5 domande ai candidati 2022, le risposte di Marta Leonori (centrosinistra PD)
Autore : Redazione
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Marta Leonori, nella lista PD al collegio multinominale 1 del Senato, che include tutto il territorio della Capitale e i comuni di Fiumicino e Ciampino (Marta Leonori ha aderito alla Carta del candidato traparente, le informazioni si trovano qui)
- AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA
DOMANDE:
Quale il suo parere su questa decisiva materia tanto importante quanto poco conosciuta e dibattuta? Ritiene opportuno che le competenze a legislazione concorrente e alcune di quelle attribuite allo Stato siano affidate alle Regioni? In caso affermativo quali materie in particolare e con quali motivazione?
RISPOSTA:
Sono favorevole alla concessione di nuovi ambiti e condizioni di autonomia alle Regioni, ma solo all’interno di un recinto di criteri sui quali non si può derogare. Una legge quadro deve contenere, ad esempio, una definizione precisa dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, affinché non ci siano differenziazioni territoriali nell’erogazione di servizi che fanno parte del bagaglio dei diritti civili e sociali di ogni cittadino. Inoltre vanno riequilibrati i criteri di destinazione delle risorse, ad esempio superando il concetto di “spesa storica” e redistribuendo le risorse attraverso i fondi di perequazione infrastrutturale. Da questa attribuzione di autonomie, naturalmente, restano esclusi settori fondanti del diritto di cittadinanza come l’istruzione.
2. LEGGE RIGENERAZIONE URBANA
DOMANDE:
È assai probabile che il nuovo Parlamento tornerà in tempi brevi sull’argomento: quali dovrebbero essere i contenuti qualificanti di una legge sulla rigenerazione urbana? Una componente non marginale su cui si aprirà in confronto potrà riguardare il sistema degli incentivi che indirizzano gli interventi nelle diverse aree delle città: li considera indispensabili e in caso affermativo quali considera ammissibili? Ritiene che i centri storici, che costituiscono nella loro interezza la memoria e i riferimenti condivisi di una comunità, debbano avere particolari tutele, ad esempio rispetto agli interventi di demolizione e ricostruzione, i premi di cubatura e i cambi di destinazione?
RISPOSTA
Ritengo che una buona base di partenza per regolamentare gli interventi di rigenerazione urbana possa essere la legge che la Regione Lazio ha approvato la scorsa legislatura e regolamentato in questo quinquennio, ovvero la Legge Regionale n.7 del 18 luglio 2017. Nello specifico qualunque nuovo intervento da parte del parlamento sulla materia dovrebbe delegare gli interventi ai comuni, ma all’interno di una regolamentazione chiara e stringente, specie sulla tipologia degli interventi e sui limiti massimi di premialità che un comune può applicare. All’interno di questa cornice i comuni potranno riqualificare le aree degradate mantenendo la loro funzione quando eterogenea, completando opere pubbliche incompiute e incentivando gli interventi privati su edifici degradati o incompiuti e migliorandone la sicurezza statica, l’antisismicità e l’efficienza energetica. Così come previsto nel Lazio, ritengo che gli incentivi sulle costruzioni private non possano superare il limite del 20% della cubatura per un massimo di 70mq. Gli incentivi ovviamente dovranno essere applicabili solo a edifici esistenti e legittimamente realizzati, senza nessuna deroga. I centri storici hanno bisogno a mio parere di una salvaguardia maggiore, con limiti e vincoli più stringenti e gli interventi per il mantenimento e la conservazione potranno essere incentivati solo dal punto di vista fiscale, senza nessun tipo di premialità. In Parlamento è stata già presentata una proposta di legge del Partito Democratico, che contiene buona parte di questi principi e che potrebbe essere una buona base di partenza per la regolamentazione della rigenerazione urbana.
3. CONCESSIONI BALNEARI
DOMANDE:
Tra le principali novità introdotte dal decreto concorrenza c’è il rispetto di un adeguato equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge libere/libere con servizi: è disposto a sostenere la richiesta delle associazioni dei cittadini che sia fissato il criterio di almeno il 50 % di spiagge libere/libere con servizi per ciascun comune?
Nella citata Legge per il mercato e la concorrenza 2021 è contenuta una frase che sembra aprire margini di tolleranza alle occupazioni e opere abusive sulle spiagge. Pensa che anche chi ha realizzato abusi – cioè commesso reati– sulle aree demaniali debba poter partecipare alle gare per le nuove concessioni ?
