Non facciamo nessuna operazione avventata. Il Piano contiene tutti i vincoli condivisi con il Ministero e diamo mandato alla Giunta di porre in essere – questo sta scritto nella delibera – gli atti necessari per la stipula dell’accordo con il Ministero, il famoso articolo 143, sempre evocato, dopo la fase pubblicistica. Cosa dopo la fase pubblicistica? La pubblicazione di tutte quelle parti contenute nel protocollo d’intesa del piano copianificato che non sono state oggetto di pubblicazione. A questo ci riferiamo.
Intanto approviamo il Piano adottato del 2008, con tutte le correzioni che abbiamo ritenuto di apporre, con tutti i vincoli concordati in questi anni con il Ministero, con tutte le evoluzioni normative, con gli aggiornamenti fino al 2018. Quindi, su questo siamo assolutamente tranquilli.
C’è stata una cosa importantissima che è emersa durante il dibattito, di cui voglio rendere onestamente merito a chi l’ha sollevata, che ha fatto riflettere la Giunta, la maggioranza nel prenderne atto, ed è stata la scelta di rivedere la volontà di recuperare quelle famose 445 osservazioni che al tavolo di copianificazione erano state giudicate da noi Regione Lazio in modo positivo, mentre il Ministero le aveva giudicate negative. Nell’impeto di voler recuperare, perché consideravamo il lavoro dei nostri uffici un lavoro importante, da apprezzare, da difendere e da rivendicare, abbiamo ritenuto quell’elemento un elemento di potenziale fragilità per l’impugnativa dell’atto, perché quello è l’unico elemento di discordanza che si è prodotto al tavolo di copianificazione con il Ministero. Quindi, rendiamo atto a questa discussione che nell’atto questa parte non c’è.
Così come si è tanto discusso della tutela del centro storico di Roma. Abbiamo assunto quell’impegno, che era stato annunciato inpiù occasioni da parte mia, di trovare una soluzione. Noi non stralciamo il comma 17 dell’articolo 43 delle norme, ma lo rimoduliamo, lo riscriviamo e assegniamo alla Sovrintendenza del Comune di Roma [in realtà nel testo è indicata come Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma NDR] , in collaborazione, in coabitazione con il MiBAC, la facoltà e l’onere di esprimere la paesaggistica per conto della Regione Lazio. Perché lo deleghiamo? Perché ci siamo posti il tema di non appesantire i cittadini di Roma da una triplicazione dei passaggi. Noi non possiamo revocare un protocollo vigente che autorizza e consente al MiBAC e alla Sovrintendenza di esprimere un parere obbligatorio, ma non vincolante. Non ne avevamo la possibilità, riportando in capo all’Amministrazione regionale la disciplina del Comune di Roma, come tutti gli altri 377 Comuni. Per evitare un appesantimento di un triplice pronunciamento, abbiamo considerato più utile, affrontando il problema e ripristinando la tutela paesaggistica, consentire al Comune di Roma di esercitare in modo delegato questo principio. Semplifichiamo le procedure in capo ai Comuni per il coordinamento con il PTPR dei vari strumenti urbanistici.
Insomma, abbiamo fatto tante piccole correzioni che, secondo noi, erano condivisibili, moltissime delle quali sono arrivate dalle forze politiche di opposizione. Penso che questo sia l’elemento più importante quando si parla di rispetto. Ho parlato di rispetto. Si può avere rispetto in tanti modi, anche solo sulla carta, in modo formale, magari litigando sul fatto che si è convocato ad un orario il Consiglio e ci si sia rivisti a un orario diverso da quello che era stato concordato, ed è ovviamente un elemento di difficoltà e di condizione critica del Consiglio, che a un certo punto ha cercato di capire l’esito di questa giornata. Lo considero assolutamente legittimo. Però è stato spiegato molto bene a che cosa è servito il tempo. È servito a un confronto trasparente con tutti. Nessuno ha avuto l’esclusiva di un confronto con me, con la maggioranza, con gli uffici, per verificare puntualmente la possibilità, intanto tecnica, intanto normativa di assumere determinati suggerimenti. Dopodiché, sul piano politico sono state fatte le valutazioni che andavano fatte per capire quali di queste osservazioni potevano essere accolte. Alla fine, il testo sulle norme produce questo, produce un elemento di sintesi di tantissimi contributi.