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Caudo, intervento a Piediperterra all’Eur, 7 marzo 2015

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=WMjd_5xEFoA&w=560&h=315]

IL TESTO TRASCRITTO DELL’INTERVENTO

EUR SPA E’ A UN PASSO DAL FALLIMENTO (…) 110 milioni di euro un prestito finanziaria 2013, che dovevano consentire di finire il cantiere della Nuvola e aiutare difficoltà finanziarie di Eur spa; questo prestito viene messo nella finanziaria ma c’è un marchingegno per cui non si riesce a attivarlo; si arriva a settembre 2013 (credo 2014 NDR) , in cui si cerca di fare emendamento allo Sblocca Italia per sbloccare il prestito, ma l’emendamento viene rifiutato dal Presidente della Commissione Ambiente Realacci perché l’emendamento con la Legge Sblocca Italia non ha la compatibilità.Si arriva a novembre, Eur spa è in serie difficoltà finanziarie, perchè non ha più risorse.Si decide di fare un decreto di rifinanziamento, è pronto, manca solo la firma, quando c’è la concomitanza di Mafia capitale e il ministro decide che non è il caso di ricapitalizzare Eur spa.

LE CAUSE DEL DEBITO Eur spa è un soggetto particolare, è importante dire che è un soggetto che fa 40 milioni di euro di affitti degli immobili dentro l’Eur , 20 pubblici e 20 privati; potrebbe tranquillamente continuare ad avere la sua vita normale, se gestita bene sarebbe meglio, ma ancorchè gestita male ha retto al tempo.L’ha messa in crisi che si è deciso che il completamento della Nuvola era a carico di Eur spa.Una società che prende 40 milioni di affitti ma i ricavi sono minori, tra manutenzioni, personale, verde, fontane… hanno molti costi Questa società, se gli si caricano 270 milioni di euro costo della Nuvola fino adesso, più i 170 milioni che mancano per finire, di cui 70 milioni sono di riserve presentate dalla società Condotte , di contenziosi, è chiaro che questa società non ce la fa.Si è alimentata negli anni con finanziamento statale, ma si è deciso di non rifinanziarla.

LE PROSPETTIVE

Cosa succede se non si rifinanzia?

Eur spa è in procedura di concordato in bianco che comporta che il 24 aprile, sia la scadenza per presentare e un piano di ristrutturazione al giudice che eviti il fallimento. Se non succede nulla di qui al 24 di aprile il giudice la dichiara fallita, il giudice prende parte per i creditori, farà l’elenco dei debiti, farà l’elenco del patrimonio, e lo metterà in vendita all’asta per pagare i debiti. Questa secondo me è la prospettiva più brutta ed è una prospettiva che non si dovrebbe minimamente pensare

Per evitare questa prospettiva si hanno questi due numeri: 175 milioni per finire cantiere della Nuvola, di cui 150 milioni per il cantiere comprese le riserve, 19 milioni per finire l’albergo, 6 milioni per i parcheggi (da 30 a 6 milioni , li abbiamo ridotti). Servono poi 150 milioni di debiti finanziari che Eur spa ha con le banche, che ammontano a 214 complessivamente, ma sono 150 quelli che possono essere rinegoziati. Questo è quello che serve per evitare di portare i libri in tribunale, ma se parlo da assessore , non basta se noi ci mettiamo questi soldi, mi chiedo qual è il progetto in cui si mettono i soldi?

