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Repubblica vs Sindaco: sbatti il mostro Marino in prima pagina

Il sito di Repubblica che ripropone l'articolo pubblicato sull'edizione cartacea

Il sito di Repubblica che ripropone l’articolo pubblicato sull’edizione cartacea

di Anna Maria Bianchi Missaglia

Il quotidiano La Repubblica  il 25 agosto ha dedicato un lungo articolo  al Sindaco Marino,  su una  pagina nazionale,  a firma di una delle sue penne più prestigiose, Francesco Merlo (1). Un giornalista  che più volte abbiamo apprezzato e rilanciato per le sue ficcanti e documentate inchieste sui mali della Capitale (2), che questa volta invece impiega ben  1158 parole per illustrare  un’unica  tesi:  il Sindaco avrebbe dovuto essere a Roma durante il Consiglio dei Ministri odierno in cui si decidono questioni importanti per la città. Considerazione fuori luogo – il Sindaco non avrebbe nè potuto nè dovuto partecipare alla riunione del  Governo in cui si decide se Roma vada sciolta per Mafia – che si poteva comunque risolvere in un trafiletto e che invece è stata  gonfiata come un soufflé,  per ribadire, con mille paragoni derisori,  che il Sindaco di Roma è una nullità.  Spazio e verve giornalistica che forse, di questi tempi, avrebbero potuto essere meglio  impiegati  per denunce o analisi  più urgenti, o anche per criticare  Ignazio Marino.  Però  come fanno normalmente  i giornalisti come Merlo, attaccando le scelte, le omissioni, le lentezze di Marino come Sindaco,  con  fatti ed esempi,  e non attaccandolo come  persona, oltretutto  per motivi davvero pretestuosi. E mai come di questi tempi noi  cittadini avremmo bisogno di poter contare su un giornalismo serio che aiuti la gente a sapere, a  capire e a ragionare.  Il gossip  velenoso che sfruculia  il  malcontento senza speranza lasciamolo da parte. E magari facciamo qualche domanda scomoda sul Consiglio dei Ministri del Giubileo anche al Governo. Sul  perchè le decisioni siano slittate da aprile a fine agosto. Sul perchè si usino strumenti normativi impropri – un provvedimento che riguarda poteri di deroga per “l’emergenza traffico e mobilità” utilizzato per lo sfalcio dell’erba dei parchi, la raccolta rifiuti e il decoro urbano – e soprattutto perchè i costi dell’accoglienza di 33 milioni di pellegrini che accorreranno per il Giubileo, anzichè essere affrontati da tutto il Paese, debbano gravare solo sui cittadini romani.

ULTIM’ORA: leggiamo ora, sempre su La Repubblica, un’intervista a Francesco Rutelli che si intitola “Comune inaffidabile si merita la mano dura ma spero che il Sindaco torni in città per oggi” in cui l’ex Sindaco pontifica sull’efficienza e la tempestività della sua amministrazione insinuando che i ritardi siano da imputare all’attuale Giunta che non ha presentato in tempo il Piano degli interventi . Rimandando a un articolo che elenca finanziamenti, interventi promessi alla città e opere effettivamente realizzate (o realizzate fuori tempo) dall’amministrazione Rutelli per il Giubileo(*),  che presto integrermo con una scheda specifica, ricordiamo che per l’evento del 2000, che portò lo stesso numero di pellegrini previsto per il Giubileo starordinario, Rutelli  ebbe in lire almeno  il corrispettivo di 2 miliardi di euro, contro i 50 milioni che per adesso sono stati concessi a Roma dal Governo (a spese della città). E il Piano egli interventi del Comune ci risulta pronto da mesi…

Mi concedano  gli amici Cinquestelle,  che qualche giorno fa hanno taggato Carteinregola in un tweet che recitava “chi difende Marino avvelena anche te“,  di fare qualche riflessione, non in  difesa  di  Marino, che come sempre continuerò a tirare in ballo tutte le volte  che sarà necessario  chiedere,   criticare e anche  attaccare, ma per  rivendicare un’informazione al servizio dei cittadini/lettori, che  si scagli contro chi governa   – preoccupano i giornali che parlano sempre bene di chi gestisce il potere – ma sulla base dei  fatti e dicendo apertamente dove vuole  andare a parare.  A un’attenta lettura il pezzo  di Merlo di fatti non parla quasi, e va in un’unica direzione: demolire l’immagine del Sindaco.

