2) VILLA ADA E LA VIA SALARIA, IL TRACCIATO DELLA SALARIA VETUS, L’ANTICA ANTEMANE
Autore : Redazione
VILLA ADA E LA VIA SALARIA
Scheda a cura di Ivana Blasco
La Via consolare Salaria costeggia Villa Ada da Via Panama a Via del Foro Italico.
La Salaria era la più antica via che usciva da Roma, dalla Porta Collina delle Mura Serviane del VI secolo a.C. e poi sostituita dalla Porta Salaria (1) delle Mura Aureliane ed era la principale comunicazione per il territorio sabino e consentiva a sabini e reatini di arrivare a Roma a rifornirsi del sale prodotto nelle saline alla foce del Tevere. Nella prima parte costeggiava il Tevere, poi andava verso il reatino e prolungata fino all’Adriatico a Porto D’Ascoli. Come le altre consolari era stata fiancheggiata da una vasta antica necrepoli, vari sepolcreti, l’ipogeo di Via Livenza (2), il mausoleo di Lucio Peto (4), il cimitero ipogeo di Massimo (5) e quello di Trasone (6), la catacomba dei Giordani (7) e quella di Via Anapo (8); nel ‘700 dalla fastosa Villa Albani (3) e dal suo giardino all’italiana.
Sulla Salaria all’altezza di Via Arbia, posizionata di fronte all’ingresso della Villa Ada (10) si incontra la Palazzina del cardinale Filomarino (9) che diventò una mescita e poi una osteria all’inizio del ‘900. Più avanti l’ingresso delle catacombe di Priscilla (11), di notevole importanza ed estensione per le numerose sepolture di papi, dopo l’editto di Costantino.
Sulla collina (m. 60) sorgeva Antemnae, una delle più antiche città del Lazio, che fu conquistata da Romolo; aveva poderose mura difensive e un tempio arcaico dedicato probabilmente a Giunione Lanuvina. La cittadina declinò tanto che divenne la base di una grande villa verso il I secolo a.C.
Antemnae (dal latino ante amnes, “davanti ai fiumi”) era città sabina del Latium vetus di origine greca conquistata poi dagli Aborigeni, identificata sul monte omonimo all’interno di Villa Ada, alla confluenza tra i fiumi Tevere ed Aniene. Capitale del popolo degli Antemnati e inclusa da Plinio il Vecchio nella sua lista di città scomparse. Virgilio la cita come una delle cinque città che presero le armi contro i troiani, Silio Italico come più antica di Crustumini. Dionigi di Alicarnasso infine racconta che la città fu fondata dagli Aborigeni in conseguenza del rito della primavera sacra.
I Romani assaltarono ed occuparono la città, dopo che gli Antemnati, a seguito dell’episodio del ratto delle Sabine, stavano razziando il territorio di Roma, approfittando dell’assenza dei romani impegnati nello scontro con i Ceninensi. Dopo il vittorioso scontro Romolo vi inviò 300 coloni romani trasferendo gli antemnati a Roma.
Secondo Plinio il Vecchio la città fu sottomessa da Romolo dopo la sconfitta del suo re Tito Tazio, associato poi al regno romano. Citata nell’Eneide di Virgilio tra le cinque città che prepararono le armi per la guerra contro Enea. Prospera alla fine del IV secolo a.C., ma poi verso la fine della repubblica Strabone la ricorda tra le antiche città del Lazio ridotte a semplici villaggi o tenute agricole.
La città, divenuta avamposto romano, fu fortificata. In età tardo-arcaica e repubblicana vi fu un tempio dedicato a Giunone e vi è stata rinvenuta un’antefissa con un elmo realizzato con elementi bovini, oggi esposto al Museo Nazionale Romano. Il sito archeologico, all’interno di Villa Ada, è stato in gran parte distrutto a seguito della costruzione del forte Antenne, tra il 1877 e il 1891. La sua prima identificazione si deve ad Antonio Nibby.
Le mura della città, datate tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C., erano realizzate in cappellaccio tramite opus quadratum. Dell’abitato si conoscono diverse fondazioni in tufo e delle coperture in tegola.
Sarebbero noti anche degli impianti idraulici, anche se una cisterna è stata distrutta durante i lavori ottocenteschi.
Nel III secolo d.C. la villa decade e sulle alture di Antemnae, un secolo dopo, si accampano i Goti di Alarico che si apprestavano a conquistare Roma. Ci vorrà più di un millennio prima di avere una traccia di cosa stesse succedendo in quei luoghi che entrano a far parte della Tenuta di Ponte Salario e sono oggetto, nel Settecento e nell’Ottocento di indagini per il recupero di materiale artistico antico.
Al centro della collina ora c’è dal 1878 il forte Antenne (12), realizzato come una delle difese del campo trincerato di Roma. La collina è stata anche cava di materiale da costruzione.
Oltre su via di Ponte Salario la moschea (13) ed il ponte Salario (14) dalla travagliata storia: scontro con i Galli nel 394 a.C., Vitige nel 537, Totila e i restauri di Giustiniano, i Longobardi, ed era fortificato con due torri di guardia. Nella battaglia di Mentana del 1867 fu fatto saltare dalle truppe pontificie; ricostruito nel 1874 e allargato nel 1930. Poco oltre la Torre Salaria (15) che sorge su un sepolcro romano.
(testo e piante tratti da “Via Salaria” di G. Alvino ed. I.P.Z.S., Enciclopedia Treccani on line, Wikipedia, Roma2pass-Amuse).
IL TRACCIATO DELLA SALARIA VETUS E L’ANTICA ANTEMNAE
a cura del Gruppo Archeologico Romano, coordinamento Federico Gentile
Scheda realizzata da Gruppo Archeologico Romano, Federico Gentile.
Scheda realizzata da Gruppo Archeologico Romano. Federico Gentile.