IL COMUNE VUOL FARNE UN POLO DI ECCELLENZA PER IL TURISMO CONGRESSUALE Per il Comune la premessa è che noi vogliamo puntare per l’Eur sul turismo congressuale, perché la Nuvola è uno strano edificio ma conviene finirlo: è vero che ha una sala di poco più di 2000 posti, ma sotto ha una sala da 8000 posti, una struttura che consente di fare congressi per quasi 9000 persone, ha una struttura in grado di servire in un’ora pasti caldi per 2500 persone, che insieme con l’altro palazzo congressi è uno dei più grossi per creare una piattaforma congressuale. Il turismo congressuale è in forte crescita in tutto il mondo, in Europa Roma è al 21 posto come turismo congressuale, già oggi noi facciamo 98 eventi l’anno metà di Vienna, sono più di Milano, abbiamo la leadership nei convegni superiori ai mille partecipanti, realizzare la struttura e fare in modo che il quartiere si rinnovi ha a che fare con un interesse nazionale strategico. Considerate che i turisti che vengono per i congressi stanno mediamente più a lungo degli altri, siamo nell’ordine di da tre a cinque giorni contro un giorno e sette/otto del turista normale, con una spesa maggiore. Soprattutto – mi sta a cuore dal punto di vista personale –   è un turismo che richiede alta professionalizzazione, cioè un indotto molto professionalizzato, mentre il turismo a Roma sta scadendo, è sempre più informale, e quindi creerebbe veramente economia, in parte sostituirebbe l’indotto prodotto dalla pubblica amministrazione, quello ministeriale, che potrebbe essere sostenuto da un’attività economica particolarmente importante. Questo progetto ha che fare con l’Eur, è l’unica strategia in questo momento, l’unico collegamento con un’ economia che non è finta, non è di carta, su cui si può fare un progetto di sviluppo dell’Eur. Che vuol dire? Vuol dire Nuvola, vuol dire vecchio Centro Congressi, Palazzo della Civilità del lavoro, tutti luoghi che hanno un appeal incredibile, Roma è da tutti segnata come la prima città dove si vorrebbe venire a fare un congresso.La presenza del polo museale è assolutamente complementare a questo, perché se tu hai una piattaforma congressuale e una forte dimensione museale, molto più potenziata rispetto alla struttura attuale, come veniva ricordato il museo della civiltà romana è chiuso per mancanza di risorse nella manutenzione, se a questo aggiungiamo che oggi ci sono molti spazi per uffici vuoti o sotto utilizzati, invece questa prospettiva consentirebbe di ripopolarli…

EUR SPA DEVE DIVENTARE UNA COSA COMPLETAMENTE DIVERSA Il progetto si regge su queste tre gambe. La premessa per noi di salvare la Nuvola e salvare Eur spa è il primo passo per sciogliere, o pensare a un Eur spa completamente diversa, un’altra società che ha come compito non gestire la Nuvola, il centro congressi, perché quello non lo può gestire un soggetto pubblico, quello bisogna fare una gara e dare a un grande player internazionale che gestisce in un circuito internazionale quel contenitore, ma una società che è in grado di raccogliere le ricadute positive di questo progetto dell’Eur come piattaforma congressuale, che va dai servizi, dal gestire la sosta a pagamento alle telecomunicazioni alla fibra ottica, alle comunicazioni, all’accessibilità e soprattutto far rendere meglio gli spazi affittati – il Comune di Roma per il mio ufficio, i miei due uffici, paga di affitto 4 milioni l’anno, il Mibact paga 10 milioni. La premessa è salvare Eur spa, ma contemporaneamente ci deve essere questo passaggio, l’amministrazione comunale vuol fare questo passaggio.

GLI IMMOBILI DI EUR SPA CHE FINE FANNO?

Adesso cosa sta succendo? E qui sono un po’ preoccupato, che il meccanismo finanziario che consente di uscire fuori da questa situazione, di andare oltre il 24 (aprile) non è chiarissimo. Perché non essendoci più la disponibilità dello stato a ricapitalizzare, l’unico strumento che si ha è che qualcuno metta questi soldi, ma chi è che mette questi soldi per acquisire degli immobili che devono necessariamente restare nel perimetro pubblico, ci mancherebbe che l’Archivio di Stato, dove lo stato tiene i suoi documenti venga ceduto, qui siamo veramnete al pardosso. Il problema è proprio questo, chi è il soggetto che vuole ricapitalizzare, perchè di questo si tratta chi è il soggetto che può versare 300 milioni di euro, mantiene la proprietà di questi edifici nel perimetro pubblico. E qui le cose non sono chiarissime, le idee che stanno sul tavolo, martedì ci sarà un’altra riunione al MEF, su cui siamo tutti d’accordo, c’è già stato una riunione, con il Ministro il Sindaco, siamo tutti d’accordo che gli edifici stiano nel perimetro pubblico, siamo tutti d’accordo che dobbiamo uscire da questa condizione, però le due cose insieme non è facilissimo metterle, perché chi è il soggetto pubblico che mette i soldi senza ricavi…

