Stadio della Roma, la “Conversazione romana” dell’ex assessore Caudo
Autore : Redazione
Pubblichiamo i video dell’incontro “Conversazioni su Roma con Giovanni Caudo: Dallo stadio della As Roma a una “romanella” di stadio” che si è svolto il 10 Novembre 2016 presso Università degli Studi Roma 3, a cui ha partecipato l’assessore regionale Michele Civita, e in cui sono intervenuti Maria Luisa Palumbo, Mario Castagna, l’avvocato Francesco De Blasio, il giornalista de Il Tempo Fernando Magliaro e il Presidente del Comitato di Quartiere Torrino Decima Davide Galasso.
INTERVENTO MICHELE CIVITA 2
(nota: manca una parte)
(dalla presentazione di “Conversazioni su Roma con Giovanni Caudo: Dallo stadio della As Roma a una “romanella” di stadio”)
Il paradosso verso cui si sta incamminando la Giunta Raggi è che, dopo la vicenda Olimpiadi, non avendo il coraggio di dire no anche all’intervento di Tor di Valle, dica sì allo stadio ma senza obbligare il privato a realizzare le opere pubbliche e le poche che ci saranno le pagherà il pubblico! Come sempre a Roma: profitti privati e pubblicizzazione dei debiti. Ma non doveva cambiare tutto?
La regia pubblica nel governo delle trasformazioni urbane è un fattore decisivo nel paradigma della trasformazione della città esistente ed è essenziale per fare in modo che la ricchezza prodotta in città possa essere redistribuita. Le città sono il luogo in cui si produce ricchezza ma i cittadini invece sono sempre più poveri e le disuguaglianze aumentano. Qual’è, in questo nuovo scenario, il ruolo che deve svolgere l’azione pubblica che persegue l’interesse generale?
7:50 – Apre la conferenza Maria Luisa Palumbo: “L’intento di queste conversazioni è quello di capire meglio l’interesse pubblico di diverse vicende come le torri dell’EUR o lo Stadio della Roma. Oggi si partirà dal lavoro fatto da Caudo quando era assessore all’urbanistica”.
17:55 – Prende la parola il professor Caudo: “Oggi parliamo di stadio per capire cosa fatto dalla precedente amministrazione (Marino, ndr). Serve più linearità e chiarezza per un argomento come quello di Tor di Valle. Vogliamo che si dicesse di sì come fatto da noi in passato, o anche no ma con coerenza. Sentendo quello che dice chi governa la città, si dovrebbe chiudere tutto. Il 50% dello spazio sarà area verde, il resto sarà diviso tra strutture sportive, entertainment e uffici. La delibera dell’Assemblea Capitolina non può essere non presa in considerazione. Il pubblico interesse è giusto e complessivamente racchiude tanti aspetti, tipo favorire la fruibilità intorno all’area dell’Olimpico. Noi (intesa come amministrazione Marino, ndr) abbiamo aumentato il numero di opere pubbliche e diminuito la cubatura, non è vero il contrario come leggo da molte parti. Nella delibera non c’è scritto che deve essere prolungata la metro B, ma che per la stazione Tor di Valle ci sarà una frequenza di 16 treni l’ora. Non è sostenibile dire che basterà il ponte dei Congressi e quindi non serve il ponte sul fiume. Il bacino di utenti che andrà allo stadio è concentrato nel centro città, mentre la Roma-Lido si concentra sulle aree esterne. Per questo si preferiva la soluzione della metro B, si erano fatte considerazione di carattere trasportistico. Lo stadio avrà tre uscite pedonabili diverse e l’area non è esondabile. Ci sono 10 milioni di euro per mettere in sicurezza il fosso di Vallerano. Se si vogliono evitare i grattacieli, basta che il Comune metta 195 milioni di euro, in totale sono 363 milioni di patrimonializzazione delle opere pubbliche. Questo è merito nostro perché inizialmente il privato avrebbe dovuto spendere 270 milioni e avere più cubatura. Dei 363 milioni di euro, 124 sono a carico del privato, 195 invece sono di interesse pubblico, ma il privato si assume il rischio di impresa della realizzazione degli uffici (torri) ma restituisce il 100% della rendita al Comune, così si torna ai 195 di interesse pubblico”
