Riportiamo in calce il dibattito che si è volto nel Consiglio regionale il 24 settembre 2018, riportato nel resoconto stenografico pubblicato sul sito del Consiglio, tra la Consigliera M5S Francesca De Vito, che aveva avanzato un emendamento – bocciato – relativo al Protocollo su Santa Maria della Pietà e Alessandra Santore, Assessore Programmazione Economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio. Nelle parole dell’Assessore emerge chiaramente quale sia il quadro costruito dalla Regione e messo alla base del Protocollo* con il Comune, la città Metropolitana e la ASL, e anche come siano divisi tra gli enti i poteri decisionali.(AMBM)
Per osservazioni e precisazioni:laboratoriocarteinregola@gmail.com
* vedi Santa Maria della Pietà, colpo di scena, il Protocollo è già stato firmato 8 ottobre 2018
scarica il resconto integrale della seduta di LUNEDI’ 24 SETTEMBRE 2018 XI_seduta_n_010_8_del_24_09_18 con interv, santa maria
(il dibattito su santa Maria della Pietàè da pag. 104)
FRANCESCA DE VITO (M5s). Grazie. Mi dispiace che sono le due di notte, però devo rubarvi cinque minuti per presentarvi questo emendamento. L’anno venturo sono vent’anni che si è chiusa la struttura del Santa Maria della Pietà e noi ne stiamo ancora parlando per cercare di darle un utilizzo finale. Era il 2015 quando il presidente Zingaretti dichiara: “Finalmente, dopo 16 anni dalla chiusura, il Santa Maria della Pietà riprende vita con una vocazione, che è la sua naturale: un grande parco della salute e del benessere”. In questi giorni avete firmato il protocollo d’intesa con il Comune, il Municipio e l’ASL dove, tra le altre, si riporta: “È obiettivo delle parti in particolare valorizzare la funzione pubblica e l’attrattività del comprensorio, in linea con l’idea del parco urbano della salute e del benessere”.
Tutti questi atti amministrativi, anche quelli che si sono succeduti negli anni, dal 2010 in poi, avrebbero bisogno da parte di quest’Aula, che è in qualche modo sovrana, di una sorta di indirizzo politico di quella che deve essere la finalità del Santa Maria della Pietà. Allora, la prima domanda che mi pongo è questa: perché insistere sulla parola salute” visto che a pochi metri di distanza esiste un ospedale, il San Filippo Neri, che si sta abbandonando a sé stesso? La seconda domanda è ancora più fondamentale: perché e sulla base di cosa si stabilisce che la proprietà di venticinque padiglioni sia dell’ASL? Sulla base di quale atto normativo si continua a stabilire che debba essere un parco della salute, in barba a quelle che sono le leggi regionali e le leggi nazionali?
Allora la mia domanda è questa: sulla base di quali atti si porta avanti una politica che deroga a quelle che sono le leggi? E che cosa si vuole ottenere da tutto il comprensorio del Santa Maria della Pietà da parte di questa Giunta? E speriamo sia l’ultima Giunta che parli del problema, dopodiché si cominci a risolverlo.
Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PORRELLO
(ore 01,52)
PRESIDENTE. Grazie, consigliera De Vito. Prego, Assessore, per il parere.
SARTORE, Assessore. Il parere è contrario, però lo voglio argomentare perché anche con la consigliera De Vito avevo parlato. Forse è la prima Giunta che effettivamente ci mette anche la faccia e le risorse, perché finora non era mai stato fatto niente.
Preliminarmente alla trattazione dell’emendamento è opportuno che io riferisca che la Regione e Roma Capitale, con rispettive deliberazioni 7 agosto 2018, n. 153, della Giunta capitolina e 6 settembre 2018, n. 484, della Giunta regionale, hanno approvato un protocollo d’intesa avente ad oggetto proprio la valorizzazione condivisa. Noi abbiamo modificato anche la nostra delibera, che avevamo approvato in parte come indirizzo prima della Giunta capitolina e che poi abbiamo riapprovato con alcune modifiche volute dalla Giunta.
Al protocollo aderiscono il XIV Municipio, entro cui ricade il comprensorio, la Città metropolitana di Roma in quanto proprietaria delle aree ricomprese nel perimetro della centralità urbana Santa Maria della Pietà, l’ASL Roma 1 in quanto proprietaria dei 25 dei 37 padiglioni che costituiscono il comprensorio, 12 sono già stati trasferiti alla Regione con la DGR n. 152/2010, attuativa della legge n. 14/2008.
