrutturali necessarie alla sostenibilità del nuovo Stadio della Roma.
“Ex Fiera di Roma, vince il verde. Caudo sfida l’ira dei costruttori” titolava il 14 luglio Affari italiani (1) commentando l’approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina della Delibera per la risistemazione dell’area della ex Fiera di Roma, 7,6 ettari di capannoni sulla Colombo (VIII Municipio), da nove anni in abbandono. E, a giudicare da un articolo pubblicato su Il Messaggero, di cui è editore l’imprenditore/costruttore Caltagirone, a quanto pare qualcuno si è arrabbiato davvero. Infatti il 16 luglio il quotidiano romano ha sferrato un durissimo attacco all’assessore alla Trasformazione Urbana, su un doppio fronte: la Delibera per la riqualificazione della ex Fiera di Roma, e l’operazione “Stadio della Roma”, su cui il quotidiano romano ha già versato fiumi d’inchiostro, lanciando allarmi speculazioni e arrivando incredibilmente ad abbracciare le posizioni dei più intransigenti ambientalisti.
Ma questa volta il Messaggero va giù davvero pesante (2), affermando che per la ex Fiera Caudo crea “un danno al patrimonio pubblico” in quanto la delibera riduce “le aree edificabili a discapito delle esangui casse comunali e quindi del pubblico“. Ma quella che per il giornalista del Messaggero è una mossa “a dir poco castrante“, per l’assessore è invece una scelta precisa di rigenerazione urbana, che dà “ancora più consistenza al disegno di una città che cambia dal di dentro, dalle sue parti già costruite, dalle sue aree dismesse, così come è giusto che avvenga“(3). E la delibera, seguendo più o meno il percorso già sperimentato per il Progetto degli ex stabilimenti militari al Flaminio, prevede metà della superficie, cioè 3,6 ettari a Municipio, ad attrezzature pubbliche del quartiere, e l’altra metà’ a nuova edificazione, di cui una parte residenziale e una non residenziale, “con l’indice piu’ basso che si è mai visto in quell’area, 0,9 metri quadri su metro quadro“(3). E bisogna dire che la quantità di edificato, che aveva provocato l’opposizione di alcuni comitati di quartiere che ritengono che la delibera porti carichi urbanistici troppo impattanti sull’area (4), è comunque al di sotto di tutte le proposte di delibere precedenti, 67.500 mq (5), contro i 91.300 della delibera di Alemanno (6) e gli 86mila di Veltroni, anche se secondo l’assessore “dovrà essere accompagnato dalla realizzazione di un adeguato sistema di accessibilità pubblica su ferro e sarà subordinato a un documento di indirizzi per il concorso di progettazione urbana che sarà predisposto coinvolgendo i cittadini” (7).
Il nodo da sciogliere, rispetto alle amministrazioni precedenti, riguardava il collegamento tra la ex Fiera e la Nuova Fiera di Roma costruita sull’autostrada Roma-Fiumicino: quest’ultima versa da anni in condizioni economiche disastrose, che si volevano appianare caricando di cubature l’area sulla Colombo per rimettere a posto i conti. Ma l’assessore Caudo è molto chiaro: “Questa è una delibera di rigenerazione urbana che apporta valore all’area, ma non ce ne frega nulla di quelli che possono essere i legami finanziari, che pure ci devono essere. Le società risolvono i loro problemi con un piano industriale. Investimenti Spa e Fiera di Roma presentino un piano industriale serio, operativo, concreto, in grado di raccogliere la sfida di innovazione di questa città che non può permettersi una fiera gestita nel modo in cui è gestita. Non usiamo il territorio come moneta di scambio“(1).
Secondo il Messaggero invece questa riduzione delle aree edificabili – cioè della quantità di cubature edilizie – porterebbe a un dannoso “deprezzamento dell’area” e soprattutto non sarebbe coerente con le scelte dell’amministrazione rispetto a un altro progetto, quello del nuovo Stadio della Roma e dell’annesso Business Center, in cui il Comune dovrebbe concedere notevoli compensazioni edilizie per garantire l’interesse pubblico dell’operazione e il raggiungimento dell’equilibrio economico per i privati, a fronte degli investimenti per le necessarie infrastrutture (8).
