M5S: quale democrazia
Autore : Redazione
Foto ambm
Pubblichiamo il CODICE DI COMPORTAMENTO PER I CANDIDATI ED ELETTI DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI ROMA 2016, in cui, insieme a molti punti condivisibili (1), sono inseriti alcuni articoli decisamente controversi, tra cui la clausola che prevede che “Ciascun candidato si dichiara consapevole che la violazione di detti principi comporta l’impegno etico alle dimissioni dell’eletto dalla carica ricoperta e/o il ritiro dell’uso del simbolo e l’espulsione dal M5S e che pertanto a seguito di una eventuale violazione di quanto contenuto nel presente Codice, il M5S subirà un grave danno alla propria immagine che in relazione all’importanza della competizione elettorale, si quantifica in almeno Euro 150.000” e che “… si impegna pertanto al versamento del predetto importo, non appena gli sia notificata formale contestazione a cura dello staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio…” (2). Un provvedimento estremo, che, con la motivazione di scoraggiare i voltagabbana, ancora una volta consegna decisioni che dovrebbero essere quantomeno prese democraticamente, agli inappellabili verdetti del duo Grillo/Casaleggio (o al massimo a quelli del cosiddetto “direttorio”). Eletti quindi con sempre più scarso margine di autonomia, anche se è emersa in questi ultimi giorni, come rilevato da Jacopo Iacoboni su La Stampa (3), la vistosa contraddizione di un movimento che chiama “portavoce” i suoi eletti, spersonalizzandone il ruolo e azzerando ogni possibilità di interpretazione personale in nome di una presunta fedeltà al mandato popolare (o, appunto, ai diktat dei due leader), ma poi lascia libertà di coscienza su questioni come la legge sulle unioni civili, su cui rischia l’impopolarità perchè non c’è omogeneità di vedute nell’elettorato . Tutto questo si aggiunge all’opaca gestione del sito “proprietario” Beppegrillo.it, collegato allo stesso dominio del movimento politico, di cui il leader e comico è gestore, insieme all’amministratore Casaleggio (4). Un punto che anche il nostro Laboratorio per una Politica trasparente e democratica intendeva sollevare nel corso dell’incontro con M5S del 10 dicembre (5) , ma che era stato poi rimandato a un’occasione successiva, dopo la – giusta – richiesta dei rappresentanti M5S che al dibattito su una questione che travalicava l’ambito locale fossero presenti anche interlocutori parlamentari.
Ma a questo punto le domande sulla democrazia interna dei Cinque Stelle investono un campo ben più ampio e richiedono ulteriori spiegazioni. Al momento appare un movimento in qualche modo “commissariato” dai due leader nazionali, con candidati che rischiano di essere “telecomandati”, in quanto qualunque – anche flebile – dissenso potrebbe far scattare la mannaia dell’espulsione e anche del cospicuo risarcimento danni. E di certo l’ampia discrezionalità della valutazione del “danno di immagine”, affidata di fatto ai due leader, non favorisce il dibattito interno e la dialettica democratica che dovrebbe caratterizzare ogni partito e movimento.
Tra un PD romano con un presidente/commissario al comando e due candidati alle primarie che non esprimono alcun cambiamento (l’uno per 8 anni a fianco del Sindaco Rutelli, l’altro per 8 anni a fianco del Sindaco Veltroni*), un centrodestra che con buona probabilità appoggerà un uomo-partito come l’imprenditore Marchini, e un movimento che dovrebbe rappresentare il liberatorio attivismo civico e che assomiglia sempre di più a un Grande Fratello autoritario, il dibattito democratico nella Capitale si sta spegnendo, proprio quando la città ne avrebbe un sacrosanto bisogno.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per inviare osservazioni e repliche: laboratoriocarteinregola@gmail.com
POST SCRIPTUM:non a sono citati l’ex Sindaco Marino, Fassina di SEL e Fratelli d’Italia, di cui parleremo con lo stesso spirito critico e lo stesso rigore che abbiamo riservato e riserveremo a tutti i candidati (è in preparazione il dossier con la sintesi degli incontri che abbiamo avuto con tutti i partiti romani, ad eccezione di Forza Italia e Nuovo Centro destra, che dopo averci dato la disponibilità non hanno più aderito alla nostra proposta)
scarica il CODICE DI COMPORTAMENTO PER I CANDIDATI ED ELETTI DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI ROMA 2016 codice_comportamento_M5SRoma
*alle primarie del centrosinistra oltre a Giachetti e Morassut si presentano anche Stefano Pedica (PD) e Gianfranco Mascia (Verdi)
(1) ad esempio:
