Riparte il futuro: così misuriamo la corruzione
Autore : Redazione
Pubblichiamo i risultati del report di Riparte il futuro presentati alla Camera dei Deputati con Boldrini, Ielo e Emmott. In calce il comunicato in seguito all’iniziativa “TERMOMETRO DELLA CORRUZIONE IN ITALIA 2016” (Scarica il report Il Termometro della corruzione in Italia 2017 il termometro 201704 )
(Il documento in sintesi)Un Paese corrotto non è affidabile per gli investitori, italiani e stranieri, e perde di conseguenza opportunità di fare business e creare nuovi posti di lavoro. A farne le spese sono soprattutto i giovani disoccupati che pagano il prezzo più alto. Inoltre la corruzione alimenta l’inefficienza dei servizi, aggrava il peso della crisi economica, indebolisce la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e mina il concetto stesso di Stato di diritto, solo per citare alcuni dei danni che pesano su tutta la società.
Le conseguenze della corruzione sono sotto gli occhi di tutti, ma quanto è grande esattamente il fenomeno e come possiamo quantificarlo?
Oggi l’Italia è percepita ancora, non solo dai cittadini ma anche dagli investitori stranieri, dalle imprese e dagli studiosi, come un Paese con un alto tasso di corruzione. Per capire veramente le dimensioni del fenomeno e cercare di sconfiggerlo abbiamo bisogno di strumenti attendibili che lo misurino. Solo se riusciremo a misurare in modo apprezzabilmente affidabile la corruzione potremo capire in che modo e dove si diffonde e quali possono essere le soluzioni per contrastarla.
Tuttavia, misurare la corruzione è di per sé estremamente difficile proprio perché il problema ha una natura sommersa e illegale.
Il Termometro della corruzione si avvale di diversi metodi utili a misurare in via approssimativa il fenomeno nei Paesi dell’Unione Europea (UE) e nelle regioni italiane ed esamina il rapporto che c’è tra la corruzione e alcuni indicatori di efficienza e trasparenza delle istituzione pubbliche, concentrandosi sul caso italiano. In questo modo il Termometro offre una valutazione inedita dell’impatto della corruzione sulla nostra società e permette di identificare i punti strategici su cui è necessario agire per contrastarla.
Analizzando questi indicatori o proxy (ad esempio il livello di clientelismo, la trasparenza delle decisioni pubbliche, la semplicità di fare business, lo sviluppo e la performance in campo digitale) osserviamo che risultano fortemente correlati alla diffusione di tangenti e malaffare. I numeri parlano chiaro soprattutto in un Paese come l’Italia, che si colloca in fondo alle graduatorie per ciascuno di questi indicatori: a un più alto livello di corruzione corrisponde un minore progresso digitale, una minore semplicità di fare business (e perciò maggiore disoccupazione), rapporti più difficili con la Pubblica Amministrazione e minore efficienza del sistema giudiziario, solo per citare alcuni aspetti della ricerca affrontata con il Termometro.
Combattere la corruzione è un passo indispensabile per l’Italia.
Riparte il futuro lavora quotidianamente per raggiungere questo obiettivo, impegnandosi su più fronti e cercando di migliorare dal basso molti dei punti deboli del Paese. Nell’appendice di questo report sono illustrate le principali campagne in corso tra cui #vocidigiustizia per la protezione del whistleblowing, #occhiaperti per la regolamentazione del lobbying, #saichivoti per la trasparenza delle elezioni.
Solo cercando di sconfiggere la corruzione, l’Italia potrà riacquistare la credibilità necessaria per attrarre capitali, italiani e stranieri, aumentare la produttività, ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, e creare nuove opportunità di lavoro soprattutto per le nuove generazioni.
COMUNICATO
Roma, 25 maggio 2017 – E’ stato presentato oggi alla Camera “Il Termometro della Corruzione”, il nuovo report dell’associazione Riparte il futuro che propone una strada inedita per valutare l’impatto della corruzione sul nostro Paese, rispetto agli altri Stati membri dell’Ue. Oltre alla Presidente della Camera, sono intervenuti nel dibattito anche il Procuratore aggiunto della Procura di Roma Paolo Ielo e il già direttore dell’Economist Bill Emmott.
L’Italia è malata di corruzione ma offrire una misura precisa del problema ad oggi risulta impossibile poiché si tratta di un fenomeno sommerso e per sua natura non quantificabile. L’associazione prende dunque in esame la correlazione che intercorre tra la corruzione e alcuni indicatori di efficienza del sistema giuridico ed economico e di trasparenza delle Istituzioni per valutare l’impatto di tangenti e malaffare e suggerire delle soluzioni per “curare la febbre dell’Italia”. Il Termometro di Riparte il futuro utilizza come base di misurazione il livello di corruzione percepita (CPI) di Transparency International e lo pone in correlazione con diversi indicatori relativi all’efficienza e alla trasparenza delle Istituzioni e del sistema giudiziario italiano, nonché con il Global Competitiveness Report (GCR), che misura il livello di competitività dell’economia dei paesi del mondo.
