Olimpiadi e candidati: chi è a favore, chi è contro, chi vuol dare la parola ai cittadini
Autore : Redazione
Le Olimpiadi Roma 2024 sono un ottimo banco di prova per capire cosa intendono davvero fare i candidati. Più dei programmi a base di di mobilità sostenibile, cura del ferro e partecipazione dei cittadini che ritornano a ogni tornata elettorale. Invece sulle Olimpiadi la partita è grossa. Si tratta di tanti soldi pubblici in arrivo con il solito corredo di rischio speculazione. Per adesso ancora ben nascosto dietro la cortina fumogena della retorica sportiva e degli effetti speciali, dato che ben pochi hanno il coraggio di porre le domande giuste. Domande come quelle che Riccardo Magi, promotore del Referendum Roma2024, pone a Roberto Giachetti, candidato Sindaco alle primarie del PD, in una lettera che riproponiamo integralmente* perchè riflette gli stessi interrogativi che da tempo solleviamo anche noi**. Per dirne una: “se si realizza un villaggio olimpico da 17 mila posti letto a Tor Vergata, quando all’Università ne servono al massimo 800/1000, cosa ne sarà degli altri? Faremo un nuovo quartiere ritoccando il Piano regolatore in un’area dove ha una concessione esclusiva il più grosso costruttore romano?!“*
Ma Giachetti continua a ripetere il mantra delle “Olimpiadi come opportunità” – lo slogan più gettonato – in una città dove la maggior parte delle “precedenti opportunità” ha lasciato una scia di ruderi e una montagna di soldi pubblici sprecati e di debiti aumentati. Ma è un fronte ampio e bipartisan quello dell'”opportunità”, che comprende anche l’altro più forte contendente alle primarie del centrosinistra, Roberto Morassut, ex assessore di Veltroni dal 2001 al 2008, amministrazione che individuò in Tor Vergata il luogo per il progetto della Città dello sport, dove a oggi sono rimaste incompiute le cosiddette “Vele di Calatrava”, lo stadio del nuoto. L’operazione vide come protagonista anche un altro candidato, quello del centrodestra Guido Bertolaso, che tra i vari eventi speciali affidatigli come capo della Protezione civile (alcuni gli costarono il coinvolgimento in vicende giudiziarie ancora in corso) si trovò a gestire proprio i fondi per la costruzione dello stadio del nuoto, poi rimasto incompiuto. Quanto agli altri candidati, Alfio Marchini è da sempre schierato a favore dei giochi olimpici: in occasione del voto all’Assemblea capitolina lo scorso 25 giugno dichiarò: “Abbiamo sottoscritto la mozione perché siamo favorevoli alla candidatura di Roma per ospitare le Olimpiadi 2024, ma non saremo presenti in Aula per votarla perché continuiamo con la nostra autosospensione fino alle dimissioni del sindaco Marino“. Probabilmente favorevole anche il candidato di La Destra Francesco Storace, dato che il 28 giugno si dichiarava contro ma precisando: “Se il sindaco di Roma si chiamasse Giovanni Malagò, non avrei alcun dubbio nello schierarmi al fianco della battaglia per le Olimpiadi 2024. Ma Roma è non solo immersa in una grave crisi economica e c’è un degrado morale che fa impallidire la città giorno dopo giorno”. Forse adesso che Marino non c’è più potrebbe scoprirsi più ottimista. Posizione incerta invece quella di Salvini della Lega, che recentemente, forse impressionato da alcuni sondaggi, si è schierato a favore del referendum per lasciare la decisione ai cittadini. Contrario alla candidatura olimpica invece Stefano Fassina, aspirante Sindaco di SEL/Sinistra Italiana, con un argomento che è assai diffuso tra i cittadini romani e che forse per questo ha spinto gli organizzatori del Comitato Olimpico a evitare consultazioni della cittadinanza, come invece avvenuto in altre città : “I soldi a carico del Paese per le Olimpiadi del 2024 usiamoli per le emergenze di Roma”. Lo stesso ragionamento di Virginia Raggi, candidata Movimento Cinque Stelle: “Le Olimpiadi sono un regalo economico a una città che spesso viene usato per costruire grandi opere che restano incompiute o, più in generale, come una grande mangiatoia. Io sono contraria, penso che prima vada risistemata la città. Bisogna concentrarsi sull’ordinario“.
