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5 domande ai candidati 2022, le risposte di Enzo Foschi (coalizione centro sinistra – PD)

Pubblichiamo le risposte di Enzo Foschi, vice presidente del PD del Lazio, candidato al collegio uninominale per la CAMERA CIRCOSCRIZIONE LAZIO 1 – U02 Municipi III e IV.

1. Autonomia differenziata

DOMANDE

Quale il suo parere su questa decisiva materia tanto importante quanto poco conosciuta e dibattuta? Ritiene opportuno che le competenze a legislazione concorrente e alcune di quelle attribuite allo Stato siano affidate alle Regioni? In caso affermativo quali materie in particolare e con quali motivazione?

RISPOSTA

L’autonomia regionale differenziata va ripensata perché si tratta di una misura iniqua sotto ogni punto di vista. La pandemia ci ha mostrato in maniera plastica i limiti di questa concezione quasi secessionista. Ogni Regione si è mossa in maniera autonoma, con il risultato che, a livello nazionale, era praticamente impossibile riuscire a coordinare le azioni necessarie a gestire in maniera chiara e coerente tutto il Paese.

Immaginiamo cosa potrebbe voler dire applicare lo stesso strumento a materie importanti come l’istruzione e la tutela dell’ambiente o dei beni culturali, creando confusione e ampliando ancora le disuguaglianze nel nostro Paese. Uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare.

La scuola è il primo luogo, e forse quello più importante, dove si possono iniziare a combattere le disuguaglianze, non soltanto tra i bambini e le bambine di una stessa classe ma anche tra gli studenti e le studentesse delle diverse regioni: e quindi tra le cittadine e i cittadini di domani.

E lo stesso vale per la tutela ambientale: in un momento in cui serve, necessariamente, unire le forze con altri Paesi, noi cosa facciamo? Dividiamo il nostro e diamo risposte diverse a un tema mondiale sulla base delle nostre regioni? Mi sembra davvero paradossale.

  1. Legge rigenerazione urbana

DOMANDE

È assai probabile che il nuovo Parlamento tornerà in tempi brevi sull’argomento: quali dovrebbero essere i contenuti qualificanti di una legge sulla rigenerazione urbana? Una componente non marginale su cui si aprirà in confronto potrà riguardare il sistema degli incentivi che indirizzano gli interventi nelle diverse aree delle città: li considera indispensabili e in caso affermativo quali considera ammissibili? Ritiene che i centri storici, che costituiscono nella loro interezza la memoria e i riferimenti condivisi di una comunità, debbano avere particolari tutele, ad esempio rispetto agli interventi di demolizione e ricostruzione, i premi di cubatura e i cambi di destinazione?

RISPOSTA

Siamo a favore sulla legge di rigenerazione urbana perché si tratta di un’opportunità di crescita e di sviluppo delle città con un approccio diverso, non più basato sulle nuove costruzioni ma sul ripensamento di quanto già esistente. Questo processo va guidato sapientemente per far sì che possano trarne giovamento tutte le cittadine e tutti i cittadini, mettendo le città al riparo da processi speculativi che arricchiscono pochi e danneggiano molti, e questo vale anche per i centri storici. È necessario intervenire, soprattutto per renderli più sicuri e vivibili per le persone che ci abitano, scongiurando la desertificazione abitativa che ha colpito diversi centri storici in cui questi processi non sono stati governati.

L’aspetto caratteristico e tipico dei centri storici, non si trova soltanto nelle architetture che li costituiscono ma anche nelle attività commerciali e gli spazi di socialità che li rendono vivi e pulsanti e queste realtà vanno tutelate. Altrimenti si rischia di trasformare i centri storici in vuote quinte teatrali. Questa non sarebbe rigenerazione urbana ma alienazione urbana

3. Concessioni balneari

DOMANDE

Tra le principali novità introdotte dal decreto concorrenza  c’è il rispetto  di un adeguato equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge libere/libere con servizi:  è disposto a sostenere  la richiesta delle  associazioni dei cittadini che sia fissato il criterio di almeno il 50 % di spiagge libere/libere con servizi per ciascun comune?

Nella citata  Legge per il mercato e la concorrenza 2021 è contenuta una frase che sembra aprire margini di tolleranza alle occupazioni e opere abusive sulle spiagge. Pensa che anche chi ha realizzato abusi  – cioè commesso reati [7]– sulle aree demaniali debba poter  partecipare alle gare per le nuove concessioni ?

RISPOSTA

Le spiagge sono demanio pubblico. Ciò significa che appartengono alla comunità ed è la comunità che le affida in concessione. Partendo da questo presupposto, io sono assolutamente favorevole al criterio che almeno il 50% delle spiagge siano libere o libere ma attrezzate dal comune e quindi sosterrò con forza questa battaglia.

