Quale futuro per l’ex Fiera di Roma. Con un commento dell’ex assessore Caudo
Autore : Redazione
Ex Fiera di Roma sulla C.Colombo (foto AMBM)
Aggiornamento del 13 gennaio 2017
Sono pubblici gli atti relativi al piano di utilizzazione delle aree dell’ex Fiera di Roma, integrato con le osservazioni avanzate dai cittadini e con quelle degli uffici del Dipartimento Urbanistica.
A far data dal 30 dicembre 2016, infatti, i cittadini interessati possono consultare tale documentazione sia on line sia al Dipartimento Urbanistica in via del Turismo 30 per trenta giorni come da indicazioni sottoriportate.. Entro il 28 febbraio 2017 si potranno poi presentare osservazioni e opposizioni.
Di seguito il comunicato pubblicato sulla pagina web del Dipartimento Urbanistica:(link: http://www.urbanistica.comune.roma.it/pubblicaz-atti-ex-fiera.html)
Controdeduzioni alle osservazioni presentate avverso la variante urbanistica relativa al “Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo Colombo da Porta Ardeatina a Via delle Tre Fontane – Ambito n. 2 – Risistemazione della Fiera di Roma”, di cui alla deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 35 del 14 luglio 2015.
Gli atti relativi alla deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 10 del 9 agosto 2016, che modifica ed integra la deliberazione Assemblea Capitolina n. 35 del 14 luglio 2015 nelle sole parti interessate dalle osservazioni accolte e dalla osservazione d’ufficio, saranno pubblicati e consultabili nella sezione riservata all’Albo Pretorio on-line, accessibile dal sitowww.comune.roma.it e potranno anche essere visionati presso il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica U.O. Piano Regolatore – P.R.G. via del Turismo, 30 00144 Roma (il lunedì 9 – 12 e il giovedì 9 – 12 e 14 – 16), dal 30.12.2016 e per 30 giorni successivi.
Gli interessati potranno, fino a trenta giorni dopo la scadenza del periodo di deposito, entro il 28.02.2017 presentare, limitatamente alle modifiche introdotte dalle suddette osservazioni, le eventuali osservazioni o le opposizioni che dovranno essere redatte in duplice copia – di cui una in bollo da € 16,00 per le sole opposizioni.
Le osservazioni e le opposizioni potranno essere consegnate al protocollo del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica – via del Turismo, 30 00144 Roma (il lunedì 9 – 12 e il giovedì 9 – 12 e 14 – 16) o inviate tramite PEC a:protocollo.urbanistica@pec.comune.roma.it o per raccomandata. In quest’ultimo caso ai fini del rispetto della scadenza stabilita, farà fede la data del timbro postale della spedizione dell’utente.
Documenti scaricabili:
Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 10 del 09.08.2016 (f.to Pdf – Mb 3,07)
Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 35 del 14.07.2015 (f.to Pdf – Kb 107,30)
Avviso integrale (f.to Pdf – Kb 146,98)
AGGIORNAMENTO del 9 agosto 2016
Il 9 agosto l’Assemblea Capitolina ha approvato la delibera con la modifica della superificie edificabile scarica la Delibera DACDelib. N 10 del 09.08.2016 ex Fiera
Facciamo il punto della situazione dell’area della ex Fiera di Roma, dopo che il TAR ha dato incarico a un commissario di completare l’iter della delibera approvata dall’Assemblea Capitolina nel luglio 2015, e dopo che il neoassessore all’urbanistica Paolo Berdini ha comunicato l’approvazione della Giunta di una modifica alla delibera, che riduce la superficie edificabile prevista, che dovrebbe essere portata in Assemblea martedì prossimo. Pubblichiamo in calce un commento dell’ex Assessore Giovanni Caudo, che è in parte una precisazione rispetto al progetto che ha portato avanti – che Berdini sembra mettere sullo stesso piano della linea seguita dalle precedenti amministrazioni – in parte è una interessante riflessione sulla rigenerazione e sulla qualità urbana, che una volta tanto parte da un caso concreto, permettendo valutazioni che vanno oltre gli slogan.
