Il Consigliere M5S durante un’Assemblea capitolina di qualche settimana fa, con una chiave gigante per protestare contro la mancanza di trasparenza dell’Aula
Con le dimissioni di Giovanni Quarzo (FI), indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso , si riaprono i giochi per la Presidenza della Commisione Controllo Garanzia e Trasparenza. Nel luglio 2013 il centrodestra riuscì a “soffiare” la presidenza ai Cinquestelle, con un escamotage in cui, da quanto emergerebbe dalle indagini in corso, ci mise lo zampino pure Carminati. Adesso vedremo se i 13 consiglieri di centrodestra, con i loro ben 9 gruppi (e altrettanti capigruppo), al momento buono avranno l’ardire di rieleggere un presidente della propria area in uno dei ruoli chiave per il controllo democratico della amministrazione capitolina…
6 dicembre 2014. Tra le storie che le vicende giudiziarie di questi giorni stanno portando alla luce, ve ne sono alcune con risvolti paradossali. Lo sono sicuramente quelle legate a due istituzioni deputate alla vigilanza sulla legalità e la trasparenza, coinvolte nelle indagini della mafia a Roma. La prima è quella del dirigente capitolino Italo Walter Politano, rimosso dal Sindaco Marino tre giorni fa da un incarico apicale alla direzione Integrità, Trasparenza e Semplificazione (facente parte del Segretariato Generale), nonché dalle funzioni di responsabile per la Trasparenza di Roma Capitale, dopo essere stato indagato per associazione di tipo mafioso. La seconda riguarda il consigliere di Forza Italia Giovanni Quarzo, anche lui indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso, anche lui con un incarico di garanzia, addirittura quello di Presidente della Commissione di Controllo, Garanzia e Trasparenza, l’organo che esercita una funzione di controllo sulla regolarità dei bandi, delle procedure di assegnazione degli appalti in tutti i settori e dei lavori dell’Assemblea capitolina; il luogo dove si può controllare l’operato delle amministrazioni precedenti, dove vengono tutelate e garantite le prerogative del Consiglio attuale e dei suoi componenti, anche in relazione ai rapporti dell’Assemblea Capitolina con l’esecutivo, quindi dove si verifica il rispetto degli indirizzi approvati dalla Giunta. E proprio per questo è nella norma che la Presidenza spetti alla minoranza. Sono i capigruppo di opposizione, insieme, a indicare un nome. E Quarzo alla Presidenza ci è arrivato dopo una movimentata manovra che ha visto vari consiglieri del centrodestra cambiare casella fino a raggiungere la maggioranza dei capigruppo deputati all’elezione. Così spiegano la vicenda i Cinquestelle, a cui la presidenza della Commissione è stata “soffiata” nel luglio 2013 (1) : “Apparentemente le forze politiche di minoranza sono sei. Apparentemente. Infatti tre sono riconducibili alla destra di Alemanno, e sono PDL, Fratelli d’Italia e Lista Civica per Alemanno. Tre fanno storia a sé: noi del MoVimento, la lista Marchini, il gruppo Misto, quest’ultimo fino all’altro ieri composto da un solo consigliere, Mino Dinoi. Fino all’altro ieri, appunto. Prontamente, infatti, Quarzo e Cantiani hanno abbandonato la loro casacca da PDL e indossato quella del gruppo Misto, dove grazie al rapporto di forza con Dinoi (2 a 1) potranno sfiduciarlo e prendersi, uno dei due, il ruolo di capogruppo. E presto fatto, la situazione è ribaltata: 4 gruppi della “presunta” opposizione sono in mano alla destra e faranno il bello e il cattivo tempo in Commissione Trasparenza, con il potere di indicare uno dei loro alla presidenza (secondo le voci di corridoio sarà proprio Quarzo il designato).(2) E così è stato. Ma oggi si scoprono altri retroscena: come dice un argomentato articolo de Il Fatto Quotidiano, “secondo gli inquirenti, Giovanni Quarzo, chiede agli uomini di Carminati un aiuto per ottenere la Presidenza della Commissione Trasparenza, organo che controlla la regolarità degli appalti e dei lavori dell’Assemblea capitolina. E l’ex Nar decide di aiutarlo. Così i controllati diventano i controllori“ (3)
Ora che Quarzo si è dimesso, si riaprono i giochi. Ma nel frattempo i gruppi (e i rispettivi capogruppo) dell’opposizione di centro destra sono diventati addirittura 9 – a rappresentanza di 13 consiglieri (4) – e hanno una schiacciante maggioranza nella votazione per eleggere il nuovo Presidente della Commissione. Vedremo adesso a chi avranno il coraggio di affidare l’incarico di “controllore”…
