STADIO DELLA ROMA – LA STORIA in sintesi
Autore : Redazione
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Fin dal 2012, la AS Roma aveva presentato il progetto al Sindaco Gianni Alemanno per la realizzazione dello Stadio a Tor di Valle, in un’ansa del Tevere a sud ovest della città, dove esiste l’omonimo ippodromo chiuso nel gennaio 2013, su terreni acquistati dell’imprenditore Luca Parnasi. In seguito all’approvazione di tre commi (art. 1 commi 303-304-305) inseriti nella legge 147 del 2013, “di stabilità”, che consentono a privati di avanzare all’amministrazione progetti per realizzare nuovi complessi sportivi, il Presidente della Roma, James Pallotta, e il Sindaco Marino, il 26 marzo 2014, presentano in Campidoglio il progetto per il nuovo stadio, che dovrebbe essere realizzato da Eurnova, la società immobiliare di Luca Parnasi. Il 29 maggio 2014 Eurnova presenta lo studio di fattibilità. La proposta, che viene sottoposta alla conferenza dei servizi preliminare, prevede una zona “A” , con il mix funzionale dei nuovi grandi impianti sportivi (oltre allo stadio da 52.500 posti espandibili fino a 60mila, la sede della Roma AS, un centro tecnico per gli allenamenti, un maxistore Nike, un “Roma village” con 245 negozi, boutique, ristoranti; uno spazio per eventi con un monitor a 360 gradi) e una zona “B”, chiamata “Business park”, costituita da tre grattacieli ed edifici ecosostenibili (Leed gold) destinati a direzionale, ricettivo, commerciale (ma non appartamenti, esplicitamente esclusi dai commi) tra la Via Ostiense/Via del Mare e lo Stadio. L’area destinata allo stadio (49.000mq) costituisce il 14% della sola parte edificata (354.000mq). Moltiplicando i 305.000 mq di SUL (la superficie totale edificata meno l’area dello stadio) per l’altezza convenzionale di calcolo delle cubature pari a 3,20 m, si ottiene un totale di 976.000 mc; tali cubature sono state inserite per “compensare” i costi dei privati per le infrastrutture e le opere di pubblica utilità che il Comune – Sindaco Ignazio Marino e Assessore all’urbanistica Giovanni Caudo – ha posto come condizione per conferire l’interesse pubblico all’operazione, che viene approvata con la Deliberazione n.132 votata dall’Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014.
Le opere infrastrutturali ammontano a ca 270 milioni, suddivise in opere a compensazione (asse di collegamento Ostiense-A91, ponte carrabile sul Tevere e viadotto di approccio, svincolo autostradale Roma-Fiumicino, riunificazione e messa in sicurezza Ostiense, ponte ciclopedonale Magliana, stazione Tor di Valle con ponte, sfioccamento metro B e messa in sicurezza del fosso di Vallerano) per 195 milioni; opere a standard (parcheggi a raso, multipiano, circolazione interna, passerella pedonale, verde pubblico e sistema smaltimento acque idrovore) per 124 milioni; opere da realizzare con contributo di costo di costruzione (parco fluviale Ovest, pontile Est-pontile Ovest, intervento su via dei Dasti, videosorveglianza) per ca 44 milioni. La progettazione viene affidata dai proponenti a Dan Meis, Daniel Libeskind e Andreas Kipar. L’area comprenderebbe 63 ettari di verde pubblico .
Gli elaborati del progetto definitivo vengono consegnati una prima volta dalla società al Comune e trasmessi dal Comune alla Regione Lazio nell’estate 2015, con la segnalazione “delle carenze progettuali rilevate dagli Uffici comunali”; la Regione invita il proponente a completare e perfezionare il progetto definitivo, che sarà poi presentato solo un anno dopo, il 30 maggio 2016, poco prima delle ultime elezioni comunali.
