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Ambulanti: la risposta Di Maio non affronta il vero nocciolo della questione

mosaico Di maioRispondiamo a Di Maio sulle regole per l’assegnazione dello spazio pubblico

Mentre si apprende che grazie al PD l’applicazione della direttiva Bolkestein (1) per gli ambulanti  slitterà ancora una volta  al 2020 (2), rispondiamo all’On. Di Maio, che aveva a sua volta risposto a una nostra lettera pubblicata da Il fatto quotidiano a proposito della sua posizione anti Bolkestein (3),  ribadita a una recente  manifestazione nazionale degli ambulanti  (4). Ma  le sue risposte  non sciolgono l’ambiguità del M5S  rispetto al principale motivo per cui gli ambulanti (ma anche altre categorie come i balneari) fanno le barricate contro la direttiva europea. In pratica non risponde alla domanda: le licenze per i servizi su suolo pubblico devono essere messe periodicamente a bando – come prescrive la UE – oppure devono essere prorogate vita natural durante ai fortunati che sono riusciti a procurasele? E soprattutto, come si conciliano, nel MoVimento, le posizioni di Marco Zullo, parlamentare europeo M5S, sul suolo demaniale concesso ai balneari, e quella del deputato M5S Ivan Della Valle, primo firmatario della proposta di legge sul commercio ambulante?

Apprezziamo la disponibilità di Di Maio  nel risponderci e anche il suo riconoscimento per l’attività di Carteinregola, ma vorremmo maggiore chiarezza – e corerenza – su tre punti:

La difesa dei “piccoli”: Di Maio rivendica la tutela degli ambulanti che esercitano  “quelle piccole attività in proprio o con la famiglia“, ma  non considera che  una grandissima parte  della categoria  è costituita da “imprenditori”   che possiedono  numerose  licenze per banchi che danno in gestione a dipendenti o subaffittano a terzi.  A Roma è un fenomeno tangibile, anche se i numeri ufficiali sono difficili da trovare . Ma che  di “piccoli” non si sta parlando, lo dice anche il M5S: basta andare a leggere la Proposta  di legge del deputato Della Valle e le modifiche che vorrebbe introdurre al  decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 (quello che recepisce la Bolkestein)  in materia di commercio sulle aree pubbliche, dove  dice che può essere svolto da “piccole imprese che soddisfano i seguenti requisitihanno meno di 50 dipendenti”,  “hanno un fatturato annuo non superiore a 7 milioni di euro o hanno un totale di bilancio annuo non superiore a 5 milioni di euro“. E prevede per i mercati  “concessioni oggetto di gerenza, di affitto di ramo d’azienda o di forme analoghe” che confermano una visione dell’ambulante non come lavoratore in proprio ma come padrone di numerose  licenze che gestisce o affitta tramite terzi.

Licenze a vita – Ma il vero punto su cui  Di Maio glissa clamorosamente, è che la protesta degli ambulanti contro la Bolkestein,  da lui appoggiata, non è certo motivata dal timore della  concorrenza delle società di capitali – in questo caso saremmo più che d’accordo sui  paletti, ma francamente ci sembra poco probabile che grosse aziende internazionali  intendano  impossessarsi delle postazioni  sparse sui marciapiedi italiani (5) – ma dalla prevista riassegnazione di tutte le concessioni di suolo pubblico attraverso delle gare di evidenza pubblica. E se Di Maio assicura che il MoVimento è a favore “di regole certe per tutti nella gestione dei beni pubblici, ma che questo si può fare con una legge senza accettare la direttiva europea“, non sembra pensarla allo stesso modo il citato autore  della proposta di legge pentastellata, che scrive che la Bolkestein  introduce “un più rigido il sistema autorizzatorio e, in particolare, il comma 4 non riconosce la proroga automatica dei titoli autorizzatori scaduti, creando delle oggettive difficoltà operative agli oltre 160.000 operatori ambulanti e microimprese del settore“. Insomma, il MoVimento Cinque Stelle dovrebbe dire francamente ai suoi elettori, compresi gli ambulanti, se intende lasciare lo status quo delle infinite proroghe sempre agli stessi, o aprire a nuovi soggetti – altrettanto “piccoli”, magari giovani  e pieni di idee e di entusiasmo – che aspirano legittimamente a svolgere quell’attività.

