Stadio della Roma: un preoccupante rovesciamento di ruoli
Autore : Redazione
di Anna Maria Bianchi Missaglia e Maria Cristina Lattanzi
Alla vigilia dell’apertura della nuova Conferenza dei Servizi decisoria in Regione, continuiamo a porre interrogativi finora rimasti senza risposta. Compresi quelli relativi al preoccupante rovesciamento di ruoli tra Comune e proponente privato…
(28 settembre 2017) Comincia venerdì 29 settembre la nuova Conferenza dei Servizi decisoria per il progetto dello Stadio a Tor di Valle, all’interno dello stesso procedimento aperto per il progetto Marino/Caudo – bocciato la scorsa primavera – ma su un progetto nuovo e diverso, che però, ostinatamente, viene chiamato “adeguamento” del precedente. Come se le modifiche riguardassero solo le criticità del vecchio progetto segnalate dagli uffici, e non una precisa e diversa scelta politica della nuova maggioranza pentastellata, che ha cambiato le carte in tavola, togliendo cubature private ma anche infrastrutture pubbliche.
E mentre siamo ancora in attesa delle risposte dagli uffici regionali alla richiesta di maggiore trasparenza sulle procedure utilizzate, che abbiamo avanzato insieme ad altre associazioni il 15 settembre (1), le domande su tanti aspetti controversi sono ancora molte (2). A parte le domande su come e quando sarà data la possibilità ai cittadini di partecipare o quantomeno di avanzare le proprie osservazioni, come prevede la legge. E quella, cruciale, sul Ponte di Traiano, che sembra indispensabile, ma che non si sa chi lo pagherà. E anche su come si potrà garantire, a questo punto, che le infrastutture pubbliche vengano realizzate contestualmente a quelle private.
Ma ci sono anche interrogativi più generali, che finora sono rimasti dietro la cortina fumogena degli slogan sul “meno cemento” e più “ecologia”.
In particolare sarebbe importante sapere se il fatto che il rapporto proponente (privato)/decisore (pubblico) sia un po’ cambiato possa avere conseguenze su eventuali rivendicazioni economiche di Eurnova, nel caso che le cose si mettessero male.
Perchè i famosi commi della Legge 147/2013 (3) prevedevano dei ruoli precisi: un privato che poteva avanzare una proposta al Comune -“il soggetto che intende realizzare l’intervento presenta al comune interessato uno studio di fattibilità’” – un Comune che ne valutava il pubblico interesse, accogliendo la proposta o bocciandola, oppure subordinandone l’approvazione a delle modifiche (4). E se fosse rimasta inalterata l’ipotesi del progetto Marino, dopo la bocciatura si sarebbero potuti impartire al proponente i necessari cambiamenti (sempre che le criticità fossero “superabili”) per adeguare il progetto ai pareri espressi in Conferenza dei servizi, senza che il proponente potesse avere niente da eccepire.
Invece la scelta della Sindaca Raggi e della sua Giunta di non revocare la delibera Marino/Caudo (nè di aspettare l’esito della Conferenza dei Servizi per archiviarla e valutare una eventuale nuova proposta del privato), ma di cambiarla “in corsa” chiedendo al proponente di modificare il progetto non già per necessità “tecniche” emerse nella Conferenza, ma per sopravvenute esigenze “politiche”, ha rovesciato i ruoli creando le premesse, a nostro avviso, per una situazione dai profili incerti.
Infatti, a partire dall’annuncio del nuovo accordo siglato il 24 febbraio 2017 in Campidoglio tra La Sindaca e i rappresentanti di Eurnova e AS Roma, lanciato con lo slogan #UnoStadioFattoBene (5), ai vari passi fatti in seguito dalla maggioranza capitolina – Memorie, Delibere di Giunta, fino alla Delibera approvata dall’Assemblea il 14 giugno scorso (6) – i ruoli si sono capovolti. E’ diventato il Campidoglio il “proponente”, che chiede man mano al privato di fornire ulteriori elaborati progettuali, non già per dare seguito al quadro di accordi e prescrizioni stabilito dalla delibera 137/2014 che attribuisce il pubblico interesse (lasciando però una parte di “rischio di impresa” al proponente) , ma per “adeguarsi” a un nuovo quadro, dove le regole sono state cambiate arbitrariamente a partita iniziata (e non ancora conclusa).
E sul piano concreto, potrebbe essere una differenza non da poco. Perchè se l’iter della Delibera 137/2014 avesse fatto il suo corso, e alla fine fosse finita su un binario morto perchè bocciata irrimediabilmente (o per qualunque altro motivo), il proponente non avrebbe potuto che prenderne atto (la conferenza dei servizi decisoria serve anche a stabilire se un progetto è fattibile, e il rischio che emergano ostacoli insormontabili non si può escludere a priori). Ma adesso, con un progetto che è stato completamente modificato seguendo passo passo le richieste che l’amministrazione ha avanzato (7), ci si potrebbe chiedere se, nel caso che, alla fine, anche la nuova versione del progetto si rivelasse non praticabile, l’accondiscendente proponente potrebbe avere dei crediti – o dei risarcimenti – da vantare con l’Amministrazione (8).
