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Progetto Urbano Flaminio: partecipazione nella trasformazione

ponte gente affacciata IMG_3089FLAMINIO, ESEMPIO DI PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLE SCELTE DI TRASFORMAZIONE.

di Maurizio Geusa*

Sia pure a piccoli passi e tra mille distinguo, la partecipazione produce i suoi effetti. Il primo dicembre scorso con la Deliberazione n.24** il Consiglio del Municipio II ha reso il parere favorevole sullo “Schema di Assetto Preliminare del Progetto Urbano Flaminio” redatto dal Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica insieme ai cittadini del Laboratorio di partecipazione per il Quartiere della Città della scienza la cui attività è consultabile sul sito istituzionale

Il parere favorevole del Municipio, espressamente richiesto dalle Norme Tecniche del Piano Regolatore (art. 15 c.9)[1], permette la successiva approvazione dello stesso “Schema di Assetto Preliminare del Progetto Urbano Flaminio” da parte della Giunta Capitolina al fine di avviare la fase di evidenza pubblica. La fase di evidenza pubblica consentirà poi di raccogliere ulteriori contributi partecipativi, proposte di adesione all’iniziativa e prescrizioni tecniche da condurre a sintesi nella stesura definitiva del Progetto Urbano da sottoporre all’Assemblea Capitolina.

Lo “Schema di Assetto Preliminare del Progetto Urbano Flaminio”, inviato al Municipio l’11 giugno dello scorso anno dall’Assessore alla Rigenerazione Urbana prof. Giovanni Caudo, è stato uno degli ultimi atti di rilevanza urbanistica dell’Amministrazione dimissionaria a conclusione dell’attività sviluppata nel Laboratorio di partecipazione per il Quartiere della Città della scienza da gennaio ad ottobre del 2014 con il supporto di Risorse per Roma Spa.

Lo schema di Assetto riconosce la peculiarità degli impianti urbanistici storici del Flaminio del 1909 e del Villaggio Olimpico del 1960. In questi ambiti si privilegia la mobilità pedonale e l’integrazione dei servizi con il tessuto residenziale infine si rafforza la dimensione fisica dei quartieri compresi fra il Tevere e Villa Glori attraverso la preclusione al traffico di attraversamento.

Il Progetto Urbano non si limita a valorizzare e rafforzare i caratteri peculiari dei quartieri ma fissa i limiti per la trasformazione delle parti ancora incomplete o abbandonate del quartiere. Infatti apposite schede sono dedicate alle aree di Piazzale Maresciallo Giardino (Ambito di Valorizzazione B3 del Prg), Piazza Antonio Mancini (Ambito di valorizzazione B16 del Prg) ed infine per lo Stadio Flaminio.

Per quanto riguarda Piazzale Maresciallo Giardino “le potenzialità dell’area scaturiscono dalla riconfigurazione del nodo viario. Infatti, il flusso che attualmente transita sulla testata del Foro Italico viene trasferito in una nuova grande rotatoria collocata sull’attuale tridente Clodia-Angelico-Corridoni in modo da liberare Morra di Lavriano in continuità con il ponte pedonale.

La dimensione della rotatoria corrisponde con quella di Piazza Mazzini la cui diagonale è collocata in asse con Circonvallazione Clodia. Le aree di margine sono destinate a verde pubblico e parcheggi. La trasformazione rimane contenuta nei limiti e sulle aree indicate dal Prg. L’azione consiste nel recupero di Morra di Lavriano come prosecuzione pedonale dell’asse Guido Reni – De Coubertin e porta di accesso al Foro Italico.”

piazza mancini panoramica light

Piazza Mancini

Per quanto riguarda Piazza Antonio Mancini “una caratteristica morfologica che contraddistingue l’attuale area è costituita da disallineamento del Ponte Duca D’Aosta con il prolungamento di via Luigi Poletti. Infatti, il Ponte segue la geometria del Foro Italico mentre via Luigi Poletti segue la geometria del tridente di Piazza Gentile da Fabriano.