Nel giugno 2016 diventa Sindaco Virginia Raggi, che, insieme agli altri consiglieri M5S, dai banchi dell’opposizione aveva duramente contrastato il progetto dello Stadio, così come l’urbanista Paolo Berdini, nominato Assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici. Dopo l’insediamento della nuova Giunta, la Delibera non viene ritirata, ma il Comune trasmette gli elaborati del progetto definitivo alla Regione Lazio, accompagnati da una nota in cui si evidenziano ancora carenze e controindicazioni.
Il 3 novembre 2016 si apre la Conferenza dei Servizi decisoria in Regione per l’approvazione del progetto (Marino/Caudo): mentre si susseguono le riunioni con i rappresentanti dei soggetti pubblici a cui partecipano – in parte – i cittadini e le associazioni che ne hanno fatto richiesta, si susseguono anche le indiscrezioni giornalistiche e le dichiarazioni ufficiali, sulla richiesta, da parte del Comune, di modificare lo stesso progetto, restringendolo allo Stadio e ai suoi annessi, o tagliando cubature dalle Torri di uffici e dagli spazi commerciali che la precedente Giunta aveva previsto a compensazione delle opere e infrastrutture pubbliche.
Il 31 gennaio si tiene la quinta seduta della Conferenza, che dovrebbe concludere il procedimento: il Comune chiede una proroga di 30 giorni, poi deposita, insieme a Roma Città Metropolitana, un parere unico “non favorevole”, che tuttavia lascia aperta la possibilità al proponente di modificare il progetto e consegnare ulteriori elaborati per “addivenire a un parere favorevole”.
Il 7 febbraio un Tweet del mister della Roma Luciano Spalletti – “A Roma va fatto lo stadio, famolo” – viene rilanciato dal capitano Francesco Totti : “Vogliamo il nostro Colosseo moderno”. Si uniscono il ministro allo Sport Luca Lotti e l’ex premier e segretario PD Matteo Renzi: “E famolo, basta dire no a tutto”. La sindaca risponde a Totti : “Caro Francesco ci stiamo lavorando, famo sto stadio” ma “nel rispetto delle regole. Ti aspettiamo in Campidoglio per parlarne”. L’assessore Berdini, da sempre contrario all’operazione, si dimette dopo un incidente diplomatico causato da alcune sue confidenze a un giornalista sulla Raggi, che secondo l’Assessore ““è impreparata. Dall’inizio si è circondata di una corte dei miracoli”, aggiungendo rivelazioni sulla vita privata. Dirà, dopo l’arresto di Parnasi nel giugno 2018: “Dopo l’uscita di Francesco Totti, quando disse in tv ‘Famo ‘sto stadiò, il vicesindaco Luca Bergamo mi chiamò: ‘Paolo, dobbiamo fare l’impianto, una posizione contraria non la reggiamo in città'”.
Nel febbraio gli uffici del Comune chiedono all’Avvocatura capitolina il parere su una serie di punti della Delibera n. 132/2014 (Marino/Caudo) in particolare sugli eventuali risarcimenti dovuti a Parnasi in caso di rinuncia allo Stadio . Tuttavia nessuno saprà mai il responso, in quanto il parere viene secretato dalla Sindaca. secretamento del parere dell’avvocatura comunale Il 23 marzo 2017, il consigliere De Priamo (FdI), che ha cheisto di visionare il parere, riferirà che l’Avvocatura gli ha risposto che è stato scritto in copia unica consegnata alla Sindaca e che non più nella disponibilità degli estensori, dato che la Roma AS è una società quotata in borsa. In molti si chiedono: se il rischio risarcimenti fosse stato considerato probabile perchè non renderlo pubblico ?
