Stadio e Forte: l’interesse pubblico, il leone e la formica
Autore : Redazione
Mentre l’Amministrazione M5S procede a tappe forzate all’approvazione della delibera che dichiara il pubblico interesse del “nuovo- come-se-fosse-quello-vecchio” progetto dello Stadio della Roma, un’operazione privata, la stessa Amministrazione ferma – con il rischio di mandarla su un binario morto – un’operazione di altissimo interesse pubblico, portata avanti con un processo molto partecipato dai cittadini. Ma soprattutto l’ interesse pubblico dello Stadio resta tutto da dimostrare: a forza di voler portare avanti l’operazione a tutti i costi, è stato smarrito il senso di quello che si sta facendo…
Vogliamo parlare della vicenda del Forte Trionfale nel XIV Municipio di cui, invitando a leggere l’approfondita scheda predisposta dal Comitato per il Parco di Casal del Marmo , proviamo a riassumere i punti salienti.
Il Forte Trionfale appartiene al Ministero della Difesa, che nell’agosto 2014 firma un protocollo con l’Agenzia del Demanio e con Roma Capitale (Sindaco Ignazio Marino) per cedere l’intero compendio al Comune, che si impegna a cedere alla Agenzia del Demanio, per la copertura del costo del trasferimento della sede militare di circa 8 Milioni di €, circa 8200 mq di SUL (Superficie Utile Lorda) . In pratica si dovrebbero costruite 4 palazzine di 2 -3 piani (1450 mq di superficie libera), e alcuni manufatti esistenti sarebbero oggetto di demolizione e ricostruzione (circa 2000 mq di superficie già edificata) da destinare a residenziale e servizi. Il tutto avverrebbe sui bordi del Forte. In cambio si otterrebbe l’intera area del Forte, in cui dovrebbero sorgere un parco pubblico, un auditorium di 480 posti, dei locali per artigiani e start up per giovani e, non ultimo, la nuova sede del Municipio, con il trasferimento in una palazzina al centro del Forte (detta “Missana”) degli uffici municipali, che costano un’enormità di affitto. Secondo il comitato, 600.000 euro l’anno corrisposti alla ASL per gli uffici di Santa Maria della Pietà, cui si aggiungono 230.000 euro l’anno per gli uffici di Via Battistini.
Viene avviato un processo partecipativo che, al di là del progetto del Forte, diventa un punto di incontro di molti cittadini e comitati, che nell’impegno condiviso scoprono anche una nuova dimensione civica e comunitaria.
Ma con il cambio di amministrazione comunale e municipale tutto si ferma. A quanto pare, la nuova Giunta è contraria alla costruzione delle palazzine – “consumo di suolo” per 1450 mq – e al trasferimento degli uffici municipali, e preferirebbe l’ipotesi di cedere ai privati proprio la palazzina “Missana” al centro del Forte. Se così fosse, la palazzina pubblica sarebbe ceduta a privati, e soprattutto lo spazio pubblico nel Forte sarebbe riorganizzato dovendo tenere conto del transito delle auto private dirette alla palazzina.
Ma quello che preoccupa soprattutto i cittadini, che tanto si sono dati da fare per acquisire il Forte al patrimonio comunale, è il superamento della scadenza stabilita nel protocollo del Demanio, il 28 maggio 2017. Nonostante gli angosciati solleciti infatti, nessun atto ufficiale di aggiornamento del protocollo è stato fatto da Roma Capitale, se non una Memoria di Giunta (che è un atto di indirizzo, non ha il valore di una delibera) che rimanda a un nuovo futuro accordo con il Demanio, con tempi biblici (la data ultima di approvazione finale del Piano di Recupero Urbano del Forte Trionfale è indicata nel 28 maggio 2018 salvo la modifica dello strumento di riqualificazione Urbanistica).