Pertanto, si propone di utilizzare questa divergenza di assi per aprire uno spazio centrale fra via Pinturicchio e Lungotevere esteso per oltre un ettaro che diventa la vera Piazza Mancini. Questo spazio suddivide in due porzioni l’area, una prima verso via Martino Longhi dedicata alle attrezzature sportive ed una seconda verso via Antonazzo Romano dedicata a parco pubblico.

Per configurare lo spazio-piazza centrale sono necessari due elementi architettonici di limite un primo con impianto allineato sul fronte di via Poletti ed un secondo simmetrico allineato sul Ponte Duca D’Aosta.

La dimensione fisica dei due corpi architettonici corrisponde alle destinazioni delle due porzioni verde sportivo la prima e verde pubblico la seconda. Dall’applicazione dei corrispondenti indici di Prg (0,25 mq/mq per le attrezzature sportive e 0,05 per il verde pubblico) si ricava la dimensione dei due manufatti che possono delimitare la Piazza vera e propria.”

Infine il per quanto riguarda il complesso dello Stadio Flaminio il Laboratorio aveva individuato i seguenti obiettivi:

  • Mantenere la vocazione sportiva dell’area integrando le attrezzature sportive esistenti (piscina e palestre) con nuove attrezzature per rispondere alla domanda di emergente di benessere.
  • Conservare il monumento culturale adeguandolo alle nuove esigenze
  • Verificare le esigenze di spazio non soddisfatte all’interno dell’Auditorium (Cinema per Roma), allo scopo di attribuire al monumento culturale funzioni coerenti con l’intorno
  • Riconfigurare le aree verdi circostanti in coerenza con le nuove funzioni e con i relativi fabbisogni di parcheggio
  • Comprendere nel progetto anche l’area pubblica all’incrocio fra Viale Tiziano e Via De Coubertin

Di conseguenza le condizioni e limiti per la trasformazione risultano:

“Come noto l’area in fregio alla via Flaminia è caratterizzata dalla presenza di importanti preesistenze archeologiche segnalate ed indagate in occasione di ogni intervento effettuato sull’area. Lo stesso Stadio Flaminio era stato realizzato con il vincolo di rimanere sull’impronta del preesistente Stadio Nazionale del 1927.

La seconda condizione essenziale da rispettare, nella progettazione dell’area, riguarda la continuità longitudinale del Parco della Musica verso il MAXXI, la Città della Scienza e il Tevere. L’attuale percorso pedonale in fregio all’Auditorium deve trovare autonoma continuità fino a riprendere via Guido Reni anche attraverso una modalità di sottopasso della direttrice Viale Tiziano- Via Flaminia.

Quindi la trasformazione dell’area deve sviluppare dall’intersezione della spina pedonale lungo via De Coubertin con l’attacco a terra dello Stadio recuperato e rifunzionalizzato.

Le residue aree di parcheggio rappresentano una risorsa essenziale da amplificare con soluzioni multipiano in elevazione essendo precluso l’interrato per motivi archeologici ed idraulici.”

ex caserme via reni  light marzo 2014 13

MAXXI e ex stabilimenti militari di Vai Guido Reni

Per osservazioni e integrazioni scrivere a: laboratoriocarteinregola@gmail.com

maurizio geusa MPP*Maurizio Geusa – Architetto –  Funzionario del Comune di Roma dal 1981 successivamente Dirigente tecnico dal 1998 al 2015. – Membro effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma Direttore della rivista mensile “AR” dal 1986 al 1990 – Ha contribuito all’elaborazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Roma (mobilità) – Oltre che a Roma ha operato per la redazione di piani e progetti urbanistici per la Regione Lazio, la Comunità Montana Alto Garda Bresciano, i comuni di: Frascati (RM), Nardò (LE) e Galatone (LE). villec@alice.ithttps://www.facebook.com/maurizio.geusa

**scaricaApprovazione progetto Urbano Flaminio

[1] 9. Il SAP è approvato dalla Giunta Comunale, previo parere del Municipio, e depositato e pubblicato per un periodo di trenta giorni; entro i successivi trenta giorni chiunque può presentare contributi partecipativi relativi all’assetto urbanistico proposto. Con la pubblicazione, il Comune sollecita i proprietari, diversi dai soggetti promotori di cui al comma 4, a presentare formale adesione all’iniziativa.

 

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