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Un assessore Cinquestelle favorevole agli inceneritori?

Dal sito di Roma Today l'articolo sul comizio finale della Raggi

Dal sito di Roma Today l’articolo sul comizio finale della Raggi

AGGIORNAMENTO 25 GIUGNO: Zero Waste Lazio ha diramato un comunicato che mettiamo in calce*, in cui si chiede al Sindaco Raggi  di continuare il percorso Rifiuti zero avviato nella precedente consiliatura con la Delibera 129/2014 e si sconsiglia la nomina dell’Assessore all’Ambiente indicato la settimana scorsa, perorando  un altro nome. Come Carteinregola ci uniamo a Zero Waste nel chiedere  che non venga azzerato il lavoro fatto con i cittadini e le associazioni, e che le responsabilità di governo siano affidate a persone con una storia e delle idee coerenti con quanto proposto da M5S agli elettori, tuttavia   non riteniamo di nostra competenza suggerire candidati assessori, scelta di esclusiva competenza  del Sindaco e del suo staff. (AMBM)

Sconcerta l’annuncio di ieri 16 giugno  con cui  Virginia  Raggi  ha designato come potenziale assessore all’ambiente della Capitale l’attuale presidente di ATIA – ISWA ITALIA Paola Muraro.  La  ISWA ITALIA (1) è una organizzazione che riassume il massimo livello imprenditoriale italiano che punta  alla “gestione integrata” della gestione rifiuti, che oltre al riciclo prevede come punto fondamentale l’incenerimento dei rifiuti. Una linea ben diversa da quella sostenuta finora dal Movimento, sia a livello nazionale che   a Roma,  dove  sostiene  il percorso “Roma rifiuti zero” promosso da Zero Waste Lazio, che da   cinque anni lavora alla delibera 129/2014 (2) (con informazioni dall’articolo di Marco Carta  su stati Generali 18 giugno 2016  Altro che Rifiuti Zero: l’esperta della Raggi difende i termovalorizzatori)

da pagina fb https://www.facebook.com/virginia.raggi.m5sroma/videos/589102801272173/

da pagina fb https://www.facebook.com/virginia.raggi.m5sroma/videos/589102801272173/

Apprendiamo da un articolo di Marco Carta  su stati Generali 18 giugno 2016  che la Muraro “ha lavorato in Ama dal 2004 al 2014, contribuendo anche alla vittoria della municipalizzata nella contesa multimilionaria con la Colari di Manlio Cerroni, e per questo Virginia Raggi l’ha presentata come “una che sa dove mettere le mani”.  L’articolo ricorda che “Quello dei rifiuti è uno dei settori considerati strategici dal Movimento 5 Stelle a Roma. “Vogliamo importare il modello San Francisco. Perché per noi “Roma verso rifiuti zero” non è uno slogan, bensì un obiettivo ambizioso e raggiungibile”, si legge nel programma del Movimento 5 Stelle ” ma  avanza il dubbio che  la Muraro non possa essere  “propriamente in linea con questa teoria“. Scrive Carta: ” Nel sito dell’associazione di gestori ambientali di cui è presidente, l’ATIA-ISWA Italia, la Muraro più volte contesta il modello San Francisco e la strategia Rifiuti Zero “progetto che non è stato realizzato in nessuna parte del mondo”, senza demonizzare quei termovalizzatori, che il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo hanno sempre combattuto. Anzi, in una lettera inviata nel luglio 2014 al direttore di Rai 3 Andrea Vianello [anche in calce,], criticando la messa in onda del documentario  TRASHED, la Muraro, da esperta, ne ridimensiona gli effetti sull’ambiente. “Le rilevazioni e studi di ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente italiano) dimostrano che dall’anno 2000 nel nostro Paese le diossine prodotte dai termovalorizzatori sono inferiori allo 0,05% di quelle complessivamente emesse dalle diverse fonti (residenze, traffico, industrie, generazione elettrica…)”.

Speriamo che  Virginia Raggi e il Movimento Cinque Stelle spieghino ai loro elettori romani la scelta della Muraro con maggiori argomenti, soprattutto a quelli che vedevano nella politica sui rifiuti una delle maggiori motivazioni per votarli (e a quelli che vorrebbero un po’ di coerenza).

