Dieci anni di lotte e di proposte
La storia
1. La nascita della rimessa
In accordo con lo sviluppo urbanistico del rione Prati e del quartiere Della Vittoria e in linea con il programma di ampliamento e modernizzazione delle reti tecnologiche e del traffico, il Comune di Roma, dal 1916 al 1920, realizza tra viale Angelico e viale Carso una rimessa tramviaria di circa 15.000 mq che sarà denominata “Vittoria”.
Con il passare del tempo la funzionalità della rimessa viene meno.
Nel 2002 il Comune cede la proprietà dell’area della rimessa all’ATAC, che la dismette e ne predispone la vendita a soggetti privati per risanare una situazione debitoria sempre più insostenibile, cedendone la proprietà alla sua controllata ATAC Patrimonio, incaricata della gestione e valorizzazione immobiliare.
2. I cittadini si oppongono all’alienazione della rimessa – Il Laboratorio di Progettazione Partecipata del Municipio XVII
Nel 2007 il Comune bandisce un concorso di idee sull’area della ex-rimessa e nel febbraio 2008 presenta in un’assemblea pubblica il progetto vincitore che prevede una massiccia edificazione con residenze di lusso, uffici, studi privati, negozi ecc. Il Comitato Cittadino della Vittoria, nato nel 2007, segue con attenzione le vicende del Concorso: la sua mozione di rigettare il progetto e di realizzare nell’area un parco e servizi pubblici di carattere sociale e culturale, è approvata dall’assemblea.
All’inizio del 2011 il Comitato Cittadino della Vittoria e Italia Nostra organizzano incontri con cittadini, per chiedere al Municipio di attivare un percorso di partecipazione sulla ex rimessa. Nasce intanto il Coordinamento Cittadino Progetto Partecipato (CCPP), che da vita a un Laboratorio di Progettazione Partecipata per la riqualificazione e il riuso dell’ex rimessa, cui aderiscono i cittadini, le associazioni e i comitati che si battono per la sua salvaguardia.
Il Municipio riconosce e fa proprio il Laboratorio con una specifica deliberazione (14 giugno 2011). Il Laboratorio individua e valuta gli spazi fisici e le pratiche che i cittadini desiderano per le diverse parti del complesso, produce il documento delle linee guida (1) per il recupero e il riuso dell’ex rimessa ed elabora alcune proposte progettuali esemplificative congruenti con le medesime.
Il 25 giugno 2011, la Giunta Comunale approva la delibera n. 39 per preparare la strada alla “valorizzazione” e alla vendita dell’area.
Il Laboratorio chiede al Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica e all’Assessorato all’Urbanistica del Comune di fare proprie le linee guida dei cittadini e tenerne conto nel redigere il programma di valorizzazione dell’ex rimessa e nei successivi bandi di concorso. Questa richiesta non trova alcun riscontro nel programma e negli elaborati dell’Assessorato.
Nell’ agosto 2012 il Municipio esprime parere contrario al programma di valorizzazione ed Il Laboratorio fa una disamina approfondita del programma stesso e del progetto allegato, sostenendo il parere negativo del Municipio.
Nella fase di consultazione messa in atto dal Comune nel settembre 2012, in ottemperanza al “Regolamento di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana” (2006), i cittadini si pronunciano contro il programma e la proposta progettuale, non ritengono giustificata la reiterata richiesta delle istituzioni di vendere l’area a un soggetto privato ma, al contrario, ribadiscono che si debba avviare al più presto il progetto di recupero e riuso della stessa all’interno di una visione più complessiva, ponendo al centro l’interesse della “città pubblica”. Poiché il parere del Municipio e dei cittadini non è vincolante, il Comune prosegue nel suo iter di approvazione del programma di valorizzazione, ma viene bloccato in extremis, negli ultimi giorni della consiliatura Alemanno, dal presidio messo in atto nell’aula consiliare da numerosi cittadini, comitati e associazioni che, con il supporto di alcuni consiglieri di opposizione, riescono a impedire l’approvazione del programma stesso (aprile 2013).
3. Le critiche del Laboratorio Municipale di Progettazione Partecipata al programma di valorizzazione
Il programma di valorizzazione elaborato dal Comune è del tutto privo di un’idea di città diversa capace di promuovere un modello sostenibile per i cittadini e il territorio. Il progetto allegato ignora le linee guida del Laboratorio, non tiene conto dei fabbisogni oggettivi del quartiere e non rispetta il contesto urbano dal punto di vista morfologico e del tessuto insediativo. La volumetria del nuovo complesso è significativamente maggiore di quella del manufatto esistente in contrasto con il PRG; la quantità di servizi e spazi pubblici è molto inferiore a quella prescritta dal PRG.
Le destinazioni d’uso sono in contrasto con le proposte dei cittadini, Le attività culturali, ricreative, sociali, museali ecc. sono ignorate. Prevede interventi di demolizione e ricostruzione nella totalità dello spazio edificato (escluso quello del Dipartimento di Salute Mentale della ASL), con edifici di altezza da due a sei piani fuori terra nonostante il PRG abbia definito l’ex rimessa “manufatto di archeologia industriale” e lo abbia inserito nell’elaborato della Carta per la Qualità, avendone riconosciuto il valore storico e architettonico.
