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Presidente Sturni, le linee guida per la partecipazione sono insufficienti

Gruppi di lavoro di cittadini a Tor Sapienza (foto AMBM)

Gruppi di lavoro di cittadini a Tor Sapienza (foto AMBM)

Pubblichiamo la lettera inviata da Alessandro Giangrande* al Presidente della Commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione Tecnologica  dopo l’incontro che si è svolto il 10 maggio a Roma Tre (“Democrazia diretta e democrazia partecipata digitale”) e dopo aver letto la mozione n. 36 del 19 aprile 2018 promossa da Sturni e firmata  da altri quattordici consiglieri M5S (1). Il tema è la partecipazione dei cittadini, che non può escludere il confronto diretto sui territori: le consultazioni on line  possono essere  strumenti utili, ma non  sono sufficienti ad abbattere quel muro di diffidenza e di autoreferenzialità che esiste spesso tra Amministrazione e cittadinanza, rendendo più difficile la loro necessaria collaborazione.

Egregio Presidente  Angelo Sturni,

Dalla mozione e dagli altri documenti (2)  si può evincere che i principali Istituti della consultazione e della partecipazione di Roma Capitale si possono raggruppare in due categorie generali.
Della prima fanno parte gli Istituti che sono attivati su iniziativa dell’Amministrazione Pubblica: i forum, volti a coinvolgere i cittadini che appartengono alla società civile organizzata (sindacati, associazioni imprenditoriali, ecc.) in attività che, secondo lo Statuto, riguardano soprattutto l’elaborazione di indirizzi generali (nella delibera n. 36 è previsto che i forum – come le consulte e gli osservatori – possano essere coinvolti anche nelle attività relative ai procedimenti deliberativi nell’ambito dell’Assemblea Capitolina e delle Commissioni Capitoline); le assemblee pubbliche, intese come momenti di confronto e discussione tra Amministrazione e cittadini; le consultazioni pubbliche di vario genere: consultazioni di iniziativa della Giunta o dell’Assemblea Capitolina, finalizzate a implementare un’istruttoria deliberativa mediante l’acquisizione di informazioni, valutazioni e osservazioni della cittadinanza; consultazioni dirette a individuare la materia o comunque gli ambiti che potranno essere in seguito oggetto di consultazione della cittadinanza; consultazioni da attivare nel corso di processi di discussione, partecipazione, coprogettazione ecc., come le audizioni di stakeholder o le consultazioni finali che possono avere luogo al termine dei suddetti processi. La delibera n. 36 propone anche l’attivazione di consultazioni online quadrimestrali che vanno precedute da un idoneo processo partecipativo o comunque da un’adeguata attività di informazione e comunicazione atta a garantire il più ampio coinvolgimento e partecipazione della cittadinanza.

Alla seconda categoria appartengono gli Istituti che fanno parte delle diverse forme di iniziativa popolare, promosse direttamente dai cittadini: i referendum consultivi e abrogativi indetti su richiesta di un comitato promotore che elabora le proposte in forma di quesiti, ai quali i cittadini dovranno rispondere (l’accettazione da parte dell’Amministrazione del referendum e dei suoi risultati è soggetta al giudizio di un apposito organo collegiale nominato dall’Assemblea Capitolina che ne valuta l’ammissibilità, tenendo conto sia della formulazione e dei contenuti del quesito, sia del numero dei sottoscrittori); le interrogazioni e le interpellanze di iniziativa popolare in merito all’attuazione di determinati provvedimenti già approvati dall’Amministrazione, alle quali il Sindaco è tenuto a rispondere per iscritto; le petizioni popolari rivolte al Sindaco e all’Assemblea Capitolina, relative a materie di loro specifica competenza, alle quali il Sindaco e il Presidente dell’Assemblea sono tenuti a rispondere per iscritto e a pubblicare la loro risposta sul Bollettino di Roma Capitale.
La mia impressione è che tutti questi strumenti, anche se migliorati e potenziati da adeguate procedure e tecnologie informatiche e telematiche, non siano sufficienti ad abbattere quel muro di diffidenza e di autoreferenzialità che esiste spesso tra Amministrazione e cittadinanza, rendendo più difficile la loro necessaria collaborazione.

Le “linee guida per la partecipazione”  proposte per Roma Capitale (3) dal gruppo di lavoro di Romapartecipa di cui faccio parte, contemplano  alcuni principi che potrebbero assegnare alla cittadinanza un ruolo più propositivo/progettuale e  integrare maggiormente le fasi di consultazione e di partecipazione.

Nelle linee guida sono rilevanti il principio 3 (“Tutti possono proporre di attivare un processo partecipativo”) e il principio 4 (“La partecipazione è un processo di costituzione di un contesto pubblico dove interagiscono i diversi soggetti interessati”).

Nell’esempio di attuazione collegato al principio 3, ogni soggetto interessato potrà avanzare una proposta volta a migliorare gli aspetti ambientali, sociali, cultuali, economici, ecc. del luogo in cui vive o svolge abitualmente attività di studio, lavoro, ecc. Le diverse proposte saranno inviate a un’apposita Commissione (presieduta dal Sindaco o da un suo delegato) che avrà il compito di scartare quelle non pertinenti e costruire una graduatoria di tutte le altre in base a criteri espliciti di urgenza e d’importanza, dopo aver aggregato quelle che afferiscono allo stesso contesto e/o allastessa tematica.

Per ogni proposta (singola o aggregata) la Commissione attiverà quindi uno specifico forum che avrà il compito di sviluppare in dettaglio la proposta, scelta secondo l’ordine della graduatoria.

