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Presentazione maxi emendamento dell’Assessore Valeriani 1 agosto 2019 ore 3.26

foto Valeriani profilo Fb 2Dal resoconto stenografico pubblbicato dal sito della Regione Lazioscarica resoconto XI_seduta_n_038_3_del_01_08_19 PTPR (completo) (pag 35/

(in grassetto i punti che vogliamo porre in evidenza)

VALERIANI, Assessore. Purtroppo la stanchezza ha preso tutti, perdonate anche il sottoscritto che più di tutti, in questi due giorni è stato sollecitato e sottoposto a un comprensibile lavoro di sintesi.

Anch’io voglio ringraziare gli uffici per il supporto. Mi associo anche alle scuse per averli costretti a un’ora così tarda.

Si è evocato spesso, negli interventi che ho ascoltato, il tema del rispetto. Ovviamente, parlare di rispetto quando si arriva alla chiusura di una discussione in un modo così drastico può sembrare quasi incomprensibile. Tengo però a dire che noi questo elemento di rispetto, con tutte le forze politiche, in un percorso complesso com’è stato quello che abbiamo avviato non qualche giorno fa, ma molti mesi fa, dentro la Commissione presieduta dal presidente Cacciatore, per ben due volte abbiamo incardinato questa norma, facendo moltissime audizioni, moltissime discussioni, moltissimi approfondimenti. Quindi tutto abbiamo fatto, consentitemelo, tranne che un percorso frettoloso.

Io credo che sia giusto rivendicare questo elemento perché altrimenti rischiamo di dare adito a chi pensa che abbiamo fatto tutto di nascosto, tutto di fretta, perché avevamo qualche cosa di misterioso da nascondere. Invece, non è assolutamente così.

Io, nonostante la stanchezza, sono contentissimo che questo Consiglio regionale sta per approvare un Piano che manca da decenni e credo che sia un elemento di soddisfazione per tutti, proprio per quell’elemento di rispetto che ho evocato, e l’ha rappresentato bene il capogruppo Vincenzi.

In queste ore abbiamo tenuto conto del punto di vista di tutti. Tutto si può dire tranne che questo Piano alla fine sarà un atto di prepotenza nei confronti di qualcuno. È un Piano importante, è un Piano che ha la storia che conoscete, l’abbiamo discusso durante la fase illustrativa della delibera all’inizio della discussione del Consiglio. Penso che oggi un elemento di difficoltà oggettivo sia stato rappresentato dalla mole degli emendamenti che sono stati presentati, ma quegli emendamenti contenevano moltissimi suggerimenti e indicazioni di merito, sulle quali siamo voluti andare a vedere e a confrontarci alla luce del sole, senza nascondere il percorso e lo strumento che avremmo usato per provare ad arricchire il Piano.

Con l’approvazione del Piano rendiamo un po’ di giustizia a questo territorio, per avere un quadro più netto e più definito per le disposizioni e i vincoli, i paesaggi e ogni porzione del nostro territorio. Ma soprattutto ricordiamoci l’elemento fondamentale, che spesso sento ricordare anche dal consigliere Cacciatore, il Presidente della Commissione competente, [del  M5S NDR] che c’è bisogno non del miglior piano possibile, ma c’è bisogno di un piano perché, senza un piano, noi stiamo condannando alla confusione e alla schizofrenia centinaia di amministratori che ogni giorno combattono nel dedalo della sovrapposizione di norme che entrano in conflitto le une contro le altre, i famosi PTP, il Piano adottato. Questo è un elemento che, secondo me, dovrebbe far riflettere sull’importanza del Piano e della maturità che questa legislatura, che questo Consiglio può rivendicare nell’aver affrontato una cosa così consistente, un provvedimento su cui hanno gravato migliaia di osservazioni, che per tanto tempo hanno spaventato generazioni di amministratori, che in questo Consiglio non hanno avuto la forza di approvarlo. Questa volta forse ce la facciamo.

Io deludo la consigliera Corrado:  [del  M5S NDR] non farò una disamina di tutte le norme. Questo poi sarà il dibattito, se ci sarà, a puntualizzare alcuni elementi. Vede, noi riproponiamo il testo così come uscito dalla Commissione, con alcune importanti innovazioni, che adesso dirò, e poi con diversi suggerimenti, dentro sempre il perimetro delle norme superiori e del Codice, che abbiamo ritenuto giusti e legittimi da accogliere.

Non facciamo nessuna operazione avventata. Il Piano contiene tutti i vincoli condivisi con il Ministero e diamo mandato alla Giunta di porre in essere – questo sta scritto nella delibera – gli atti necessari per la stipula dell’accordo con il Ministero, il famoso articolo 143, sempre evocato, dopo la fase pubblicistica. Cosa dopo la fase pubblicistica? La pubblicazione di tutte quelle parti contenute nel protocollo d’intesa del piano copianificato che non sono state oggetto di pubblicazione. A questo ci riferiamo.