Quello che però l’articolo non dice – oltre a far credere che le tre torri del Business Center constino di un milione di metri cubi, mentre quella cifra comprende anche lo stadio e le strutture connesse – è che si tratta di un’operazione privata, e che le cubature date in compensazione coprono non buchi finanziari prodotti dalla mala amministrazione precedente, ma infrastrutture che dovrebbero servire non solo allo Stadio e al nuovo quartiere direzionale, ma anche alla città (anche se questo è tutto da vedere (9).
E anche chi come noi ha una posizione assai critica rispetto all’operazione dello Stadio, non può che diffidare di usi assai disinvolti di sottintesi come quello che conclude l’articolo, dove si afferma che Caudo “ora è un po’ più solo in giunta da quando Luigi Nieri (a cui è legatissimo) ha tolto il disturbo dimettendosi per il coinvolgimento in Mafia Capitale“. Una insinuazione su coinvolgimenti dell’ ex vicesindaco nelle indagini, che sembra suggerire, per la proprietà transitiva, un possibile coinvolgimento anche dell’assessore Caudo, che si descrive come “legatissimo” a Nieri. E in ogni caso questa conversione di un quotidiano – e del suo editore – da sempre allineato sugli interessi edilizi e sugli affari immobiliari della Capitale, alle ragioni dell’ambientalismo – seppure, come si vede, “a corrente alternata” – è davvero ambigua.
E resta (ancora per poco) sullo sfondo l’imminente partita che si giocherà sulle Olimpiadi Roma 2024 sull’area da scegliere per la costruzione del Villaggio Olimpico.
Anna Maria Bianchi Missaglia annaemmebi@gmail.com
NOTA: Siamo disponibili a pubblicare qualunque contributo – naturalmente anche critico, purchè ben argomentato – ci sarà inviato a laboratorio.carteinregola@gmail.com sia sul progetto della ex Fiera sia sul progetto del Nuovo Stadio della Roma
“Le grandi strutture dismesse … caserme, carceri, ospedali e manicomi, mattatoi e gasometri, ex depositi, mercati, ex fiera…la sottocultura dominante ha guardato a questi beni, che generalmente hanno perso l’originaria funzione, con un unico scopo: massimizzare il valore di scambio o, in modo del tutto equivalente, considerare la consistenza edilizia come asset patrimoniale da iscrivere a bilancio”…”Raccoglieremo e stimoleremo tutti i contributi e le proposte per la loro riqualificazione e per restituire questi spazi a una piena utilizzazione”… “In ogni caso, le valorizzazioni del patrimonio immobiliare pubblico saranno realizzate in coerenza con la strategia di rigenerazione urbana e garantendo che i progetti apportino al territorio una nuova e migliore qualità urbana, oltre che un giusto ritorno economico“
Roma è vita – programma di Ignazio Marino per l’urbanistica
L’Area dell’ex Fiera è a poche centinaia di metri dal parco di Tor Marancia
(1)14 luglio 2015 Affari italiani Approvata la delibera di riqualificazione dell’area Ex Fiera di via Cristoforo Colombo. Tagliate di un terzo le cubature rispetto ad Alemanno. E ai “re del cemento” l’assessore dice: “Rotti i rapporti con la finanza immobiliare”.
Ora ciò che resta di quasi 8 ettari di capannoni semi abbandonati e un muro che costeggia la Cristoforo Colombo sino a piazza dei Navigatori, non ci sarà più. Il Consiglio Comunale, con 20 voti favorevoli, 7 contrari e nessun astenuto, ha approvato la delibera per la riqualificazione dell’area della ex Fiera di Roma.
E a spiegare il segreto dell’ex Fiera e il suo futuro è l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo al quale, dopo la delibera, bisognerà augurare di non incorrere nelle ire dei costruttori romani: “Li’ oggi ci sono 7,6 ettari di capannoni in parte abbandonati. La delibera dedica metà di questa superficie, 3,6 ettari a Municipio, ad attrezzature pubbliche del quartiere, e l’altra metà’ a nuova edificazione di cui una parte residenziale e una non residenziale con l’indice piu’ basso che si è mai visto in quell’area, 0,9 metri quadri su metro quadro. Siamo passati da 93mila metri quadri della delibera di Alemanno di pochi mesi fa, a 67mila e 500 metri quadri. Ma non è solo un problema di numeri ma di qualità”.
