Stadio della Roma: colpo di scena (o di grazia?)
Autore : Redazione
L’11 luglio, mentre rinnovavamo le nostre ennesime richieste per la trasparenza sul progetto dello Stadio e sulla convenzione tra Comune e privati, che sta per arrivare al voto dell’Assemblea capitolina insieme alla variante urbanistica, è arrivato un colpo di scena: una notizia che potrebbe dare un’ultriore spallata al fragile castello di carte – letteralmente – già messo a dura prova dalle indagini giudiziarie e financo dalle relazioni affidate a prestigiose università. Notizia doppiamente interessante: intanto perchè finalmente quanto noi andiamo sostenendo da tempo, sulle contraddizioni della presunta approvazione del progetto dello Stadio, infarcita di prescrizioni il cui rispetto non si sa da chi e quando avrebbe dovuto essere verificato, è stato messo nero su bianco da uno studio legale, Ad Law. E poi perchè lo stesso studio legale è stato incaricato dell’approfondita disamina non da un partito di opposizione in Comune – e chi si mette davvero di traverso ai tifosi e ai “posti di lavoro”, costi quel che costi? – ma dallo stesso MoVimento Cinque Stelle, dai consiglieri regionali.
Nella lettura di tale parere abbiamo ritrovato molte considerazioni da noi più volte inutilmente avanzate – seppure, nel nostro caso, prive della necessaria base di competenze giuridiche di uno studio legale – in particolare per quanto riguarda gli aspetti procedurali di un progetto “mutevole e soggetto a plurimi rimaneggiamenti“, e anche per la serie di “condizioni allo stato inattuabili” soprattutto rispetto alle prescrizioni per la sostenibilità del quadrante dal punto di vista trasportistico.
Lasciando per il momento da parte alcuni quesiti (1) e profili (2) affrontati dal parere “volto a valutare la legittimità del procedimento e dei provvedimenti relativi alla realizzazione denominata “stadio della Roma” in località Tor di Valle “, ricordiamo i punti che ci sembrano confermare quanto da noi da tempo sostenuto, che riguarda le modalità procedurali, l’incertezza sulla effettiva fattibilità delle prescrizioni comminate e la vaghezza dei tempi e dei soggetti incaricati della verifica del loro rispetto e, più in generale, l’inconsistenza dell’interesse pubblico, soprattutto se non venissero garantite, come sembra certo, le condizioni di contestualità della messa in esercizio delle opere pubbliche con quella di Stadio e Business center.
In calce le sue conclusioni, nelle quali chi ci segue da un po’ saprà riconoscere alcuni dei nostri tanti rilievi, che sembravano grida nel deserto. (in costruzione una disamina del parere)
(AMBM)
Roma, 21 luglio 2019
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
NOTE
(1) I 4 quesiti riguardano: 1) l’attuabilità del progetto nell a presente fase procedimentale; 2) la sussistenza o meno delle condizioni per il Comune di operare in autotutela [il riferimento è alla Proposta dei consiglieri Fassina e Grancio]; 3) l’esistenza di un obbligo del Comune – cui corrisponderebbe un vero e proprio diritto della società proponente – di approvare il progetto in sede di variante di PRG; 4) la possiiblità di configurare, in caso di mancata approvazione, una qualche forma di repsonsabilità in capo ai consiglieri comunalie al Consilgio Assemblea Capitolina] stesso
(2) i profili riguardano: 1)lo schema normativo: progetto preliminare e progetto definitivo; 2) la connessione tra le opere da realizzare [pubbliche e private NDR]; 3) la localizzazione dell’impianto; 4) la conferenza dei servizi