La ex Fiera di Roma sulla Colombo, da anni in abbandono, è stata oggetto di diverse proposte di progetti urbanistici di diverse amministrazioni che intendevano realizzare un plusvalore dalla vendita degli immobili per ottemperare agli obblighi che il Comune di Roma – sindaco Veltroni – aveva assunto nei confronti della proprietà della Fiera, che a sua volta aveva contratto dei debiti con le banche per pagare i costi della Nuova Fiera realizzata dai costruttori Toti sulla Portuense, lungo la Roma-Fiumicino. Con il trascorrere degli anni (dieci) il debito è andato crescendo e di pari passo sono cresciuti i volumi che venivano di volta in volta calcolati e proposti. Nei due progetti di Veltroni e di Alemanno si prevedeva di edificare l’area rispettivamente per 86.000 mq. e 91.300 mq. Valori ben superiori a quelli dei capannoni per gli spazi espositivi esistenti. L’amministrazione Marino aveva invece approvato la Delibera n. 35/2015 (1), che secondo le intenzioni dichiarate riportava la scelta dentro un ragionamento urbanistico ed era fondata “sulla sostenibilità degli spazi pubblici e su un carico urbanistico coerente con la quantità di attrezzature che si realizzavano”. Secondo tale delibera l’edificato che si può realizzare è pari alla misura massima consentita dalla realizzazione delle attrezzature pubbliche previste, infatti si prevede che circa la metà dell’area della ex Fiera venga trasformata in attrezzature pubbliche (verde, attrezzature municipali, parcheggi), senza quindi gravare sulla dotazione di servizi del Municipio ma anzi contribuendo ad aumentarla. La Delibera però era stata contestata da alcune associazioni e comitati cittadini, che consideravano illegittimo proprio l’aumento di superficie edificata chiedendo che fosse riportata alla dimensione esistente (come nelle intenzioni oggi dell’assessore Berdini), contestazioni di cui Carteinregola aveva dato ampio resoconto*. Secondo le procedure stabilite dalla la legge, dopo la pubblicazione della delibera i cittadini avevano la facoltà di inviare delle osservazioni, a cui doveva seguire la stesura, da parte degli uffici comunali, delle “controdeduzioni” alle osservazioni pervenute (allo scadere del termine ne erano arrivate due), per tornare quindi di nuovo in Giunta e in Assemblea per l’approvazione delle controdeduzioni. Questi ultimi due passaggi non sono stati raggiunti per la caduta dell’amministrazione Marino: le controdeduzioni sono rimaste ferme negli uffici e il Commissario Tronca non ha ritenuto di completare l’iter. Una scelta censurata dal TAR, che ha prima imposto al Comune di adempiere entro il termine del 23 luglio scorso, e poichè la scadenza è passata invano, ha commissariato il Comune nominando il Prefetto di Roma Paola Basilone quale sostituto per l’adempimento(2). Il ricorso al Tar è stato avanzato dalla società Investimenti spa – già Fiera di Roma spa e prima ancora Ente autonomo Fiera di Roma – di cui la Camera di Commercio di Roma è il principale socio con il 58%, ma di cui fanno parte anche il Comune e la Regione) (3), che con l’operazione contava di salvare dal fallimento la nuova Fiera sulla Portuense, da tempo in forte sofferenza, ricavando 180 milioni di euro (120 milioni secondo altre fonti).