Meglio la Bolkestein del Medio evoE non si pensi che il suolo pubblico sia un bene infinito che non necessita di una programmata  distribuzione di un numero chiuso di licenze.  A Roma ci sono 12000 ambulanti, quanto tutta la Toscana e il doppio di Parigi (6):   l’occupazione di strade e marciapiedi, in centro come in periferia, sottrae spazi vitali ai cittadini e impatta pesantemente con il paesaggio urbano.   Non sappiamo la situazione nel resto di Italia, ma non è chiaro perchè la categoria degli imprenditori/ambulanti  possa pretendere la dispensa dalla giusta e democratica  rotazione  delle risorse pubbliche che lo stesso MoVimento non indugia ad applicare per le spiagge demaniali e per gli impianti sportivi comunali.

E per capire la preoccupazione con cui guardiamo all’ennesimo rinvio dell’applicazione della Bolkestein, non a caso introdotta da un emendamento PD, dimostrando  così il peso elettorale  della categoria,   proponiamo questa riflessione di Marco Zullo, parlamentare europeo  M5S, pubblicata nell’agosto  2016 sul sito di Beppe Grillo: “Le concessioni per gli stabilimenti balneari non possono essere rinnovate automaticamente: è richiesta una selezione trasparente attraverso gare d’appalto”. A stabilirlo è la Corte di Giustizia europea in una sentenza che boccia le proroghe automatiche, tanto volute dal Governo italiano per far felici i soliti amici degli amici. Per il Movimento 5 Stelle le spiagge sono di tutti. Si deve fare in modo che parte dell’economia del nostro Paese possa ripartire dal turismo balneare, dando la possibilità a chi ne ha le capacità di lavorare nel settore (> Leggi tutto)

E come le spiagge, anche le strade, le piazze e i marciapiedi sono di tutti.

Anna Maria Bianchi Missaglia

(ultima modifica 22 dicembre alle 16)

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Post scriptum: Rispetto al Regolamento del commercio licenziato dalla maggioranza capitolina e all’esito del bando di Piazza Navona, entrambi assai controversi, rimandiamo a quanto già scritto nelle settimane e nei mesi scorsi (8)

> Vai a Bolkestein, cosa bisogna sapere (in costruzione)

vedi anche Diarioromano 18 dicembre 2017 È ufficiale: per il M5S prima gli ambulanti e poi il decoro

(1) La direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006. La “direttiva sui servizi”, questo è il suo nome corretto,  meglio nota come direttiva Bolkestein, reca disposizioni miranti a regolamentare la libera circolazione dei servizi tra gli Stati membri e la libertà di stabilimento delle attività economiche di servizi e fu approvata nel 2006, quando la Commissione europea era guidata da Romano Prodi.  La direttiva, recepita definitivamente dall’ordinamento italiano con il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, si configura come una direttiva quadro che dispone norme di portata generale nonché princìpi operativi, riconoscendo ai singoli Stati membri la facoltà di stabilire le modalità nonché i tempi di applicazione degli stessi. In pratica  sancisce la parità di tutte le imprese e i professionisti europei nell’accesso ai mercati dell’Unione: un’impresa tedesca o francese non deve subire svantaggi se vuole operare in Italia soltanto perché ha la sede in un altro paese dell’Unione. In realtà è una questione complicata, che oltre agli ambulanti, riguarda anche i gestori di stabilimenti balneari e altre categorie, e nel tempo ha causato diverse proteste. Infatti  la direttiva stabilisce anche che quasi tutte le concessioni pubbliche, cioè beni di proprietà statale, come le spiagge o gli spazi occupati dagli ambulanti, possono essere concesse ai privati solo per quantità di tempo determinate al termine delle quali la concessione deve essere messa pubblicamente a gara. Chi per decenni ha goduto di rinnovi quasi automatici è contrario alle gare perché teme di perdere il lavoro o i propri investimenti. Una delle disposizioni della direttiva stabilisce per esempio che le gare per affidare in gestione servizi pubblici debbano avere regole chiare e ricevere pubblicità internazionale. .

(2) Sole24ore 20 dicembre 2017 Manovra: Pd ‘salva’ ambulanti, Bolkestein rinviata al 2020Emendamento approvato, restano valide concessioni in essere. Via libera della commissione alla manovra, in Aula domattina(…) Nuovo rinvio – inoltre – per la piena entrata in vigore anche in Italia della direttiva Bolkestein sul commercio ambulante. Un emendamento del Pd approvato nella notte in Commissione Bilancio della Camera prevede che “al fine di garantire che le procedure per l’assegnazione delle concessioni del commercio su aree pubbliche siano realizzate in un contesto temporale e regolatorio omogeneo, il termine delle concessioni in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione e con scadenza anteriore al 31 dicembre è prorogato fino a tale data”.

