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Stadio, ennesima puntata: il decreto Madia e il pressing Grillo

Foto ambm

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(21 febbraio 2017) Come avevamo già messo in conto nell’articolo di ieri, la richiesta di apposizione di vincolo sull’Ippodromo Tor di Valle  della Soprintendente può essere tranquillamente bypassata. Ce lo ha ricordato ieri la Ministra Madia(1):  in base al  suo recente decreto (2) la decisione ultima sull’operazione Tor di Valle potrebbe finire all’esame del Governo. Come già per lo “Sblocca Italia” (3) infatti,  i pareri negativi possono essere ridiscussi a un livello superiore, e il Governo può avere l’ultima parola (e proviamo a  spiegare come funziona la conferenza dei servizi decisoria secondo il Decreto Madia). Intanto il leader Cinque Stelle arriva  a Roma e si cimenta in un doppio salto carpiato per far ingoiare agli attivisti in subbuglio e agli elettori più esigenti il cambiamento di linea M5S sullo Stadio, peraltro annunciato da tempo. (pubblichiamo in calce la lettera che alcune associazioni inviata  oggi a Beppe Grillo con una nostra postilla*)

Su una cosa l’ex Assessore Paolo Berdini aveva senz’altro ragione: “Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma“. Lui si riferiva alla sua Giunta, ma in realtà il discorso vale per tutti. Sindaca, opposizioni, attivisti, ambientalisti, tifosi. Dopo la saga delle Olimpiadi, ecco quella dello Stadio. Che, come i giochi di Roma 2024, è un tema assai rilevante su cui davvero meriterebbe aprire un dibattito, soprattutto su quale modello di sviluppo vogliamo per la nostra città (4). Ma che invece è diventato una  martellante soap opera  a media unificati tanto da far sorgere il sospetto (si fa per dire)  che non per tutti sia una questione di squadra del cuore  o di battaglia civica e ambientalista, ma che sia diventata la scacchiera di  un gioco  politico  sempre più scadente.

Quale miglior target dello stuolo di tifosi romanisti, normalmente assai poco intrigati dalle beghe capitoline, per rigirare il coltello nella piaga delle  difficoltà dei Cinque Stelle? Difficoltà serie, compressi come sono tra un bel pezzo della base del MoVimento che chiede di procedere con coerenza al ritiro della Delibera di pubblico interesse concesso dalla Giunta Marino – oggi  è prevista una manifestazione con cui verrà ufficialmente consegnato alla Raggi un testo predisposto dal tavolo dei militanti urbanisti (5) – e le pressioni a favore dello Stadio del leader Grillo e dei vertici nazionali, che temono una clamorosa perdita di consenso e il marchio infamante di “quelli del no”. Ma il tentativo di togliersi dagli impicci riportato  ieri dai giornali,  coprendo con una spruzzata di ecologia il  megaimpianto e cubature annesse, all’insegna dell'”ecosostenibilità, verde pubblico,  certificazioni e impatto zero delle costruzioni“, per  renderlo “un progetto in linea coi valori ambientalisti del M5s“, appare maldestro almeno quanto quello di sfoltire  un po’ di cubature commerciali e direzionali  tagliando un po’ delle  infrastrutture pubbliche previste (6). Perchè, a parte che le misure di cui parla Grillo potrebbero essere  – controlleremo –   già presenti nelle prescrizioni richieste dalla delibera o dalla conferenza dei servizi, il messaggio che sarebbe così veicolato sarebbe un preoccupante  precedente per un MoVimento che ha posto tra le cinque stelle quella della tutela dell’ambiente.

Verrebbe cioè utilizzato un argomento parente stretto di  quelli  usati da Montezemolo e Malagò per propagandare le “Olimpiadi verdi”, che rivelerebbe  una notevole disinvoltura del MoVimento nel cambiare idea sugli “ecomostri”,  se basta ridimensionarli  un po’ e renderli  un po’  più “ecosostenibili”…

Intanto  si assottiglia la possibilità che il vincolo chiesto dalla Soprintendenza per Ippodromo e contorno (7) possa fermare o almeno ritardare il progetto: ci ha pensato la Ministra Marianna Madia  a spegnere  gli entusiasmi degli oppositori dell’operazione Tor di Valle, ricordando quali siano le procedure per la nuova Conferenza dei Servizi,  riformulata un anno fa da con  la legge 124/2015. Secondo la Ministra – e il Ministro dei beni culturali Franceschini conferma (8)– al contrario di quanto accaduto finora, con le nuove norme si può, in sostanza, arrivare a bypassare il veto della soprintendenza ai Beni archeologici di Roma senza aspettare che la procedura di apposizione del vincolo sull’ippodromo di Lafuente arrivi a conclusione.