Riprendono le trattative del Comune con Eurnova, con la mediazione dell’Avvocato Luca Lanzalone, approdato nella Capitale su iniziativa del gruppo “enti locali ” del M5S nazionale, che poche settimane dopo verrà nominato dalla Sindaca Presidente della partecipata ACEA. Il MoVimento si divide tra molti attivisti e alcuni consiglieri che vorrebbero il ritiro della Delibera della Giunta Marino, e Beppe Grillo e i vertici che, probabilmente temendo l’impopolarità della rinuncia, premono per trovare una soluzione per portare avanti il progetto. Si apprende della richiesta della Soprintendenza di apporre un vincolo sull’ Ippodromo e su una fascia di rispetto intorno all’impianto. Beppe Grillo cala sulla Capitale, rilasciando una girandola di dichiarazioni piuttosto contrastanti, fino a ipotizzare che l’impianto venga spostato in un’altra zona di Roma. Poi, a sorpresa, il 24 febbraio 2017, dopo l’incontro in Campidoglio tra Comune e rappresentanti di Eurnova e AS Roma, l’annuncio: lo Stadio a Tor di Valle si farà, ma con un drastico taglio delle cubature. Sul suo profilo Facebook Virginia Raggi titola #UnoStadioFattoBene, spiegando che le tre torri sono state eliminate e che la parte relativa al Business Park è addirittura il 60% in meno, vantando misure “green” già anticipate da Beppe Grillo. Il 3 marzo si riunisce la conferenza dei servizi decisoria in Regione, che dovrebbe essere quella di chiusura del procedimento; la richiesta del proponente Eurnova di un’altra sospensione, appoggiata da una lettera della Sindaca, viene respinta. Vengono depositati anche i pareri unici dei rappresentanti dello Stato (parere favorevole con prescrizioni) e della Regione Lazio (parere contrario), ma, vista la complessità “sia in presenza di atti d’assenso che di dissenso” del procedimento, si assegnano altri 30 giorni (già previsti nel regolamento della CdS) “per la redazione dell’atto finale di conclusione del procedimento”.
Il 30 marzo 2017 la Giunta Capitolina approva da Deliberazione n. 48 che impartisce delle linee guida agli uffici comunali per predisporre una nuova delibera con le nuove condizioni per il pubblico interesse. Un passaggio assai ardito e anche rischioso per le casse pubbliche, in quanto, anzichè seguire la procedura stabilita dai commi della legge 147/2013 sugli stadi, che prevedono che sia il privato a sottoporre uno studio di fattibilità al Comune, che, dopo una conferenza dei servizi preliminare, decide se approvarne o meno il pubblico interesse, si ribalta la situazione, assegnando di fatto al Comune il ruolo di “committente” e quindi, al privato, non più quello di proponente, ma di una sorta di “fornitore”, con tutti gli obblighi che possono derivarne per Roma Capitale
Il 5 aprile 2017 la Regione Lazio procede “alla conclusione NEGATIVA della Conferenza di servizi, ma contrariamente alle previsioni di durata prescritte dalle norme, che ai sensi dell’art. 10-bis della L. 241/1990″, il procedimento, che avrebbe dovuto restare aperto per 10 giorni (cioè fino al 15 aprile), per recepire le osservazioni del proponente , viene invece inspiegabilmente prolungato fino al 15 giugno, data in cui scade il termine massimo di chiusura del procedimento relativo al vincolo del MiBACT sull’Ippodromo e aree limitrofe. E in questa “finestra” il proponente potrà presentare le sue “controdeduzioni”, non solo sul vincolo ma anche ai “dissensi espressi” dagli uffici, dato che potrà fornire ”idonea documentazione, anche progettuale, tendente al superamento dei dissensi espressi in ordine al progetto esaminato, mediante una diversa formulazione che, mantenendo le opere pubbliche e di interesse generale e garantendone la contestuale esecuzione con quelle private, da sottoporre all’esame in una nuova conferenza di servizi” (Vedi http://www.carteinregola.it/index.php/stadio-della-roma-le-cose-non-stanno-proprio-cosi/).