(AMBM)

Leggi l’articolo di Marco Carta  su stati Generali 18 giugno 2016  Altro che Rifiuti Zero: l’esperta della Raggi difende i termovalorizzatori

*Comunicato stampa di Zero Waste del 24/6/2016

La nuova giunta M5S a Roma ed il percorso Roma verso rifiuti zero

A poche ore dall’insediamento ufficiale del nuovo sindaco di Roma Virginia Raggi è nostro interesse chiarire la nostra posizione in merito al percorso da intraprendere ed alle scelte annunciate in merito alle responsabilità di governo sul tema della gestione rifiuti a Roma.

Salutiamo con grande entusiasmo la vittoria del M5S a Roma, come già scritto pubblicamente, in relazione al lungo percorso di condivisione sul percorso “Roma verso rifiuti zero” fatto in questi anni con molti suoi nuovi consiglieri comunali e municipali, nonostante tale formulazione non sia stata esplicitamente menzionata nel programma elettorale.

Gli obiettivi contenuti nel programma sono di fatto in larga parte gli stessi che noi in questi anni abbiamo sostenuto e condiviso con tutta la città e con tutte le forze politico-istituzionali anche nella precedente consiliatura, sino ad arrivare all’approvazione della Delibera A.C. n. 129/2014 che ne ha coronato un percorso di iniziativa popolare da noi attivato dal 2011.

Rileviamo che sinora nessuna dichiarazione ufficiale è stata fatta, sia nel programma elettorale che negli interventi dei candidati, in merito alla conferma del percorso avviato dalla citata Delibera A.C. n. 129/2014 e non vorremmo che questo fosse un segnale di presa di distanze.

Rileviamo peraltro che nel programma elettorale mancano precisazioni di dettaglio importanti in merito ad alcune scelte impiantistiche, in particolare quella relativa alla dismissione della produzione di Cdr/Css presso gli attuali impianti TMB di AMA di Rocca Cencia e Salaria, tuttora prevista dal pessimo progetto di Eco-distretto proposto da AMA ed in fase di VAS alla Regione a cui noi ci siamo opposti con deposito di osservazioni motivate.

Così come manca nel programma l’affermazione palese del principio relativo alla dismissione sia del ricorso all’incenerimento del Cdr/Css prodotto a Roma, presso qualsiasi impianto dentro o fuori regione, che della proprietà delle quote societarie di proprietà di AMA in uno dei due impianti di Colleferro.

La annunciata nomina ad assessore di Paola Muraro (in quanto attuale presidente di Atia – Iswa Italia http://www.atiaiswa.it/chi-siamo/consiglio-direttivo/) non riteniamo che sia conforme a questo programma sia per i requisiti dei suoi componenti che per la missione svolta dalla sua stessa organizzazione in questi anni rispetto alla convinta difesa della “gestione integrata dei rifiuti”, concetto in cui il recupero di energia attraverso l’incenerimento è un caposaldo indiscutibile specie per il suo vice-presidente Filippo Brandolini (presidente di Hera Ambiente) che gestisce ben nove inceneritori esistenti oltre quelli in previsione di nuova costruzione http://ha.gruppohera.it/impianti/ .

Le recentissime dichiarazioni di Paola Muraro riteniamo siano molto poco efficaci in merito all’escludere alcun nuovo inceneritore a Roma se non da parte di AMA spa, dato che la materia è dal 2014 di competenza del governo attraverso la Legge 133/2014 ex decreto Sblocca-Italia che ne prevede al comma 9 dell’art. 35 il commissariamento laddove le Regioni non ne diano attuazione, e che noi stiamo contrastando insieme al M5S con la nostra proposta di referendum abrogativo dell’art. 35 di cui è in corso la raccolta firme in tutta Italia.

Ricordiamo al sindaco Virginia Raggi ed a tutto il M5S che il Decreto ministeriale in arrivo, approvato nella Conferenza Stato-Regioni del 20 gennaio u.s., ha già ufficialmente approvato il RADDOPPIO dell’inceneritore di Malagrotta a ROMA oltre un nuovo quarto inceneritore nel Lazio di cui si ignora quale sarà l’ubicazione, quindi l’affermazione di Paola Muraro appare quantomeno infondata per mancanza di competenza decisionale da parte di Roma Capitale !!!!

