PREMESSA
Il trasporto pubblico locale è il servizio pubblico più importante di una città, poiché è il servizio che garantisce l’accessibilità ai servizi stessi. Costituisce, quindi, l’ossatura portante di una città poiché lo scopo di un agglomerato urbano è proprio quello di offrire dei servizi in maniera efficace. Purtroppo, nell’indagine che interessa gli innegabili malfunzionamenti della rete di trasporto pubblico romana, alcune forze politiche per ragioni puramente ideologiche hanno deciso che i malfunzionamenti siano universalmente imputabili esclusivamente al gestore della rete e non alla struttura della rete stessa. L’idea che l’inefficienza dello stato possa essere curata dall’efficienza delle imprese private è stata la fortuna del centrodestra a guida Berlusconi, che ha incarnato l’impreditoria di successo e che ha visto a sinistra un’incapacità di opporsi a questo modello, che rinuncia completamente all’intervento attivo dello Stato attraverso le aziende pubbliche, relegandolo al solo compito di regolamentazione, controllo e garanzia del mercato. Infatti, traviati dalla loro ideologia hanno deciso che in ogni caso, come se tutte le città fossero uguali, come se tutte le reti di trasporto fossero identiche, in un regime di concorrenza il sistema di trasporto pubblico locale sicuramente migliorerebbe. Affermazioni del tutto superficiali, visto anche quanto considerato dall’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (non esattamente l’internazionale socialista) che ha invitato alla “cautela nell’indicare soluzioni di carattere generale per il settore” (1)
Noi, fuori da ideologie, vi dimostreremo l’unicità del caso di Roma, ricordandovi che proprio a questo scopo la normativa europea prevede la possibilità di non mettere a gara il Trasporto Pubblico Locale2 in città che dimostrino l’inefficacia di quel modello di affidamento. Infatti, noi intendiamo difendere l’affidamento in house, cioè l’affidamento del servizio ad una società pubblica di proprietà del Comune, poiché solo così quest’ultimo potrà avere il pieno controllo del sistema del trasporto pubblico, al fine di raggiungere l’ottimo infrastrutturale. Solo in questo modo potremo affrontare quella che forse è la più acuta crisi del sistema della mobilità che Roma abbia mai sofferto.
leggi tutto sul dossier PERCHÉ-DIRE-NO-V2
> Vai alla pagina ATAC per una scelta consapevole (non solo referendum)
> vai a ATAC, cronologia e materiali (in costruzione)
Vedi i precedenti articoli/dossier:
Vedi anche
Roma Today 4 aprile 2018 Referedum Atac, ecco “Mejo de no”. E il Pd già si spacca
Alla prima assemblea del comitato tanti esponenti Pd. Ma non tutti sono contro di Ylenia Sina
1 Responses to Comitato Mejo de No: Perchè NO alla liberalizzazione del trasporto pubblico di Roma