Ecco gli scenari.

Il giorno 3 marzo la Conferenza dei Servizi dovrà esprimersi sul progetto definitivo, recependo le conclusioni di VAS e VIA,  la Delibera dell’Assemblea Capitolina  con la variante al PRG  (9)  e lo Schema di Convenzione (10). Quattro i soggetti che devono esprimere  il parere,  a rappresentanza di tutti i relativi uffici:  Roma Capitale e  Roma Città Metropolitana  – che hanno già depositato un parere non favorevole (con prescrizioni) (11) – ,  Regione Lazio e Consiglio dei Ministri. Quest’ultimo, tramite il rappresentante Unico dello Stato,  dovrà esprimere anche quello dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, del Ministero dei Trasporti, del Prefetto e della Commissione per la sicurezza ( per quanto attiene la pubblica incolumità),  nonché quello del MiBACT.

Quanto agli sviluppi successivi, il Decreto Madia (12) stabilisce   che “l’amministrazione procedente [quindi la Regione NDR] adotta la determinazione motivata di conclusione della conferenza… sulla base delle posizioni prevalenti espresse dai rappresentanti delle amministrazioni” [non è specificato il criterio della “prevalenza”];” In caso di approvazione sulla base delle posizioni prevalenti, l’efficacia della determinazione è sospesa ove siano stati espressi dissensi qualificati … e per il periodo utile all’esperimento dei rimedi ivi previsti(13) [il parere non favorevole dato dal Comune indicando prescrizioni per trasformarlo in favorevole è equiparabile a “dissenso qualificato”? NDR]; “le amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità possono proporre opposizione al Presidente del Consiglio dei ministri a condizione che abbiano espresso in modo inequivoco il proprio motivato dissenso prima della conclusione dei lavori della conferenza. Per le amministrazioni statali l’opposizione è proposta dal Ministro competente“.In questo caso  “La Presidenza del Consiglio dei ministri indice…una riunione con la partecipazione delle amministrazioni che hanno espresso il dissenso e delle altre amministrazioni che hanno partecipato alla conferenza…per l’individuazione di una soluzione condivisa, che sostituisca la determinazione motivata di conclusione della conferenza” (14). E “qualora all’esito delle suddette riunioni… l’intesa non sia raggiunta, la questione è rimessa al Consiglio dei ministri” a cui “possono partecipare i Presidenti delle regioni”. “Qualora il Consiglio dei ministri non accolga l’opposizione, la determinazione motivata di conclusione della conferenza acquisisce definitivamente efficacia. Il Consiglio dei ministri può comunque adottare una deliberazione con contenuti prescrittivi, anche in considerazione degli esiti delle riunioni …Tale deliberazione sostituisce la determinazione di conclusione della conferenza” (14).

Quindi, come riporta Repubblica, “se alla fine la Soprintendenza rimanesse in disaccordo con la decisione presa in conferenza dei servizi, allora sarà il vertice politico, ossia il ministro della Cultura, a poter chiedere, se lo ritiene opportuno, ulteriori approfondimenti, sino a un eventuale Consiglio dei ministri, cui spetterà di esprimere la parola finale sull’argomento . Chi decide, in caso di disaccordo, anche tra i 4 decisori, sarà quindi, alla fine, il Governo. Il vero punto è capire come si potrà dare seguito alle prescrizioni degli uffici  – alcune ci appaiono di assai difficile applicazione – già contenute  nel parere unico depositato dal Comune e da Roma Città Metropolitana e come si potrà giustificare davanti all’opinione pubblica il loro eventuale mancato rispetto. Che sarebbe motivato dalla edificazione di  uno Stadio privato e  di un Business center, seppure dotato di “interesse pubblico” per  la contropartita di infrastrutture pubbliche.

Resta comunque sul tavolo di Sindaca e maggioranza Cinque stelle la minestra del voto dell’Assemblea capitolina, che la procedura normale, quella  contemplata  dalla legge (15),  prevederebbe partire da una  proposta di Giunta, passare dalle Commissioni e, dopo l’approvazione in Assemblea, essere oggeto di pubblicazione e con  tempi precisi (anche abbreviati) per la presentazione di osservazioni e controdeduzioni da parte di tutti i soggetti interessati, compresi i cittadini.Questo dicono le regole:  inutile inventarsi referendum o altre forme furbastre di coinvolgimento della cittadinanza, che più che opinioni consapevoli stimolerebbro  tifoserie  da stadio.