Il commissario nominato dal TAR, secondo le informazioni di La Repubblica (2), avrebbe “trenta giorni per trasmettere la delibera [con le controdeduzioni] in Regione, dove la giunta dovrà esaminare l’atto, approvarlo e rimandarlo in Comune per la controfirma e la ratifica finale” e anche se l’iter prevede un tempo massimo di 90 giorni, “dovrà essere completato prima dei tre mesi previsti per legge perché ai primi di novembre scadranno i termini della procedura di concordato aperta da Fiera a febbraio 2015 per evitare il fallimento“. Ma la Delibera dell’assessore Caudo, che a suo tempo aveva suscitato un violento attacco da parte del quotidiano Il Messaggero, che in un articolo l’aveva definita “un danno al patrimonio pubblico” in quanto riduceva “le aree edificabili a discapito delle esangui casse comunali e quindi del pubblico“(4), a pochi giorni dal provvedimento del TAR, viene rimessa in discussione dall’assessore Berdini, che durante la commissione urbanistica definisce il progetto ereditato “un mostro” (5) e che dopo la riunione di Giunta conferma (6) la sua intenzione di mantenere una quantità edificabile pari alla superficie coperta ad oggi dai padiglioni della ex Fiera, circa 44.000 mq, in riduzione quindi rispetto ai 67.500 mq della delibera della Giunta Marino (7). Che tra l’altro, se si considerano le cubature e non la superficie, taglierebbe quasi 60.000 metri cubi dei 272.000 oggi esistenti portandoli a 216.000.
La delibera così modificata dovrebbe andare in Aula martedì prossimo, mentre i soci di Investimenti spa, Camera di Commercio e Regione, agitano la prospettiva del fallimento e annunciano battaglie giudiziarie, che vederebbero tra l’altro il Comune portare in tribunale se stesso.
Questi i fatti.
Pubblichiamo un commento dell’ex Assessore Caudo, che è in parte una precisazione rispetto al progetto che ha portato avanti – che Berdini sembra mettere sullo stesso piano della linea seguita dalle precedenti amministrazioni – che riportiamo in calce, in parte è una interessante riflessione sulla rigenerazione urbana e sulla qualità urbana, che una volta tanto si sviluppa su un caso concreto, permettendo valutazioni che vanno oltre gli slogan. (AMBM)
Il primo agosto i giornali hanno diffuso la notizia che il Tar del Lazio, a cui si era rivolta la società Investimenti spa (2), ha deciso di affidare a un commissario ad acta – il prefetto di Roma Paola Basilone – la vendita della ex Fiera sulla Colombo, vendita che dovrebbe servire a salvare dal fallimento la nuova Fiera sulla Portuense, da tempo in forte sofferenza. Investimenti spa (già Fiera di Roma spa e prima ancora Ente autonomo Fiera di Roma, di cui la Camera di Commercio di Roma è il principale socio con il 58%, ma di cui fanno parte Comune e Regione), è la titolare di entrambe le strutture e dalla “valorizzazione” della vecchia sede contava di ricavare 180 milioni di euro (120 milioni secondo altre fonti) per poter estinguere il debito con Unicredit contratto dieci anni fa per costruire la nuova struttura di via Portuense. La decisione del commissariamento è stata presa allo scadere dei 30 giorni che il TAR aveva concesso al Campidoglio per trasmettere in Regione Lazio la Delibera approvata dall’Assemblea capitolina il 14 luglio 2015, predisposta dall’allora Assessore Giovanni Caudo (3). Delibera che già allora aveva suscitato polemiche, in particolare da parte del quotidiano il Messaggero, che in un articolo aveva definito la delibera “un danno al patrimonio pubblico” in quanto riduceva “le aree edificabili a discapito delle esangui casse comunali e quindi del pubblico” (4) a causa di una previsione di 67.500 mq, inferiori a quelli previsti dai precedenti progetti del Sindaco Veltroni (86.000 mq) e del Sindaco Alemanno (91.300 mq), quasi 7 ettari di cui circa metà destinati a Municipio e ad attrezzature pubbliche del quartiere.
A pochi giorni dal provvedimento del TAR, il neoassessore Berdini annuncia alla commissione urbanistica (5) e poi conferma dopo la riunione di Giunta (6) la sua intenzione di modificare la Delibera e portare a 44.000 i metriquadri edificati, che dovrebbero corrispondere alla stessa superficie edificata esistente (7).