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(1) http://www.iltempo.it/roma-capitale/2013/07/26/colpo-gobbo-pdl-per-la-trasparenza-1.1159453
Colpo gobbo Pdl per la Trasparenza
Colpo gobbo del Pdl a M5S e Lista Marchini. Con un artifizio burocratico, i pidiellini sono riusciti a procurarsi i numeri per decidere autonomamente la partita delle commissioni speciali,…
Colpo gobbo del Pdl a M5S e Lista Marchini. Con un artifizio burocratico, i pidiellini sono riusciti a procurarsi i numeri per decidere autonomamente la partita delle commissioni speciali, assicurandosi la presidenza della Trasparenza e sottraendola così ai grillini. Ieri i consiglieri Giovanni Quarzo e Roberto Cantiani sono usciti dal Pdl e passati al Gruppo Misto. La prossima mossa sarà sfiduciare l’attuale capogruppo, l’ex marchiniano Dinoi. Il nuovo capogruppo (Quarzo?) voterà, insieme a Pdl, Fdi e CxR, a favore dello stesso Quarzo alla presidenza della Commissione Trasparenza e probabilmente per Cantiani nella Commissione Roma Capitale, lasciando forse la Spending Review a 5 Stelle o Marchini. Ovviamente, terminata questa operazione (entro la prima settimana di agosto), i due faranno ritorno alla base. O magari, chissà, farà comodo continuare a tenerli nel Misto.
http://www.romatoday.it/politica/quarzo-cantiani-gruppo-misto-commissione-trasparenza.html
Quarzo e Cantiani al gruppo misto. M5S: “Manovra per sottrarci la commissione trasparenza”
I due consiglieri Pdl hanno chiesto di passare con Dinoi. Frongia: “Un modo per sfiduciarlo e votare contro di noi”. D’Ausilio (Pd): “Trasformismo vecchia maniera”
È guerra aperta per la commissione Trasparenza, controllo e garanzia capitolina. A sollevare le polemiche politiche, la richiesta avanzata ieri dai consiglieri Pdl Giovanni Quarzo e Roberto Cantiani di passare al gruppo al gruppo misto con l’ex candidato di Marchini, Mino Dinoi. A denunciare per primi la ‘manovra’ del Pdl, il Movimento Cinque Stelle, cui era ‘destinata’ la presidenza della commissione. Ma in giornata è arrivato anche il commento del Capogruppo Pd in Campidoglio, Francesco D’Ausilio che ha bollato la decisione dei due consiglieri come una mossa di “trasformismo vecchia maniera”.
Per il Movimento Cinque Stelle il Pdl vuole impedire di ottenere la presidenza. Il passaggio, spiega Daniele Frongia è stato avanzato per “sfiduciare il capogruppo del Misto, Dinoi e impedirgli di votare per me”. Fino a ieri infatti il M5S, Lista Marchini e gruppo misto, sembravano intenzionati a votare per il M5S mentre Pdl, Fdi e lista civica Alemanno per Quarzo rendendo così il voto del Pd un importante ago della bilancia. “Il Pdl vuole fare incetta di poltrone” il commento di Frongia. “Si è già preso tutte le vicepresidenze delle commissioni permanenti, così come quelle dell’aula Giulio Cesare, e ora vuole assicurarsi anche la presidenza di una commissione così delicata come questa”. Frongia è critico verso l’intera operazione ‘commissioni’: “Questa manovra si svolge grazie alla complice indifferenza della maggioranza: è una violazione dei diritti del M5S (seconda forza di minoranza) e dei cittadini”.
Anche secondo quanto denunciato da D’Ausilio, il ‘passaggio’ è avvenuto per “mettere le mani sulla commissione”. Commenta l’esponente Pd: “Come sempre l’unico interesse è accaparrarsi qualche poltrona in più in perfetta linea con i dettami di una politica vecchia e immorale”.
Negativo il commento del capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato: “Sarebbe come mettere Dracula all’Avis” ha commentato ironicamente. “Nei cinque anni della giunta Alemanno il Pdl ne ha combinate di tutti i colori: da parentopoli ad affittopoli, arrivando fino ad arresti eccellenti. Grazie al consociativismo con il Pd, si sono aggiudicati tutte le vicepresidenze della commissioni, la vicepresidenza e la segreteria dell’Aula Giulio Cesare. E adesso mettono in campo anche penosi sotterfugi come quello di spostare momentaneamente due consiglieri Pdl nel gruppo misto per avere un voto in più nell’assegnazione della commissione Trasparenza”.
