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Regione Lazio, possibile laboratorio di cambiamento (ma cambiamento vero)

programma zingaretti lombardiIl Presidente Zingaretti ha battuto il candidato del centrodestra Parisi per poco più di 50 mila voti, ma la coalizione di centrodestra ha ottenuto 50.000 voti abbondanti in più della coalizione di centrosinistra. Risultato: in Consiglio regionale Zingaretti e i suoi consiglieri saranno 25, contro i 26 all’opposizione: 15 del centrodestra, 10 del M5S, e l’ “outsider” di destra Pirozzi.Quindi il Presidente Zingaretti dovrà cercare appoggi fuori dalla sua maggioranza. Nel centrodestra o tra il M5S. Come cittadini che hanno a cuore il territorio e l’interesse pubblico facciamo alcune osservazioni.

Come Carteinregola abbiamo seguito in questi 5 anni l’Amministrazione regionale soprattutto per le attività che avevano ricadute sui territori, in particolare per quanto riguarda urbanistica, ambiente, mobilità. E siamo stati critici su alcune iniziative, come la nuova legge urbanistica – che non ha poi visto la luce – la legge sulla rigenerazione urbana approvata nel luglio scorso – che presenta criticità che a breve riaffronteremo- e soprattutto il cosiddetto “Piano casa”. Un provvedimento ” a tempo” che Zingaretti e il suo assessore all’urbanistica Civita hanno ereditato dalla Giunta Polverini, e che, per la parte edilizia, hanno prorogato per altri due anni e mezzo, lasciando quasi inalterate molte modifiche introdotte dal centrodestra. Così si è prolungata l’efficacia degli articoli che permettevano demolizioni e ricostruzioni (anche nei quartieri storici della Capitale che il Sindaco Alemanno non aveva ritenuto di escludere dal Piano), ampliamenti d cubatura (addirittura su edifici ancora da costruire), cambi di destinazione (anche da uffici a commerciale). E tutto questo in deroga ai Piani regolatori comunali e senza dare ai Comuni la possibilità di bocciare le domande – comprese quelle ricadenti nella Città Storica da tutelare – se rispondevano ai requisiti stabiliti dalla legge regionale. Per questo abbiamo combattuto quel Piano casa, da noi ribattezzato “Polverini/Zingaretti”, per un anno e mezzo – dall’insediamento della nuova Giunta nel febbraio 2013 fino all’approvazione del “Piano casa 2” il 31 ottobre 2014 – mettendo in atto anche un Presidio alla Pisana per i 40 giorni della discussione in Consiglio. Inutilmente, visto che nessuna delle nostre richieste è stata presa in considerazione. (1)

Adesso che si rende indispensabile un allargamento della maggioranza a consiglieri di opposizione, come cittadini che hanno a cuore il territorio e l’interesse pubblico facciamo alcune osservazioni.

La vittoria relativa del Presidente Zingaretti (rispetto al 2013 quasi 300.000 voti in meno al Presidente e altrettanti in meno alla coalizione), pur inserendosi nella tendenza nazionale, dimostra che per una fetta consistente dell’ elettorato non è più rinviabile un cambiamento assai più rilevante della gestione dell’esistente della passata consiliatura.

La deludente performance della opposizione M5S regionale a fronte della tenuta alle politiche nazionali, può avere molte motivazioni, come la delusione di una parte della cittadinanza della Capitale per l’amministrazione Raggi, ma probabilmente paga anche una campagna elettorale piuttosto in sordina,  basata su proposte di buon senso ma alla fine in linea con le  buone intenzioni degli avversari (e lo sfortunato slogan della Lombardi “più turisti e meno migranti” (2) ha sicuramente fatto scappare una consistente fetta di potenziale elettorato di area centrosinistra).