Con l’articolo 2 del protocollo di intesa, le parti, quindi noi e il Comune, si sono espressamente impegnate a predisporre, entro sei mesi dalla sottoscrizione, lo schema di assetto preliminare e ad avviare la consultazione preventiva dei cittadini e degli operatori economici, finalizzata all’approvazione del progetto urbano della centralità urbana Santa Maria della Pietà, dandovi attuazione secondo un cronoprogramma concordato in seno ad un tavolo tecnico permanente da istituire entro trenta giorni dalla sottoscrizione dell’intesa; concedere in uso a Roma Capitale, per l’utilizzo da parte del Municipio Roma XIV, i padiglioni 16 e 18 di proprietà della Regione, da utilizzarsi per fini istituzionali, e il padiglione 31 di proprietà della ASL, da utilizzarsi per attività di interesse culturale; favorire la fruizione collettiva del parco potenziando i servizi di accoglienza già previsti all’interno dei padiglioni 11 e 15, dare corso all’esecuzione degli interventi di riqualificazione, restauro e risanamento conservativo già avviati e previsti in attuazione dei programmi di finanziamento attivati, precisamente 2,5 milioni per la riqualificazione funzionale ed ambientale del parco urbano, 4 milioni per la ristrutturazione del padiglione 21 per i servizi ai cittadini (questo è il NUE, il 112), 3,3 milioni per la ristrutturazione del padiglione 4 da adibire a scuola di formazione. Altri interventi di riqualificazione e risanamento conservativo sono, inoltre, previsti sui padiglioni 2, 19 e 28. Alla luce dell’intesa istituzionale raggiunta con Roma Capitale, l’intervento legislativo proposto risulterebbe, quindi, già declinato negli impegni assunti con il predetto protocollo d’intesa.
Relativamente – questa è la cosa importante – all’indicazione della destinazione dei padiglioni in via normativa, si evidenzia… Questa è la norma che dice perché quei padiglioni, ai sensi della vecchia legge, sono in parte nostri e in parte della ASL. Relativamente a questa indicazione, si evidenzia che l’articolo 23 della legge n 18/94, citata dallo stesso emendamento, al comma 4, attribuisce tale competenza alla Giunta regionale, che vi ha adempiuto con la delibera n. 152 del 5 ottobre 2010 e successivamente con la delibera n. 787 del 20 dicembre 2016. Quest’ultima risulta, peraltro, propedeutica all’intesa già raggiunta con Roma Capitale.
Il comma 4 dell’articolo 23 – lo ricordo – dice proprio questo: la Giunta regionale (il 23 della legge n. 18/94), con apposito provvedimento, individua le modalità per il trasferimento dei suddetti beni nel rispetto della normativa che sarà emanata con legge regionale.
È una storia ventennale, però, devo dire la verità, è la prima volta che investiamo 10 milioni e li investiamo per un progetto urbano, della centralità urbana, e non per la sanità.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore.
Per dichiarazione di voto, la parola alla consigliera De Vito.
(Interruzione di un Consigliere)
Che succede?
(Interruzione di un Consigliere)
Per dichiarazione di voto. Abbiamo adesso la consigliera De Vito. Subito dopo lei, consigliere Giannini.
(Interruzione di un Consigliere)
Non c’è dibattito sugli emendamenti. Adesso facciamo così. Poi facciamo la domanda. Casomai l’Assessore interviene.
Ha chiesto di parlare la consigliera De Vito. Ne ha facoltà.
DE VITO (M5s). Assessore, io l’ho letta quella norma di cui lei parla, ed è appunto all’articolo 23 della legge del 1994 che mi vorrei appellare. All’articolo 23 è vero che c’è il quarto comma, ma c’è anche il secondo comma. Il secondo comma classifica i beni in beni destinati all’erogazione di servizi igienico-sanitari e beni destinati a fornire rendite patrimoniali, nonché beni culturali e dei 37 padiglioni che costituiscono il comprensorio, 12 sono già stati trasferiti alla Regione con la DGR n. 152/2010, attuativa della legge n. 14/2008.
Che succede?
(Interruzione di un Consigliere)
Per dichiarazione di voto. Abbiamo adesso la consigliera De Vito. Subito dopo lei, consigliere Giannini.
(Interruzione di un Consigliere)
Non c’è dibattito sugli emendamenti. Adesso facciamo così. Poi facciamo la domanda. Casomai l’Assessore interviene.
Ha chiesto di parlare la consigliera De Vito. Ne ha facoltà.
DE VITO (M5s). Assessore, io l’ho letta quella norma di cui lei parla, ed è appunto all’articolo 23 della legge del 1994 che mi vorrei appellare. All’articolo 23 è vero che c’è il quarto comma, ma c’è anche il secondo comma. Il secondo comma classifica i beni in beni destinati all’erogazione di servizi igienico-sanitari e beni destinati a fornire rendite patrimoniali, nonché beni culturali e artistico-monumentali.
