Villa Massimo: una questione che riguarda l’interesse pubblico, le regole e la serietà delle istituzioni. E la verità.
Autore : Redazione
Si è tenuta, il 17 ottobre scorso, l’ennesima commissione capitolina su Villa Massimo, una vicenda intricata difficile da riassumere, ma noi proveremo a farlo perché sono molti gli spunti di riflessione che devono essere portati a conoscenza dei cittadini, sia nel merito che nel metodo. E ci sono anche delle domande precise a cui ci aspettiamo vengano date risposte ufficiali, soprattutto dopo che, nel corso della Commissione, assai movimentata, un consigliere capitolino di opposizione ha perfino minacciato di querela la rappresentante di un’associazione che chiedeva spiegazioni.
da mappe.istella.it
Villa Massimo (Giardino Giuseppe De Meo) è un piccolo parco comunale – ha una superficie di ca 7300 mq – che si trova nel cuore del quartiere di piazza Bologna, Municipio II. Da quasi 5 anni (13 gennaio 2013) Villa Massimo è chiusa al pubblico.
Per spiegare i motivi, rimandando agli approfondimenti della nostra scheda con la cronologia*, tutta la storia si può sintetizzare con due immagini:
Villa Massimo uno. Anni ’60. Immagini in bianco e nero di un giardino alberato con una giostrina e un piccolo chiosco.
Villa Massimo due. 2017. Nel centro del giardino, al posto dei pini, si trovano manufatti costruiti a metà e, poco più in là, una superfetazione del chiosco in ristorante (la cosiddetta “Casina dei Pini”).
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Il giardino storico, su cui insiste un vincolo fin dal 1927 e che quindi è tutelato dalla Soprintendenza, a fine anni ’90 è stato inserito nell’elenco dei “Punti Verde Infanzia” (1), aree verdi comunali da assegnare in gestione a privati per l’installazione di giostre in maniera permanente. Ma, come vedremo, senza che fosse stato chiesto alcun parere alla Soprintendenza, neanche per tutti i progetti edificatori che negli anni sono stati avviati nell’area.
Nel 2001 il Comune stipula con privati (2) una convenzione per la realizzazione, a Villa Massimo, di un “Punto verde Infanzia” che, oltre alle giostre, prevede un punto di ristoro, un bagno pubblico, un parco giochi di uso gratuito. Negli anni successivi il concessionario continua ad ampliare il punto di ristoro e le giostre, fino al gennaio 2013, quando una determinazione dirigenziale del Servizio Giardini, con l’avallo del Municipio Roma III (oggi Municipio II), autorizza un progetto di riqualificazione che prevede la realizzazione, al centro del giardino, di un manufatto a forma quadrata che dovrebbe ospitare un asilo privato ad ore (baby parking) , uno spazio multifunzionale per feste ed eventi privati, una ludoteca privata, spazio giochi, un bagno ed un casotto uso deposito, bagno del personale, cassa, ecc. oltre alla ripiantumazione dei pini mancanti.
La cittadinanza insorge, vengono raccolte firme, promosse manifestazioni, i lavori si fermano. Il Comitato per la Difesa di Villa Massimo impugna la Determinazione e parte una vertenza amministrativa che sfocerà in un contenzioso tra il Comune e il concessionario, a oggi ancora in corso. Ma soprattutto viene fuori che la lunga serie di atti e progetti sono stati messi in essere senza il parere – obbligatorio – della Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma, che nel 2014 scrive: “….Non risulta agli atti di questo ufficio che siano stati espletati i procedimenti concernenti la definizione delle destinazioni d’uso temporanee e stabili e la concessione al privato né sono state pervenute richieste di autorizzazione paesaggistica per interventi sull’area.…I manufatti previsti, le parti pavimentate, i percorsi, gli arredi e le recinzioni costituiscono un insieme di elementi che interferiscono con la natura del giardino e di bosco del luogo, testimoniato nel corso del tempo. Pertanto si esprime parere negativo al progetto presentato che rappresenta un’alterazione sostanziale dei caratteri vincolati del luogo. Si rimane in attesa di un progetto di restauro e recupero del giardino, comprensivo di una ricerca storica, del rilievo dello stato dei luoghi, che non solo individui l’originale modellamento del terreno con i percorsi e le aiuole, la rete idrica, ma anche le specie arboree, gli arredi e elementi storicamente comprovati descrivendone lo stato, che hanno caratterizzato l’uso pubblico di questo parco”(3).