Queste le definizioni dedicate dall’articolo di Repubblica  a  Ignazio Marino:  “irrilevante“, “insignificante“, “L’uomo che non c’era(3), il “loser” (perdente).  Un uomo  “sempre deriso per tutte le goffaggini“,  “scavalcato, messo tra parentesi, trattato con alzate di spalle e sguardi al cielo“, “commissariato sì, ma all’italiana: svuotato, reso superfluo e caraibico, espatriato in patria.” Un primo cittadino a cui  il commissario del PD  romano Matteo Orfini “fa da tutore politico“, che il premier Renzi ha sostituito  per i consigli  con l’ex sindaco Francesco Rutelli (“su Roma il consigliere all’orecchio di Renzi è Francesco Rutelli“), e di cui  Renzi avrebbe detto (a  Orfini) che “è l’assente che non si può cacciare“.(4)

ALBI_TOPOLINO939Ma   cercando di individuare  i  motivi scatenanti delle aspre critiche di Merlo,  ho trovato  tre filoni :  il primo e principale  è la scelta del  il Sindaco di non essere a  Roma durante il   Consiglio dei Ministri del 27 agosto – a cui non avrebbe dovuto partecipare – continuando i suoi 15 giorni di ferie,   che colpevolmente si svolgono ai tropici:  “si è nascosto ai Caraibi” (chissà dove si sono nascosti Pisapia, Fassino e gli altri Sindaci italiani), dove  la differenza di fuso orario diventa un’ulteriore motivo di addebito, dato  che  Marino dorme  nelle ore in cui  a Roma ci si dà da fare (5) come  “Paperino ad Honolulu che Paperone non poteva raggiungere perché l’uno si alzava quando l’altro si coricava” (E chi sarebbe Paperone?  Renzi?)

Il secondo  motivo  è il fatto che Marino  stia scrivendo “le sue memorie“,  subito definite “un libro dei sogni” di un “sindaco-scrittore“: un’ attività che  Merlo non reputa molto adatta  a Marino, dato che si augura  che “ questa scrittura gli serva almeno come terapia“. E dipinge un quadretto assai derisorio di Marino che ” scriverà di sé nella notte del Golfo del Messico, “mio diletto amore / non tramonta il sole / al Tahiti Bar”, citando “Italiani Mambo” la canzone di Caputo (6)

Ma il principale motivo  è il presunto venire  meno di Marino al suo dovere di primo cittadino, quello  di essere sempre  presente sul ponte di comando della Capitale (ecco, per fortuna non ha tirato fuori paragoni con il comandante Schettino):  non solo  perchè  “non sarà presente  quando il Consiglio dei ministri parlerà di lui” , che abbiamo già analizzato, ma  perchè secondo Merlo Marino è un Sindaco che quando serve non c’è mai:  come “durante  la rivolta della periferia di Tor Sapienza contro gli immigrati, ma anche perchè era all’estero “, “quando l’intera Roma inseguiva i tre rom che a Primavalle, su un’auto pirata, avevano travolto sette persone e ucciso sul colpo una povera donna” o “quando i vigili urbani si diedero tutti insieme malati e scoppiò la rivolta dei certificati falsi, Marino era e rimase a Boston (7). Lascio alla valutazione  di ciascuno se tale  elenco giustifichi la conclusione che trae  Merlo  su “una vacanza di governo, un vuoto, un vacuo, un’assenza così candida come quella di Marino” “che non c’era mai stata  nella storia politica di Roma“.

E iperbolicamente si  arriva a mettere sulle spalle del “Sindaco da due anni” tutti i disastri prodotti  da decenni di malgoverno della Capitale (e di buchi nel bilancio che hanno portato all’attuale debito commissariato di circa 14 miliardi di euro),  a partire dal “degrado epocale” – l’articolo cita  en passanti ratti che hanno invaso il quartiere Prati“, “le foto delle persone che defecano a cielo aperto” i “porci che grufolavano felici tra i cassonetti“-  per arrivare a Mafia Capitale, di cui secondo  il giornalista di Repubblica  il  Sindaco ha la responsabilità  di non essersi accorto: “Se rimane Marino in tre anni se magnamo Roma” aveva profeticamete detto Buzzi, che de Roma è er capomafia“. “Marino non s’era accorto che la Roma che lui non riusciva a governare era diventata “a mucca che amo munto tanto” né che i consigli comunali e le giunte “devono stare ai nostri ordini perché li pago e vaffanculo“. Forse avrebbero potuto accorgersene anche  anche i giornalisti…

E soprattutto qualche editorialista prestigioso potrebbe chiedere al Presidente del Consiglio  come mai il Governo, anzichè affrontare un evento religioso straordinario che riguarda  quindi tutto il Paese,   con risorse straordinarie e con strumenti normativi adeguati – come è successo pr il Giubileo 2000 ampiamente previsto –  metta sulle spalle dell’amministrazione capitolina  e dei contribuenti romani – presenti e futuri – i costi,  utilizzando impropriamente e maldestramente  un decreto legislativo   nato (male) per altri motivi (4), che permette  deroghe alle normative vigenti per dimezzare i tempi solo  per quegli  interventi  finalizzati a “rimuovere le situazioni di emergenza connesse al traffico, alla mobilita’ ed all’inquinamento atmosferico o acustico“. E quindi non per quegli interventi – assolutamente indispensabili – che riguardano invece decoro, pulizia, raccolta rifiuti, aree verdi e  manutenzione della città.  Potrà succedere così  che ad esempio aziende escluse dai sorteggi  per la costruzione di gabinetti pubblici eseguiti  in deroga al Codice degli appalti facciano  ricorso al TAR, bloccando i cantieri?