RISPOSTA
Innanzitutto ritengo che nella regolamentazione delle concessioni balneari sia necessario istituire una quota comunale di spiagge libere con o senza servizi. La quantificazione della quota sarà una delle sintesi necessarie tra le varie istanze di un settore che ha una evidenza pubblica innegabile. Ritengo inoltre che i decreti di attuazione della normativa europea dovranno prevedere bandi di gara per ogni concessione che giunge a scadenza, prevedendo nei nuovi bandi – oltre al divieto di partecipazione a chi ha commesso abusi – criteri certi di valutazione per i concessionari uscenti rispetto al lavoro svolto in favore della sostenibilità sociale e ambientale, in modo da misurare gli standard qualitativi dei servizi offerti valorizzando l’esperienza professionale. Infine ritengo che sia necessario fissare regole certe per i nuovi concessionari in materia di salvaguardia del bene pubblico, qualità dell’offerta e accessibilità.
4. GIOCO D’AZZARDO
DOMANDE:
Con 111 miliardi di puntate di denaro raccolto nei 51 giochi d’azzardo in concessione, cosa si intende fare nella prossima legislatura? Qual è il livello minimo inderogabile di prelievo fiscale sui giochi da porre?
Quale peso ‘intende riconoscere ai comuni per contenere e regolamentare il gioco d’azzardo? Ritiene che il distanziamento di slot e videolottery in bar, tabaccherie e sale gioco da luoghi sensibili come scuole, centri anziani, chiese e ospedali sia una misura necessaria per la prevenzione e il contrasto al GAP?
Come contrastare (se si ritiene di contrastare, beninteso) l’espansione del gioco d’azzardo online?
RISPOSTA
Come Regione Lazio ci siamo impegnati a fondo contro il gioco d’azzardo patologico (GAP), intervenendo con una legge apposita, non solo nel distanziamento dei centri di gioco da luoghi sensibili, ma anche nell’istituire e finanziare centri per l’ascolto e la cura delle ludopatie, oltre allo stanziamento per combattere l’eccessivo indebitamento conseguente alla ludopatia. Nella legge i comuni hanno la possibilità di inasprire le restrizioni minime, limitando a loro discrezione la presenza di sale slot, così come sono previsti incentivi per i comuni che decideranno di non concedere sul proprio territorio nessun tipo di licenza per slot e videolottery in bar e tabaccherie o sale gioco.
5. LEGGE CONSUMO DI SUOLO
DOMANDE:
Quale finalità intende sostenere rispetto al consumo di suolo: contenimento o azzeramento con alcune motivate eccezioni? Delle varie proposte di legge che attualmente giacciono in Parlamento, quale ritiene più valida? Una proposta di legge del 2016 prevedeva di affidare alle Regioni il compito di adottare “opportuni criteri, parametri e percentuali di riduzione del consumo di suolo coerenti con l’obiettivo […], da articolare a scala comunale o per gruppi di comuni, sia in termini di direttive per la pianificazione, sia in termini di disposizioni immediatamente operative…”: ritiene che un intervento così decisivo per la sostenibilità del Paese possa essere gestito – in modo oltretutto diversificato – dalle Regioni? Se dovesse prevalere quest’ultima opzione quali dovrebbero essere le misure per consentire con scadenze temporali certe l’applicazione della nuova normativa e quali i limiti invalicabili a cui Comuni e Regioni dovrebbero sottostare?
RISPOSTA
Anche considerando eventi recenti e comunque ciclici legati al cambiamento climatico, come le alluvioni e le frane, il problema dell’impermeabilizzazione del terreno attraverso gli insediamenti urbani necessita di un intervento urgente. Personalmente propenderei per un azzeramento del consumo di suolo, con pochissime eccezioni. Esiste una proposta di legge, presentata dal Partito Democratico, sulla quale il nuovo Parlamento dovrebbe partire ponendo immediatamente il tema al centro del dibattito. E’ una materia sulla quale a mio parere ogni delega alle regioni deve avvenire all’interno di un severo sistema di limitazioni.
Dobbiamo partire dal presupposto che il suolo è una risorsa non rinnovabile e per questo bene comune. La sua salvaguardia passa attraverso il principio fondamentale che qualunque piano urbanistico futuro debba fondarsi sulla rigenerazione urbana e sul riuso di suolo già urbanizzato, con la conseguente valorizzazione agricola dei terreni e l’utilizzo agroforestale di quelli incolti o abbandonati. Ulteriore vantaggio dell’applicazione di questi principi in una legge quadro consisterebbe anche in un primo importante tassello di quell’importante piano di contrasto al dissesto idrogeologico che rappresenta ancora la più grande e importante opera pubblica della quale davvero il nostro Paese non può più fare a meno.
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
23 settembre 2022