Ovviamente è fondamentale che Roma Capitale esprima sulle previsioni di questo Decreto ministeriale il proprio parere contrario, e ne apprezziamo quindi la posizione politica, anche se risulta che l’azienda CO.LA.RI. di Malagrotta oltre al possesso dell’autorizzazione per la linea di incenerimento già esistente con il nuovo Decreto ministeriale possa a breve entrare in possesso anche della seconda linea di incenerimento di cui la relativa richiesta di autorizzazione è stata depositata in Regione da tempo.

Sosteniamo che a nostro avviso la migliore candidatura per l’assessorato in oggetto sia quella del manager Raphael Rossi, da cui abbiamo ottenuto di rinnovare la disponibilità per questo cruciale incarico, dato il suo percorso Rifiuti Zero “certificato” e le esperienze fatte in molte grandi città tra cui ROMA nel 2006 che parlano da sole in termini di concreti risultati.

Abbiamo già dato per iscritto e confermiamo comunque la nostra piena disponibilità a collaborare con la nuova giunta Raggi, e con qualsiasi giunta che preveda un percorso che sia affine al nostro, laddove saremo coinvolti attivamente in termini sia di competenze tecnico-professionali che di supporto territoriale nell’avvio di un nuovo e concreto processo di partecipazione popolare informata.

Roma 24 giugno 2016
Il pres.te Ass.ne Zero Waste Lazio

> leggi l’articolo di Roma Today sul comizio di Ostia del 17 giugno

(1) La composizione del consiglio direttivo dell’Associazione:
http://www.atiaiswa.it/chi-siamo/consiglio-direttivo/ di cui fanno parte Giulio Quercioli Dessena vicepresidente – presidente di FISE Assoambiente, gestore della ditta IGM di Siracusa e Filippo Brandolini vicepresidente – (presidente di HERA ambiente che gestisce gli inceneritori in Emilia ed altrove e candidato sindaco del PD di Ravenna)

(2) scarica il documento di Zero Waste Programma di governo Roma 2016 Rifiuti Zero scheda sintetica Programma di governo Roma 2016 Rifiuti Zero scheda sintetica

(3) http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=3547

TRASHED – la disinformazione ambientale

Alla c.a. del Dr. Andrea Vianello, Direttore RAI 3
Viale G. Mazzini 14
00195 Roma

p.c. al Dr. Luigi Gubitosi, DG RAI
Viale G. Mazzini 14
00195 Roma

p.c. alla D.ssa Anna Maria Tarantola, Presidente RAI
Viale G. Mazzini 14
00195 Roma

Roma, 28/07/2014
Prot. n. S178
Gent.mo Direttore,

lo scorso mercoledì 23 luglio è stato trasmesso in tarda serata sulla rete RAI da Lei diretta un documentario dal titolo TRASHED, prodotto da SATYA doc, che vedeva come testimonial Jeremy Irons.

Dopo averlo visto, ho sentito il dovere, nella veste di Presidente di ATIA-ISWA Italia – associazioni italiane alle quali aderiscono i tecnici per l’ambiente e le imprese operanti nella gestione dei rifiuti –, di rivolgermi a Lei per manifestare tutta la mia preoccupazione per l’approccio scandalistico e preconcetto col quale si continuano ad affrontare tematiche così complesse che attengono alla vita di tutti noi ed all’ambiente nel quale viviamo.

Il documentario, prendendo spunto da singole ed isolate gestioni “criminose” dei rifiuti – molto lontane da quelle imposte dalle direttive europee e normalmente praticate nei nostri Paesi -, generalizza questi comportamenti per avvalorare la teoria “Rifiuti Zero”, senza mai citare la necessità di attuare sistemi integrati di gestione dei rifiuti che, avvalendosi della collaborazione di tutti, dopo aver posto in essere tutte le iniziative volte a ridurne la presenza, ne privilegi il recupero di materia dagli stessi utilizzando la parte residua, non altrimenti recuperabile, per produrre energia attraverso il loro utilizzo come combustibile, evitando, per quanto possibile, il ricorso alla discarica.

Per sostenere le convinzioni di chi ha prodotto il documentario, vengono fornite informazioni, talvolta false, altre volte incomplete, altre ancora vengono poste in relazione con fatti che nulla hanno a che fare con i rifiuti.

