Torri dell’EUR, allerta dopo il cambio dei vertici Telecom
Autore : Redazione
Le Torri di Ligini (foto ambm)
Sembrava una vicenda a lieto fine, quella delle Torri di Ligini, gli storici uffici del Ministero delle Finanze, venduti a privati e smantellati per trasformarli in appartamenti e poi abbandonati per anni, diventando una “Beirut nel cuore dell’EUR”. L’allora Assessore Caudo aveva trovato in Telecom la società in grado di restituirli alla città, riportandoli alla loro destinazione di uffici. Adesso che l’amministratore delegato Marco Patuano, che aveva voluto il progetto, ha ufficializzato le dimissioni, l’ex assessore teme uno stop dell’operazione.
Giovanni Caudo davanti alle Torri in occasione di Spiazziamoli! 6 marzo 2015
Con Veltroni le Torri dovevano essere trasformate da uffici a residenze di lusso e l’edificio dell’architetto Ligini, lo stesso del Velodromo, doveva essere demolito. Con Alemanno inizió la demolizione e fu dato il permesso per trasformarle in case. Un anno fa, nel corso della nostra iniziativa “Piediperterra all’EUR” organizzato da Carteinregola per Spiazziamoli! 50 piazze contro le mafie” l’ allora Assessore alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo aveva annunciato che si stava lavorando per trovare un soggetto interessato a restaurare e restituire alla loro destinazione originale direzionale le importanti architetture di Ligini (1). A maggio la comunicazione ufficiale: le Torri ospiteranno gli uffici della nuova sede centrale di Telecom. A settembre la proclamazione del vincitore della gara bandita per soli studi di progettazione italiani e con precisi vincoli – il responsabile del progetto doveva essere under 40 e il progetto doveva essere attento ai fattori bio – lo studio Uno-A di Milano. A dicembre l’inizio dei lavori.
Qualche ombra sull’operazione era stata sollevata qualche settimana fa dal Messaggero (e poi ripreso da Repubblica e Corriere)(2), che l’aveva definita “Un mega business per la società Alfiere spa che ha pagato oneri di concessione al Campidoglio come riqualificazione urbana, riuscendo così a risparmiare milioni di euro“, in quanto sarebbero stati pagati al Comune gli oneri previsti “per la riqualificazione urbanistica e non per l’edilizia residenziale e commerciale“e per questo, sempre secondo il quotidiano romano, sarebbero in corso indagini sull’ex assessore Caudo per presunte “mazzette”. Noi nulla sappiamo delle indagini, e valuteremo quanto dovesse emergere dalle carte (e non dalle indiscrezioni); ma sul punto in questione ci sembra evidente quanto puntualizzato da Caudo: per le Torri si è trattato di autentica riqualificazione, in quanto i palazzi sventrati torneranno uffici, come sono sempre stati: nessun cambio di destinazione da uffici a residenziale, nessuna valorizzazione speculativa come nel progetto precedente e quindi nessun onere straordinario.
E in questa città, in cui vanno troppo spesso a buon fine operazioni di dubbia utilità pubblica, gli ostacoli per le iniziative che seguono le regole sono sempre dietro l’angolo. Così, dopo la notizia del cambio di management del Gruppo Telecom, qualche apprensione per la restituzione dei palazzi di Ligini alla città, sorge spontanea.