Chissà se gli elettori, in tutti questi anni, hanno imparato a valutare i candidati in base a scelte come queste, e ha chiedere impegni nel mondo ordinario, quello della vita di tutti i giorni, o se si faranno ancora una volta impressionare dalle chiacchiere televisive e dal solito appello all’Italia che ce la può fare, condito dalla solita retorica sportiva. E forse non è un caso che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente del CONI Giovanni Malagò abbiano annunciato ufficialmente la candidatura di Roma 2024 il 15 dicembre 2014, solo 12 giorni dopo lo scoppio dell’indagine “Mondo di mezzo” che ha svelato al mondo un sistema di mafia e corruzione profondo e ramificato nella politica e nell’amministrazione della Capitale.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
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*OLIMPIADI: Riccardo Magi risponde a Roberto Giachetti 29/02/2016
Caro Roberto, cerchiamo di non buttarla in caciara sulle Olimpiadi. Io non sono rassegnato né “gufo”, come non lo è chi insieme a me sta raccogliendo le firme per le strade di Roma per indire un referendum. Penso che Roma debba tornare a essere una capitale ambiziosa e possa ripartire per essere alla pari delle grandi città europee. Il problema è la mediocrità della sua classe dirigente che ha preso e prende scelte che non rispondono affatto a questa ambizione, ma ad altri interessi. Immaginare investimenti pubblici per miliardi di euro significa avere un progetto di trasformazione della città, della mobilità, dei servizi. Un’idea di cosa resterà a Roma in termini di benefici duraturi: la famosa legacy. Ma tu Roberto, di’ la verità, lo hai letto il dossier inviato al Cio da Malagò e Montezemolo? Non si può parlare di olimpiadi low cost a fronte di un progetto come questo. Roma non torna alla pari delle capitali europee se si realizza un villaggio olimpico da 17 mila posti letto a Tor Vergata quando all’Università ne servono al massimo 800/1000. E cosa ne sarà degli altri? Faremo un nuovo quartiere ritoccando il Piano regolatore in un’area dove ha una concessione esclusiva il più grosso costruttore romano?! Chi lo propone, e chi come te lo appoggia, dovrebbe rispondere, mentre esulta per il nuovo codice degli appalti che dovrebbe garantire concorrenza, trasparenza e legalità. Roma non sarà meno mediocre se si realizza un lago artificiale lungo 2,5 Km – spendendo 70 mln di euro (?) – nella Riserva Naturale Statale del Litorale e in un’area di massimo vincolo di sicurezza aeroportuale, dove cioè non si possono fare bacini d’acqua che attirano uccelli da ogni dove. Non si può fare! Chi lo propone difficilmente potrebbe governare una capitale europea. E poi, gli 1,8 miliardi di euro di cui parli non sono soldi che il Cio benevolmente regala alla città. Sono una parte minima dei ricavi (parte dei biglietti, dei diritti tv, degli sponsor ecc.) che il Cio lascia alla città a copertura solo parziale dei costi organizzativi, ben più elevati. Alla luce dei fatti messi nero su bianco dagli stessi protagonisti di grandi eventi di cui ancora paghiamo le spese a distanza di decenni, affermare, come scrivi, che “la logica della candidatura di Roma da parte del CONI, coincide con la logica della mia candidatura a sindaco”, significa smentire ogni proposito di discontinuità e rottura con i fallimenti del passato. –
http://www.radicali.it/20160229/olimpiadi-riccardo-magi-risponde-roberto-giachetti#sthash.gon42aHY.dpuf
**Da Wikipedia:Il costo previsto per la realizzazione
le cosiddette “vele di Calatrava”, lo stadio del nuoto, è di 60 milioni di euro, che diventano 120 milioni già all’atto dell’assegnazione dei lavori tramite gara d’appalto, vinta dalla
Vianini Lavori del gruppo
Caltagirone; la gestione dei fondi è affidata alla
Protezione Civile di
Guido Bertolaso, che chiama
Angelo Balducci per la gestione dei capitali. Tra il 2006 e il 2007, pur non avanzando i lavori, i costi di costruzione raddoppiano, 240 milioni di euro. Alla fine i mondiali di nuoto non si disputano a Tor Vergata – la struttura non sarebbe stata completata in tempo – ma al Foro Italico. Le Vele restano incomplete e inutilizzabili, la cifra stimata per il completamento lavori è di 660 milioni di euro, 11 volte il prezzo iniziale
vedi anche:
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