Tra le notizie false vi è l’affermazione di Vyvian Howard secondo la quale la diossina presente nel mondo è generata fra il 50 e l’80% dall’incenerimento dei rifiuti. Questa è smentita da risultati di numerosi Enti di Ricerca internazionali, che dimostrano il contrario. Solo a titolo di esempio, rilevazioni e studi di ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente italiano) dimostrano che dall’anno 2000 nel nostro Paese le diossine prodotte dai termovalorizzatori sono inferiori allo 0,05% di quelle complessivamente emesse dalle diverse fonti (residenze, traffico, industrie, generazione elettrica…). Altri studi recenti compiuti in Italia, dimostrano che le diossine emesse dai moderni termovalorizzatori sono comprese tra l’1 ed il 2% dei limiti imposto dalla normativa europea (e non 1.300 volte superiori, come viene affermato nel servizio).

In merito all’incompletezza delle notizie, la informo che San Francisco ha deliberato nel 2000 di voler raggiungere l’obiettivo Rifiuti Zero nel 2020, ma ad oggi, pur avendo posto in atto un eccellente sistema di recupero di materie attraverso una efficace raccolta differenziata, smaltisce in discarica ogni anno poco meno di 500 kg di rifiuto per ogni suo abitante: più del doppio di quanto viene smaltito in Italia. Ciò dimostra che un sistema virtuoso come quello di San Francisco non può rinunciare agli impianti di smaltimento, a supporto di quelli di recupero.

Supportare le affermazioni sulla nocività dell’incenerimento con le immagini dei bambini vietnamiti, nati in zone bombardate col Napalm, erbicidi e defoglianti (il famigerato Agent Orange) contenenti diossine, è sicuramente d’effetto, ma non può che essere considerato distorsivo della realtà perché privo di ogni correlazione con il tema del servizio.

Certamente altre parti del documentario sono condivisibili e generano allarme in tutti noi, come quella riguardante l’inquinamento dei mari causato dalle plastiche per gli impatti che la loro diffusione genera nell’ecosistema.

In Italia è sempre più difficile realizzare le opere infrastrutturali necessarie ad assicurare la gestione di servizi essenziali, come quello dei rifiuti. Questo stato di cose ha portato molta parte del Paese a non essere più autosufficiente nella gestione dei rifiuti, con conseguenti gravi pericoli di ordine sanitario che incombono sulle popolazioni.

In mancanza del coraggio, da parte degli amministratori pubblici, di gestire il dissenso dei comitati che teorizzano che la soluzione debba essere ricercata nel superamento dell’attuale modello attraverso il progetto Rifiuti Zero (progetto questo che non è stato realizzato in nessuna parte del Mondo), la soluzione principale è oggi quella di esportarli in Paesi come la Germania, l’Olanda, la Svezia ed altri del Nord Europa, con pesanti ripercussioni economiche a carico dei cittadini e dello Stato.

Questo stato di cose non è presente con la stessa cruenza in altri Paesi, in particolare quelli nord-europei, perché la fiducia nelle Istituzioni e negli Organi di controllo è, per i loro cittadini, una certezza che non può e non deve essere messa in discussione. Invece in Italia, nella quale si è storicamente consolidata questa diffidenza, è necessario che chiunque, come Lei, ricopra ruoli di alta responsabilità operando nel settore dell’informazione, non si lasci sopraffare da idee stimolanti ma non realizzabili, la cui diffusione con mezzi potenti come quelli televisivi contribuisce a riprodurre su aree sempre più vaste condizioni emergenziali nella gestione dei rifiuti, che allontanano il nostro Paese dai modelli consolidati in una parte rilevante dell’Europa.

Queste mie poche righe vogliono solo stimolare una Sua riflessione su una tematica estremamente complessa, che questa nota affronta in modo molto parziale, troppo spesso trattata con superficialità, sull’onda di emozioni o con finalità di speculazione politica, senza valutarne le implicazioni sociali, di servizio alle attività produttive, gli impatti sanitari, gli effetti sull’ordine pubblico (anche per l’interesse sul tema della malavita organizzata) e gli effetti economici associati.

Molti cordiali saluti.

Presidente ATIA-ISWA Italia
Paola Muraro

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