La delibera così modificata dovrebbe andare in Aula martedì 9 agosto, mentre Investimenti spa agita la prospettiva del fallimento e annuncia battaglie giudiziarie (8), che vedrebbero tra l’altro il Comune portare in tribunale se stesso.
Questi i fatti.
Pubblichiamo un commento dell’ex Assessore Caudo, che è in parte una precisazione rispetto al progetto che ha portato avanti con la delibera approvata – che Berdini sembra mettere sullo stesso piano della linea seguita dalle precedenti amministrazioni – che riportiamo in calce, in parte è una interessante riflessione sulla rigenerazione urbana e sulla qualità urbana, che una volta tanto si sviluppa su un caso concreto, permettendo valutazioni che vanno oltre gli slogan. (AMBM)
* vedi La scheda a cura del comitato Saluteambiente EUR. Ex Fiera di Roma Osservazioni ComitatoSaluteambienteEUR del 12 maggio 2015
Vedi anche il nostro post : Il violento attacco del Messaggero all’assessore Caudo del 18 luglio 2015
Per precisazioni e osservazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
La sola dimunizione delle cubature da edificare garantisce qualità urbana e vivibilità ai cittadini?
di Giovanni Caudo
Intervengo nella vicenda della Delibera della ex Fiera di Roma non perché mi interessa difendere a ogni costo quello che ho fatto, ma perchè mi interessa salvaguardare un interesse superiore, quello che riguarda come si costruiscono le scelte urbanistiche in una città come Roma, oggi. Quale visione di città si intenda seguire. Con quale complessità ci si confronta e quali sono i criteri di qualità che si pensa di perseguire.
Mi domando se il solo dato quantitativo o una riduzione a prescindere delle cubature (su un’area per altro di proprietà di una società partecipata dal Comune e dalla Regione), debba costituire il criterio unico di riferimento. Per alcuni fissare un indice di edificabilità basso vuol dire già assicurarsi qualità e vivibilità, secondo me invece non è detto e non è scontato. Così come una maggiore densità edilizia non significa necessariamente una minore qualità o vivibilità dell’intervento.
La densità di abitanti del quartiere de La Garbatella è decisamente superiore a quella di un quartiere come Corviale, eppure nessuno ha molti dubbi sulla qualità dell’uno o dell’altro quartiere, e questo perché altri fattori qualitativi entrano in gioco con le scelte progettuali.
Come si fa allora a ridurre alla banalizzazione della quantità e degli indici, purché siano bassi, il discorso sulla trasformazione della città?
Non è forse questo uno dei motivi della devastazione del territorio di Roma, tanti interventi a bassissima densità? Non è questa impostazione, voluta nel tempo da assessori e tecnici e ben accolta dai proprietari dei terreni, che ha portato ad avere quartieri con una densità così bassa che nessuna metropolitana, neanche di superficie, potrà mai rincorrerli? A Londra o a Parigi il dibattito è proprio su questo tema, come assicurare interventi ad alta densità e contemporaneamente la qualità urbana e la vivibilità. E i loro parametri sono ben più alti di quelli di cui qui si discetta. Siamo sicuri che a Roma non dovremo ragionare anche noi su questo?
Quando si vuole fare rigenerazione urbana, trasformare la città esistente, come nel caso dell’area della ex fiera, si deve ancora lavorare con gli strumenti dell’urbanistica parametrica, quella dell’espansione e del consumo di suolo? Ancora solo e soltanto con le quantità e con gli indici? O piuttosto questi sono strumenti ormai obsoleti che appartengono all’Urbanistica del Novecento? Non è il momento di entrare nel XXI secolo anche a Roma?
La questione centrale è che non si dovrebbero fare scelte improntate alla demagogia banalizzando questioni complesse di qualità urbana che sono dirimenti oggi e per il futuro della nostra città. Per questo nella trasformazione della ex fiera la questione del dimensionamento l’avevamo fondata sulla sostenibilità degli spazi pubblici e il carico urbanistico che se ne ricavava era quello coerente con la quantità di attrezzature che si realizzavano. Da qui in poi il ragionamento non poteva che entrare nel merito del progetto e per questo la trasformazione l’abbiamo vincolata al concorso di architettura per la redazione di un master plan unitario. Un concorso basato sulle linee guida costruite insieme agli abitanti in modo che il progetto si facesse carico di una risposta qualitativa alle reali esigenze poste da chi abita e vive la città intorno.