Entro questa settimana ci sarà un altro tavolo tra Comune, club e costruttori. Secondo Il Tempo “Da una parte c’è la possibile mediazione sulle cubature, dall’altra l’annullamento della pubblica utilità del progetto“. Aspettiamo la prossima puntata. Prossimamente su questi schermi.

(Anna Maria Bianchi Missaglia)

Per osservazioni e precisazioni scrivere a laboratoriocarteinregola@gmail.com

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*LETTERA APERTA AL GARANTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE (da esponenti di alcune associazioni)

Gentile Garante Beppe Grillo,

ci rivolgiamo a Lei, a nome di Comitati, Gruppi di cittadinanza attiva e singole persone, di cui alcune hanno votato per il M5S, altre lo hanno guardato con favore perché poteva rappresentare quel desiderio di discontinuità che era maturato nella società romana. Era questo, peraltro, l’impegno annunciato. Da qui il successo elettorale e quindi l’onere di attuare l’inversione necessaria nei metodi e negli atti di governo della città: l’apertura del Campidoglio alla partecipazione degli abitanti e la riformulazione delle politiche ancorate alla valorizzazione della rendita e agli egoismi privati.

Riconosciamo che l’impresa è molto difficile, impervio il sentiero per trarre Roma dal pesante degrado ereditato dal Movimento dopo anni e anni di malgoverno delle passate Amministrazioni. Tuttavia la grande forza derivante dal voto dei cittadini unita alla vostra dichiarata volontà di muovervi insieme ad essi, ascoltandone la voce e traendo insegnamento dalle loro esperienze rappresentava e rappresenta il miglior cardine sul quale avviare il cambiamento.

Lei è a Roma, in questi giorni, per comporre una soluzione sul problema impropriamente nominato come “Stadio della Roma”. Tutti sappiamo che, al contrario, lo stadio riguarda una parte minima del progetto in discussione, essendo per più dell’80% dedicato a uffici, negozi, attività commerciali (per quasi un milione di metri cubi), a c.d. compensazione dei costi di urbanizzazione dell’area. La favola corrente sul finanziamento ad esclusivo carico dei privati è contraddetta proprio dalla deroga al Piano Regolatore Generale di Roma, che non prevede qui meno di un terzo di tali cubature e per verde sportivo attrezzato con edifici non più alti di 10 metri. La quale ha l’unico scopo di consentire quell’equilibrio finanziario, cioè il profitto dei privati, che altrimenti mancherebbe e che, dunque, si realizza a carico e danno degli equilibri urbanistici resi vincolanti da un PRG varato appena ieri, nel 2008. Lo stadio è dunque un pretesto pubblicitario e mediatico, usato per nascondere quella che rappresenterà la maggiore speculazione edilizia della Capitale dal 1870.

Il nodo rappresentato dallo “Stadio” ha messo in luce la seria incertezza del governo capitolino di fronte alle pressioni dei costruttori e l’incapacità di una comunicazione limpida con la città eliminando pretesti e bugie. Lo Stadio si può fare, ma non in un luogo, come a Tor di Valle, vincolato dal PRG ad altro, con rischi idraulici elevati, con difficilissimi problemi di mobilità, in una sorta di deserto urbano, con due pareri negativi dell’Assessorato all’Urbanistica di Roma e della Città metropolitana e ora con l’avvio del procedimento per il riconoscimento dell’interesse culturale del vecchio Ippodromo. E’ un momento cruciale per Roma, in cui si misura la solidità del valore dell’onestà predicato dal Movimento 5 Stelle; non tanto dei singoli attivisti e tra di loro, quanto rivolto alla città, ai suoi abitanti, alla qualità del vivervi. E’ il momento nel quale vi si chiede di non temporeggiare, riparandovi dietro i tempi dei procedimenti amministrativi, e di non imboccare la strada del trasformismo in base alla quale chi governa rimodella i suoi impegni sottostando a condizioni che prima voleva modificare. Ma, invece, vi si chiede di scegliere a favore della città, del suo desiderio di liberazione dai vincoli e dai poteri che l’hanno fin qui dominata e stravolta. A voi la scelta.

Le rivolgiamo i nostri più cardiali saluti, con l’augurio Ella possa fare la scelta migliore per Roma.