(3) Da Il Fatto Quotidiano 14 dicembre 2017

il fatto di Maio ambulanti 2017-12-14Mentre con l’Associazione Carteinregola festeggiamo la prossima conclusione dell’iter del nuovo Regolamento per gli impianti sportivi comunali, portato coraggiosamente avanti dalla maggioranza pentastellata della Capitale, che fissa finalmente regole certe e controlli stringenti per i gestori di questo importante patrimonio comunale, giunge come una doccia fredda il discorso del leader nazionale Luigi Di Maio all’Assemblea degli ambulanti a Venezia, indetta per protestare contro la direttiva europea “Bolkestein” che prevede una riassegnazione di tutte le concessioni di suolo pubblico attraverso delle gare di evidenza pubblica. Di Maio infatti promette alla categoria di cancellare la direttiva nei primi cento giorni del suo eventuale Governo. E paradossalmente lo fa in nome di una politica “al servizio dei cittadini e non delle lobbies”.

Eppure proprio le regole della Bolkestein e del nuovo Codice dei contratti sono una garanzia di trasparenza e di democrazia, contro l’opacità  delle promesse e dei favori, che soprattutto nella Capitale, da troppo tempo condiziona ogni aspetto che riguardi l’assegnazione di beni pubblici. Le piazze, le strade  e i marciapiedi, come i locali di proprietà pubblica, gli impianti sportivi comunali, le spiagge e  molto altro,   sono un patrimonio di tutti, che deve essere gestito nell’interesse generale e assegnato ai privati con criteri che li rendano accessibili a quanti legittimamente possono aspirarvi, compresi i tanti esclusi a causa di assegnazioni e proroghe  che premiano le rendite di posizione. E va ricordato che, quando si parla di ambulanti, non ci si riferisce soltanto alle piccole attività in proprio o con la famiglia ma a quella grossissima fetta della categoria –   almeno a Roma – costituita da veri e propri imprenditori   che possiedono  numerose  licenze per banchi che danno in gestione a dipendenti o subaffittano a terzi.

E a questo punto viene la netta sensazione che il rispetto delle regole e della legalità, tanto propagandate da un MoVimento nato come riscossa dei cittadini per bene, stia progressivamente virando verso la solita palude degli interessi particolari. Mesto segnale  della mutazione genetica che subiscono tanti movimenti quando, conquistato un posto di rilievo sulla ribalta politica, finiscono con il mettere  davanti a tutto il  raccolto elettorale e il consenso delle corporazioni di turno,   anche quando cozzano con i più generali  interessi di tutti i cittadini.

Del resto   l’appello alle regole, non solo per il MoVimento, va sempre a corrente alternata: obblighi per gli altri, eccezioni per se stessi. Come Vittorio  Gassman nell’episodio “La strada è di tutti” nel film I Mostri di Dino Risi,  che applicava  le regole a seconda che vestisse i panni del pedone o dell’automobilista.

Anna Maria Bianchi Presidente dell’Associazione Carteinregola

il fatto risposta Di Maio ambulanti 2017-12-17

(4) Vedi  13 dicembre 2017 Di Maio (M5S) agli ambulanti: se vado al Governo ci mettiamo insieme per uscire dalla Bolkestein A sentire le parole del leader M5S Luigi Di Maio all’Assemblea degli ambulanti a Venezia, si ha la netta sensazione   che  il rispetto delle regole e della legalità tanto… Continua#

(5) Disegno  di legge M5S d’iniziativa del deputato DELLA VALLE Modifiche all’articolo 28 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, e all’articolo 7 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, in materia di commercio sulle aree pubbliche Presentata il 2 marzo 2016 vedi https://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/211516

Modifiche :

(59/2010) inserire il commercio sulle aree pubbliche tra i servizi esclusi all’art.7

(114/1998 modificato da 59/2010) all’art. 28 Esercizio attività

1. Il commercio sulle aree pubbliche può essere svolto:

a) su posteggi dati in concessione per dieci anni;
b) su qualsiasi area purché in forma itinerante.