Senza addentrarci qui nelle complesse vicende legate ai ricorsi presso i tribunali amministrativi, di cui si aspettano ancora gli esiti finali (basti dire che le determine di abbattimento dei manufatti al centro del giardino, dichiarati abusivi, sono attualmente sospese), è da tenere presente, per comprendere il dibattito che si è svolto in Commissione, la richiesta, da parte del Municipio II, nell’ottobre 2016, di prendere in carico, insieme ad altre aree verdi pubbliche, anche Villa Massimo, che però, secondo lo Statuto di Roma Capitale e il Regolamento per il Decentramento, trattandosi di area vincolata, non può essere affidata al Municipio (4)
E arriviamo alla Commissione Ambiente che si è tenuta il 17 ottobre, alla presenza del Presidente Daniele Diaco, dei membri della Commissione e di altri consiglieri di maggioranza e opposizione, di rappresentanti dell’assessorato e degli uffici,e del MIBACT (Soprintendenza Belle arti e Paesaggio di Roma, mentre non era presente la Sovrintendenza Capitolina), del Presidente e dell’Assessore all’Ambiente del II Municipio, oltre a esponenti di vari comitati cittadini (inspiegabilmente assente l’Avvocatura Comunale). L’obiettivo era fare il punto della situazione rispetto al “progetto di restauro e recupero del giardino” chiesto dalla Soprintendenza nel 2014 e consegnato il 12 ottobre scorso, che è stato squadernato sul tavolo, ed è stato discusso il contenuto di una nota del 29 agosto 2017, gentilmente fornitaci dalla rappresentante della Soprintendenza, in cui il MIBACT ingiunge al Comune il pagamento di una sanzione, seppur minima (2500 euro), per dare il via ai lavori di ripristino, “come da elaborato grafico” cioè il progetto approvato e concordato (ma non pubblicato nè condiviso con i cittadini) (5)
Le nostre considerazioni.
Se non si apre villa Massimo è colpa vostra. La posizione portata avanti compattamente dalla Presidente del II Municipio Del Bello (PD), dal suo assessore all’Ambiente Fabiano e dal consigliere capitolino Orlando Corsetti (PD, in passato Presidente del Municipio ex III) è quella che a questo punto, dopo anni di chiusura del giardino, la cosa fondamentale è riaprirlo il più rapidamente possibile, e chi chiede trasparenza, condivisione, rispetto delle regole, è qualcuno che si attacca a “cavilli” per motivi strumentali. Se ne deduce che per le massime istituzioni municipali i cittadini che vogliono la riapertura del parco devono dare carta bianca al Municipio senza chiedere spiegazioni su cosa si sta decidendo.
Per risolvere i problemi si possono bypassare le regole. Da quanto affermato in Comissione rispetto al passaggio del parco vincolato dal Comune al Municipio (4), sembrerebbe che non solo si può derogare allo Statuto e al Regolamento del decentramento amministrativo del Comune di Roma, ma che lo si può fare anche senza alcuna autorizzazione formale, dato che nel corso della seduta è stato dichiarato che la consegna del giardino – sono state date le chiavi al II Municipio – non è mai stata formalizzata. Alle obiezioni dei nostri comitati sulla anomalia di tale procedura, la risposta dei rappresentanti istituzionali presenti – che dovrebbero essere i primi a rispettare e far rispettare le regole – è stata come sopra: se non si apre villa Massimo è colpa vostra che vi attaccate a cavilli.
In ballo la serietà delle istituzioni Ma il tema che ci sembra più importante riguarda alcune procedure seguite dal Municipio per la presentazione del “progetto di restauro e recupero del giardino, comprensivo di una ricerca storica, del rilievo dello stato dei luoghi, etc” prescritto dalla Soprintendenza. Che, a giudicare da alcuni atti presenti nella documentazione in possesso del Comitato per la Difesa della Pineta di Villa Massimo (ottenuta nell’ambito del procedimento del giudizio al Consiglio di Stato, a cui il comitato partecipa “ad opponendum” insieme al Comune di Roma), sembrerebbe essere stato affidato dal Municipio alla ditta concessionaria, che avrebbe provveduto a incaricare un professionista. L’ipotesi è supportata da uno scambio di corrispondenza tra il Direttore del II Municipio e la ditta: in una nota del 14.12.2016 (Prot. n. 135280 ) si chiede alla società concessionaria di: “produrre una documentazione che descriva lo stato attuale dei luoghi, certificandone e verificando l’attuale consistenza del bene .Si chiede pertanto , a codesta società di redigere un progetto, corredato anche da foto storiche del parco, che attesti quanto richiesto…” , ”a titolo gratuito”, a cui risponde il 23 dicembre 2016 la società concessionaria comunicando l’accettazione dell’incarico, “…manifestando in particolare la disponibilità della società concessionaria a redigere il progetto richiesto sulla base delle indicazioni fornite dal MIBACT-SABAP-RM con nota prot. 5646 del 28.10.2016” (Prot. CB140222). E sono agli atti alcuni elaborati che sembrano dare seguito a quanto richiesto, sottoscritti dal professionista incaricato dalla ditta. E il consigliere del II municipio Paolo Tabacchi (M5S) ha dichiarato che lui stesso ha chiesto informazioni sul presunto incarico alla ditta concessionaria durante il Consiglio del 23 marzo 2017 alla Presidente Del Bello, senza ottenere risposte dirimenti (6).