Alberto Benzoni, già Vicesindaco della Giunta Petroselli

O. R.

Vittorio Sartogo, coordinamento associazioni Lazio mobilità sostenibile

POSTILLA Cartenregola di massima interloquisce con i rappresentanti delle istituzioni e non dei partiti/movimenti. Ma se dovesse decidere di scrivere a Beppe Grillo,  gli chiederebbe  di lasciare la Sindaca Virginia Raggi, la sua Giunta  e i consiglieri eletti dai cittadini romani,  liberi di decidere sulla vicenda Stadio della Roma secondo coscienza e coerenza . Ancora non ci siamo ripresi dalla fine violenta della precedente consiliatura causata dalle dimissioni dei consiglieri di maggioranza in seguito al dictat del Segretario/Presidente. Lasciamo governare chi è stato regolarmente scelto dagli elettori. Roma ha già tanti problemi,  non può diventare l’eterno  terreno dello scontro politico nazionale,  nè le scelte possono essere sempre agganciate  agli umori dei sondaggi elettorali o alle strategie degli uffici comunicazione (AMBM)

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(1)La Repubblica 20 febbraio 2017 Stadio Roma, l’attacco di Madia; “Raggi impreparata vincolo superabile”La ministra critica la sindaca per il “disagio alla città”. E sull’impianto a Tor di Valle: “Nuova legge, ultima parola al governo”di GIOVANNA VITALE

(2)   DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2016, n. 127 Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi, in attuazione dell’articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124. (16G00141) (GU Serie Generale n.162 del 13-7-2016) note: Entrata in vigore del provvedimento: 28/07/2016

(4) Vedi L’impegno degli urbanistiUn testo di “impegno” (e non un “appello”) sul tema dell’interesse pubblico nelle politiche per la città promosso a partire dal caso di Roma da un gruppo di urbanisti  (dal sito Societàdei territorialisti)

(5) scarica la bozza di Delibera del tavolo dell’urbanistica M5S bozza delibera stadio tavolo m5s

(7) Vedi il nostro post del 20 febbraio 2017 Stadio della Roma: il NO della Soprintendenza (ma la battaglia continua)

(8) Forza Roma citando agenzia Dire 20 febbraio 2017 Stadio Roma, Franceschini: “Su vincoli e pareri le soprintendenze sono autonome”

 Parla il ministro dei Beni culturali: “Non ho alcuna possibilità di condizionarne le scelte. Se intervenissi per cercare di influenzare procedimenti in corso, violerei la legge, commettendo un atto illecito” http://www.forzaroma.info/news-as-roma/stadio-roma-franceschini-su-vincoli-e-pareri-le-soprintendenze-sono-autonome/Ha detto bene il ministro Madia: su vincoli e pareri le soprintendenze sono autonome e indipendenti e il ministro dei Beni culturali non ha alcuna possibilità di condizionarne le scelte. Se intervenissi per cercare di influenzare procedimenti in corso, violerei la legge, commettendo un atto illecito”. Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, interpellato dall’agenzia Dire a margine di un incontro al Collegio romano sulla questione dello Stadio della Roma. “Esistono percorsi amministrativi e giurisdizionali che consentono a tutti gli interessati, privati o istituzionali, di tutelarsi”, ha aggiunto, e “come previsto da uno dei decreti della riforma che porta il nome del ministro Madia, a conclusione dell’iter in Conferenza dei servizi, la decisione finale, per la parte di competenza statale, potrà essere portata alla decisione del Consiglio dei ministri”.
(9)L’Assemblea Capitolina deve approvare la variante al PRG che conferma l’interesse pubblico  della delibera 132/2014  scarica la Delibera http://www.carteinregola.it/wp-content/uploads/2016/08/stadio-della-roma-DACDelib.-N-132-del-22.12.2014.pdf oppure un’altra variante relativa a un nuovo progetto, che però, se significativamente difforme dal  precedente, dovrebbe ripercorrere tutto il procedimento a partire dalla conferenza dei servizi decisoria. Se la variante non dovesse essere approvata dall’Assemblea è difficile immaginare il seguito, in quanto la presidenza della Conferenza ha sempre ribadito l’imprescindibilità della variante comunale. 
(10) Quest’ultimo aspetto è stato  finora sottovalutato, eppure la Convenzione è lo strumento che regola gli accordi con il privato, a partire dall’impegno, ribadito nella Delibera 132/2014, di concludere tutte le opere infrstrutturali prima dell’inaugurazione dello Stadio e del Business Center
(11)  Vedi Stadio della Roma, adesso che succede?
Stadio della Roma, adesso che succede?Il progetto dello Stadio va avanti, si cancella, si cambia? Sembrava che il verdetto finale dovesse arrivare  il 31 gennaio, ultimo appuntamento della Conferenza dei servizi decisoria in Regione. Invece…