Il Protocollo è quindi scaduto, con il conseguente rischio di perdere l’occasione di acquisire il Forte, che il Demanio potrebbe destinare ad altri scopi (compresi ben più pesanti valorizzazioni immobiliari) e anche con il rischio di perdere un finanziamento di 3 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità 2017 (n 232 del 11.12.2016) per le periferie, finanziamento il cui iter è in fase di approvazione, ma subordinato alla conclusione dell’accordo tra Roma Capitale e il Demanio.
Mettiamo ora sul tavolo la vicenda Forte Trionfale sovraesposta, in cui è in ballo il puro interesse pubblico, accanto alla vicenda del progetto privato Stadio della Roma e ai tempi parossistici e contingentati dell’approvazione della relativa delibera: il 22 maggio il proponente Eurnova presenta il nuovo progetto preliminare – il 6 giugno la Giunta Raggi approva la Proposta di delibera 38 che conferisce il pubblico interesse al nuovo progetto – l’8 e 9 giugno la Delibera va all’esame e al contestuale parere di 5 commissioni capitoline – il 9 giugno il progetto viene pubblicato sul sito – il 9 e l’11 giugno (domenica) la delibera va all’esame e al contestuale parere del Muncipio – il 12 giugno arriva all’Assemblea capitolina.
Per quanto ci si sforzi, resta assai arduo da capire questo “doppio standard” che sta adottando la maggioranza M5S rispetto all’interesse pubblico .
E l’ interesse pubblico dello Stadio resta tutto da dimostrare. Non solo per i probabili sconti al privato che, al di là della propaganda sul taglio delle cubature, a un’analisi approfondita dei dati e dei numeri questa delibera sta cominciando a rivelare.
Ma perchè, a forza di voler portare avanti l’operazione a tutti i costi, è stato smarrito il senso di quello che si sta facendo.
Quando Eurnova è andata da Marino e Caudo portando il progetto dello Stadio, la precedente Amministrazione ha ritenuto che potesse avere profili di pubblico interesse solo se inserit0 in una operazione che corrispondeva a un piano, a una visione. Discutibile quanto si vuole – infatti noi abbiamo sempre criticato piano e visione – ma con un’idea articolata e precisa su cui poggiava il conferimento di interesse pubblico.
Tagliare un po’ di cubature e tagliare un po’ di infrastrutture – comprese alcune a nostro avviso irrinunciabili per la sostenibilità del territorio e degli utenti – previste dall’amministrazione Marino, non conferisce alcun interesse pubblico, in sè, all’operazione.
Potrebbe rientrare in una strategia del “limitare i danni” se il proponente privato avesse in mano tutti gli elementi che gli permettono di portare avanti fino in fondo il progetto della Delibera del 2014 e l’Amministrazione rischiasse disastrosi risarcimenti nel tirarsi indietro.
Ma non è necessario leggere il parere dell’Avvocatura Comunale sul tema risarcimenti – secretato – per sapere che, dopo la bocciatura della Conferenza dei Servizi decisoria, il Comune avrebbe potuto benissimo dire a Eurnova “arrivederci e grazie”, riservandosi di esaminare l’interesse pubblico di un nuovo e futuro progetto con tutto il tempo necessario.
Invece la Sindaca, la sua Giunta e la maggioranza M5S, che hanno conquistato la fiducia della maggioranza degli elettori promettendo discontinuità con il passato, trasparenza, partecipazione dei cittadini, pur di portare a casa l’interesse pubblico di un’operazione privata ripone in cantina la discontinuità , la trasparenza (nessuna notizia della pubblicazione della Delibera, evidentemente i cittadini non hanno il diritto di conoscere su cosa sta decidendo l’Assemblea) e soprattutto la partecipazione dei cittadini.
Come in “Regina reginella”, quanti passi da formica si devono fare per consegnare il Forte Trionfale ai cittadini e quanti balzi da leone si stanno facendo per costruire lo Stadio della Roma ?
Anna Maria Bianchi Missaglia
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