Tutti i rischi del CETA: Regione Lazio e Comune di Roma sono contro
Autore : Redazione
Saltato il voto sul CETA ieri in Parlamento e, dopo la Giunta Zingaretti (che aveva votato una memoria contraria il 5 luglio scorso*), anche la Commissione Turismo e Affari internazionali del Comune di Roma (Presidente Carola Penna, M5S) ieri ha approvato all’unanimità, ma con l’astensione del Pd, la mozione Stop CETA, che dovrebbe approdare a breve in Assemblea Capitolina.
Roma 26 luglio. Ieri è saltato il voto sulla ratifica del CETA in Senato, ma rimane in agenda, con il rischio che venga approvata all’ultima seduta d’Aula, prevista per il 3 Agosto. Il CETA Comprehensive Economic and Trade Agreement, letteralmente “Accordo economico e commerciale globale”) è un trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea. Secondo i promotori della Campagna Stop TTIP/ STOP CETA Italia (di cui fanno parte Cgil, Acli Terra, Legambiente, Slow Food, Green Peace, Fair Watch, Movimento Consumatori, Coldiretti e tanti altri) le ragioni per respingere il CETA sono molte (vedi dossier sottostante). Le principali:
- 1) include l’Investment Court System (Ics), un sistema di risoluzione delle controversie sugli investimenti che permette alle imprese di citare in giudizio gli Stati e l’Ue dinnanzi a un tribunale speciale extra-territoriale, sottraendo la giurisdizionealle istituzioni e alla sovranità democratica del Paese.
- 2) il Canada non ha ratificato diverse convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, tra cui alcune delle Convenzioni fondamentali, il trattato favorirebbe quindi la concorrenza a scapito dei diritti dei lavoratori.
- 3) I rischi per la salute aumenterebbero a causa “dell’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fito-sanitari, e che consentirà ai prodotti canadesi di non sottostare ai controlli nei Paesi in cui vengono venduti; e in Canada è impiegato un numero rilevante di sostanze attive vietate nella Ue
- 4) Il trattato colpisce il nostro Made in Italy agro-alimentare: all’Italia sono riconosciute appena 41 indicazioni geografiche, a fronte di 288 Dop e Igp registrate, con conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 247, oltre al sostanziale occultamento delle informazioni sull’origine dei prodotti
I promotori della campagna cheidono a Comuni, Province e Regioni di approvare Mozioni Stop CETA, e ai cittadini di scrivere al nostro Governo** con l’obiettivo di cancellare la ratifica.
Dopo la memoria contraria della Giunta Zingaretti della Regione Lazio del 5 luglio, il 25 luglio la commissione Turismo e Affari internazionali del Comune di Roma (Presidente Carola Penna, M5S) ha approvato all’unanimità, ma con l’astensione del Pd, la mozione Stop CETA, che dovrebbe approdare a breve in Assemblea Capitolina. (AMBM)
https://stopttipitalia.files.wordpress.com/2017/07/debunking-_ceta_luglio2017.pdf
scarica IL DOSSIER CON VERO/FALSO SUL CETA a cura di Monica Di Sisto -Elena Mazzoni – Francesco paniè- Alberto Zoratti debunking-_ceta_luglio2017
UNA VOCE FAVOREVOLE: Stefano Feltri su Il fatto quotidiano 5 luglio 2017 Ceta, gli interessi delle lobby e le balle della propaganda http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/05/ceta-gli-interessi-delle-lobby-e-le-balle-della-propaganda/3709823/
UNA SERIE DI ARTICOLI PRO E CONTRO SU HUFFINGTON POST http://www.huffingtonpost.it/news/ceta/
* (dal sito della Regione Lazio) NO DELLA REGIONE LAZIO ALL’ACCORDO CETA: DIFENDIAMO LA QUALITA’ DEI NOSTRI PRODOTTI
05/07/2017 – La Giunta della Regione Lazio ha approvato all’unanimità una memoria contraria al CETA, l’accordo commerciale concluso tra l’Unione Europea e il Canada per creare una zona di libero scambio tra le due aree, invitando il Parlamento a non votare a favore della ratifica e a impedirne l’entrata in vigore in via provvisoria.Il CETA ha tra i suoi obiettivi fondamentali la progressiva liberalizzazione degli scambi; un’attività di riduzione o soppressione reciproca dei dazi doganali sulle merci originarie dell’altra Parte; l’astensione dall’adozione o dal mantenimento in vigore di divieti o restrizioni all’importazione merci dell’altra Parte o all’esportazione di merci destinate al territorio dell’altra Parte.
Dispone, inoltre, la creazione di una corte arbitrale, chiamata ICS (Investment Court System), incaricata di giudicare le eventuali controversie. L’ICS sarà composto da 15 membri, nominati da uno dei comitati creati dal CETA stesso, il Comitato misto, che stabilisce un regime speciale di responsabilità dello Stato e dell’Unione davanti a un tribunale speciale a esclusivo beneficio degli investitori canadesi.