Riparte il futuro a Montecitorio (foto ambm)
Il Termometro si propone inoltre di misurare il grado di corruzione a livello locale mettendo in relazione CPI e l’European Quality of Government Index (EQI).
I risultati emersi evidenziano importanti correlazioni.
Ad esempio il livello di clientelismo tratto dal GCR misura la propensione dei governi a favorire specifici soggetti o aziende tramite l’assegnazione di commesse e appalti o facilitando l’approvazione di norme ad personam. L’Italia nel 2016 risulta terzultima seguita da Slovacchia e Ungheria. Quando il livello di clientelismo scende o sale diminuisce o aumenta anche il livello di corruzione.
Misurando la correlazione tra corruzione e trasparenza delle decisioni pubbliche l’Italia si classifica al penultimo posto in UE seconda solo all’Ungheria. Se aumenta la trasparenza nell’agire amministrativo, la corruzione diminuisce.
Ma le correlazioni che il report individua portano a risultati che, almeno apparentemente, non hanno a che fare con la corruzione. Secondo l’indice di Economia e Società Digitale (DESI) della commissione europea l’Italia è quartultima classificata nel 2016 per il livello di sviluppo e performance digitale nei Paesi UE. La correlazione tra livello di corruzione e sviluppo digitale è molto forte: più sono elevati lo sviluppo e la performance digitale in un Paese dell’UE, inferiore è il livello di corruzione, e viceversa. Aumentare, mediante investimenti, la digitalizzazione in Italia potrebbe portare ad una riduzione del livello di corruzione.
Riparte il futuro a Montecitorio (foto ambm)
A un dialogo più efficace con la Pubblica amministrazione corrisponde meno corruzione. Tra i membri UE l’Italia è in ultima posizione per la difficoltà riscontrata dalle aziende ad adempiere alle richieste della Pubblica Amministrazione; snellire le procedure richieste alle aziende dalla PA potrebbe portare a una riduzione del livello di corruzione.
Altro indicatore considerato dal Termometro è l’indipendenza del sistema giudiziario dall’influenza esercitata da governo, privati e imprese. Nel confronto con gli stati membri dell’UE l’Italia si colloca tra le ultime posizioni della graduatoria.
Uno snellimento delle procedure per risolvere le controversie civili e commerciali per le imprese in Italia potrebbe portare a una riduzione del livello di corruzione. Nel 2016 l’Italia si è classificata al penultimo posto seconda solo alla Slovacchia per per efficienza nel dirimere le cause commerciali per le imprese.
In Italia i cittadini riescono ad opporsi efficacemente alle decisioni delle amministrazioni pubbliche? Comparando i 28 stati dell’UE troviamo che l’Italia si trova in terzultima posizione nel 2016. Anche in questo caso l’efficacia del ricorso alla giustizia amministrativa può portare a una riduzione del livello di corruzione.
Sappiamo poi che la corruzione attenta allo sviluppo competitivo di un paese, ma il dato non è facilmente quantificabile. Il Termometro, pertanto, pone in correlazione il Doing Business Ranking della Banca mondiale, che misura gli eccessi di burocrazia nella creazione e gestione di un’attività commerciale, e il livello di corruzione: ne emerge che fare business risulta più difficile nei paesi Ue con il più alto livello di corruzione, anche a causa della burocrazia che rallenta l’apertura di nuovi business (oltre a moltiplicare le occasioni di interazione con la pubblica amministrazione, e quindi i rischi di corruzione) . L’Italia anche in questo caso si colloca in fondo alla graduatoria occupando il quartultimo posto.
La corruzione – si legge nel Termometro – ha un impatto negativo anche sul gettito fiscale di un Paese poiché riduce l’ammontare delle imposte riscosse sia effettive sia potenziali. Riducendo la corruzione in Italia si potrebbero prevedere maggiori entrate per lo Stato e di conseguenza si potrebbero ridurre le aliquote fiscali per ottenere lo stesso gettito fiscale.
Riparte il futuro a Montecitorio (foto ambm)
Confrontando le regioni italiane con quelle di altri stati dell’UE, solo tre di esse si collocano al di sopra della media europea per livello di corruzione: la provincia autonoma di Bolzano, la provincia autonoma di Trento, la Valle D’Aosta e il Friuli Venezia Giulia. Nella classifica europea la provincia di Bolzano si colloca in testa, precisamente al 40° posto su 209 regioni della UE, la Campania – invece – è l’ultima tra le italiane al 188° posto.
Trasparenza della politica, digitalizzazione della pubblica amministrazione e del paese in generale, la promozione di strumenti che assicurino la certezza del diritto e semplificazione burocratica sono secondo Riparte il futuro gli ingredienti per curare l’ “#Italiamalata”.
Nel pomeriggio, durante il flash mob organizzato davanti al Palazzo a corollario della presentazione del report, gli attivisti di Riparte il futuro a bordo di una finta ambulanza hanno distribuito confezioni di “Trasparentina”, la pillola di trasparenza quotidiana, per combattere i sintomi della corruzione dilagante