(2) http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/roma2013/2013/07/toglieteci-tutto-ma-non-la-commissione-trasparenza.html
Cari cittadini, care cittadine,
da qualche giorno c’è una domanda che ci tormenta, una domanda a cui in parte sappiamo rispondere, ma in parte no: cosa hanno da nascondere i PD±L?
Certo in questi anni Alemanno Veltroni e Rutelli hanno governato Roma peggiorando ogni esigenza, e la scarsa partecipazione alle urne ne è una prova tangibile. Alcuni scandali sono emersi grazie alla magistratura, vedi Parentopoli varie e gli appalti di Finmeccanica, ma nel sottobosco della Pubblica Amministrazione devono celarsi ben altri segreti se, pur di avere la presidenza della Commissione Trasparenza, due membri storici del PDL come Quarzo e Cantiani hanno abbandonato il loro gruppo consiliare per passare al Misto senza darne spiegazioni credibili, e badate bene, senza una rilevante risonanza mediatica.
Perché la Commissione Trasparenza è tanto importante è presto detto: è il luogo dove si può controllare l’operato delle amministrazioni precedenti, dove vengono tutelate e garantite le prerogative del Consiglio attuale e dei suoi componenti, anche in relazione ai rapporti dell’Assemblea Capitolina con l’esecutivo, quindi dove si verifica il rispetto degli indirizzi approvati dalla Giunta. E proprio per questo è nella norma che la Presidenza spetti alla minoranza. Sono i capigruppo, insieme, a indicare un nome.
Apparentemente le forze politiche di minoranza sono sei. Apparentemente. Infatti tre sono riconducibili alla destra di Alemanno, e sono PDL, Fratelli d’Italia e Lista Civica per Alemanno. Tre fanno storia a sé: noi del MoVimento, la lista Marchini, il gruppo Misto, quest’ultimo fino all’altro ieri composto da un solo consigliere, Mino Dinoi. Fino all’altro ieri, appunto.
Prontamente, infatti, Quarzo e Cantiani hanno abbandonato la loro casacca da PDL e indossato quella del gruppo Misto, dove grazie al rapporto di forza con Dinoi (2 a 1) potranno sfiduciarlo e prendersi, uno dei due, il ruolo di capogruppo. E presto fatto, la situazione è ribaltata: 4 gruppi della “presunta” opposizione sono in mano alla destra e faranno il bello e il cattivo tempo in Commissione Trasparenza, con il potere di indicare uno dei loro alla presidenza (secondo le voci di corridoio sarà proprio Quarzo il designato).
Abbiamo scritto “presunta” opposizione in quanto rimane molto difficile da definire tale se pensiamo all’alleanza PD-PDL nel Governo Monti e nell’attuale Governo Letta. Alleanza che nella Regione Lazio ha già premiato il Popolo delle Libertà con l’attribuzione della Presidenza della Commissione Trasparenza al partito caduto proprio per problemi di trasparenza: chapeau!
A Roma invece le accuse fatte da Marino in campagna elettorale sulla gestione della limpidezza della giunta precedente, ora non possono essere cancellate con un colpo di spugna. Pensare che una denuncia così forte contro Alemanno oggi si trasformi in una fiducia istituzionale tale da assegnare la Presidenza della Commissione Trasparenza a uomini dell’area PDL, ci riporta ad un meccanismo di “vecchia politica” che Roma deve e vuole scrollarsi di dosso.
Il MoVimento 5 Stelle è l’unica forza politica che nella Capitale può garantire un autentico controllo perché al di fuori di qualsiasi esecutivo di governo del nostro territorio, da quello statale ai 15 Municipi. Chiediamo ai cittadini di comprendere quale importanza avrà questa Commissione nei prossimi 5 anni, e di seguirci in ogni iniziativa che andremo a proporre nel corso dei prossimi giorni per ottenerne la Presidenza, in modo da poterne condividere qualsiasi contenuto.
Al Sindaco e alla maggioranza invece dobbiamo ribadire per l’ennesima volta quanto debbano ancora dimostrare serietà istituzionale, e come in questo caso, agire per impedire che si approfitti delle norme che tutelano il reale dissenso dei consiglieri (che hanno il diritto di dimettersi dal loro gruppo se non ne condividono più le scelte) e che vengono in questo modo usate strumentalmente.