E poi lancia una provocazione che rischia di diventare realtà: “La Fiera è chiusa da nove anni. Roma non ha solo il lungomuro di Ostia ma ha anche il lungomuro sulla Colombo che interrompe da sempre la continuità verde lungo il lato della Colombo. Il muro della fiera costeggia la strada”.
Infine due messaggi: uno ai costruttori, l’altro a chi pensava di poter barattare territorio con i soldi per la nuova Fiera: “Questa è una delibera di rigenerazione urbana che apporta valore all’area ma non ce ne frega nulla di quelli che possono essere i legami finanziari, che pure ci devono essere. Le società si risolvono i loro problemi con un piano industriale. Investimenti Spa e Fiera di Roma presentino un piano industriale serio, operativo, concreto, in grado di raccogliere la sfida di innovazione di questa città che non può permettersi una fiera gestita nel modo in cui è gestita. Non usiamo il territorio come moneta di scambio”.
(2) Il Messaggero 16 luglio 2015 Caudo svaluta l’ex Fiera di Roma un danno al patrimonio pubblico IL PROVVEDIMENTO C’è già chi la chiama la Fiera del doppiopesismo. Da una parte nei terreni dell’ex Fiera di Roma, appunto, si riducono le aree edificabili a discapito delle esangui casse comunali e quindi del pubblico, una mossa a dir poco castrante. Dall’altra, a Tor di Valle, il Comune è munifico e permette al costruttore Parnasi di edificare grattacieli con hotel, uffici e negozi (e se ci scappa, certo, magari anche lo stadio). E cioè quasi un milione di metri cubi che metterà nelle condizioni, a un solo privato, di tirar su in un’area molto discutibile, le sponde del Tevere, «una speculazione immobiliare», che le associazioni ambientaliste definiscono «l’ecomostro». «Trattasi di doppio pesismo dell’inCaudo assessore», scherzano tra i banchi del Campidoglio. L’altro giorno l’Aula Giulio Cesare ha approvato la riqualificazione della zona della Colombo dell’ex Fiera di Roma. Con questa operazione l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo in un colpo solo è riuscito a far deprezzare l’intera area, creando cosi un danno per il pubblico. Per gli amanti dei numeri la faccenda è finita in questo modo: «Siamo passati da 93mila metri quadri della delibera di Alemanno di pochi mesi fa, a 67mila e 500 metri quadri. Ma non è solo un problema di numeri ma di qualità», ha detto Caudo, ora un po’ più solo in giunta da quando Luigi Nieri (a cui è legatissimo) ha tolto il disturbo dimettendosi per il coinvolgimento in Mafia Capitale. Un’operazione, quella dell’ex Fiera di Roma, controversa quanto paradigmática. Fatta passare come una grande rivoluzione, che tale, a conti fatti, non è. Anzi.
(3) dal sito del Comune15 luglio 2015 Ex Fiera di Roma, al via la riqualificazione
Roma, 15 luglio – L’Assemblea capitolina ha approvato la delibera sulla riqualificazione della ex Fiera di Roma, attesa da molti anni. “Prende ancora più consistenza il disegno di una città che cambia dal di dentro, dalle sue parti già costruite, dalle sue aree dismesse, così come è giusto che avvenga”, ha dichiarato l’assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo.
“Ora – ha proseguito Caudio – anche i 7,6 ettari di territorio abbandonato e degradato da un decennio, dove c’era la vecchia Fiera ed edifici non più utili e cadenti e dove è sempre esistito un muro continuo che costeggiava la Cristoforo Colombo interrompendo la continuità del verde pubblico ai margini della strada, si potrà avviare un importante progetto di rigenerazione urbana”.