- Ogni candidato dovrà svolgere la campagna elettorale a favore di tutti i candidati della propria lista, a ciò destinando eventuali finanziamenti elettorali personali
- Le proposte di atti di alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse verranno
preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle, al fine di garantire che l’azione amministrativa degli eletti M5S avvenga nel rispetto di prassi amministrative omogenee ed efficienti, ispirate al principio di legalita’, imparzialita’ e buon andamento dell’azione amministrativa di cui all’art. 97 della Costituzione [considerando che molti eletti sono semplici cittadini senza esperienza amministrativa, si tratta di una tutrela anche per l’interesse pubblico NDR]
- Gli eletti del M5S all’Assemblea di Roma Capitale non potranno conferire alcun incarico, di alcuna
natura, ai soggetti contemplati nell’art. 78 Dlgs 267/2000 o ai loro conviventi
Di non far parte dei servizi segreti italiani o stranieri
Di non essere affiliato o associato o svolgere attività per conto o a favore di sodalizi criminali
Per quanto di sua conoscenza, che la condizioni di cui ai punti precedenti non riguardano
nessun familiare o convivente del Sottoscritto
Di non svolgere attività di lavoro autonomo o dipendente in favore di società o enti che
risultano attualmente coinvolti nell’inchiesta conosciuta come Mafia Capitale- Mondo di Mezzo,
eccezion fatta per:società che segnalerò all’interno del CV che inserirò on line.
Di non aver riportato condanne penali (anche non risultanti dal certificato rilasciato dal
casellario giudiziale)
Di non essere a conoscenza di essere sottoposto a indagini o procedimenti penali
(2) altri punti che affidano a Grillo/Casaleggio decisioni che a nostro avviso dovrebbero essere più democraticamente collegiali:
- La costituzione dello “staff della comunicazione”delle strutture di diretta collaborazione politica deglieletti, sarà definita da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggioin termini di organizzazione, strumenti escelta dei membri, al duplice fine di garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione, nonché di evitare una dispersione delle risorse disponibili
- Il Sindaco, ciascun Assessore e ciascun consigliere assume altresì l’impegno etico di dimettersi qualorasia ritenuto inadempiente al presente codice di comportamento, al rispetto delle sue regole e dei suoi principi e all’impegno assunto al momento della presentazione della candidatura nei confronti degli iscrittial M5S, con decisione assunta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio o dagli iscritti M5S mediante consultazione online.(3) La Stampa 8 febbraio 2016 Casaleggio commissaria il M5S Roma: “150mila euro di multa a chi dissente” La Lombardi fa firmare il decalogo ai candidati sindaco della capitale
Centocinquantamila euro di multa per chi disobbedisce: è la pena che Gianroberto Casaleggio prevede per punire chi dissentirà dopo le imminenti elezioni per il Campidoglio. A rivelarlo è un documento di tre pagine, di cui La Stampa è venuta in possesso, relativo alla campagna per la scelta del nuovo sindaco di Roma. Il paragrafo in questione è inequivocabile: «Il candidato accetta la quantificazione del danno d’immagine che subirà il M5S nel caso di violazioni dallo stesso poste in essere alle regole contenute nel presente codice e si impegna pertanto al versamento dell’importo di 150mila euro, non appena gli sia notificata formale contestazione a cura dello staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto».
Il documento si articola in dieci punti e Gianroberto Casaleggio – attraverso la faraona romana, Roberta Lombardi – ha preteso che i candidati del M5S alle elezioni per il Campidoglio lo firmassero. È un decalogo brutale ed eloquente politicamente, pur nella sua impugnabilità giuridica, perché commissaria di fatto il futuro candidato sindaco del M5S, e i consiglieri eletti, vincolandoli totalmente alla volontà, nell’ordine, di Casaleggio, del suo staff e del direttorio. Da queste pagine che pubblichiamo si capisce che gli eletti del M5S a Roma non avranno nessun potere decisionale, che ogni autonomia locale dei territori – tanto sbandierata fin dalla fondazione del Movimento – è disattesa, e soprattutto che al minimo dissenso dall’asse Casaleggio-direttorio saranno sanzionati con l’espulsione e una procedura di richiesta di danni per 150mila euro; persino l’eventuale sindaco non è immune da tali sanzioni. Immaginate una situazione del genere in una città come Roma e avrete dinanzi lo spettro del caos.
