Candidati: se le nostre richieste vi sembrano troppo terra terra…
Autore : Redazione
Un monitoraggio dei siti di candidati e degli ex consiglieri dal punto di vista della trasparenza.
AGGIORNAMENTO 28 FEBBRAIO: Stefano pedica ha modificato e arricchito la propria autobiogarfia sul sito.
Il Generale con i baffi (sul Colosseo). Nella biografia dal sito delle primarie del Centrosinistra e anche sul suo sito personale, Domenico Rossi accenna alla carriera militare, con citazioni su attività nel sociale, ma neanche un accenno alla sua carriera politica, alquanto movimentata: alle elezioni politiche del 2013 si è candidato ed è stato eletto deputato con Scelta Civica con Monti per l’Italia: nel dicembre 2013 lascia il partito ed il gruppo parlamentare ed aderisce al partito Popolari per l’Italia. Il 28 febbraio 2014 è nominato sottosegretario alla Difesa del governo Renzi in quota Popolari per l’Italia. Alle elezioni europee del 2014, è candidato nella lista Nuovo Centrodestra – Unione di Centro ma non viene eletto. Il 3 giugno 2015 il suo partito decide di abbandonare il governo, ma lui rimane nella maggioranza e abbandona il partito, aderendo successivamente al Centro Democratico di Bruno Tabacci. (fonte wikipedia) (> vai alla pagina di Domenico Rossi (Centro democratico)
Chi ha il coraggio di metterci la faccia ma non la sua carriera politica. Anche la biografia di Stefano Pedica rivela un passato politico di lungo corso, cominciato nella Democrazia Cristiana, poi continuato nel CCD (Casini) quindi UDR e UDEUR (Mastella), IDV (Di Pietro), Centro Democratico (Tabacci) e infine Partito Democratico. Ma nella stringata autobiografia a disposizione degli elettori sul sito personale e su quello delle primarie, non ve ne fa cenno. Anzi, non scrive nemmeno in che partito è stato eletto senatore nel 2006 e nel 2008.
Biografie risicate. Anche l’ex Assessore di Veltroni Roberto Morassut, pur in assenza di cambi di casacca, è piuttosto avaro di particolari biografici: la descrizione di decenni di attività politica e amministrativa è condensata in poche righe, le stesse sul sito delle primarie e sul suo sito personale, dove – a dire la verità – fino a due giorni fa non era presente nessuna biografia: probabilmente solo una svista, che abbiamo contribuito a segnalare (> vai alla pagina).
Stessa svista per Stefano Fassina, il deputato ex PD ora candidato di SEL/Sinistra Italiana, che tra i tanti materiali sul suo sito s’è scordato di raccontare la sua storia. Ma inviando oggi (23 febbraio) la sottoscrizione alla Carta del candidato, Fassina ha precisato che il sito è ancora in allestimento.
In generale sembra che non tiri una gran bell’aria per chi si candida con un partito, se persino le iniziative sui territori spesso vengono asciugate di simboli e riferimenti con effetti paradossali (e comunque poco trasparenti).
Ma non brilla per trasparenza neanche il candidato Alfio Marchini della lista civica omonima, che oltre a non dichiararsi nè di destra nè di sinistra continuando a oscillare tra entrambi i fronti, sul suo sito personale offre molte informazioni sulla sua vita ma ben poche sulle sue attività economiche (neanche sul sito della sua lista) . Nessuna indicazione sul suo gruppo né sulle società attualmente sotto il controllo della holding: sono citate solo le cariche ricoperte in Unicredit e in Cementir (membro consiglio amministrazione). Ma noi pensiamo che un imprenditore proprietario di holding con partecipazioni in varie società, che a loro volta si diramano in ulteriori partecipazioni, dovrebbe mettere l’elettore in grado di valutare direttamente l’assenza di potenziali conflitti di interessi. Inserendo nel sito una bella grafica che dimostri con scritte e freccette l’estensione e la complessità del suo impero finanziario. A cominciare dal ruolo della Lujan spa di Roma, di cui il gruppo Marchini detiene il 90%, che della sua campagna elettorale 2013 risulta aver coperto interamente le spese, 362.000 euro ca. Un’altro rilievo – che avevamo già sollevato nell’incontro per la politica trasparente con la lista Marchini – è l’aver dato al Comune di Roma per la pubblicazione un curriculum che si ferma al 2008. Nel 2013.
