Se ne va il dg di ATAC, sollevando preoccupazioni e rinfacciando pressioni
Autore : Redazione
Enrico Stefáno, quando era consigliere di opposizione
Si é dimesso* il direttore generale di Atac Bruno Rota nominato pochi mesi fa – aprile- dalla Sindaca Raggi, con la missione quasi impossibile di risanare un’azienda con un debito di 1350 milioni. E le conclusioni a cui era arrivato e che aveva – a suo dire**- sottoposto a Virginia Raggi, erano assai drastiche: di fronte a un dissesto conclamato, l’unica possibilità sarebbe stata un ” concordato prventivo”. Ma qualcosa ha impedito al manager milanese, per sei anni alla guida di Atm prima di lasciarla per contrasti con il sindaco Sala, di portare avanti il suo piano. Così il 27 luglio ha rilasciato due interviste, una al Corriere della Sera***, una al Fatto Quotidiano, tracciando un quadro della situazione della partecipata del Comune di Roma, che dire drammatico é un eufemismo. Nulla di nuovo comunque: l’escalation del debito dell’Atac, inversamente proporzionale alla qualitá del servizio, é nota da anni , così come le responsabilitá delle varie amministrazioni che si sono succedute da un ventennio al governo della Capitale. Ma destano qualche preoccupazione anche le affermazioni di Rota in un battibecco polemico su Facebook, che é seguito alle interviste, su presunte insistenze del Presidente M5S della Commissione mobilitá Enrico Stefáno per caldeggiare incontri con una società che si occupa di bigliettazione automatica e per veloci promozioni di giovani dai “nomi noti”.
Poiché Carteinregola ha piú volte pubblicato l’immagine dell’allora consigliere di opposizione Enrico Stefáno, immortalato nell’aula capitolina con una grande chiave accanto, a simboleggiare un Campidoglio aperto e trasparente che effettua le sue scelte sotto gli occhi dei cittadini, abbiamo chiesto al Presidente Stefáno di chiarire le circostanze riferite da Rota. Che se si dimostrassero vere, non sarebbero compatibili, a nostro avviso, con una carica affidata al “portavoce” di un movimento che aveva promesso di farla finita con certe pratiche clientelari. Atac sta franando anche per il “carico” imposto dai partiti di destra e di sinistra, che spesso hanno usato l’azienda pubblica come serbatoio elettorale. Ci mancherebbe solo che il colpo di grazia glielo diano i raccomandati pentastellati.
Il Presidente Stefano nella serata del 28 luglio ha pubblicato sul suo profilo Facebook una risposta a Rota: “Né io né i miei colleghi, per quanto mi consta, abbiamo mai sollecitato promozioni, chiesto assunzioni o spostamenti, proposto collaborazioni. Chi mi conosce, chi lavora con me, sa che ho sempre e solo esercitato i poteri di indirizzo del socio unico attraverso la commissione che presiedo. In massima trasparenza e onestà. Alla luce del sole.Invito pertanto il dott. Rota a scusarsi per una contestazione infondata” aggiungendo in un commento: “Ho risposto solo ora, con un po’di ritardo, perché ho preferito che prima si chiarisse la situazione della governance aziendale. Sulla querela, state pur certi che farò valere i miei diritti, chi per 24 ore si è permesso di infangare senza alcuna base il mio nome ne risponderà nelle sedi opportune. Sono sempre stato una persona onesta che pone l’etica al centro della propria azione, non ho timore di dimostrarlo. Grazie a tutti coloro mi sono stati vicino in queste ore e mi hanno mandato messaggi di sostegno, senza mai dubitare della mia integrità“. E speriamo di cuore che il Presidente Stefàno vada fino in fondo, togliendo di mezzo ogni ombra. [il 29 luglio è stata resa ufficialmente nota la volontà di Enrico Stefano di querelare Rota].
Anna Maria Bianchi Missaglia
Postilla: Una precisazione rispetto a un articolo del blog Romafashifo, che ipotizza che le presunte pressioni riferite da Rota potrebbero essere dei semplici “consigli”
Mettendo da parte la specifica vicenda Stefàno, che, come abbiamo visto, si è già dichiarato estraneo a ogni forma di sollecitazione al di fuori degli ambiti istituzionali, per aprire un dibattito più generale sul tema, va detto che spesso è assai difficile tracciare il confine tra “raccomandazione” e “consigli”: dipende dai ruoli, dalle gerarchie e dal potere reale e/o politico di chi dá il consiglio e di chi lo riceve, dai rapporti del consigliante con i consigliati, dal tasso di insistenza e da tanti altri fattori. E se tutti quelli che ricevono pressioni (ben diverse naturalmente da tentativi di corruzione o altri reati) corressero dal magistrato a denunciarle, le procure andrebbero rapidamente in tilt.
Ma anche i semplici consigli, quando riguardano aziende pubbliche e soldi pubblici, devono far parte di circostanze chiare e con regole uguali per tutti. Non è necessario ricevere ditte private per prendere le informazioni per mettere a punto i criteri per fare un bando pubblico, e anche le scelte sulle carriere dovrebbero essere trasparenti ed effettuate sulla base dei curricula e dei colloqui, e non del consiglio del politico di turno, a qualunque partito e movimento appartenga. Con Sai chi voti avevamo chiesto alla Sindaca, che aveva preso l’impegno, di nominare i dirigenti apicali delle partecipate attraverso audizioni pubbliche, in cui cittadini e giornalisti potessero avere contezza dei criteri con cui venivano scelti. Certo non é una prassi applicabile su larga scala per ogni promozione di ogni ufficio, ma sarebbe ora di trovare modalità che premino il merito, alla luce del sole.
E ci piacerebbe che la Sindaca nella nomina del prossimo direttore generale ATAC rispettasse l’impegno preso con Sai chi voti.
Per osservazioni laboratoriocarteinregola@gmail.com
* stando alle sue dichiarazioni , Rota avrebbe inviato le dimissioni da una settimana, secondo l’azienda sarebbero state invece richieste dall’AD Fantasia giovedì scorso
**vedi fatto quotidiano 28 luglio 2017
***corriere della sera 27 luglio 2017 http://www.corriere.it/cronache/17_luglio_26/atac-roma-un-passo-crac-direttore-rota-sepolti-debiti-64a50cb6-724b-11e7-9029-c4822e477054.shtml
****http://www.romafaschifo.com/2017/07/la-questione-di-enrico-stefano-e.html .