Il comma 2

2. L’esercizio dell’attività di cui al comma 1 è soggetto ad apposita autorizzazione rilasciata a persone fisiche, a società di persone o a società di capitali  regolarmente costituite o cooperative.
(comma così modificato dall’articolo  70, comma 1, d.lgs. n. 59 del 2010)

è sostituito dal seguente:
«2. L’esercizio dell’attività di cui al comma 1 è soggetto ad apposita autorizzazione rilasciata esclusivamente alle piccole imprese che soddisfano i seguenti requisiti:

          a) hanno meno di 50 dipendenti;

          b) hanno un fatturato annuo non superiore a 7 milioni di euro o hanno un totale di bilancio annuo non superiore a 5 milioni di euro;

          c) il capitale o i diritti di voto non sono detenuti per una percentuale pari o superiore al 25 per cento da una sola o, congiuntamente, da più imprese che non soddisfano i requisiti di cui alle lettere a) e b)».

          b) all’articolo 70 (59/2010)

art. 70 decreto legislativo 59:2010               1) dopo il comma 3 è inserito il seguente:
«3-bis. Nel rispetto dei motivi imperativi di interesse generale, le regioni possono stabilire criteri di programmazione anche coordinati con piani di riqualificazione urbana condivisi con i comuni e con i rappresentanti locali dei soggetti interessati, operatori e cittadini, al fine di favorire sinergie utili alla tutela dell’ambiente urbano e allo sviluppo economico locale. I piani possono essere finanziati con le entrate della tassa per l’occupazione del suolo pubblico; non possono comunque essere causa o motivo di aumenti tributari o di altra natura, salvo apposito accordo amministrativo con i singoli interessati ai sensi dell’articolo 11 della legge 7 agosto 1990, n. 241»;

2) il comma 5 è sostituito dai seguenti:
«5. Con intesa in sede di Conferenza unificata, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, sono individuati i criteri per il rilascio e per il rinnovo automatico, di cui all’articolo 19, comma 2, lettera a), del presente decreto, della concessione dei posteggi per l’esercizio del commercio sulle aree pubbliche e le disposizioni transitorie da applicare.
5-bis. Al fine di garantire la concorrenza in ogni mercato è stabilito un limite di 2 posteggi per ogni soggetto economico in mercati inferiori a 100 banchi, e di 3 posteggi nei mercati con un numero di banchi pari o superiori a 100. Per l’individuazione dei soggetti economici presenti nei mercati i comuni istituiscono un apposito database informatico aggiornato. Ai fini di cui al periodo precedente si presume legata allo stesso soggetto economico l’impresa soggetta a controllo diretto, indiretto, incrociato o a specifico vincolo contrattuale. Le concessioni oggetto di gerenza, di affitto di ramo d’azienda o di forme analoghe sono soggette allo stesso limite di posteggi, raddoppiato per l’affittante nel caso questi sia anche direttamente esercente nello stesso mercato».

Ivan Della Valle, parlamentare M5S primo firmatario della proposta di legge sopra esposta depositata alla Camera dei Deputati:
“Il recepimento italiano della direttiva Bolkenstein è sbagliato e contiene due errori che possono mettere in ginocchio 200 mila imprese: estende anche al commercio ambulante le regole valide per l’uso dei beni naturali e introduce nelle gare di affidamento anche le società di capitali. La nostra posizione è molto chiara e scritta nero su bianco in una proposta di legge: il “suolo pubblico” non è una “risorsa naturale”, quindi la direttiva non si deve applicare al comparto ambulante, e le società di capitali devono essere tenute lontane da un settore centrato sulle imprese individuali e familiari. Il commercio era materia regionale così deve rimanere per preservare mercati storici e specificità territoriali, con licenze a rinnovo decennale appurati i requisiti fondamentali: occupazione reali del posti e rispetto della normativa sull’abusivismo”.

(6) Diversa la situazione dei mercati rionali, dove effettivamente devono essere studiate soluzioni a difesa dei piccoli operatori

(7) Repubblica 4 ottobre 2017 Roma, otto bancarelle su 10 con licenze irregolari: “Fermiamo l’assedio” In scadenza 12mila autorizzazioni, il doppio di Parigi finito il censimento, nuovi limiti con la Bolkestein

(8) vedi

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Commercio su area pubblica: regole, mezze regole, regolicchie e regole quaqquaraquà

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