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Legge urbanistica del Lazio

(work in progress)

Si è svolta il 7 luglio l’audizione di “addetti ai lavori”, comitati e associazioni presso la Commissione presieduta da Daniele Iacovone che sta elaborando la nuova Legge Urbanistica della Regione Lazio. In calce i documenti presentati da Carteinregola.

Legge Urbanistica Regione Lazio: nota preliminare di Carteinregola

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La nuova legge urbanistica regionale deve avere come obiettivo prioritario valorizzare il patrimonio territoriale e paesaggistico per uno sviluppo regionale sostenibile e durevole, contrastando  il consumo di suolo, promuovendo usi compatibili del territorio rurale, impegnandosi a mettere in atto una vera e sistematica partecipazione dei cittadini nelle procedure di elaborazione dei piani. Tali procedure dovranno essere più chiare e più rapide, senza che tuttavia le necessità di una maggiore semplificazione siano perseguite a a scapito della tutela dell’interesse pubblico,  del patrimonio ambientale e culturale, della sicurezza del territorio.

Per fermare il consumo di suolo. 

Porre dei limiti al consumo di suolo, soprattutto agricolo, é uno degli  slogan alla moda: negli ultimi anni si sono moltiplicati i disegni di legge del governo e di varie forze politiche, che tuttavia ancora  giacciono in parlamento, e non sappiamo se e quando una legge sul consumo di suolo potrà vedere la luce. Soprattutto non sappiamo se si adotteranno misure concrete ed efficaci, o si  continueranno a raccomandare principi facilmente aggirabili.

 

L’unica vero freno al consumo di suolo è, a nostro avviso quello prefigurato dalla legge urbanistica della Regione Toscana (in dirittura d’arrivo in questi giorni), che,  partendo dall’assunto – in teoria condiviso da molti – che non si debbano più realizzare  nuove edificazioni fuori dalle aree già urbanizzate, introduce l’obbligo di verifiche  effettive sulla sussistenza di possibili alternative e alcuni dispositivi semplici e concreti, a partire dalla distinzione puntuale  di territorio urbanizzato e territorio rurale o non urbanizzato, distinzione a cui corrisponde una diversificazione delle procedure: nelle aree “interne” si promuove  il riuso e la riqualificazione, nelle aree “esterne” non  non sono consentite nuove edificazioni residenziali, e gli altri interventi sono fortemente limitati. Inoltre le nuove edificazioni in aree rurali sono soggette alla verifica di un organo appositamente costituito per valutarne  l’effettiva necessità e la mancanza di alternative di riutilizzazione di strutture esistenti che non comportino consumo di suolo.

Per quanto riguarda la rigenerazione nelle aree urbane, perché non rimanga un  altro slogan alla moda, è in ogni caso  necessario introdurre nuove normative che la rendano vantaggiosa  e di facile applicazione, semplificando le procedure per incentivare il riuso dell’edificato esistente.

Trasparenza, Informazione e partecipazione. 

Ogni trasformazione del territorio deve essere portata a conoscenza della cittadinanza, mettendo on line tutte le informazioni relative al progetto, al soggetto promotore,  pubblico o privato, al soggetto realizzatore, al cronoprogramma etc.

Inoltre i cittadini  che vivono nel territorio interessato dall’intervento dovranno essere capillarmente informati e coinvolti attraverso procedure partecipative. Sarebbe auspicabile che in parallelo alla legge urbanistica regionale fossero elaborate – insieme a cittadini e associazioni –  delle linee guida comuni a livello regionale per la partecipazione degli abitanti nei procedimenti di governo del territorio , per garantire prestazioni omogenee e tecnicamente adeguate alle diverse tipologie di progetti e procedure.

Si ritiene anche importante che la stessa legge urbanistica, , nel corso della sua elaborazione, venga sottoposta sistematicamente al confronto con le rappresentanze istituzionali, le parti sociali, le associazioni ambientaliste, il mondo della cultura e dell’Università   e  che vengano inserite nella sua stesura delle modalità per poter proporre le correzioni che si rendessero eventualmente necessarie successivamente alla sua applicazione

Il territorio è un unico patrimonio comune.