Se la circostanza fosse confermata, si tratterebbe di un’iniziativa che, sebbene non illegittima, sarebbe stata sicuramente poco opportuna, essendo il concessionario privato controparte del Comune in vari procedimenti amministrativi in corso, proprio relativi all’area in questione.
La Presidente Del Bello, nel corso della Commissione Ambiente, ha escluso con forza che il progetto consegnato al MIBACT dal Municipio sia stato predisposto dall’incaricato del concessionario – l’Assessore Fabiano ha anche affermato che la lettera di incarico alla ditta inviata dal Direttore del Municipio non ha poi avuto alcun seguito – e non siamo in grado di sapere se si tratti effettivamente del frutto del lavoro di un altro tecnico, non avendo avuto modo di analizzare adeguatamente il progetto sul tavolo della Commissione. Tuttavia a questo punto riteniamo urgente che, per trasparenza e per rispetto dei cittadini, la Presidente Del Bello e il suo assessore Fabiano rispondano ad alcune domande dirimenti, oltre a pubblicare gli elaborati del progetto, che tra l’altro era stato assicurato che sarebbe stato messo a punto con il coinvolgimento dei cittadini.
Le nostre domande alla Presidente del II Municipio:
– corrisponde al vero che il II Municipio ha affidato alla ditta concessionaria con cui sono in corso vari contenziosi, l’incarico, a titolo gratuito, di effettuare testimoniali e progetto di restauro e recupero del giardino di Villa Massimo sulla base delle indicazioni del MIBACT?
– Il progetto consegnato al MIBACT il 13.3.2017 (prot. 4891) è stato predisposto da un professionista incaricato dalla ditta concessionaria o da un altro tecnico (in questo caso incaricato – e pagato – da chi) ?
– La Presidente Del Bello, nell’ambito dell’elaborazione del progetto di restauro e recupero, ha partecipato a riunioni con rappresentanti del MIBACT e con l’incaricato dalla ditta concessionaria ?
Infine: il vero “buco nero” della questione, che non è stato chiarito nella seduta della Commissione è se, al di là degli esiti dei ricorsi amministrativi, tutto questo lavoro di progettazione per il ripristino dei luoghi comporti l’archiviazione definitiva di progetti di edificazione di manufatti privati all’interno del parco – come quelli previsti dai vari progetti “Punto Verde Infanzia” – o se alla fine, al di là della ricostruzione filologica dei viali e delle specie arboree, la Soprintendenza approverà il sorgere di cubature ad usi privati e commerciali nell’area verde.
La nostra domanda ai responsabili del MIBACT
– Il procedimento di concessione ai sensi dell’art. 57 bis del DlGs n.42/2004, oggetto della nota della Soprintendenza (5), potrebbe concludersi con l’approvazione di eventuali manufatti nella pineta? E sarebbero compatibili con “la natura del giardino e di bosco del luogo, testimoniato nel corso del tempo” o rappresenterebbero “un’alterazione sostanziale dei caratteri vincolati del luogo“? In buona sostanza: la Soprintendenza intende far valere il vincolo e quindi bocciare comunque qualunque progetto che preveda la costruzione di manufatti nel giardino, o lascia aperta la possibilità che strutture come quelle parzialmente edificate senza concessione edilizia, ancora presenti nell’aerea continuino, magari in altra forma, a occupare spazio pubblico e a deturpare il parco storico?
Ci appelliamo al Presidente e ai membri della Commissione Ambiente perchè le istituzioni rispondano alle domande dei cittadini e venga fatta la più totale chiarezza sulla vicenda. E anche perchè venga reso pubblico il progetto presentato al MIBACT.
Come andrà a finire?