18:45 – Inizia l’intervento di Mario Castagna, che prende in considerazione gli stadi delle altre 20 migliori squadre europee: “Per le principali squadre europee i ricavi dai diritti sportivi è del 35% totale, mentre dagli stadi tocca il 60%. In Italia i diritti TV equivalgono al 60% dei ricavi totali mentre dagli stadi si aggira intorno al 25%. L’Allianz Arena rappresenta un esempio simile a quello della Roma, è uno stadio pagato interamente dal privato per 280 milioni di euro, hanno fatto un mutuo di 25 anni ripagato interamente dopo 10. Il pubblico ha infrastrutturato l’area con 210 milioni di euro, quindi il 40% dell’intero costo è stato del comune di Monaco di Baviera. La Juventus, in tre anni, è rientrata nel costo dell’area dello stadio (i bianconeri sono proprietari dello stadio ma non dell’area in cui sorge, ndr)”. Non ha avuto costi di infrastrutturazione, sono state approvate varianti urbanistiche. Quindi, per chiudere, il caso della Roma è simile a quello dell’Allianz Arena ma molto diverso da tutte le altre”.
18:55 – Riprende la parola Giovanni Caudo: “Roma è una città globale ma è molto provinciale per quanto riguarda l’apertura agli investitori esteri. Lo stadio non è l’oggetto ma con questo tipo di progetto si sarebbe potuto dare un senso di apertura agli investitori privati che arrivano a Roma”
19:00 – L’avvocato Francesco De Blasio, esperto di investitori esteri in affari immobiliari, effettua una disamina proprio sugli investimenti e i loro rendimenti. Secondo l’avvocato: “Perdere l’opportunità del progetto legato allo stadio della Roma, sarebbe un danno per la città perché la priverebbe di un sicuro flusso di denaro. Berdini compie degli atti in un senso e poi esterna parole in un altro senso”.
19:30 – Prende la parola Fernando Magliaro, giornalista de Il Tempo: “(in riferimento alle parole di Berdini dopo il comunicato della Regione Lazio) Mancano una serie di informazioni. La Regione ha messo sul sito quasi tutti i documenti necessari anche se non c’è una guida per leggerli. L’atro problema è che se la Regione ha messo sul tavolo una serie di dati, il Campidoglio continua a smentire il lavoro della Regione. La domanda è: che senso ha mandare il progetto in Regione se poi Berdini critica qualsiasi cosa voluta dal progetto? Altro problema: come procederà la Conferenza dei Servizi?”.
19:35 – Ecco l’intervento di Michele Civita: “La Regione ha una funzione descritta anche dalla legge sugli stadi. Il progetto arriva in Regione che è competente se c’è una variante urbanistica. Alla Raggi abbiamo detto: se pensi sia uno scempio vai in consiglio comunale e chiudi la partita. Questo non è stato fatto, su altre questioni sono state fatte delle modifiche, sullo stadio della Roma no. Di conseguenza, è partita la Conferenza dei Servizi. Ora serve la delibera del Comune. Ovviamente questa delibera deve essere coerente con quello di cui si è discusso. Se si pensa che il progetto sia uno scempio il Comune di Roma ha il dovere di fermare questo iter. Se invece pensa che si possa migliorare il progetto allora deve lavorare nella Conferenza dei Servizi, che sta lavorando abbastanza bene. Cosa succederà? Vediamo, dipende molto dalla volontà politica del Comune. Noi dobbiamo dare certezza dei sì e dei no a chi vuole investire a Roma. Se noi abbiamo il più grande porto del Mediterraneo, che dà sicurezza e lavoro, è per gli interventi che abbiamo fatto. I soldi pubblici non sempre sono stati buttati però dobbiamo essere seri con chi vuole investire. Seconda cosa, solo lo stadio li non va bene. Il nostro interesse è portare strade e infrastrutture dove prima non ci stavano. Lo stadio da solo non conviene farlo. O si fanno i servizi o saremo noi a dire che lo stadio non si può fare“.