Parole e immagini per raccontare la povertà
La notte della povertà in onda tra il 9 e il 10 gennaio: chiama in diretta per parlare con noi della povertà dalla mezzanotte alle sette: 06/9446086 seguici su www.radioimpegno.it o in FM 103.3 (Radio Popolare Roma)
continua tu…*
…Avere quarant’anni e avere molto freddo qua fuori. Avere 14 anni ed essere sbeffeggiato per come ti vesti. Avere settant’anni e non comprare le medicine. Avere cinquant’anni e dire a tua figlia che non può andare alla cena di classe. Avere ottant’anni e non poter curare il tuo cane. Avere 25 anni e prendere 5 euro all’ora in nero. Avere 35 anni e non poterti permettere di fare un figlio. Avere quarant’anni e non poter lasciare qualcuno che non ami più perchè non sai dove andare. Avere 35 anni e passare ogni giorno ore sul sedile di un treno o di un autobus perchè abiti davvero lontano. Avere 10 anni e tornare a casa dalla strada più lunga per non far vedere ai tuoi compagni dove abiti. Sapere che potresti avere un tumore e non avere i soldi per fare gli esami subito. Sapere che tua moglie potrebbe avere un tumore e non avere i soldi per fare gli esami subito. Avere cinquant’anni e non avere il coraggio di dire alla famiglia che sei stato licenziato. Avere 60 anni e aspettare che smontino i banchi del mercato per vedere cosa resta. Avere 70 anni e chiedere l’elemosina senza alzare lo sguardo. Avere 80 anni e non poter più comprare il prosciutto. Guardare la serranda abbassata del tuo negozio per l’ultima volta. Avere sei anni e non poter desiderare i giocattoli che vedi in TV…
*Puoi mandarci anche delle frasi di altri autori, dei titoli di libri e di film, delle segnalazioni di realtà che hanno esperienze da raccontare… scrivi a laboratoriocarteinregola@gmail.com
I CONTRIBUTI
“Avere freddo, avere fame, essere soli, avere paura, sotto un cielo azzurro bellissimo ammirato dai turisti, sotto un cielo scuro bellissimo di stelle e luna che fa sospirare gli innamorati, accanto e sotto a famosi monumenti, statue, chiese fotografate da stranieri, in mezzo a scintillanti negozi stracolmi di cose, a ristoranti, gelaterie, pizze a taglio, fast-food, rosticcerie che esondano odori, aromi, sapori, in mezzo a gente che corre, parla, urla, ride, scherza, sicura nei suoi vestiti, sicura del suo lavoro, sicura della sua famiglia, sicura della sua casa, del suo letto, delle sue coperte, dei suoi cuscini.”
Daniela (9 gennaio 2017)
La povertà non fa rima con disperazione, eppure non ci si rende conto di quanta se ne nasconde negli occhi di troppe persone. Si può essere poveri e non avere alcuna mancanza. Non dormire perché i conti non tornano, i debiti che mordono le palpebre, la consapevolezza di non poter comprare il latte o il pane, la paura di ferire a chi si tiene è una realtà.
La povertà di spirito e d’animo non è colmabile ma accettare che degli esseri sopravvivano in compagnia della disperazione è inaccettabile.
Clara (9 gennaio 2017)
C’è anche un’altra povertà, quella della coscienza, quella di tutti coloro che non sanno vedere ciò che accade, che sono sempre più chiusi dentro sé stessi, non guardano, non vedono, non sentono, non leggono, rifiutano non solo di accorgersi di tutto, ma anche di imparare a fare qualcosa, di provarci, da soli o con le tante associazioni che fanno qualcosa. E’ la povertà morale in cui ci sta sempre più costringendo una società spietata, con in testa solo il guadagno, che misura tutto sul reddito (dei pochi) e sulla schiavitù (dei molti). E’ la povertà di tutti, me compreso, quando dico: va bene, per oggi ho dato, ho fatto… E’ la povertà di chi non si accorge che toccherà anche a lei/lui, se non fa niente. E’ essere senza occhi, o se volete senza cuore o senza coscienza.
E’ la più difficile da eliminare, ma si può fare, bevendo ogni giorno un cucchiaino di consapevolezza, con piccole dosi si va lontano e si può raccontare ad altre/i
Riccardo (9 gennaio 2017)
I MATERIALI