Marino ha sempre detto che la trasparenza non è «cosa di destra o di sinistra». Adesso è il momento di passare dalle parole ai fatti.
Del resto, se non ha, e se non hanno, nulla da nascondere, perché non scegliere uno dei quattro consiglieri 5 stelle?
Leggi la lettera inviata a Marino da parte dei Consiglieri del Gruppo Capitolino del MoVimento 5 Stelle
(3) IlFattoQuotidiano.it / Giustizia & Impunità Mafia Capitale, il capo della Commissione Trasparenza scelto dalla “cupola”
Secondo gli inquirenti, Giovanni Quarzo, indagato per associazione a mafiosa, chiede agli uomini di Carminati un aiuto per ottenere la Presidenza della Commissione Trasparenza, organo che controlla la regolarità degli appalti e dei lavori dell’Assemblea capitolina. E l’ex Nar decide di aiutarlo. Così i controllati diventano i controllori
di Marco Pasciuti | 3 dicembre 2014
Era bastato un giochetto in consiglio comunale, un repentino cambio di casacca per favorire la nomina di un amico alla presidenza di una commissione strategica. La Mafia Capitale allungava i suoi tentacoli fin nelle viscere dell’amministrazione, arrivando a prendere possesso della Commissione di Controllo, Garanzia e Trasparenza del Comune di Roma. L’inchiesta della magistratura capitolina ha svelato il meccanismo attraverso il quale nel 2013 la “cupola” che controllava diversi tipi di appalti dal verde pubblico, all’emergenza immigrati fino all’emergenza neve, è riuscita a mettere un suo uomo, Giovanni Quarzo, ora indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso dalla Procura di Roma, alla presidenza dell’organo che esercita una funzione di controllo sulla regolarità dei bandi, delle procedure di assegnazione degli appalti in tutti i settori e dei lavori dell’Assemblea capitolina. Un caso di condizionamento che, secondo la legge, consente ad un prefetto di istituire una commissione di accesso per accertare se esistono le condizioni per sciogliere un Comune per mafia.
Un posto chiave per far bene gli affari, la Cupola lo sa e se lo prende. Tutto ruota attorno a Giovanni Quarzo, allora consigliere comunale del Pdl e ora capogruppo di FI, che intratteneva rapporti con Massimo Carminati, ex Nar e capo dell’organizzazione, che in una conversazione del 6 maggio 2013 con Tommaso Luzzi “affermava di essere già coinvolto nel supporto della campagna elettorale di Quarzo attraverso la disponibilità di “squadre di ragazzi” che operavano “attacchinaggio” di manifesti in suo favore (“che te serve qualche squadra de ragazzi che vengono e te fanno attacchinaggio” “..glieli sto a fa’ pure per Quarzo (Giovanni)’”. Il 23 luglio, poi, durante un pranzo con Luca Gramazio (consigliere regionale del Pdl, indagato per associazione mafiosa, corruzione aggravata e illecito finanziamento ai partiti) e suo padre Domenico (storico senatore di An), Carminati confermava il suo interessamento alla questione: “Mo te sto a guarda’ ‘sta cosa per la..(…) commissione trasparenza, mo devo parlare con coso, con Michele”.
Carminati a Luca Gramazio: “Mo te sto a guarda’ ‘sta cosa per la … commissione trasparenza”
La strategia è chiara. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dall’analisi di una conversazione del 16 luglio 2013 tra Fabrizio Testa (ex presidente di Tecnosky, “testa di ponte della organizzazione nel settore politico e istituzionale” e arrestato per associazione mafiosa) e Quarzo si comprendeva come quest’ultimo “si fosse evidentemente rivolto al Gramazio (Luca) (“guarda …, t’ha spiegato Luca la questione?”) per avere il suo sostegno per ottenere l’incarico che si rivelerà essere la Presidenza della Commissione Trasparenza”. Il consigliere regionale “a sua volta, aveva interessato il Testa affinché si “mettesse a disposizione” (“m’ha solo detto ‘ditemi, solo fa sape’ per tempo se posso essere …’)”. Il piano escogitato era semplice ed efficace: Quarzo e Roberto Cantiani devono lasciare il gruppo consiliare del Pdl e passare al Misto, in modo da variare gli equilibri in conferenza dei capigruppo ed eleggere Quarzo alla guida della Commissione.