Perchè per quanto ci sia una evidente volontà politica che accomuna tutti i livelli istuzionali – Comune, Regione, Governo – nel portare a dama l’operazione Stadio Tor di Valle, l’ultima parola sul progetto, almeno formalmente, dovrebbero averla i tecnici. Che dovrebbero decidere non in base a volontà politiche o opportunismi, ma solo sulla base delle ricadute concrete dell’intervento che sono chiamati a valutare.
E quindi gli impegni che si è presa la Sindaca con Eurnova, che sono diventati atti formali e esplicite richieste del Comune, che hanno prodotto ulteriori costi per il privato, rischiano di essere una pericolosa “spada di Damocle” sulla città.
Che evoca contropartite di risarcimenti consistenti o, conoscendo la storia di Roma, di consistenti cubature. Anche se lo Stadio non si facesse.
Noi speriamo che prima o poi qualcuno ci risponda che si tratta di un’ipotesi fantascientifica…
Anna Maria Bianchi Missaglia Maria Cristina Lattanzi
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Rendering dal sito Stadiodellaroma.com
(1) vedi Stadio della Roma: la Regione convoca una nuova conferenza dei servizi, le associazioni chiedono trasparenza sulle procedure (15 settembre 2017)
(2) Il 28 settembre avevamo ancora una volta sollecitato più trasparenza (scarica la lettera richiesta pubblicazione elaborati stadio (27 9 2017)(2), in questo caso per il fatto che sono scomparsi – o comunque non più accessibili – dal sito regionale dedicato allo Stadio, gli elaborati del vecchio progetto e delle varie integrazioni presentate da maggio a settembre dal proponente. Infati nella home page c’era solo il progetto che sarà esaminato dalla Conferenza (almeno con una relazione generale che fa da indice(*) , per cui sarebbe risultato impossibile fare un confronto tra gli elaborati progettuali relativi alle diverse fasi del procedimento, così come è impossibile ricostruire quali siano stati i successivi aggiornamenti. Ed è evidente che tale scelta avrebbe depresso notevolmente il diritto del cittadino di poter verificare direttamente le modifiche introdotte, e in quale fase procedurale, da parte dal proponente. Dopo la lettera inviata il 27, alle 11 del 28 settembre sono stati reinseriti gli elaborati
(*) Scarica relaz generale stadio sette 2017 170905 DEF_G_GEN_00_GE_0000_1000_G00,00_LEL_02
La prima pagina delle 173 della Relazione Generale con l’indice degli elaborati a settembre 2017
(3) scarica i commi della legge 147/2013 LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147 art. 1 commi 303 304 305
(4) “Il comune, previa conferenza di servizi preliminare convocata su istanza dell’interessato in ordine allo studio di fattibilita’, ove ne valuti positivamente la rispondenza, dichiara, entro il termine di novanta giorni dalla presentazione dello studio medesimo, il pubblico interesse della proposta”
(5) 24 febbraio 2017 dopo l’incontro in Campidoglio tra La Sindaca e i rappresentanti di Eurnova e AS Roma, l’annuncio che lo Stadio a Tor di Valle si farà. Sul suo profilo Facebook Virginia Raggi titola #UnoStadioFattoBene (1), spiegando che le tre torri sono state eliminate e che la parte relativa al Business Park è addirittura il 60% in meno, oltre alle misure “green” già anticipate da Beppe Grillo (> leggi l’articolo)
(6) Deliberazione di Giunta Capitolina n. 48 del 30 marzo 2017
Memoria della Giunta Capitolina n.27 del 12 maggio 2017
Delibera dell’Assemblea Capitolina Deliberazione Assemblea Capitolina n. 32-2017 (stadio della Roma)
(7) In altre parole, si è ribaltato il percorso previsto, in cui il privato avrebbe dovuto presentare uno studio di fattibilità per il nuovo progetto (il cosiddetto “progetto adeguato”) e il Comune lo avrebbe dovuto preventivamente valutare per decidere se conferirgli il pubblico interesse: adesso è come se fosse stato il Comune a fare aprioristicamente una valutazione di fattibilità del nuovo progetto, e il proponente si sia dovuto adeguare.
(8) Come Coordinamento Comitati NO PUP/Sosta sostenibile abbiamo già trovato dei casi – tra gli interventi del Piano Urbano Parcheggi – di “crediti” vantati (non sappiamo poi in quanti casi ottenuti) dai privati pur in assenza di atti formali (ad esempio convenzioni stipulate), per il solo fatto che l’amministrazione aveva chiesto modifiche ai progetti presentati, non dovute a prescrizioni per problematiche tecniche, rischiando così di trasformare una proposta “unilaterale” del privato (che poteva essere alla fine respinta) in un accordo tra due parti.