Olimpiadi Roma 2024: un milione di metricubi da scavare lungo la pianura fluviale del Tevere?
Autore : Redazione
Maty, il bacino remiero di Szeged (Ungheria)
Pubblichiamo un articolo di Maurizio Geusa che si chiede giustamente, date le misure di un bacino da canottaggio fissate dai regolamenti internazionali, se sia proprio necessario scavare un lago artificiale lungo la pianura fluviale del Tevere in aree con buona probabilità oggetto di tutela naturalistica e paesaggistica e sottoposti a rischi idrogeologici, anzichè utilizzare uno dei tantissimi bacini naturali del Lazio o di altre regioni. E, dopo le dichiarazioni di lasciare così alla città, dopo le Olimpiadi, un parco acquatico “per consentire ai romani appassionati di sport acquatici di dilettarsi con surf e wakeboarding”, il dubbio che tutto questo si possa poi trasformare nell’ennesima speculazione privata con club sportivi, stabilimenti balneari, ristoranti, alberghi e parchi divertimenti, non riusciamo proprio ad allontanarlo…(AMBM)
LA CANDIDATURA OLIMPICA DI ROMA VEICOLO DI PARCHI ACQUATICI ?
di Maurizio Geusa*
L’ Album allegato a La Repubblica di ieri giovedì 29 gennaioed intitolato “La Capitale e i giochi del 2024”** illumina sui probabili effetti collaterali della candidatura di Roma ad ospitare i giochi.
In attesa di conoscere i dettagli, che saranno presentati al CIO il prossimo 17 febbraio, si conferma lo scenario anticipato dal Presidente Malagò nell’autunno scorso riguardo al nuovo bacino remiero per il canottaggio: “Sarà un parco a tema dove, un domani, finite le Olimpiadi, tutti potranno prendere la propria barca o la propria canoa o magari andare a nuotare”[1].
Infatti, come riportato dal Repubblica si prevede la realizzazione di “un bacino remiero artificiale-naturale (unitamente ad un parco fluviale sul Tevere) in zona Fiera di Roma. Un polo da realizzare ex novo utile per ospitare canottaggio, canoa e canoa slalom, ma utilissimo anche per il nuoto in acque libere: si tratta in questo caso di un’opera condivisa con le associazioni ambientaliste e che resterà alla città anche dopo le Olimpiadi, per consentire ai romani appassionati di sport acquatici di dilettarsi con surf e wakeboarding.”
Fin qui le scarne notizie sulla stampa, cui sarà bene aggiungere qualche dato dimensionale. Un bacino da canottaggio, secondo i regolamenti internazionali[2] si sviluppa per almeno 2.150 metri con una larghezza di 162 ed una profondità minima di 3 metri. Quindi, un totale di circa un milione di metricubi da scavare e smaltire lungo la pianura fluviale del Tevere in aree con buona probabilità oggetto di tutela naturalistica e paesaggistica, in cui non possono essere dimenticati i rischi idrogeologici.
La descrizione fornita ieri da Repubblica richiama quella già prospettata a Settebagni in occasione della candidatura per le Olimpiadi del 2020[3] e da cui è tratta l’illustrazione.
Questa prima ipotesi di Parco a tema lungo le sponde fluviali contrasta con la presentazione di una candidatura dichiarata di basso costo e che si vanta di articolarsi sul territorio nazionale. Infatti, non si comprende la costruzione di un impianto artificiale di tali dimensioni quando tutti i canottieri romani sono nati cresciuti lungo le sponde del Tevere. In una regione ricca di bacini naturali, per logica, si sarebbe dovuta indicare la valorizzazione di qualcuno di questi, come nel 1960 quando le competizioni di canottaggio si svolsero nel Lago di Albano.
Ma non solo il lago di Albano, anche il lago di Piediluco era stato proposto dagli umbri come sede per le gare di canottaggio e definito ”il migliore d’Italia e tra i migliori al mondo, per le competizioni “[4].
Dunque, una seconda contraddizione, dopo quella del Villaggio olimpico nel campus di Tor Vergata sembra caratterizzare questa candidatura laccata in salsa romana.
Se il Dossier per la candidatura continua ad essere guidato da queste logiche incomprensibili per i cittadini comuni finirà per essere incomprensibile anche al Comitato Olimpico Internazionale.
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*Maurizio Geusa – Architetto – – Funzionario del Comune di Roma dal 1981 successivamente Dirigente tecnico dal 1998 al 2015. – Membro effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma Direttore della rivista mensile “AR” dal 1986 al 1990 – Ha contribuito all’elaborazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Roma (mobilità) – villec@alice.it – https://www.facebook.com/maurizio.geusa
impianti per Roma 2024 pag 33 Gazzetta dello Sport 22 novembre 2015
[1]–http://www.canottaggio.org/2015_2news/1122_roma.shtml
[2]–http://www.canottaggio.org/carte_fed/norme_regolamenti/2013/cdr/7.1%20-%20CdR%20All.%20A.pdf
[3]http://www.marcantoniocolonna.com/pagine%20canottaggio/villaggio_sportivo_e_bacino_remi.htm
[4] http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/giochi-olimpici-a-piediluco-ecco-perche-il-bacino-ternano-puo-essere-la-sede-per-le-gare-di-roma-del-2024-39825/
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