Il disastro incombe sulla nostra città e quelli che dovrebbero intervenire a difesa dei cittadini e a tutela dell’interesse pubblico sprecano tempo ed energie nei soliti giochetti politici.

Amen.

 

Anna Maria Bianchi Missaglia annaemmebi@gmail.com

Post scriptum: naturalmente dedicherei le stesse riflessioni nel caso che  fossero  attaccati impropriamente sul piano personale esponenti di altri partiti, come i Cinquestelle, la Lista Marchini o  il centro destra (AMBM)

LEGGI ANCHE: Il grande Teatro ed il capro espiatorio di Paolo Gelsomini

* lettera 43 22 marzo 2015  Giubileo 2015-16, costi e vantaggi per Roma e l’Italia  …Furono terminate un’estensione del raccordo anulare romano, il collegamento stradale Roma-Fiumicino, opere funzionali al parcheggio del Gianicolo (realizzate dal Vaticano), alcune tratte ferroviarie urbane, nuovi reparti di pronto soccorso degli ospedali, due gallerie stradali presso Castel Sant’Angelo e 359 nuovi bagni pubblici.

 

(1) La Repubblica 25 agosto Capitale sede vacante e nei giorni della bufera Marino scrive memorie tra il Texas e i Caraibi Più che colpevole, assente. In città infuriano le polemiche ma il sindaco rimane oltreoceano dove sta ultimando un libro sui suoi primi due anni in Campidoglio. Non tornerà neanche giovedì quando in Consiglio dei ministri si discuterà la sorte del Comune di FRANCESCO MERLO

(2) Si vedano per citare due casi i nostri post  che partono dagli  articoli di Merlo sull ‘EUR e sul Colosseo

(3) Il film dei fratelli Cohen è citato ben 3 volte: “somiglia al barbiere di quel film che “non c’era soprattutto quando c’era” e “innocente, proprio come il barbiere dei fratelli Cohen che diceva di sé: “Sono un fantasma, non vedo nessuno e nessuno vede me“,

(4) E  ancora: “americano a Roma“, “sindaco delle buche, della sporcizia e del degrado epocale della capitale“. “In Texas potrebbe restarci sino a Natale e nessuno se ne accorgerebbe a parte i vignettisti e gli autori di satira che, comunque, sono anch’essi in difficoltà perché Marino è oltre l’ironia di Longanesi sul non esserci, sul non accorgersi e sull’arrivare tardi: “Spiacenti, il nostro inviato speciale si è perduto per causa pioggia“.

(5) “Quando a Roma è mezzogiorno di fuoco lui dorme“, e prima: un “altrove di Marino” che  “è quello delle canzoni e della commedia all’italiana, esotismo e fusi orari“. E una  citazione musicale: “dove il sole è più sole che qua” (Banana Republic di Dalla De Gregori)

(6) Merlo individua  nello    “scrittore autoenciclopedico”  “una nuova e inaspettata maschera romana, un incrocio tra Pierrot e Meo Patacca“…

(7) E se per Merlo”ovviamente Marino non ha nessuna responsabilità”di quel crimine estetico che è stato il funerale dello zio Casamonica“, intanto lo butta lì, ricordando  che era in vacanza  anche quando è accaduto il fattaccio di metà agosto.

DECRETO LEGISLATIVO 26 aprile 2013, n. 51  Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 18 aprile 2012, n. 61, concernente ulteriori disposizioni di attuazione dell’articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di ordinamento di Roma Capitale. (13G00094) (GU Serie Generale n.112 del 15-5-2013) 

Aert. 1 «1-bis. Per l’attuazione degli interventi da effettuare sul territorio di Roma Capitale per rimuovere le situazioni di emergenza
connesse al traffico, alla mobilita’ ed all’inquinamento atmosferico o acustico, il Sindaco provvede con proprie ordinanze, anche in deroga ad ogni disposizione di legge e comunque nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, in esecuzione di un piano autorizzato con delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nonche’ nei limiti e secondo i criteri indicati nella stessa delibera, con oneri a carico di Roma Capitale.».

vedi il nostro articolo http://www.carteinregola.it/index.php/giubileostraordinario-fondi-ordinari-poteri-straordinari/

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