Quanto al candidato di La Destra, Francesco Storace, non abbiamo trovato alcuna informazione autobiografica: per il curriculum bisogna scaricare quello sul sito della regione Lazio, dove è vice presidente del Consiglio. Anche per il “forse candidato” del Centro destra Guido Bertolaso non abbiamo trovato siti di riferimento, solo sul sito romano di Forza Italia, suo principale sponsor, uno scarno comunicato.
A scorrere i dati pubblicati sui siti istituzionali, il quadro trasparenza è piuttosto desolante. Molti documenti sono PDF di fotocopie scadenti e illegibili, spesso incompleti e comunque incomprensibili. Questo vale per i i resoconti delle spese e dei finanziamenti elettorali, ma anche per i curricula, spesso ridotti ai minimi termini. Tra gli ex consiglieri capitolini, 5 non hanno messo a disposizione dei cittadini le informazioni sul proprio titolo di studio e 3 sulla propria attività professionale, 4 hanno dichiarato di svolgere il mestiere di “consigliere capitolino”. Varie lacune nelle dichiarazioni dei redditi persino tra i Cinquestelle, che peraltro promettono un regolamento trasparenza per i propri candidati più severo del nostro. E sui finanziamenti elettorali i documenti meriterebbero un approfondimento, soprattutto per quanto riguarda quelli delle aziende, indicate solo con il nome, da cui spesso non si riesce a ricavare in quale ramo lavorino, anche se scorrendo velocemente le dichiarazioni si trovano molte ditte collegate a edilizia, costruzioni e parcheggi, società che spesso hanno finanziato un po’ tutti i principali partiti.
A futura memoria inseriamo il curriculum “elettorale” 2013 di Mirko Coratti, ex presidente dell’Assemblea capitolina in quota PD, arrestato nel giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo (a cui, è bene ricordare, va riconosciuta la presunzione di non colpevolezza fino all’eventuale condanna definitiva). Ma sul piano politico, ci si chiede quanto sia corretto verso i suoi elettori, descrivere la sua carriera politica omettendo tutta la parte antecedente il suo ingresso nel PD, cioè quella della militanza nell’UDEUR di Clemente Mastella , che abbandonò insieme a Marco Di Stefano , il deputato Pd poi indagato per corruzione, falso, turbativa d’asta, truffa e abuso d’ufficio (vedi il curriculum di Coratti sul sito del Comune Coratti_cv)
E questo tira in ballo anche la responsabilità dei partiti, che dovrebbero spontaneamente “alzare l’asticella” degli impegni chiesti ai propri candidati, e magari sollecitare la sottoscrizione della Carta di Avviso Pubblico – Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie – Codice etico per la buona politica”, associazione di cui fa parte il Comune di Roma, un codice che è un’efficace strumento per la lotta alla corruzione, presentato addirittura in Aula Giulio Cesare nella stessa mattina in cui cominciavano in Campidoglio le perquisizioni delle indagini poi battezzate “mafia capitale” . Carta che non è poi mai stata sottoscritta nè dall’Assemblea nè dai singoli consiglieri*
Perchè, a parole, tutti sono contro la corruzione e per la trasparenza. Sul piano dei fatti, aspettiamo le firme.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Carteinregola continuerà la sua opera di informazione degli elettori su tutti i candidati, raccogliendo, controllando e nel caso pubblicando le segnalazioni di scarsa trasparenza inviate dai cittadini
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* (escluso Paolo Masini, PD, vicepresidente di Avviso Pubblico)