Naturalmente la cosa potrebbe essere impugnata da molti punti di vista, ma il senso politico di questa scrittura privata è chiaro: mentre stanno concedendo «libertà di coscienza» sulle unioni civili – contraddicendo la regola storica del Movimento, che vuole negli eletti dei meri portavoce, non dei rappresentanti «senza vincolo di mandato» – Casaleggio e Di Maio imbavagliano in toto il Movimento romano. Raccontano le nostre numerose fonti che Roberta Lombardi si è spesa con i suoi metodi, e ha formulato di suo pugno il punto dieci come ve l’abbiamo raccontato. Causando l’ira di tanti, a Roma. Stanno fioccando espulsioni di dissidenti. Ma gli altri punti sono non meno eclatanti.
Al punto 9b (Sanzioni) si sancisce che «il sindaco, ciascun assessore o consigliere assumono l’incarico etico di dimettersi qualora sia ritenuto inadempiente al presente codice», naturalmente, «con decisione assunta da Beppe Grillo o Gianroberto Casaleggio o dagli iscritti M5S mediante consultazione online» – una procedura non trasparente né verificabile. In sostanza Casaleggio potrà «dimissionare» in ogni momento il sindaco di Roma, se vincesse il M5S. Interessanti le regole sul «personale di supporto». Dopo i casi di familismo, o le clientele che il M5S ha ampiamente accolto dentro di sé tra collaboratori e portaborse, la soluzione è quasi peggiore del male: «Le proposte di nomina dei collaboratori (7b) dovranno preventivamente esser approvate dallo staff coordinato dai garanti del M5S» (ossia Grillo e Casaleggio).
Cruciale (ci torneremo meglio in altra occasione) la regola del punto 4a: «Lo strumento ufficiale per la divulgazione delle informazioni e la partecipazione dei cittadini è il sito www.beppegrillo.it/listeciviche/roma». In pratica tutto il traffico social o non (e anche i video televisivi dei romani) deve esser convogliato sul sito proprietario, che poi ci guadagnerà in pubblicità secondo il sistema rpm (revenue per mille visualizzazioni). Dalla popolarità, poniamo, di un Di Battista, o di un eventuale sindaco romano, o di un Di Maio, si avvantaggerà economicamente Casaleggio
Il 4b fissa che lo staff di comunicazione «sarà definito da Grillo e Casaleggio in termini di organizzazione, strumenti, scelta dei membri; dovranno coordinarsi col Gruppo comunicazione al Parlamento»; che è già completamente nelle mani del direttorio, non più del gruppo parlamentare. Importantissimo il punto 2b: «Le proposte di atti di alta amministrazione, e le questioni giuridicamente complesse verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico legale a cura dello staff coordinato dai garanti del M5S». Traduzione, se c’è da intervenire su una buca forse il sindaco potrà decidere ma, poniamo, su cose come un piano urbanistico ogni scelta toccherà a Grillo e Casaleggio.
È la fotografia di una fine: l’epoca del Movimento dei meet up e dei territori non esiste più. Tutto si gioca nella partita tra Casaleggio e direttorio, con regole completamente ad hoc e a uso del cofondatore. Roma è commissariata. Del resto, è la città dei commissari.
(4)negli ultimi mesi c’è stata una consultazione interna al movimento e ha prevalso la proposta di togliere il nome di Grillo dal simbolo e dal sito. Bisognerà vedere se questo comporterà anche il passaggio di proprietà del sito al Movimento, e se si provvederà in quell’occasione a nominare un soggetto terzo come garante della correttezza delle procedure di votazione on line. Vedi Il Fatto quotidiano 17 novembre 2015 Movimento 5 Stelle, via Grillo dal simbolo. 40mila voti online, vince “Movimento5stelle.it”
vedi anche Blog autore L’Espresso 14 aprile 2014 Il conflitto di interessi di Beppe Grillo di Giulio Finotti
(5) vedi
le slides di E-Democracy e movimento 5 stelle
Incontro: Cinquestelle, un pianeta sconosciuto
il 10 dicembre 2015 il Laboratorio per la Politica trasparente e democratica ha incontrato Marcello De Vito (ex consigliere capitolino), Gianluca Perilli (consigliere Regione Lazio), Virginia Raggi (ex consigliere capitolino), Enrico Stefàno (ex consigliere capitolino) per parlare di come funziona il MOVIMENTO 5 STELLE > VAI AL VIDEO INTEGRALE e ALLE SLIDES E AI TESTI DELLE PRESENTAZIONI DEI PUNTI