Dalle dichiarazioni dell’assessore Berdini si capisce invece che farà quello che chiedeva l’ex presidente dell’VIII Municipio Andrea Catarci e proporrà una riduzione dell’edificazione a 44.360 mq, la superficie edificata esistente, l’equivalente della superficie dei capannoni della ex fiera oggi. Perché questo dato dovrebbe essere garanzia di una maggiore qualità dell’intervento?
Ha tutto il potere e la possibilità di farlo. Non è questo il punto. Si tratta di una scelta politica del tutto legittima e come tale la motivi, senza ricorrere ai mezzucci del “mostro” della delibera precedente o alle falsità dell’aumento di cubatura che avremmo deciso nella precedente amministrazione.
Le scelte politiche sono tutte legittime, l’onestà intellettuale invece non si compra un tanto al chilo.
Giovanni Caudo
PRECISAZIONE SULLA DELIBERA 35/2015
La delibera sulla ex fiera approvata in giunta nel 2014 e in Assemblea Capitolina un anno dopo, nel Luglio del 2015, prevede una cubatura di 216 mila metri cubi: oggi l’area è edificata per 272.316 metri cubi, pertanto taglia circa 60 mila metri cubi rispetto alla situazione attuale.
L’edificazione prevista, infatti, non fu misurata sulle esigenze finanziarie della proprietà, né con riferimento alla consistenza attuale, ma sulla sola sostenibilità urbanistica degli spazi pubblici. Infatti dei 7,3 ettari del vecchio comprensorio della fiera, la delibera prevede che circa 3,2 siano destinati a servizi pubblici di quartiere, tutti quelli che servono al nuovo intervento. La quantità di edificato è molto al di sotto di tutte le proposte di delibere precedenti, 67.500 mq contro i 91.300 di Alemanno e gli 86.000 di Veltroni, ed è vincolata alla realizzazione di un adeguato sistema di accessibilità pubblica su ferro e a un documento di indirizzi per il concorso di progettazione urbana da predisporre coinvolgendo i cittadini. Lì dove c’è la vecchia fiera e insistono edifici non più utili e cadenti, lì dove è sempre esistito un muro continuo che costeggia la Cristoforo Colombo, interrompendo la continuità del verde pubblico ai margini della strada, la delibera consente di avviare un importante progetto di rigenerazione urbana.
Non si capisce quindi a quale “mostro”, a quale “incremento di cubatura” si riferisca l’assessore nelle sue dichiarazioni fatte oggi [il 4 agosto NDR] in Commissione urbanistica e riportate dall’Ansa. Forse sono riferite alle delibere precedenti, quelle di Alemanno che prevedevano quasi 300 mila metri cubi, più delle cubature ora esistenti.
Invito Berdini a una maggiore esattezza e accortezza e ad evitare valutazioni demagogiche operate anche in modo maldestro, senza alcun fondamento, senza neanche leggere le carte. Ci sta a cuore Roma, la serietà di giudizio e di valutazione è un requisito importante in un momento difficile per la città. Anche per questo si poteva e si doveva evitare che il Comune venisse commissariato dal TAR nella persona del Prefetto per dare seguito alla delibera sulla ex fiera e rispondere alle sole due osservazioni ricevute (sono necessarie solo poche ore di lavoro!).