Intanto approviamo il Piano adottato del 2008, con tutte le correzioni che abbiamo ritenuto di apporre, con tutti i vincoli concordati in questi anni con il Ministero, con tutte le evoluzioni normative, con gli aggiornamenti fino al 2018. Quindi, su questo siamo assolutamente tranquilli.

C’è stata una cosa importantissima che è emersa durante il dibattito, di cui voglio rendere onestamente merito a chi l’ha sollevata, che ha fatto riflettere la Giunta, la maggioranza nel prenderne atto, ed è stata la scelta di rivedere la volontà di recuperare quelle famose 445 osservazioni che al tavolo di copianificazione erano state giudicate da noi Regione Lazio in modo positivo, mentre il Ministero le aveva giudicate negative. Nell’impeto di voler recuperare, perché consideravamo il lavoro dei nostri uffici un lavoro importante, da apprezzare, da difendere e da rivendicare, abbiamo ritenuto quell’elemento un elemento di potenziale fragilità per l’impugnativa dell’atto, perché quello è l’unico elemento di discordanza che si è prodotto al tavolo di copianificazione con il Ministero. Quindi, rendiamo atto a questa discussione che nell’atto questa parte non c’è.

Così come si è tanto discusso della tutela del centro storico di Roma. Abbiamo assunto quell’impegno, che era stato annunciato inpiù occasioni da parte mia, di trovare una soluzione. Noi non stralciamo il comma 17 dell’articolo 43 delle norme, ma lo rimoduliamo,  lo riscriviamo e assegniamo alla Sovrintendenza del Comune di Roma  [in realtà nel testo è indicata come Soprintendenza  per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma NDR] , in collaborazione, in coabitazione con il MiBAC, la facoltà e l’onere di esprimere la paesaggistica per conto della Regione Lazio. Perché lo deleghiamo? Perché ci siamo posti il tema di non appesantire i cittadini di Roma da una triplicazione dei passaggi. Noi non possiamo revocare un protocollo vigente che autorizza e consente al MiBAC e alla Sovrintendenza di esprimere un parere obbligatorio, ma non vincolante. Non ne avevamo la possibilità, riportando in capo all’Amministrazione regionale la disciplina del Comune di Roma, come tutti gli altri 377 Comuni. Per evitare un appesantimento di un triplice pronunciamento, abbiamo considerato più utile, affrontando il problema e ripristinando la tutela paesaggistica, consentire al Comune di Roma di esercitare in modo delegato questo principio. Semplifichiamo le procedure in capo ai Comuni per il coordinamento con il PTPR dei vari strumenti urbanistici.

Insomma, abbiamo fatto tante piccole correzioni che, secondo noi, erano condivisibili, moltissime delle quali sono arrivate dalle forze politiche di opposizione. Penso che questo sia l’elemento più importante quando si parla di rispetto. Ho parlato di rispetto. Si può avere rispetto in tanti modi, anche solo sulla carta, in modo formale, magari litigando sul fatto che si è convocato ad un orario il Consiglio e ci si sia rivisti a un orario diverso da quello che era stato concordato, ed è ovviamente un elemento di difficoltà e di condizione critica del Consiglio, che a un certo punto ha cercato di capire l’esito di questa giornata. Lo considero assolutamente legittimo. Però è stato spiegato molto bene a che cosa è servito il tempo. È servito a un confronto trasparente con tutti. Nessuno ha avuto l’esclusiva di un confronto con me, con la maggioranza, con gli uffici, per verificare puntualmente la possibilità, intanto tecnica, intanto normativa di assumere determinati suggerimenti. Dopodiché, sul piano politico sono state fatte le valutazioni che andavano fatte per capire quali di queste osservazioni potevano essere accolte. Alla fine, il testo sulle norme produce questo, produce un elemento di sintesi di tantissimi contributi.

Non penso che stasera approveremo il miglior Piano possibile. Mi auguro che stasera lo si possa approvare. Lo dico perché non sono così illuso da considerare questo lavoro perfetto. Non l’ho mai considerato così l’impegno che abbiamo assunto tanto tempo fa nel provarci. Sicuramente, però, la cosa di cui sono soddisfatto è che abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo e abbiamo provato a dare a questa regione un Piano unico, di certezze, di tutela, che non imprigiona procedure di sviluppo e, comunque, non spaventa nessuno, tiene aperta la porta della collaborazione con il MiBACT, ne garantisce tutte le prescrizioni, raccoglie tutti i paesaggi in modo puntuale, rimanda a un accordo con il Ministero ripubblicando quelle parti che non sono state pubblicate, motivo per cui si è deciso, a un certo punto, di virare sul Piano adottato e non andare nella direzione del Piano copianificato, perché c’era quel problema.

Penso che abbiamo imboccato la via più lineare e trasparente possibile. Il Consiglio regionale del Lazio è nelle condizioni di votare. Non sono tanti i Consigli regionali che hanno fatto questo atto di coraggio e penso che di questo possiamo essere tutti abbastanza soddisfatti.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore

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