Il concetto di contesto pubblico partecipato, mutuato da John Dewey, è il cuore del principio 4. Il forum, secondo le linee guida di Romapartecipa, è l’organismo più adatto a realizzare un contesto pubblico partecipato e non ha nulla a che fare con gli attuali forum attivati su iniziativa dall’Amministrazione Pubblica (vedi sopra). A esso possono partecipare tutti i soggetti interessati, anche se privi di competenze tecniche: grazie all’azione dei coordinatori (responsabile del processo, facilitatori) ogni partecipante eserciterà di fatto un’azione maieutica che consentirà a tutti di acquisire nuove conoscenze e competenze durante l’intero arco del processo; inoltre i coordinatori indurranno i
partecipanti collaborare per sviluppare una proposta finale che sia soddisfacente per tutti, aiutandoli a superare i loro conflitti d’interesse e di valore con metodi opportuni come HNP (Harvard Negotiation Project) (4) o CC (Confronto Creativo) (5).

Il forum ha un ruolo non solo politico-culturale, ma anche tecnico: nel suo ambito, se necessario, potranno essere attivati uno o più Laboratori per approfondire alcuni aspetti specifici del progetto. Di essi potranno fare parte anche alcuni esperti esterni al forum che hanno le competenze necessarie per contribuire fattivamente allo sviluppo della proposta finale.

Il forum non opererà solo attraverso sessioni di lavoro “in presenza”, ma dovrà obbligatoriamente tenere conto delle proposte, delle informazioni e dei suggerimenti che gli giungeranno via web. A questo proposito saranno molto utili alcune proposte contenute nella delibera n. 36 che illustrano i modi per la partecipazione online attraverso l’uso di apposti strumenti informatici e telematici.
Le proposte finali elaborate dai forum saranno quindi trasformate in atti d’indirizzo – analoghi a quelli che la Giunta o gli organismi territoriali sovraordinati inviano a Roma Capitale – che il Consiglio Capitolino e/o la Commissioni competenti dovranno obbligatoriamente discutere ed (eventualmente) approvare in tempi stabiliti.
Le linee guida di Romapartecipa, come del resto ogni altra proposta analoga, non è certo il vangelo, ma è una proposta perfettibile come tante altre.

Mi preme però osservare che esse sono state sottoposte al giudizio di numerose associazioni e comitati di quartiere e di alcuni esponenti politici, di parti diverse, che hanno contribuito a migliorarle, e che hanno consentito al Municipio Roma 1 di elaborare un Regolamento della Partecipazione molto innovativo che è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Municipale (6). Credo che anche Roma Capitale si potrebbe giovare delle linee guida per definire il suo Regolamento, che dovrà tenere conto della scala e delle specifiche competenze che sono proprie dell’Amministrazione comunale.

> Vai a La partecipazione tra la tastiera e l’agorà di Paolo Gelsomini 15 giugno 2018

*Alessandro Giangrande, in pensione da alcuni anni, è stato professore dell’Università La Sapienza dal 1973 al 1992, dove ha fatto anche parte del collegio dei docenti di un dottorato. Dal 1993 è stato professore dell’Università Roma Tre e direttore del Laboratorio TIPUS (Tecnologie Informatiche per il Progetto Urbano Sostenibile) attivato dal Dipartimento di Studi Urbani.

Le sue competenze informatiche provengono non solo dalle attività didattiche e di ricerca svolte presso l’Università, ma anche come ricercatore del Laboratorio di Astrofisica Spaziale del C.N.R. (dal 1970 al 1982) dove ha imparato a usare gli strumenti informatici (dal 1973 ha dedicato il suo tempo sia alla ricerca in astrofisica, sia agli studi nei campi dell’urbanistica e della metodologia della progettazione).

Il suo interesse per la pianificazione strategica e la progettazione partecipata risale alla metà degli anni ’90, quando ha  collaborato con Il Comune di Roma per realizzare i Laboratori Municipali di Quartiere con l’Assessorato alla Partecipazione (!)

Nel 1999 ha collaborato con l’Università S. Francisco e con il Distretto Metropolitano di Quito (Ecuador) per promuovere e avviare i Laboratorios de Promocion Urbana para el Desarrollo Sustentable nell’area metropolitana della capitale.

Attualmente è membro del gruppo Romapartecipa, del consiglio direttivo di Carteinregola e vicepresidente dell’associazione culturale PSP (Progettazione Sostenibile Partecipata). Con quest’ultima ha svolto alcune esperienze progettuali: nella fattispecie ha partecipato, come esperto di metodi per la progettazione partecipata, al progetto finanziato dalla Regione Lazio intitolato “Processi inclusivi nei progetti di genere per la Città Storica”, tuttora in corso.

(1) Scarica la  mozione Sturni n. 36 del 19 aprile 2018 moz36 linee guida partecipazione-18 (Sturni)

(2) La mozione fa riferimento nella fattispecie allo Statuto di Roma Capitale del 7 marzo 2013 e alla deliberazione n. 5, divenuta esecutiva il 24 febbraio scorso, che contiene le modifiche recentemente apportate allo Statuto.

(3) Scarica le linee guida di Romapartecipahttp://www.romapartecipa.it/2015/05/il-sito-www.html

(4) L’Harvard Negotiation Project fa parte del Program on Negotiation attivato dalla Harvard University che si occupa di problemi del negoziato e sviluppa e diffonde metodi perfezionati di negoziazione e di mediazione. Al Programma partecipa un consorzio di studiosi della Facoltà di Legge di Harvard, del MIT, del Simmons College (Boston, Mass) e della Tufts University (Medford, Mass).

(5) Vedi Marianella Sclavi: Confronto creativo: dal diritto di parola al diritto di essere ascoltati

(6) scarica Delib. n. 9 del 15 marzo 2018 Regolamento Partecipazione Popolare

Vedi anche:

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