L’accordo rischia di colpire profondamente il modello agricolo locale, i diritti dei lavoratori, il sistema sanitario e le norme a protezione dei consumatori e dell’ambiente. E gli arbitrati potrebbero invadere, se non addirittura schiacciare, il potere legislativo dei parlamenti locali.
L’agroalimentare ‘made in Italy’ e, con esso, le produzioni del Lazio rappresentano una voce importante che contribuisce alla coesione sociale, attraverso lo sviluppo di occasioni e il miglioramento delle condizioni di lavoro.
La Regione Lazio, in collaborazione con Arsial, ha tra i propri compiti la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari; la valorizzazione delle produzioni tipiche, tradizionali e di qualità; lo sviluppo del territorio e del settore agroalimentare; la tutela della biodiversità, catalogando, preservando e divulgando il patrimonio genetico del Lazio.
Nel Lazio, il rischio è che i prodotti agroalimentari tutelati da un marchio DOP oppure IGP potranno essere emulati, riprodotti da chiunque, per essere esportati in Canada e liberamente venduti a prezzi più competitivi con gravissimi danni per chi li produce attenendosi ai rigidi disciplinari imposti dai consorzi di tutela.
**DAL SITOSTOP-TTIP-ITALIA.NET
Caro Governo, abbiamo (quasi) vinto e per questo ti scriviamo…
LUG 25 Pubblicato da Stop Ttip Italia
Salta oggi la ratifica del CETA in Senato, una vittoria di tutte e tutti noi, cittadini preoccupati e responsabili, e della società civile. Ma non abbassiamo la guardia, per evitare che il governo sia tentato da un colpo di mano di inizio Agosto: la ratifica infatti rimane in agenda, anche se siamo riusciti a far saltare il voto previsto per oggi 25 luglio.
Dita sulle tastiere fino all’ultima seduta d’Aula, prevista per il 3 Agosto, poi continuiamo a mobilitarci e a scrivere al nostro Governo, e facciamolo ancora per tutta l’estate: obiettivo è cancellare la ratifica.
Serve aprire un dibattito pubblico sul commercio internazionale e sui rischi di accordi come il CETA e il TTIP, dobbiamo pretendere di riaprirlo in Italia e in Europa! Scriviamo al premier Paolo Gentiloni, al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e a quello delle Politiche agricole Maurizio Martina, invitiamoli ad confrontarsi con le nostre ragioni! Possiamo farlo con un’e-mail, ma anche tramite i social network.
Continuiamo a chiedere ai nostri Comuni, Province e Regioni di approvare Mozioni Stop CETA e facciamole arrivare ai nostri ministri e al premier: proprio ieri la commissione Turismo e Affari internazionali del Comune di Roma ha approvato all’unanimità, con l’astensione del Pd, la mozione Stop CETA e presto anche Roma, dopo il passaggio in Assemblea Capitolina che auspichiamo rapido, potrebbe unirsi alle città che dicono “no” a CETA e TTIP, rilanciando dalla Capitale tutte le nostre obiezioni.
Insomma, non mandiamoli in vacanza.
Ecco alcuni suggerimenti:
Testo dell’e-mail
Onorevole Presidente del Consiglio, gentiloni_p@camera.it gentiloni@governo.it
Onorevole Ministro Calenda, ministro@mise.gov.it, segreteria.ministro@mise.gov.it
Onorevole Ministro Martina, ministro@politicheagricole.it, ministro.segreteria@politicheagricole.it
Più volte Vi ho esposto le mie preoccupazioni circa l’impatto del CETA sulla nostra società e sull’economia. La esorto a rispondere a questo appello e prendere le difese delle centinaia di migliaia di persone che si sono attivate, come me, per ottenere la salvaguardia della nostra salute, dell’agricoltura di qualità, dei diritti del lavoro e dell’ambiente. Il CETA avrà effetti su questi e altri settori della nostra vita. Chiedo che venga rispettato il mio dissenso e che Ve ne facciate portavoce nelle istituzioni nazionali ed europee. Molte stime ottimistiche e tanta disinformazione hanno inquinato il dibattito pubblico: Le Vostre dichiarazioni si sono limitate finora a giudizi superficiali e viziate da interessi particolari, nettamente al di sotto di ciò che merita l’opinione pubblica. Stiamo parlando del futuro del nostro sistema democratico e produttivo, pertanto occorre fare di più. Al seguente link può trovare un’argomentata analisi dei punti critici dell’accordo (http://bit.ly/2u2aMdL), nella speranza che possa sollecitarvi ad aprire quel dibattito nazionale ed europeo che il Paese chiede sulle questioni del commercio internazionale.
Rimango in attesa di una sua cortese risposta e le invio cordiali saluti
Firma (nome e cognome, città)