Di conseguenza, io vorrei un attimo focalizzare l’attenzione sulle rendite patrimoniali e richiamare in questo senso la legge nazionale n. 388/2000, che stabilisce al terzo comma dell’articolo 98 che i beni mobili e immobili degli ex ospedali psichiatrici, già assegnati o da destinare alle aziende sanitarie locali o alle aziende ospedaliere, sono da essi a loro volta destinati alla produzione di reddito attraverso la vendita, anche parziale, degli stessi alla Regione.
Per continuare con le leggi regionali, che sono le leggi che io dico che non possono essere derogate da atti amministrativi, vorrei richiamare anche l’articolo 1 della legge n. 14/2008, che al comma 5 dice: “Al fine di contribuire all’azzeramento del disavanzo sanitario regionale, tutti i beni, mobili ed immobili, destinati a fornire rendite patrimoniali” di conseguenza è il punto 2 dell’articolo 23 della legge che lei ha citato “sono trasferiti per la successiva valorizzazione in proprietà alla Regione”. Di conseguenza, io sono molto felice che lei abbia messo mano a questo problema ventennale, però non possiamo metterci mano con una regalia alla ASL. Sono d’accordissimo sul fine che bisogna raggiungere, qualsiasi esso sia, stabilito di concerto con il Comune di Roma, però noi non possiamo, come se niente fosse, stabilire che questa proprietà dei 25 padiglioni sia decisamente della ASL perché questo non è stabilito e normato da niente delle leggi che io le ho testé menzionato.
Di conseguenza, il mio appello è anche a tutta l’Aula, perché tutte le forze politiche in qualche modo ci hanno messo la faccia davanti ai comitati che addirittura hanno presentato una proposta di legge di iniziativa popolare. Io mi domando sulla base di che cosa, come se niente fosse, si stabilisce che 25 padiglioni di quei 37 del Santa Maria della Pietà siano della ASL e non della Regione. Io non sto contestando il fine che lei giustamente vuole raggiungere, io sto contestando che ci sia una proprietà, perché allora qui c’è anche un mancato guadagno della Regione. Un domani chi ne risponde alla Corte dei Conti? Che stiamo facendo un bel regalo di prenatale a chi non dovrebbe comunque utilizzare quei padiglioni e ai quali andrà anche l’introito paradossalmente dell’affitto di un padiglione al Municipio XIV. Sono le leggi alle quali io mi sto appellando e non possono essere derogate da atti di Giunta.
PRESIDENTE. Grazie, consigliera De Vito. Ha chiesto di parlare il consigliere
Giannini. Ne ha facoltà.
GIANNINI (Lega). Grazie, Presidente. Io volevo intervenire prima, perché prima di fare una dichiarazione di voto e potere esprimere il mio voto e quello anche del Gruppo della Lega volevo capire una cosa, perché vedo qua “destinazione di un padiglione ad uso culturale”. Ed ho visto poi anche riproporre dall’assessore Sartore il padiglione 31 ad uso culturale. Vorrei capire se è il centro sociale occupato abusivamente ex lavanderia o si tratta di un’altra cosa. Questo dovete un po’ spiegarlo, perché poi lì c’è una situazione che io definirei imbarazzante in cui il responsabile di questo centro sociale è anche Assessore ai servizi sociali dello stesso Municipio. Su questo vorrei fare un po’ di chiarezza, perché vorrei capire questo polo culturale se è rappresentato dall’ex lavanderia o è una nuova situazione. Fa tutte le riprese che vuole, ma quella è la situazione. Se ce lo spiega, noi potremmo anche votare favorevolmente, però ci dovete spiegare quando parlate di un padiglione destinato ad uso culturale in risposta ai bisogni del territorio se si tratta di questo padiglione, che è occupato abusivamente e illegalmente oserei dire.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Giannini. Assessore, voleva intervenire? Prego.
(segue t. 19)
SARTORE, Assessore. In effetti, il padiglione 31 è la ex lavanderia, tanto per essere chiari. Per quanto riguarda i beni da reddito, non è un problema di regalia alle ASL, perché le ASL sono enti nostri, della Regione. Non sono regalie, assolutamente.
Non esiste questo concetto all’interno della Regione, perché gli enti sono enti della Regione, le aziende sanitarie. Non è assolutamente questo. Anzi, si è patrimonializzato le Regioni. Si è avuto tutto un procedimento basato sulla procedura della legge n. 18 del 1994. Per quanto mi riguarda, io l’ho trovata così, ma proprio sulla base del suo ragionamento, consigliera De Vito, sa che avremmo potuto fare? Proprio sulla base del suo ragionamento, non tanto un investimento di valorizzazione, come abbiamo fatto, con una sottoscrizione con Roma Capitale per destinare questi beni e soddisfare le esigenze di tutti, della parte del bene comune, della parte di socializzazione culturale della parte, spero di portarla a termine, anche dei due ostelli che purtroppo sono entrati in una logica di contenziosi sui quali stiamo ragionando, sulla base della soddisfazione anche del XIV Municipio.