Oggi l’Assessore Caudo lancia un allerta” dalle pagine del Corriere della Sera (3):” Il piano di Tim di trasferirsi all’Eur è una scelta che come assessore ho condiviso nell’interesse della città perché sventava una speculazione residenziale e perché è in grado di invertire il degrado del quartiere e di farlo ritornare il più importante polo direzionale di Roma dopo il centro storico».«Risanare la ferita dell’edificio scorticato, la Beirut di Roma, contribuirà a migliorare la qualità del paesaggio urbano in cui era sprofondato anche il nuovo centro congressi, la cosiddetta nuvola con l’adiacente albergo». Secondo l’ex assessore, però, Marco Patuano «dovette difendere la scelta da chi ha visto sfuggirsi l’affare individuale, ma soprattutto sentì di perdere la consuetudine a essere intermediario di ogni cosa che di importante accade in città. Oggi che il vertice di Telecom sta per cambiare, quelle tensioni potrebbero ritornare a danno della città e a vantaggio di meri interessi di potere di qualche cordata. Difendere quella scelta portarla a compimento è il compito di un governo locale che lavora al servizio della città. C’è qualcuno anche tra i candidati sindaco che è interessato a questi argomenti?» (3). Di sicuro noi cittadini lavoreremo per accertarcene (e perchè non si facciano passi indietro). AMBM
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modellino torrdi Ligini alla mostra sull’EUR
(1) Caudo, intervento a Piediperterra all’Eur, 7 marzo 2015 il video
(2)Tangenti a Roma, indagati Caudo e Fatello: mazzette in …
www.ilmessaggero.it/…/mazzette_comune_costruire_torri_eur_indagato_…
21 feb 2016 – Sarà il nuovo quartier generale di Telecom Italia e ospiterà centinaia di altri uffici. È la nuova vita delle Torri dell’Eur, progettate negli anni …
Roma, tangenti, licenze edilizie e nuovi indagati. Consulenze
roma.repubblica.it/…/campidoglio_tangenti_e_nuovi_indagati_consulenze_…
22 feb 2016 – Il palazzo dove abita l’ignegnere Antonello Fatello al centro … dipartimento Antonello Fatello e Giovanni Caudo, ex assessore all’Urbanistica di Marino. … finite anche le Torri dell’Eur, sulla cui riqualificazione la società Alfiere, …
Palazzo Raggi, indagati anche Funari e De Palo. Verifiche …
roma.corriere.it/…/palazzo-raggi-indagati-anche-funari-de-palo-verifiche-p…
24 feb 2016 – I pm a caccia di riscontri anche sul progetto delle Torri all’Eur … proprietaria al 50% della Alfiere Srl e del nuovo polo Telecom alle Torri dell’Eur … Giovanni Caudo – di un polo direzionale Telecom all’Eur fino alla realizzazione di … Bedoni, collaboratrice di Antonello Fatello, ex direttore del IX dipartimento.
(3) Corriere della sera 22 marzo 2016 Le Torri dell’Eur e il progetto Tim: l’ex assessore Caudo teme lo stopL’architetto ex esponente della giunta Marino lancia l’allarme: con il cambio di management a rischio il piano di riqualificazione. Ma l’azienda rassicura: «Cantiere già attivo e lavori avanti come da programma» di Paolo Foschi
Che cosa succederà alle Torri dell’Eur, destinate a ospitare la nuova sede di Tim, adesso che l’amministratore delegato Marco Patuano, che aveva voluto il progetto, ha ufficializzato le dimissioni? È l’interrogativo posto da Giovanni Caudo, ex assessore all’Urbanistica nella giunta Marino, che teme uno stop dell’operazione.
I due edifici che ospitavano la sede del ministero della Finanze, da tempo in disuso e in stato di pericoloso abbandono, al termine di una complessa trattativa sono ora al centro di un progetto di riqualificazione urbanistica da 120 milioni di euro per trasformare i due scheletri nella nuova sede di Tim, la consegna è prevista nei primi mesi del 2017. «Il progetto è approvato, il cantiere è attivo e i lavori vanno avanti secondo i programmi» spiegano fonti aziendali. Insomma, sembrerebbe che non ci siano problemi, eppure l’ex assessore Caudo teme che qualche «speculatore» possa tentare di approfittare del cambio al vertice per bloccare l’operazione.
«Il piano di Tim di trasferirsi all’Eur è una scelta che come assessore ho condiviso nell’interesse della città perché sventava una speculazione residenziale e perché è in grado di invertire il degrado del quartiere e di farlo ritornare il più importante polo direzionale di Roma dopo il centro storico» spiega Giovanni Caudo, «risanare la ferita dell’edificio scorticato, la Beirut di Roma, contribuirà a migliorare la qualità del paesaggio urbano in cui era sprofondato anche il nuovo centro congressi, la cosiddetta nuvola con l’adiacente albergo». Secondo l’ex assessore, però, Marco Patuano «dovette difendere la scelta da chi ha visto sfuggirsi l’affare individuale, ma soprattutto sentì di perdere la consuetudine a essere intermediario di ogni cosa che di importante accade in città. Oggi che il vertice di Telecom sta per cambiare quelle tensioni potrebbero ritornare a danno della città e a vantaggio di meri interessi di potere di qualche cordata. Difendere quella scelta portarla a compimento è il compito di un governo locale che lavora al servizio della città. C’è qualcuno anche tra i candidati sindaco che è interessato a questi argomenti?».
Preoccupazioni fondate? La parola spetterà al nuovo amministratore delegato. «E’ improbabile che il nuovo management possa tentare di bloccare il treno in corsa, con i budget già stanziati e i contratti già firmati. Sarebbe anti-economico e difficile da giustificare» commenta uno degli operatori finanziari che hanno lavorato alla definizione dell’operazione.