Il centrodestra ha invece ritrovato il suo consistente elettorato tradizionale, quello che spinge per una sempre maggiore deregulation, i cui effetti abbiamo già visto nella consiliatura Polverini. Al riguardo emblematica la posizione di Parisi sull’ANAC e sul Nuovo codice degli appalti: abolire entrambi (3)

Si dice spesso che le circostanze negative possono diventare positive, se usate come opportunità per rivedere criticamente il percorso fatto e per cercare strade nuove.

Ma il cambiamento, per essere tale, non può ridursi ad accordi basati su alcune concessioni al M5S in cambio del sostegno da dare in Consiglio. Come osserva Openpolis a proposito del “governo di scopo” rispetto a possibili alleanze o non belligeranze tra PD e M5S a livello o nazionale (4),un esecutivo quando entra in carica deve occuparsi di tutte le questioni. Pensare ad accordi alla Pisana tra centrosinistra e pentastellati che riguardino solo alcuni punti programmatici, avallando la continuità con la amministrazione precedente su tutto il resto, riesumerebbe vecchi schemi politici fondati sulla spartizione che sono stati bocciati definitivamente dagli elettori il 4 marzo.

Trovare strade nuove vuol dire trovare persone nuove e creare dei nuovi rapporti, in una nuova gestione dell’amministrazione, anche più coraggiosa.

Per questo riteniamo che un eventuale accordo del centrosinistra con l’opposizione M5S – indipendentemente dall’ingresso o meno nell’esecutivo regionale – dovrebbe prevedere una revisione degli aspetti più controversi di alcuni provvedimenti approvati dalla maggioranza uscente – a partire da alcune parti della legge della rigenerazione urbana –  anche alla luce delle obiezioni a suo tempo avanzate dal M5S, e della revisione del PTPR non ancora approvato, al fine di rimediare al vulnus della mancata tutela paesaggistica per il Centro Storico di Roma che ricade nel sito UNESCO (5). Ma riteniamo che sia necessaria anche una scelta condivisa per la composizione della Giunta, che dia un segnale di discontinuità, magari con la scelta di appartenenti alla società civile anche in quei settori come ambiente, urbanistica e mobilità, da sempre occupati da soggetti con un “cursus honorum” prevalentemente politico.

Il M5S, che ha sempre rifiutato  alleanze con i partiti tradizionali e/o con chi aveva governato prima, ora è di fronte alle responsabilità – e ai rischi – di chi si mette in gioco anche nel confronto con altre forze politiche. Ma sarebbe assai riduttivo e controproducente se tale confronto si limitasse all’appoggio a fronte di qualche concessione programmatica o di qualche presidenza.

Viviamo in tempi difficili, ma anche interessanti. Un cambiamento è in atto. O lo si affronta, e lo si dirige verso una politica nuova, più vicina ai cittadini, o si cerca di aggirarlo, con piccoli aggiustamenti dello status quo. Scelta quest’ultima che, soprattutto sul lungo periodo, potrebbe rivelarsi assai pericolosa, visto quel malessere montante espresso dalle ultime consultazioni politiche. Con il rischio di derive intolleranti e non democratiche. O che, per l’ennesima volta, si cambi poco per non cambiare niente.

Laboratorio per una Politica trasparente e democratica di Carteinregola

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Vedi anche

Programmi a confronto Zingaretti/Lombardi/Parisi: urbanistica

(1) O forse non del tutto, in quanto alcuni emendamenti a nostro avviso peggiorativi, alcuni avanzati anche da consiglieri del centrosinistra, non sono stati poi approvati. (Vedi Piano casa cronologia materiali)

(2) vedi… Quegli strani ragionamenti della candidata Lombardi sui migranti

(3) vedi Parisi (con Berlusconi) vuole cancellare l’ANAC e il Codice dei contratti

(4) vedi Openpolis: con quale maggioranza nasce il governo

(5) nell’elenco abbiamo inserito a titolo esemplificativo alcuni punti di cui ci occupiamo, ma naturalmente riguarda orizzonti ben più vasti

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