Su una cosa invece sono d’accordo con le parole dell’assessore Berdini, che non si fanno delibere urbanistiche per sanare i debiti di una società, e riprendo qui quanto ho dichiarato alla stampa in occasione dell’approvazione della delibera, l’11 Luglio del 2015: “Come ho avuto modo di dire e di ribadire durante il percorso che ha portato alla proposta di delibera di trasformazione urbanistica della ex Fiera, approvata in giunta a luglio del 2014, un anno fa, le aziende si salvano e si ristrutturano con piani industriali seri, capaci di saper cogliere le opportunità del mercato e di corrispondere agli interessi più generali dello sviluppo economico della città. Questo è quello che serve prioritariamente alla società che attualmente gestisce la fiera nuova: un rinnovato e credibile piano industriale.” Giovanni Caudo
(1) (dal sito del Comune di Roma) Deliberazione Assemblea Capitolina n. 35 del 14/07/2015
DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE E ATTUAZIONE URBANISTICA
Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo Colombo da Porta Ardeatina a Via delle Tre Fontane. Ambito n. 2 – Risistemazione della Fiera di Roma – Adozione di variante urbanistica ai sensi dell’art. 4 L.R. n. 36/1987 e s.m.i
scaricaDACDelib. N 35 del 14.07.2015
scarica allegati ex-fiera-allegato-a ex-fiera-allegato-b
(2) La Repubblica 1 agosto 2016 Fiera di Roma, il Tar commissaria il Comune: arriva BasiloneIl prefetto è stato nominato commissario ad acta per vendere la struttura della Colombo di Salvatore Giuffrida
(3)
dal sito di Investimenti spa fiera di roma
(4) Vedi il nostro post : Il violento attacco del Messaggero all’assessore Caudo del 18 luglio 2015
(5) Fiera Roma: Berdini, se Investimenti non sa gestire fallisca “No al mostro sulla Colombo, ridurre cubature”
(ANSA) – ROMA, 4 AGO – “Una cosa la voglio dire. Mi rendo conto che è un’entrata a gamba tesa che faccio per la convocazione di una commissione urbanistica sulla Ex Fiera e il voto di consiglio che vi chiediamo. Volevano fare un mostro sulla Cristoforo Colombo perché così ripianavano il debito di investimenti Spa. Se Investimenti Spa non è in grado di saper gestire la Fiera di Roma fallisca. Sapete che non è così, eh…”. Così l’assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini in commissione urbanistica. Per Berdini, “noi non possiamo ripianare i debiti di una scelta urbanistica sbagliata aumentando le cubature a via Cristoforo Colombo”. Sollecitato dalla capogruppo PD Michela Di Biase, Berdini ha risposto: “Se lei mi chiede di dare una potatura alle cubature del centro carni, io sono d’accordo, però dovete essere d’accordo nel votare a favore della decurtazione(di cubature, ndr) che facciamo alla (ex, ndr) Fiera di Roma”.
(6) Askanews Ex Fiera Roma, ok Giunta a piano riduzione e riqualificazione Berdini: stop degrado. Ora variante in Regione
Roma, 5 ago. (askanews) – “In giunta è passata la contro deduzione al piano dell’Ex Fiera di Roma. Nel 2015 è stato approvato il piano particolareggiato per le aree dell’Ex Fiera di Roma ma il provvedimento non era stato concluso per la crisi della giunta Marino. E quindi lo abbiamo portato in conclusione. Adesso si sblocca la situazione di un pezzo di città in degrado che finalmente diventa un posto civile”. Così l’assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini al termine della giunta capitolina. “Dopo la fase di osservazione ci sarà la trasmissione in Regione essendo una variante”, conclude.
(7) L’informazione è tratta dall’edizione cartacea di La Repubblica del 6 agosto, pagina IX
(8) Roma Today 6 agosto 2016 “Fiera di Roma, la giunta Raggi taglia le cubature. E’ scontro: “Fallimento certo”
La delibera elaborata dall’assessore Berdini taglia i metri quadrati edificabili da 67 mila a 44 mila. Lui: “Tutelo la città”. Insorgono Camera di Commercio, Investimenti spa e Regione: “A rischio il piano di risanamento”
aska news http://www.askanews.it/regioni/lazio/cciaa-stupisce-decisione-giunta-raggi-su-ex-fiera-roma_711875110.htm