Ci auguriamo, alla fine, di non trovarci davanti a un film che conosciamo bene: poichè non ci sono soldi pubblici per la risistemazione – al momento ci sono solo per abbattere gli alberi pericolanti, ma in Commissione si è parlato di finanziamenti europei – si devono cercare fondi da privati, che però devono recuperare gli investimenti con concessioni, compensazioni edificatorie ecc ecc ecc. Attestando definitivamente la privatizzazione di uno spazio pubblico, che da anni i cittadini cercano di difendere.
A futura memoria, evochiamo il mesto “Punto Verde Infanzia” di Piazza Giovanni Winckelmann, nello stesso Municipio: laddove c’era un giardinetto destinato a verde pubblico, oggi c’è un agglomerato di giostre e casette di plastica gestiti da un privato, in buona parte a pagamento.
Anna Maria Bianchi e Thaya Passarelli
POST SCRIPTUM: Queste riflessioni riguardano la parte del parco, perchè nella riunione della Commissione non si è affrontato tutto il capitolo del ristorante, a proposito del quale la rappresentante del MIBACT ha ricordato che con nota n.6721 del 4.4.2017 [6 mesi fa NDR] ha comunicato “la necessità di un ulteriore accertamento e precisamente la legittimità della cosiddettta Casina dei Pini, in quanto non risultano pervenuti a questo ufficio i condoni citati, di cui si resta ancora in attesa“ [ il grassetto è nel documento consegnatoci dalla rappresentante NDR]
POST SCRIPTUM 2 : Desta serie preoccupazioni nei cittadini il fatto che – come emerso nella riunione – sia previsto l’abbattimento di altri 14 pini (per motivi di incolumità pubblica) ma che non sia stato esplicitato da nessuno dei presenti comee quando si intenda procedere alla ripiantumazione delle alberature mancanti. Cosa rimarrà della storica pineta di Villa Massimo?
Siamo a disposizione per pubblicare osservazioni e precisazioni, nonchè le risposte che perverranno: laboratoriocarteinregola@gmail.com
* Vai alla scheda Villa Massimo, II Municipio, Punto Verde Infanzia aggiornata al 20 ottobre
(1) Dal sito del Comune (informazioni pubblicate il 15/06/2016, in seguito all’accesso civico di Carteinregola)
PUNTI VERDI INFANZIA
Con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 197 dell’08 agosto 1998 è stato approvato il “Regolamento per la concessione di aree pubbliche per attività di spettacolo viaggiante e parchi di divertimento”, ai sensi dell’art. 9 della L. 18 marzo 1968, n. 337 unitamente al Piano di settore, riguardante l’individuazione delle aree disponibili di proprietà comunale destinate allo svolgimento di attività di spettacolo viaggiante.In esecuzione della predetta deliberazione C.C. n. 197/1998 con Determinazione Dirigenziale n. 267 del 05 maggio 1999 è stato approvato il bando di gara per la realizzazione e gestione dei Punti Verde Infanzia.
P.V.I. 2.2 “Villa Ada”;
P.V.I. 2.4 “Piazzale delle Muse”;
P.V.I. 3.2 “Villa Massimo”;
P.V.I. 3.3 “Piazza Giovanni Winckelmann”;
P.V.I. 4.1 “Via Corrado Alvaro”;
P.V.I. 6.1 “Parco Domenico Taverna”;
P.V.I. 10.1 “Parco Tarquinio Collatino”;
P.V.I. 11.3 “Parco Via Salvatore di Giacomo”;
P.V.I. 13.4 “Parco XXV Novembre 1884”;
P.V.I. 19.1 “Parco Suor Celestina donati”.