Il 6 giugno la Giunta Raggi approva una Proposta di delibera che conferisce il pubblico interesse al nuovo progetto, che brucia le tappe approvative in pochi giorni: l’8 e il 9 giugno viene sottoposta al parere delle 5 Commissioni capitoline, il 9 giugno stesso viene pubblicato il nuovo progetto, che viene denominato ““Conferma di dichiarazione del pubblico interesse alla Proposta di realizzazione del Nuovo Stadio a Tor di Valle di cui alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 32/2014 [Delibera Marino/Caudo] adeguata al mutato quadro delle condizioni ed obiettivi prioritari indicati nella Delibera di Giunta Capitolina [Raggi/Montuori] 48/2017″.” E sempre il 9 e domenica 11 giugno la delibera viene sottoposta a solo uno dei due Municipi interessati, il IX. Dal 12 giugno alle 17 la Delibera passa al voto dell’Assemblea Capitolina e viene approvata il 14 giugno.
La nuova Delibera prevede un consistente abbattimento delle cubature del Business Park, ma anche il parallelo ridimensionamento delle opere pubbliche che l’amministrazione precedente aveva ritenuto fondamentali per la sostenibilità e il pubblico interesse dell’iniziativa privata. Come l’eliminazione del cosiddetto “Ponte di Traiano”, che avrebbe dovuto collegare la nuova centralità di Tor di Valle con l’autostrada Roma Fiumicino, offrendo anche un secondo accesso/uscita a un’area circondata per 3/4 dal Fiume Tevere; la cancellazione dello sfioccamento e del prolungamento della metro B fino a Tor di Valle, mentre viene allungato il tratto unificato della Via Ostiense/via del Mare, ma con la soppressione di alcuni svincoli che avrebbero dovuto regolare i flussi di traffico; il ridimensionamento degli interventi sulla ferrovia Roma -Lido, sia per quanto riguarda il numero dei treni, sia per quanto riguarda le infrastrutture collegate, come il cosiddetto “tronchino”, uno svincolo ferroviario che permette di regolare la frequenza dei treni, la nuova stazione di Tor di Valle, e altro. Il nuovo progetto, nonostante i ripetuti annunci – “uno stadio secondo le regole” – , non rispetta nè le cubature nè le destinazioni previste dal Piano Regolatore Generale, che classificava l’area “verde privato attrezzato” (art. 87 NTA PRG) ma anche “parchi tematici o parchi-divertimenti” (comma 4) e consentiva di edificare fino a un massimo di 112.000 mq di SUL (superficie Utile Lorda) in attuazione diretta (senza alcun progetto urbanistico da approvare). Il progetto Marino/Caudo prevedeva 354.000 mq , quello Raggi/Montuori 212.000 mq.Entrambi con una Variante del PRG da approvare in Assemblea Capitolina.(scarica il confronto tra le Delibere 132/2014 e 32/2017 a cura dell’Osservatorio Stadio della Roma Osservatorio SdR confronto DAC 132-2014 e DAC 32-2017)
E va tenuto presente che l’interesse pubblico di un’opera – e la sua qualità – non si può valutare solo sulla base di facili slogan come “meno cemento”, ma deve essere considerato nel contesto generale delle sue ricadute positive e negative per la città: in termini economici, ma anche e soprattutto sulla base degli impatti e dei benefici su ambiente, patrimonio collettivo e qualità della vita dei cittadini. Aspetti che, nel paragone con il vecchio progetto, a una analisi più approfondita rendono, a nostro avviso, ancora più discutibile il pubblico interesse conferito alla nuova versione dell’opera e delle infrarstrutture collegate.