Quarzo al telefono con Testa: “La soluzione è un po, è diciamo … politicamente spregiudicata ma molto efficace”
Plastica la rappresentazione che emerge dalle intercettazioni: il 16 luglio Quarzo parla al telefono con Testa e gli spiega: “La soluzione è un po, è diciamo … politicamente spregiudicata ma molto efficace (…). Cioè andiamo in due al gruppo misto cambiamo Cosimo Dinoi (fonetico) come capo gruppo, il nuovo capo gruppo (incomprensibile) trasparenza e poi dopo una settimana ce ne rimandiamo di nuovo al Pdl (…) Questo è lo schema”. E Testa si metteva a disposizione: “Allora volevo sape’ se potevo es.., da’, fatemi sape’ se devo da’ una mano“. Quarzo: “Ti ringrazio molto”. Il patto è stretto e Testa lo sugella: “Giova’, la squadra è squadra“. Ed è esattamente quel che accade. Il 24 luglio Quarzo e Cantiani lasciano il gruppo del Pdl, migrano nel gruppo Misto e il 24 settembre il primo diventa presidente della Commissione trasparenza al posto di Mino Dinoi. Il gioco è fatto: i controllati diventano i controllori. Ma gli uomini della “cupola” nella Commissione Trasparenza sono due. L’altro è Italo Walter Politano, responsabile della Direzione Trasparenza del Campidoglio, anch’egli indagato in base all’articolo 416 bis del codice penale. Nel pomeriggio il sindaco Ignazio Marino ha firmato l’ordinanza di rimozione del dirigente dalla posizione di direttore della Direzione Integrità, Trasparenza e semplificazione dell’azione amministrativa del Segretariato generale, nonché dalle funzioni di responsabile per la Trasparenza di Roma Capitale. Il provvedimento è motivato dalla “straordinarietà e rilevanza dei recenti eventi connessi alle indagini della Procura della Repubblica di Roma, che hanno interessato anche strutture amministrative di questo Ente”. Le funzioni sono state assegnate al vice segretario generale, Luigi Maggio e l’ordinanza è stata comunicata all’Autorità nazionale anticorruzione. Questa mattina Politano aveva messo a disposizione dell’amministrazione il suo incarico.
Le manovre erano state denunciate lo scorso anno dagli esponenti romani del Movimento 5 Stelle. “Abbiamo denunciato la pratica – spiega a IlFattoQuiotidiano.it Daniele Frongia, consigliere comunale – perché se da un punto di vista regolamentare era perfettamente regolare, non si poteva dire altrettanto da punto di vista dell’opportunità politica: si volle soltanto impedire che la guida della Commissione fosse affidata al M5S, che è al di fuori di tutti i giochi politici”. Ma quali sono le funzioni della Commissione? Si occupa, recita l’articolo 97 del regolamento del consiglio comunale, della “pubblicità e trasparenza delle procedure amministrative con particolare riguardo a quelle concorsuali a rilevanza esterna, bandi di gara, di concorso, di affidamento di servizi o di gestione d’impianti, nonché, nell’ambito dei servizi pubblici locali, con particolare riguardo alla procedura di selezione dei modelli organizzativi e gestionali per la formazione di società miste pubblico-privato”. Ovvero tutte quelle funzioni su cui la piovra aveva allungato i suoi tentacoli.
Aggiornato dalla redazione web alle 21,18
(4) I capigruppo (al 5 dicembre 2014)
MAGGIORANZA:
Partito Democratico: il PD il 27 novembre 2014 ha nominato capogruppo Fabrizio Panecaldo
Gruppo Lista civica per Marino: Luca Giansanti
Gruppo Sinistra Ecologia e libertà: Gianluca Peciola
Gruppo Centro democratico: Massimo Caprari,
OPPOSIZIONE:
Gruppo Movimento Cinquestelle: Marcello De Vito
Gruppo Alfio Marchini Sindaco: Alessandro Onorato
- Gruppo Nuovo Centro Destra Roberto Cantiani (eletto nella lista PDL)
- Gruppo Popolo della Libertà Giordano Tredicine (unico membro)
- Cittadini X Roma (Lista Civica Alemanno) Gianluigi De Palo (unico membro )
- Gruppo Fratelli d’italia: Fabrizio Ghera (unico membro ex Consigliere PDL )
- Gruppo Forza Italia: Giovanni Quarzo
- Gruppo Alleanza Popolare Nazionale: Ignazio Cozzoli Poli
- Movimento Cantiere Italia: Cosimo Dinoi (unico membro) eletto nella lista Marchini Presidente)
- Gruppo misto: Sveva Belviso (ex PDL)(unico membro)
- Verso la Lega dei Popoli con Salvini: Marco Pomarici (unico membro) (ex Consigliere PDL )