E anche nel caso dei manufatti abusivi, concordo con l’idea che vadano abbattuti, sia per questioni di sicurezza sia perché si tratta di una condizione non più tollerabile. Per quanto riguarda i muri che impediscono la vista, torniamo al discorso iniziale: si tratta di demanio pubblico per cui è di tutte e di tutti, anche di quelle persone che purtroppo non possono accedere alle spiagge e possono vedere il mare solo da lontano. È una questione di civiltà.

4. Gioco d’azzardo

DOMANDE

Con 111 miliardi di puntate di denaro raccolto nei 51 giochi d’azzardo in concessione, cosa si intende fare nella prossima legislatura? Qual è il livello minimo inderogabile di prelievo fiscale sui giochi da porre?

Quale peso ‘intende riconoscere ai comuni per contenere e regolamentare il gioco d’azzardo? Ritiene che il distanziamento di slot e videolottery in bar, tabaccherie e sale gioco da luoghi sensibili come scuole, centri anziani, chiese  e ospedali sia una misura necessaria per la prevenzione e il contrasto  al GAP?

Come contrastare (se si ritiene di contrastare, beninteso) l’espansione del gioco d’azzardo online?

RISPOSTE

La questione del gioco d’azzardo è spesso affrontata in termini economici. Chi lo sostiene, ritiene che crei posti di lavoro e che garantisca un’entrata per le casse dello stato. Ma ci si chiede, invece, quante persone finiscano sul lastrico a causa del gioco d’azzardo? Ci si domanda mai quanto lo stato spenda per curare le persone affette da ludopatia?

Quindi io porrei al centro la questione delle persone e bisogna da un punto di vista che metta prima la questione sociale e che guardi a quella economica, non considerando solo i potenziali effetti positivi immediati ma anche quelli negativi a lungo termine. Non è certo un caso che i locali di gioco d’azzardo si concentrino prevalentemente nelle zone più disagiate dove le persone non hanno prospettive e sperano in un colpo di fortuna che invece spesso è un colpo di grazia per loro stessi e per le loro famiglie e questo non è tollerabile.

Siccome conosciamo i rischi del gioco d’azzardo, dobbiamo contrastarne questi effetti pericolosi e quindi questi luoghi devono stare il più lontano possibile dai luoghi sensibili che possono intercettare persone che già hanno diverse fragilità.

Per l’online, la questione è forse ancora più complicata perché non ci sono spazi fisici su cui intervenire e sappiamo che il mondo virtuale risulta più complesso da governare. Questo non deve però spaventarci e possiamo trovare le soluzioni, ad esempio limitando la quantità di denaro utilizzabile da ciascun utente a livello quotidiano, magari inserendo criteri seri di autenticazione.

Legge consumo di suolo

DOMANDE

Quale finalità intende sostenere rispetto al consumo di suolo: contenimento o azzeramento con alcune motivate eccezioni? Delle varie proposte di legge che attualmente giacciono in Parlamento, quale ritiene più valida? Una proposta di legge del 2016 prevedeva di affidare alle Regioni il compito di adottare “opportuni criteri, parametri e percentuali di riduzione del consumo di suolo coerenti con l’obiettivo […], da articolare a scala comunale o per gruppi di comuni, sia in termini di direttive per la pianificazione, sia in termini di disposizioni immediatamente operative…”: ritiene che un intervento così decisivo per la sostenibilità del Paese possa essere gestito – in modo oltretutto diversificato – dalle Regioni? Se dovesse prevalere quest’ultima opzione quali dovebbero essere le misure per consentire con scadenze temporali certe l’applicazione della nuova normativa e quali i limiti invalicabili a cui Comuni e Regioni dovrebbero sottostare?

RISPOSTA

Di suolo ne abbiamo consumato abbastanza negli anni e questo approccio predatorio nei confronti della natura si sta rivelando un boomerang. Se vogliamo fare l’esempio delle città, peggiora la qualità della vita delle persone che abitano sempre più lontano dal centro e che impiegano ore del proprio tempo per raggiungere la scuola, il lavoro, un cinema. La popolazione non cresce ma le città si allargano, migliaia di persone sono senza casa e abbiamo migliaia di appartamenti vuoti. Queste condizioni assurde vanno affrontate.

E se invece parliamo delle zone rurali, il cambiamento climatico ci sta mostrando che il consumo di suolo che abbiamo fatto fino ad oggi, non è sostenibile dalla natura. E non si tratta di uno slogan ma di un dato di fatto. Perché le alluvioni sono sempre più frequenti, sempre più ingenti i danni che comportano e sempre più numerose le persone che muoiono.

Non c’è più tempo, davvero.

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

20 settembre 2022

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