Il 15 giugno il MIBACT si esprime per l’archiviazione del vincolo all’Ippodromo. Tra metà giugno e i primi di agosto vengono inviati a più riprese dalla Regione agli enti coinvolti nuovi elaborati di un progetto denominato “Progetto allegato alle Osservazioni del proponente”, su cui ai primi di agosto si esprimono tutti i soggetti unici che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi decisoria. I tasti dolenti sono sempre gli stessi, a partire dalla mobilità e dagli accessi allo stadio (e la cancellazione del Ponte di Traiano previsto dal progetto Marino/Caudo per l’accesso dall’autostrada Roma Fiumicino). Il 15 settembre la Regione Lazio indice una nuova Conferenza dei servizi decisoria, la prima riunione è fissata il 29 settembre, il termine per la consegna dei nuovi elaborati che dovrebbero rispondere alle richieste degli enti (che Eurnova continua a consegnare) è il 16 ottobre. Gli enti partecipanti alla CdS dovranno depositare i pareri finali entro il 22 novembre. Ma alla riunione della CdS del 24 novembre si accerta che i 4 pareri consegnati dai rappresentanti unici di Stato, Regione, Città metropolitana e Comune di Roma, sono sì favorevoli, ma ancora pieni di “prescrizioni e raccomandazioni”, il cui adeguamento da parte del proponente rischia di slittare addirittura a dopo la conclusione – scontatamente positiva – della Conferenza, insieme a quelle certezze minime – chi pagherà alcune opere pubbliche ribadite come indispensabili, chi garantirà la contestualità delle opere pubbliche e private, chi vigilerà sull’effettivo rispetto degli impegni – che i cittadini si aspettavano di avere prima del punto di non ritorno della decisione finale.
Il 5 dicembre 2017 viene quindi approvato dalla Conferenza dei servizi il progetto definitivo (quello “adeguato” alle nuove richieste della Giunta pentastellata) con tutte le prescrizioni, tra le quali alcune emerse nei giorni immediatamente precedenti e non ancora sottoposte a verifica tecnica ed economica. Prescrizioni la cui implementazione e valutazione sono rimandate alla fase della stesura del progetto esecutivo, con gli eventuali (e probabili) costi aggiuntivi che – si è detto – dovranno essere a carico del proponente. Non viene più inserito il Ponte di Traiano, secondo accesso/uscita dall’area circondata per 3/4 dal Tevere, che è stato il “convitato di pietra” di tutta la CdS, perchè, anche se non faceva parte della Conferenza (tagliato dall’accordo tra Roma Capitale e Eurnova per tagliare le cubature che sarebbero servite a finanziarlo), è rimasto in sospeso, dopo alcune ipotesi della sua realizzazione con un finanziamento pubblico lanciate dai Ministri Lotti e Delrio ma mai formalizzate dal Governo.
Il 22 dicembre la Regione Lazio con una determina chiude la Conferenza dei servizi, trasmettendola alle amministrazioni partecipanti per la verifica della corretta rappresentazione delle prescrizioni impartite negli elaborati progettuali adeguati caricati dal proponente su una piattaforma web. Dopo tale verifica, il progetto adeguato viene trasmesso a Roma Capitale per la fase pubblicistica della Variante urbanistica
Il 12 aprile il Comune pubblica sull’Albo pretorio gli elaborati del progetto invitando i soggetti interessati ad inviare le osservazioni ai fini dell’approvazione della Variante urbanistica, senza offrire alcun elemento – delibera, verbale, specchietto – su cui basarsi. Gli elaborati publicati sono quelli consegnati dal proponente il 22 dicembre, e non si hanno notizie del recepimento delle tante prescrizioni e raccomandazioni comminate dagli uffici ancora in sede di seduta conclusiva della conferenza decisoria, come l’uso delle piste ciclabili lungo il Tevere come accesso /uscita di emergenza per veicoli di soccorso e anche privati, e l’allargamento di un’ulteriore corsia della unificanda Via Ostiense/Via del Mare, ipotizzati da Roma Città Metropolitana nell’ultima riunione della CdS.