(12) vedi  Conferenza dei servizi- come funziona  Dlgs Conferenza dei servizi   DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2016, n. 127 Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi, in attuazione dell’articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124. (16G00141) (GU Serie Generale n.162 del 13-7-2016) note: Entrata in vigore del provvedimento: 28/07/2016

(13) Art. 14 – quater(Decisione della conferenza di servizi)

  1. La determinazione motivata di conclusione della conferenza, adottata dall’amministrazione procedente all’esito della stessa ( , sostituisce a ogni effetto tutti gli atti di assenso, comunque denominati, di competenza delle amministrazioni e dei gestori di beni o servizi pubblici interessati. 3. In caso di approvazione unanime, la determinazione di cui al comma 1 è immediatamente efficace. In caso di approvazione sulla base delle posizioni prevalenti, l’efficacia della determinazione è sospesa ove siano stati espressi dissensi qualificati ai sensi dell’articolo 14-quinquies e per il periodo utile all’esperimento dei rimedi ivi previsti (> leggi tutto http://www.carteinregola.it/index.php/urbanistica/glossario/conferenza-dei-srvizi-come-funziona/

(14) Art. 14 – quinquies

(Rimedi per le amministrazioni dissenzienti)

  1. Avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza, entro 10 giorni dalla sua comunicazione, le amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità possono proporre opposizione al Presidente del Consiglio dei ministri a condizione che abbiano espresso in modo inequivoco il proprio motivato dissenso prima della conclusione dei lavori della conferenza. Per le amministrazioni statali l’opposizione è proposta dal Ministro competente.
  2. Possono altresì proporre opposizione le amministrazioni delle regioni o delle province autonome di Trento e Bolzano, il cui rappresentante, intervenendo in una materia spettante alla rispettiva competenza, abbia manifestato un dissenso motivato in seno alla conferenza.
  3. La proposizione dell’opposizione sospende l’efficacia della determinazione motivata di conclusione della conferenza.
  4. La Presidenza del Consiglio dei ministri indice, per una data non posteriore al quindicesimo giorno successivo alla ricezione dell’opposizione, una riunione con la partecipazione delle amministrazioni che hanno espresso il dissenso e delle altre amministrazioni che hanno partecipato alla conferenza. In tale riunione i partecipanti formulano proposte, in attuazione del principio di leale collaborazione, per l’individuazione di una soluzione condivisa, che sostituisca la determinazione motivata di conclusione della conferenza con i medesimi effetti.
  5. Qualora alla conferenza di servizi abbiano partecipato amministrazioni delle regioni o delle province autonome di Trento e Bolzano, e l’intesa non venga raggiunta nella riunione di cui al comma 4, può essere indetta, entro i successivi quindici giorni, una seconda riunione, che si svolge con le medesime modalità e allo stesso fine.
  6. Qualora all’esito delle riunioni di cui ai commi 4 e 5 sia raggiunta un’intesa tra le amministrazioni partecipanti, l’amministrazione procedente adotta una nuova determinazione motivata di conclusione della conferenza. Qualora all’esito delle suddette riunioni, e comunque non oltre quindici giorni dallo svolgimento della riunione, l’intesa non sia raggiunta, la questione è rimessa al Consiglio dei ministri. La questione è posta, di norma, all’ordine del giorno della prima riunione del Consiglio dei ministri successiva alla scadenza del termine per raggiungere l’intesa. Alla riunione del Consiglio dei ministri possono partecipare i Presidenti delle regioni o delle province autonome interessate. Qualora il Consiglio dei ministri non accolga l’opposizione, la determinazione motivata di conclusione della conferenza acquisisce definitivamente efficacia. Il Consiglio dei ministri può comunque adottare una deliberazione con contenuti prescrittivi, anche in considerazione degli esiti delle riunioni di cui ai commi 4 e 5. Tale deliberazione sostituisce la determinazione di conclusione della conferenza.
  7. Restano ferme le attribuzioni e le prerogative riconosciute alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano dagli statuti speciali di autonomia e dalle relative norme di attuazione.

(15) se i commi sugli stadi per contingentare i tempi permettano anche deroghe alle normali procedure delle varianti urbanistiche non è chiaro (scarica  LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147 art. 1 commi 303 304 305)

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