E’ importante il cambio di prospettiva nella pianificazione del territorio, superando la visione di beni culturali e aree protette come vincoli, per stabilire invece le regole per le strategie di trasformazione dell’intero territorio. Come sottolineato dalla citata Legge urbanistica della Regione Toscana, “l’introduzione del concetto di patrimonio territoriale, quale bene comune costitutivo dell’identità collettiva regionale, costituisce riferimento per contestualizzare le “invarianti strutturali” nello Statuto del territorio, e promuovere una più efficace relazione tra statuto e strategia dei piani. Analogamente a quanto avvenuto con il passaggio dal riconoscimento di singoli edifici di valore al riconoscimento dei centri storici quali organismi complessi caratterizzati dalle relazioni tra edilizia monumentale ed edilizia minore, e tra edifici e abitanti, compiuto tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, con il concetto di patrimonio territoriale esteso all’intero territorio regionale si realizza un avanzamento culturale che sottolinea il passaggio… da una concezione vincolistica per aree specifiche alla messa in valore progettuale del territorio e del paesaggio nel suo insieme”.

In tale strategia sarà necessario superare la frammentazione delle pianificazioni comunali, per affrontare le scelte che riguardano ambiti più vasti per sistemi territoriali significativi anche dal punto di vista del raccordo con gli ambiti di paesaggio previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Emergenza abitativa e edilizia sociale

Di fronte a un esodo costante dalla Capitale di intere fasce della popolazione che non sono in grado di affrontare l’acquisto di un’abitazione o i canoni di mercato, e al corrispondente aumento di popolazione nei comuni laziali non solo limitrofi, con le conseguenti ripercussioni sulla mobilità e sulla qualità della vita dei cittadini, è urgente e prioritario avviare nuove politiche per l’edilizia sociale, inserendo meccanismi volti a riequilibrare il gap tra l’offerta e la domanda reale, con incentivi per la realizzazione di alloggi a canoni calmierati. Un’ipotesi percorribile ci sembra quella inserita nella citata legge della Toscana, che riconosce “gli alloggi sociali come standard urbanistico, da assicurare mediante cessione di aree, di unità immobiliari o di oneri aggiuntivi a destinazione vincolata”.

Prevenzione e mitigazione dei rischi idrogeologico e sismico.

Nonostante le ricorrenti assicurazioni di una maggiore cura del territorio, in genere all’indomani di episodi drammatici che si sarebbero potuti evitare, gli investimenti e il monitoraggio sul rispetto delle regole per la prevenzione e mitigazione dei rischi continuano ad essere completamente inadeguati. Per la legge urbanistica regionale la messa in sicurezza idrogeologica e sismica, a garanzia della popolazione ma anche delle disastrose ricadute sull’economia, deve essere l’obiettivo prioritario.

Tutela del paesaggio.

Si richiede che la nuova legge urbanistica regionale preveda esplicitamente l’ attuazione della Convenzione europea sul paesaggio e la partecipazione delle popolazioni alla tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico regionale.

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Regole per l’Urbanistica della Regione Lazio

A cura del “Gruppo Urbanistica” di Carteinregola [1]

PUNTI CRITICI GENERALI E RICHIESTE

La Riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione (Legge 18 ottobre 2001 n.3) afferma che “la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”.

Anche in ambito europeo la nuova cultura della Città Metropolitana ha favorito un dibattito sullo sviluppo di sistemi territoriali policentrici, il rafforzamento del ruolo della campagna nel rapporto con la città, lo sviluppo di reti intermodali di trasporti per i passeggeri e per le merci, con un decisivo impulso del trasporto su ferro, la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del territorio, la preservazione delle identità locali e delle molteplicità culturali delle città e delle regioni in un mondo globalizzato.

Nella nostra Regione si registra una scollatura tra i vari livelli della pianificazione ed una scarsa applicazione del principio di sussidiarietà che dovrebbe vincolare i Comuni a rispettare scelte e decisioni del livello istituzionale gerarchicamente superiore. Anche il principio di sostenibilità del territorio e delle risorse naturali e culturali sembra essere stato finora più un enunciato di principio che una buona pratica da imporre ai Comuni nei processi di trasformazione del territorio.