Due giorni dopo il termine dell’invio delle osservazioni, si diffonde la notizia dell’arresto di nove persone: il costruttore Luca Parnasi, proprietario della società Eurnova e cinque suoi collaboratori, in carcere, mentre ai domiciliari finiscono Luca Lanzalone, presidente Acea già consulente nella trattativa con Parnasi per il progetto Stadio, l’ex assessore all’Urbanistica della Regione Lazio Michele Civita (Partito Democratico), oggi consigliere regionale, il vicepresidente del Consiglio Regionale, già consigliere regionale nella precedente consiliatura Adriano Palozzi (Forza Italia). L’ipotesi della Procura è associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nell’ambito del progetto per l’impianto a Tor di Valle: gli indagati avrebbero ricevuto, in cambio dei favori agli imprenditori, una serie di utilità, tra le quali anche l’assunzione di amici e parenti. Ci sarebbero inoltre altri 27 indagati, tra i quali il capogruppo M5S capitolino Paolo Ferrara, che aveva partecipato alla trattativa con Eurnova della primavera 2017 e Davide Bordoni, capogruppo capitolino e coordinatore romano di Forza Italia, insieme a Francesco Prosperetti, Soprintendente durante l’iter del vincolo sull’Ippodromo poi archiviato . La società AS Roma risulta estranea ai fatti. La Sindaca Raggi dichiara “Chi ha sbagliato pagherà, noi siamo dalla parte della legalità. Aspettiamo di leggere le carte. Al momento non esprimiamo alcun giudizio. Se è tutto regolare, spero che progetto stadio possa andare avanti“. Secondo le accuse degli inquirenti, il costruttore Parnasi avrebbe promesso all’avvocato Lanzalone consulenze da 100.000 euro, a Michele Civita l’assunzione del figlio, a Adriano Palozzi 25000 euro, a Paolo Ferrara il restiling del lungomare di Ostia. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo in conferenza stampa parla di “corruzione sistemica”. In seguito emergerà che i contatti dell’imprenditore raggiungono il governo e che finanziamenti sono stati versati a vari partiti e fondazioni, anche per la campagna elettorale del Sindaco di Milano Beppe Sala: gli inquirenti dovranno accertare se si tratti di elargizioni regolarmente registrate, come sostengono molti degli interessati. Il progetto dello Stadio è possibile che si fermi per sempre : l’assessore Luca Montuori, a caldo, dichiara : “Dobbiamo assumere troppe informazioni per poter dire, dobbiamo assumere i dati necessari. Sul proseguimento del progetto stiamo cercando di capire come e se si va avanti. È troppo presto per tutto”. Il 16 giugno si apprende che “nelle prossime settimane l’Amministrazione capitolina avvierà due diligence sul progetto dello Stadio dell’AS Roma e che …i tecnici passeranno al setaccio i documenti del dossier sull’impianto di Tor di Valle per fugare dubbi su possibili irregolarità amministrative”(Il fatto quotidiano); intanto i giornali pubblicano man mano frammenti di intercettazioni che coinvolgono politici, figure istituzionali e amministrative che hanno avuto qualche ruolo nei vari passaggi del progetto. Molti nomi coperti da “omissis” nell’ordinanza del GIP potrebbero divenire noti e svelare una ragnatela ancora più estesa tessuata dall’imprenditore che si vantava “Pago tutti. Ve lo dico. Non vi scandalizzate, no?”
Il 19 giugno i giornali riportano la notizia che per evitare l’intervento di una figura imposta dall’alto dal Tribunale di Roma, Parnasi ha intenzione di dimettersi dalle sue cariche societarie, così che il consiglio di amministrazione di Eurnova possa nominare nuovi vertici aziendali, scongiurando il rischio di provvedimenti di sequestro preventivo ai danni della società e continuare le trattative per la costruzione dello stadio.
(ultimo aggiornamento 20 giguno 2018)
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(> Vai a Stadio della Roma – le osservazioni di Carteinregola sulla Variante – le osservazioni degli altri (10 giugno 2018)
vedi anche:
Chi è Luca Parnasi, il Sole24ore 15 giugno 2018