(rispnde a domanda  su a chi spetta la decisione ultima) Lo Stato ha il 90 % il Comune il 10 %, il potere decisionale parte dal Mef, Ministero delle Finanze, lo stato in quessto caso è il Mef, che ha un’opzione, ha deciso di non ricapitalizzare quindi può favorire una governance di costruzione di un percorso, che porti qualcuno a versare questi 300 milioni, però mantenere gli edifici dentro un perimetro pubblico, questo qualcuno certo non può essere un privato, dev’essere trovato nel perimetro pubblico, però io mi chiedo si parla dell’Inail, però è pubblico, però il cda di inail potrebbe anche decidere di alienare… è vero che c’è sempre il mibact deve dare l’autorizzazione a vendere questi immobili, però io credo che nonostante ci sia la buona volontà di tutti ancora questo il nodo non è chiaro

NOI NON CAMBIEREMO LE DETSINAZIONI ORIGINALI DEGLI EDIFICI Noi abbiamo ulteriormente specificato a tutti, al ministero, al Mef, a Franceschini, che gli immobili che sono inseriti nell’ambito di valorizzazione dell’EUR nel PRG sono destinati alle destinazioni originali. Cioè non è possibile fare nessun cambio di destinazione d’uso, perché nel PRG sono individuati c’è scritto prioritariamente , per noi prioritariamente diventa esclusivamente, non ci sono margini di manovra, sul fatto che  possono cambiare destinazione d’uso rispetto a quello che sono state in origine le diverse utilizzazioni

( Risponde a domanda su Cassa Depositi e Prestiti)

IL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE (MEF)

Cassa depositi e prestiti ha due fondi di investimento entrambi che portano alla valorizzazione del patrimonio, mentre la cosa che si può fare è lasciarli in un perimetro pubblico dove la valorizzazione sono i ricavi che puoi avere dagli affitti, che poi è una partita di giro, sempre lo stato, cdp non ha questa funzione di affittare gli immobili, ma di alienarli. Io mi preoccuperei se fosse Cassa Depositi. Invimit di cui si parla, in realtà   avrebbe come finalità quetso, è un fondo che dovrebbe ricostruire immobili pubblici, ma anche qui chi ci mette i soldi e che garanzie abbiamo che dopo 30 anni che il fondo scade che questi immobili non vengano…insomma tutta questa partita non è assolutamente chiara, secondo me la cosa più semplice sarebbe che lo stato mette ricapitalizza.

Questo è il vero il punto debole è:  io Mef non metto i soldi e chiedo a altri soggetti pubblici di mettere soldi che io non voglio mettere. Il mef deve pretendere da Eur spa un vero progetto di ricapitalizzazione, alla luce di un’altra cosa rispetto a oggi. Cioè Eur spa si deve ridimensionare, focalizzare su alcune cose, smettere di fare la Formula 1, di fare le cose che non sa fare, deve fare una cosa precisa, costruire un meccanismo in grado di poter raccogliere i profitti positivi che provengono dall’attivazione della Nuvola e della piattaforma congressuale dell’EUR, l’eur che c’è oggi no, oggi l’evoluzione dell’eur si è persa e sfocata, non si capisce piu che cos’è, molte delle incertezze nascono anche da questo anche chi ci mette i soldi non da qual è lal mission Eur, ora ha cambiato statuto si può mettere a costruire

… il cda non è stato nominato né da questa amnministrazione né da questo governo …

L’ipotesi di fare un progetto nuovo richiede un azzeramento della condizione attuale [cioè di Eur spa NDR] e la nascita di un soggetto diverso.

Voi pensate al valore l’Eur e uno dei posti più che conosciuti al mondo: il prossimo anno ad agosto il Sindaco ha portato alla Fiera di Roma il congresso mondiale dei cardiologi,  35000 cardiologi:   se 35 000 persone scelgono Roma, se avessero guardato a questo oggi non ci troveremmo con le pezze al sedere di Eur spa…