La Regione Lazio che ha il compito di definire i nuovi assetti, le nuove competenze, i nuovi ruoli in una dimensione di Area Vasta, non ha ancora approvato il PTPR e permangono incertezze sulle linee di indirizzo.

Ma quali sono i principi irrinunciabili ai quali questa nuova pianificazione del territorio si deve uniformare?

La pianificazione assume aspetti settoriali diversi ma ci deve essere equilibrio tra i vari settori.

Il socio-economico deve essere compatibile con l’ambiente ed ogni sviluppo, per essere anche fattore di progresso, deve essere sostenibile.

CHIEDIAMO

Che i processi di pianificazione della Regione si ispirino alle seguenti finalità:

–       La salute degli abitanti.

–       La salvaguardia dei beni ambientali e culturali.

–       La difesa dei caratteri identitari dei luoghi.

–       La preservazione dell’Agro ed il rilancio dell’agricoltura locale a chilometro zero e dell’agriturismo con funzioni di risorsa economica ed occupazionale e di presidio e difesa del territorio.

–       Un sistema integrato di trasporti governato da un’unica agenzia della mobilità.

–       Il blocco di tutte le grandi infrastrutture che incentivano l’uso del mezzo privato.

–       La moratoria del consumo di suolo legato a processi di compensazione o di project financing.

–       Il blocco di tutte le manovre urbanistiche che portano nelle centralità e nelle aree di riserva milioni di metri cubi senza la verifica degli standard urbanistici e della mobilità e quindi la conseguente revisione del PRG del Comune di Roma.

–       Lo sviluppo del trasporto su ferro a cominciare dal potenziamento delle reti dei pendolari e dei treni locali. Il ridisegno di una rete di percorsi ciclo-pedonali su tutto il territorio regionale.

–       Il deciso e definitivo ripensamento di tutti i piani edilizi straordinari legati ai grandi eventi.

–       La stesura ed approvazione di una “Legge per l’architettura” tante volte annunciata ed oggi assolutamente necessaria per la Regione Lazio e per l’intero Paese.

–       Infine, in attesa dell’approvazione del nuovo assetto di Roma Città Metropolitana, che modificherebbe in termini sostanziali i rapporti tra i Municipi ed i Comuni contermini, con particolare riferimento ai limiti amministrativi, centralità e servizi generali, forse sarebbe il caso di sospendere l’applicazione delle norme transitorie per Roma Capitale previste dal consiglio dei Ministri nel Decreto Legislativo N.° 156 del 17/09/2010.

Gli interventi urbanistici ed edilizi di cui Roma e il Lazio hanno bisogno devono essere tesi a:

–       avvio della “messa in sicurezza” del territorio dai dissesti geologici e del patrimonio edilizio dalle carenze strutturali e dal rischio sismico;

–       attuazione di un efficiente risparmio energetico;

–       rinnovo del patrimonio edilizio degradato (e/o non più rispondente a verificati bisogni sociali), dal punto di vista ambientale, architettonico, funzionale, impiantistico;

–       incentivazione degli interventi privati attraverso una corretta politica fiscale e con altre forme che non siano i premi di cubatura;

Tali interventi devono essere finalizzati a conseguire obiettivi sia sociali (tra l’altro venendo incontro ai bisogni delle famiglie, giovani, anziani ecc), sia economici (rilancio delle attività delle vere imprese dell’edilizia locale e non della rendita speculativa) sia urbanistici (riqualificazione della città e salvaguardia dell’ambiente).

PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI

La questione dei procedimenti di partecipazione è centrale e fondamentale per la condivisione dei progetti di trasformazione urbana.

CHIEDIAMO

che venga garantito, finalmente, ai cittadini con legge regionale un vero processo partecipativo sulle trasformazioni dei loro territori che parta dal diritto costituzionale dell’informazione diffusa e preventiva e norme precise per le consultazioni ed i confronti con le istituzioni. Oggi tutto questo non esiste ed anche le direttive europee per la corretta applicazione della VIA e della VAS non sono applicate.

