#MobilitiamoRoma: il referendum dei Radicali
Autore : Redazione
Pubblichiamo vari materiali sul referendum #MobilitiamoRoma lanciato da Radicali Italiani, che stanno raccogliendo le firme per chiedere che i vari settori del trasporto pubblico della Capitale siano affidati a imprese private tramite gara pubblica, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi attraverso la concorrenza e di restituire all’Amministrazione il ruolo di controllore del rispetto dei contratti.
Carteinregola apre uno spazio di dibattito per permettere ai cittadini di farsi un’opinione e decidere se sostenere il referendum.
Sotto il quesito i materiali informativi dei promotori e in calce le obiezioni di Riccardo Agostini, consigliere regionale MDP Articolo1 (publicheremo man mano argomentazioni su entrambi i fronti)
IL QUESITO REFERENDARIO
«Volete voi che, a decorrere dal 3 dicembre 2019, Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e su rotaia mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, prevedendo clausole sociali per la salvaguardia e la ri- collocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?»
dal sito http://mobilitiamoroma.it
PERCHÉ IL REFERENDUM
Le personalità che hanno aderito
Referendum ATAC :comunicato stampa di Riccardo Agostini (Art.1. MDP)
PERCHE’ NO ALLA PRIVATIZZIAZIONE – RICCARDO AGOSTINI (segnalato da Domenico Fischetto)
Referendum Atac, Agostini (Art.1-MDP): “Come diceva Gasperino il carbonaro: Si me freghi qui, me freghi su tutto”
“Sul dibattito senza voci discordanti aperto intorno al referendum per la liberalizzazione di Atac occorre fare alcune precisazioni. Innanzitutto che l’Europa ha fissato per il 2019 il termine in cui i servizi pubblici devono essere liberalizzati. Non è un obbligo ma un termine che rende superfluo il ricorso al referendum.” Lo scrive sul suo profilo Facebook Riccardo Agostini, consigliere regionale di Articolo uno – Mdp.
“Nel merito: esiste un esempio di liberalizzazione del servizio a Roma? Si, è Roma Tpl, un privato che gestisce le linee periferiche della Capitale e per questo riceve contributi pubblici. Funziona il servizio? No, è il segmento che funziona peggio, gli autobus non passano, ci sono frequenti scioperi perchè i dipendenti da mesi non vengono pagati, nonostante Roma Tpl incassi i soldi pubblici regolarmente. Dunque il punto è leggermente più complesso di “l’autobus non passa=diamo tutto ai privati”. Privato non è sinonimo di efficienza, specialmente in un servizio che non è solo misurabile in termini economici ma anche in termini sociali. L’autobus che raggiunge angoli sperduti sarà probabilente antieconomico per un imprenditore, ma sarà vitale per le pur poche persone che ogni giorno lo utilizzano per andare al lavoro e tornare a casa. Questi elementi fondamentali – conclude Agostini – sono assenti dal dibattito. E come diceva Gasperino il carbonaro: “Si tu me freghi qui, me freghi su tutto!”
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