Se noi facessimo una cosa del genere, e avremmo potuto fare una cosa del genere, ripeto, io me la sono trovata così e, quindi, ho cercato di fare la valorizzazione per tutti, non per la comunità dell’uno o dell’altro, come beni da reddito, come ha detto lei, li avremmo potuti per legge riprendere tutti e avrei potuto anche alienarli, proprio perché sono beni da reddito. E sono beni da reddito perché lo prevedeva la legge: i beni da reddito sono quelli che non erano più destinati a finalità sanitarie.
(Interruzione di un Consigliere)
Esattamente. Ma la ASL non li destina a finalità sanitaria in questa intesa fatta con Roma Capitale, ma li stiamo utilizzando per finalità di tutti, assolutamente. Ecco, stiamo soddisfacendo gli interessi di una comunità. È questo che io vorrei che si capisse. Non stiamo soddisfacendo gli interessi dell’ASL, perché l’ASL è una parte della Regione. Stiamo soddisfacendo gli interessi del Municipio, della parte culturale, dei cittadini col 112, la vicenda legata al recupero del parco, quindi mi sembra che siano finalità comuni, sottoscritti in qualche modo da noi e Roma. Meglio di così! Finalmente un’intesa che porterà a una valorizzazione di quell’area. Io penso che sia una cosa positiva.
Poi si può migliorare tutto, si figuri, Consigliera.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Consigliera, lei è già intervenuta.
Dobbiamo aspettare l’emendamento. Poniamo in votazione il subemendamento D01/18, con parere contrario della Giunta. Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si
astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 512.
Dichiarazioni di voto?
Ha chiesto di parlare la consigliera De Vito. Ne ha facoltà.
DE VITO (M5s). È solo per una piccola rettifica. Poiché ci sarà un tavolo di concertazione per stabilire tutti i padiglioni e quale utilizzo si voglia dare, non è che poi si andrà a giustificare un’occupazione. Quindi, voglio in qualche modo tranquillizzare anche i Consiglieri che non è che dire “no” a questo mio emendamento significa che comunque si è contrari ad un’occupazione, perché non è scritto da nessuna parte che l’occupazione verrà tollerata.
Io, però, vorrei capire sulla base di che cosa alla fine gli introiti per quanto riguarda l’affitto del padiglione 31, per esempio, che verrà dato al Municipio a chi verrà pagato, alla Regione o all’ASL? Inoltre, sulla base di che cosa si può accettare che dieci padiglioni siano dell’ASL? Basterebbe dire che restano di proprietà della Regione. Allora, se Regione e ASL sono la stessa cosa, non si capisce perché noi in qualche modo sulla base di niente stiamo dicendo “sono la stessa cosa tant’è che li diamo alla ASL”. Questo io trovo ingiustificabile e in questo senso io chiamo l’Aula tutta a esprimersi perché se una cosa è regionale resti tale.
PRESIDENTE. Grazie, consigliera De Vito. Intanto avviso l’Aula che siamo all’emendamento 512. Stiamo facendo le dichiarazioni di voto sull’emendamento 512. Ha chiesto di parlare il consigliere Patanè.
Ne ha facoltà.
PATANÈ (Pd). Grazie, Presidente.
Di questo argomento ci siamo occupati parecchio nella scorsa legislatura e io volevo ringraziare il lavoro dell’Assessore perché, oltre ad averci messo le risorse, ci abbiamo messo circa 10 milioni di euro, abbiamo fatto un grande lavoro per capire di chi erano le particelle catastali, se erano della ASL, quali padiglioni erano della ASL, quali padiglioni dovevano andare al patrimonio regionale. Ora io la cosa che non riesco a capire, che è il motivo che ci porterà poi a votare fondamentalmente contro questo emendamento, è perché con un articolo di legge noi dobbiamo normare delle procedure che sono fondamentalmente amministrative. Cioè, scrivere che verranno destinati al potenziamento dei servizi di accoglienza attraverso la realizzazione, eccetera, ma questo non è un provvedimento di legge che dovrebbe indirizzare alcune politiche, questo è un provvedimento amministrativo che può essere fatto non con un collegato di semplificazione alla legge di stabilità, ma con procedure squisitamente amministrative. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Patanè. Se non ci sono ulteriori dichiarazioni di voto, procediamo alla votazione dell’emendamento per appello nominale.
Il consigliere segretario Quadrana proceda all’appello dei Consiglieri.
Si risponde “favorevole”, “contrario” o “astenuto” ad alta voce, in modo tale che si capisca anche da qui.
(Seguono le operazioni di voto e di scrutinio)
Comunico l’esito della votazione:
Presenti 41 Presenti ai fini del numero legale 41 Favorevoli 10 Contrari 31
(Il Consiglio non approva)