REVISIONE E VERIFICA DELL’INTERESSE PUBBLICO DEGLI INTERVENTI IN ITINERE

Ai fini di limitare gli interventi di nuova edificazione e consumo di suolo, la Regione deve farsi parte attiva nel verificare e porre dei limiti precisi a tutti gli interventi previsti in deroga al PRG. Anche gli interventi previsti dal PRG che comportino nuove edificazioni devono essere valutati e ridiscussi sulla base della prevalenza dell’interesse pubblico. Deve essere avviata una revisione dello strumento urbanistico della compensazione. La pianificazione deve prevalere sull’Accordo di Programma, che deve essere previsto in casi particolari e in via eccezionale. Le deroghe alle normative, anche quelle richieste da altri soggetti pubblici, devono essere a carattere eccezionale ed adeguatamente motivate con necessità oggettive di pubblico interesse e urgenza.

SÌ ALLA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ED URBANISTICA, AL RECUPERO ED ALLA RIQUALIFICAZIONE URBANA

Devono essere incentivati gli interventi e gli investimenti finalizzati alla “Rstrutturazione edilizia ed alla Riqualificazione urbana” (sostituzione edilizia, recupero delle aree dismesse, attuazione degli ambiti di programmazione strategica etc). Gli aumenti di cubatura, anche se non consumano suolo, devono essere valutati con preliminari studi di impatto sulla mobilità, sulla sostenibilità e sulla vivibilità delle aree, con particolare riferimento ai principi di equità ed uguaglianza in una prospettiva di migliore qualità della vita.

AGRICOLTURA NELL’AGRO

Deve essere riportata l’agricoltura nell’Agro Romano per rafforzarne la tutela e la funzione economica. A tale scopo è importante pianificare il riassetto del territorio agricolo, con definizione di una legge regionale di tutela e valorizzazione dell’Agro per il rilancio di un’agricoltura basata sulla qualità e sulle produzioni biologiche. Deve essere garantita l’invarianza di tutte le aree agricole, all’interno e all’esterno del GRA, e deve essere sostenuto lo sviluppo delle aziende agricole. Deve essere avviato l’immediato censimento delle terre di proprietà pubblica finalizzato all’emanazione di bandi per la concessione in uso agli agricoltori, con particolare riguardo per i giovani agricoltori”

REGOLE PER L’HOUSING SOCIALE

Deve essere definito un piano per l’housing sociale che non preveda il consumo di ulteriore aree agricole, né aree non edificate nella  città consolidata. Devono essere messe in atto misure che incentivino l’immissione  sul mercato della locazione delle unità  immobiliari sfitte e/o vuote.

Il PTPR

Il nuovo Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) è stato adottato dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, ai sensi dell’art. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/98.

Il PTPR intende per paesaggio “le parti del territorio i cui caratteri distintivi derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni nelle quali la tutela e valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili” come indicato nell’art. 131 del Codice dei beni culturali e del paesaggio DLgv. 42/2004.

Il PTPR assume altresì come riferimento la definizione di “Paesaggio” contenuta nella Convenzione Europea del Paesaggio, legge 14/2006, in base alla quale “esso designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Il paesaggio è la parte del territorio che comprende l’insieme dei beni costituenti l’identità della comunità locale sotto il profilo storico-culturale e geografico-naturale garantendone la permanenza e il riconoscimento.”

Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale è lo strumento di pianificazione attraverso cui, nel Lazio, la Pubblica Amministrazione disciplina le modalità di governo del paesaggio, indicando le relative azioni volte alla conservazione, valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.

Il PRG del Comune di Roma è stato stravolto anche nelle sue già sovrabbondanti previsioni edificatorie e, con lo strumento delle compensazioni urbanistiche e delle ricollocazioni di cubature nelle aree di riserva e nelle centralità metropolitane ed urbane non solo fa scempio degli standard urbanistici previsti dal D.M. 1444/68, ma stravolge anche quei caratteri naturali, artistici, archeologici ed antropologici che il PTPR afferma di difendere e conservare.

Questi strumenti urbanistici, il PTPR ed il PRG debbono essere utilizzati per la pianificazione concertata Regione-Comune senza alcuna contraddizione.

 

[1] Il testo è stato elaborato in vista delle elezioni rgionali del 2013 e inviato a tutti i candidati alla presidenza della Regione Lazio