E’ stato previsto un percorso che assicurerà la qualità della progettazione attraverso un concorso internazionale, sul modello utilizzato con successo nel Progetto Flaminio. Saranno circa 3 gli ettari della Fiera destinati a servizi pubblici di quartiere. L’edificazione è molto al di sotto di tutte le proposte di delibere precedenti: 67.500 mq contro i 91.300 previsti negli anni passati. Caudo ha specificato che la progettazione dovrà essere accompagnata dalla realizzazione “di un adeguato sistema di accessibilità pubblica su ferro e sarà subordinato a un documento di indirizzi per il concorso di progettazione urbana che sarà predisposto coinvolgendo i cittadini. Quello che serve prioritariamente alla società che attualmente gestisce la Fiera nuova: un rinnovato e credibile piano industriale”.
“E’ una delibera sulla quale abbiamo lavorato con l’assessore Caudo – ha detto il sindaco Ignazio Marino – dall’inizio della consiliatura, perché c’era la necessità di risolvere una questione che si trascinava da molti anni, ma anche di migliorare il modo in cui questa questione potesse essere risolta. Credo sia un passo avanti amministrativo concreto che ci permetterà di fare andare avanti l’impresa edile nella nostra città, ma con i criteri che noi ci eravamo dati durante la campagna elettorale. Abbiamo ridotto la cementificazione, affidato al Municipio gran parte dell’area in modo da realizzare servizi per i cittadini e risolto una questione che si trascinava da un decennio”.
(4)vai alla scheda a cura del comitato Saluteambiente EUR. Ex Fiera di Roma Osservazioni ComitatoSaluteambienteEUR del 12 maggio 2015 Osservazioni e domande sulla Proposta n. 119/2014. Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo Colombo da Porta Ardeatina a via delle Tre Fontane. Ambito n.2 – Risistemazione della Fiera di Roma Adozione di variante urbanistica ai sensi dell’art.4 L.R. 36/87 e s.m.i. A cura del Comitato Salute Ambiente EUR
NOTA : Siamo disponibili a pubblicare qualunque materiale sufficientemente argomentato che i comitati interessati vorranno farci pervenire.
(5) scarica la Proposta 119/14 DG 3/7/2014 Piano utilizzazione aree Via Colombo tra Porta Ardeatina e Via delle Tre Fontane. Ambito n.2 risistemazione Fiera di Roma – variante urbanistica
Proposta n. 119.2014 6) 90ª Proposta (Dec. G.C. del 19 luglio 2011 n. 70) Adozione variante urbanistica relativa all’ambito n. 2 – Risistemazione della Fiera di Roma – Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo Colombo da Porta Ardeatina a Via delle Tre Fontane
proposta_90-2011-fiera-di-roma
Nota: contro questa e altre delibere Carteinregola e altri comitati hanno fatto un presidio di 4 mesi, dal 1 dicembre 2012 al 10 aprile 2013. Vedi la nostra scheda dell’epoca Ex-Fiera di Roma
(7) Aska news 14 luglio 2015 Caudo: al via riqualificazione area Ex Fiera di Roma 7,6 ettari saranno oggetto di rigenerazione urbana
(8) Anche Carteinregola è sempre stata contraria al progetto dello Stadio, soprattutto per ricorso allo scambio “cubature-per-infrastrutture”, seppure per inserire nel progetto le opere pubbliche necessarie alla dichiarazione del pubblico interesse dell’opera garantendone il fatidico “equilibrio economico”. E continiuamo a chiederci se la parte di infrastrutture di interesse generale, quella considerata “a carico del Comune” , tanto da riconoscere al privato un valore equivalente in “compensazioni” edilizie per realizzare le infrastrutture pubbliche, non dovrebbe essere deve affidata con una gara pubblica al migliore offrente.
Questi i nostri articoli e dossier principali: : Nuovo stadio della Roma: una questione di interesse pubblico (e di regole) del 02/08/2014, Stadio a Tor di Valle: Appunti di Carteinregola per le Commissioni congiunte del 06/10/2014, Stadio della Roma: le nostre ragioni (e le leggende metropolitane) del 22/12/2014
> guarda le slides di Presentazione del progetto in Campidoglio dicembre 2014 1 parte, 2 parte, 3 parte
(9) Si veda Stadio della Roma: più trasparenza e partecipazione, ma le obiezioni restano del 14 luglio 2015
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