L’analisi urbanistica allegata al programma non fornisce informazioni sulla sostenibilità urbanistica, sul verde e i
servizi esistenti, sugli attuali e futuri flussi veicolari e sulla situazione idrogeologica del quartiere; dal programma non
è possibile valutare l’impatto dell’aumento del traffico e della sosta selvaggia indotti dal progetto, né i rischi connessi alla realizzazione dei numerosi parcheggi interrati previsti.
4. Gli eventi principali degli ultimi cinque anni
Il 12 dicembre 2012, a fronte di una grave situazione debitoria (circa 954 milioni di euro), l’Assemblea Capitolina autorizza ATAC e la sua controllata ATAC Patrimonio a concedere, a garanzia dei finanziamenti bancari, l’iscrizione di ipoteca sugli immobili non strumentali per i quali precedentemente era già stata autorizzata l’alienazione (ex rimessa ATAC Vittoria compresa).
La situazione debitoria di ATAC è andata via via peggiorando, superando nel corso del 2017 la cifra di un miliardo e 350 milioni di euro.
Che l’alienazione dei beni pubblici non sia uno strumento adeguato per ripianare i debiti dello Stato e degli enti pubblici, è un fatto ormai assodato. In tutta la storia d’Italia, dal 1861 in poi, nessuna vendita di un bene ha contribuito a risanare bilanci se non in modo marginale e ha causato una perdita di spazi pubblici che altrimenti potevano essere utilizzati come beni comuni. Inoltre l’alienazione di un bene pubblico è stata quasi sempre un cattivo affare, poiché in una situazione di emergenza il bene è venduto a un prezzo che spesso è assai inferiore a quello di mercato.
La soluzione per uscire da questa situazione non è certo semplice. A fronte delle pressanti esigenze finanziarie di correzione dei conti pubblici, l’opinione generale è che la rendita ottenibile dall’ente pubblico con operazioni di recupero e riuso è minore di quanto si ottiene con la dismissione del suo patrimonio. A tale opinione si può replicare che i cespiti conseguenti alle dismissioni, anche se inizialmente più elevati, costituiscono entrate straordinarie una tantum, mentre i bilanci pubblici potrebbero ottenere dagli immobili un flusso strutturale di introiti, anche se più lento che, oltre a conservare spazi fruibili dai cittadini, non intacca lo stock di capitale.
Gli eventi più rilevanti di questi ultimi anni che potranno rendere più difficile l’alienazione dell’ex rimessa sono principalmente due.
Il primo è la dichiarazione d’interesse “storico-artistico” formulata dalla Direzione regionale del Ministero per i Beni Culturali (decreto n. 139/2013) sull’intera area dell’ex rimessa. Essa costituisce un elemento che vanifica di fatto il programma di valorizzazione territoriale per la ex rimessa, contrastando quei progetti che prevedono un aumento della cubatura esistente e non rispettano il valore architettonico del complesso.
L’altro evento è la deliberazione n. 37, approvata dal Municipio Roma 1 Centro il 26 ottobre 2017, che propone a Roma Capitale di adottare una variante al PRG sulla destinazione del deposito ATAC Vittoria a parziale rettifica e integrazione della deliberazione n. 39/2011 dell’Assemblea Capitolina, ribadendo “Città Storica – Edifici isolati (T9)”, ma sostituendo la locuzione “perimetrazione a servizi pubblici di livello urbano”, prevista dal vigente PRG, con destinazione a “verde e servizi pubblici di livello locale”. La deliberazione è stata inoltrata all’Assemblea Capitolina che la dovrà discutere e verosimilmente fare propria.
Mentre la dichiarazione d’interesse storico-artistico della Direzione regionale del Ministero per i Beni Culturali costituisce un forte deterrente per l’acquisizione dell’area, la deliberazione n.37 non è un disincentivo altrettanto valido poiché non esclude la sua alienazione, laddove afferma che “al fine di perseguire l’interesse pubblico prevalente sollecitato dalla particolare situazione economica di ATAC, si rende necessario imprimere una diversa destinazione urbanistica a detti immobili poiché quelle attuali risultano incompatibili con l’alienazione degli stessi”.
La deliberazione è comunque un presupposto necessario (ma non sufficiente) a garantire che gli spazi verdi e i servizi pubblici locali saranno realizzati – sotto il profilo quantitativo e qualitativo – in coerenza con le linee guida dei cittadini: non è affatto escluso che essi dovranno mobilitarsi ancora per ottenere il rispetto delle loro linee guida, soprattutto se il complesso dovesse essere alienato.
Numerosi cittadini, associazioni e comitati si sono fatti promotori di una petizione a sostegno alla deliberazione municipale n. 37, che intende salvaguardare il valore storico dell’ex deposito nel rispetto del ruolo ambientale e sociale che esso dovrà svolgere in futuro, e che vuole essere anche uno stimolo per Roma Capitale che finora non è stata capace di mettere in atto una valida politica per la gestione del patrimonio pubblico della Città
(1) Le linee guida sono riportate per esteso in A. Giangrande, E. Mortola, R. Peritore, L’ex deposito ATAC Vittoria. Progettazione partecipata a Roma, Gangemi editore, Roma, 2016, pp. 23-25)