(2) la convenzione in realtà era sottoscritta con due soggetti privati; nel 2010 l’attuale concessionario è subentrato all’altro soggetto anche per la parte delle giostre
(3) scarica VillaMassimo trascrizione vincolo pdf) scarica richiesta a soprint. paesaggistica e risposta )
“Il parco di Villa Massimo, di proprietà comunale, in quanto bene sottoposto a un duplice regime di tutela, è soggetto al parere obbligatorio e vincolante dei competenti organi ministeriali di settore non solo per le autorizzazioni ai lavori di qualunque genere (sia per gli aspetti riguardanti l’art.21 c.4, con l’autorizzazione rilasciata dal MIBACT, sia per gli aspetti normati dall’art.146 con l’autorizzazione rilasciata dalla Regione o enti subdelegati) ma anche per la definizione delle destinazioni d’uso temporanee e stabili (art.20 e 21), e per la gestione del bene e le concessioni ai privati (art.57 bis e art.106. )… Si precisa che l’area è vincolata ai sensi dell’art.136 del Dlgs 42/04, in forza delle legge 778 del 1922, che ha considerato l’area di notevole interesse con un decreto del 23 febbraio 1927, riconoscendo la non comune bellezza naturale della pineta di Villa Massimo….Non risulta agli atti di questo ufficio che siano stati espletati i procedimenti concernenti la definizione delle destinazioni d’uso temporanee e stabili e la concessione al privato né sono state pervenute richieste di autorizzazione paesaggistica per interventi sull’area.…I manufatti previsti, le parti pavimentate, i percorsi, gli arredi e le recinzioni costituiscono un insieme di elementi che interferiscono con la natura del giardino e di bosco del luogo, testimoniato nel corso del tempo. Pertanto si esprime parere negativo al progetto presentato che rappresenta un’alterazione sostanziale dei caratteri vincolati del luogo. Si rimane in attesa di un progetto di restauro e recupero del giardino, comprensivo di una ricerca storica, del rilievo dello stato dei luoghi, che non solo individui l’originale modellamento del terreno con i percorsi e le aiuole, la rete idrica, ma anche le specie arboree, gli arredi e elementi storicamente comprovati descrivendone lo stato, che hanno caratterizzato l’uso pubblico di questo parco.”
(4) l’art. 26, comma 9 lettera f) della Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 8 del 7.3.2013, recante lo Statuto di Roma Capitale,DACDelib.N.8.del.07.03.2013 statuto Roma Capitale, stabilisce che la gestione delle attività e dei servizi relativi alla manutenzione delle aree verdi di interesse locale, con esclusione delle aree archeologiche, dei parchi e delle ville storiche sia affidata ai Municipi; l’art. 69 del Regolamento del Decentramento Amministrativo vigente REG_dec_amm Romaattribuisce alla competenza dei Municipi la realizzazione di interventi di progettazione e di manutenzione su aree verdi di quartiere, di vicinato e di arredo urbano, di superficie non superiore a 20.000 mq, con esclusione delle aree sottoposte a vincolo. I cittadini si chiedono allora, come può la Pineta di Villa Massimo – su cui vige il vincolo di bellezza naturale D.M. 23 febbraio 1927 ex Legge 778 del 1922 – essere ricompresa se l’area è vincolata anche ai sensi dell’art. 136 del dlgs 42/04?
(5) la nota del 29 8 2017 (prot. 23618), inviata dal MIBACT Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Artie Paesaggio di Roma, ha per oggetto: Roma Municipio II (ex III) Pineta di Vialla Massimo in via di Villa Massimo e Via Ravenna (Giardino Giuseppe De Meo) NCEU Foglio 588 particelle 467 (Giardino) e 111(Casina dei Pini). immobile tutelato ai sensi dell’art. 10 co. 1 del DLgs 22 01 2004 n.42 m e ss.mm.ii, Parte Seconda; Richiedente: Roma Capitale -Municipio II. proprietà: catasto del Verde Roma capitale.
Progetto di ripristino dello stato originario dei luoghi e attestazione della legittimità e consistenza del bene del Demanio Comunale, ai fini dell’avvio del procedimento di concessione ai sensi dell’art. 57 bis del DlGs n.42/2004. Opere eseguire in difformità.
(6) Estratto dal Verbale del Consiglio del Municipio II n. 20 del 23 marzo 2017, gentilmente messoci a disposizione dal Consigliere Tabacchi
Nel resoconto del dibattito successivo riportato dal verbale, numerosi consiglieri di maggioranza e opposizione chiedono alla Presidente Del Bello e al suo assessore una riposta chiara in merito alle circostanze del progetto di risistemazione – chi ha autorizzato il direttore tecnico a chiedere il progetto al concessionario, chi elaborerà il progetto – senza tuttavia ottenere una dichiarazione dirimente. Anche in quella circostanza si pone l’accento sulla necessità di riaprire il giardino, e si assicura che il progetto verrà elaborato dal Municipio, senza che la Presidente fornisca dettagli sul chi, come, quando procederà alla stesura del progetto: “interviene la Presidente Del Bello dicendo che era a conoscenza della lettera [quella del direttore alla società concessionaria del 4.12.2016 Prot. n. 135280 ] e ribadendo che amministrazione comunale e municipale redigeranno e presenteranno alla Soprintendenza il progetto di riqualificazione dell’area verde, per cui ciò sta a significare che la lettera in questione non ha avuto seguito e che non vi è nulla da nascondere“