L’accordo di partenariato con la UE per l’utilizzo dei Fondi di sviluppo e investimento europei (SIE) è nel pieno della sua attuazione. L’Italia sta scegliendo le grandi opere da realizzare nel settennato europeo 2014-2020. Con una novità: l’accordo firmato con la Ue ci chiede non solo di rispettare il nesso fondamentale tra piano e progetto attraverso meccanismi auto-valutativi, ma individua numerosi indicatori di risultato per gli obiettivi tematici, sia come valore ex-ante la spesa pubblica, sia come target.
Altri importanti programmi di spesa, integrati ai Fondi SIE e al Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), stanno predisponendo grandi contenitori di liquidità per finanziare e/o cofinanziare ulteriori interventi per la crescita, compreso l’investimento in opere pubbliche e di pubblica utilità.
L’Italia è in grado di rispettare le richieste Ue in materia di qualità della progettazione? Nel nostro Paese si discute da anni sul ruolo dell’analisi e della valutazione economica degli investimenti pubblici. Ma l’esperienza dei Grandi progetti 2007-2013 ha dimostrato molte criticità: secondo i tecnici della Commissione europea, il 90% aveva un’insufficiente analisi costi-benefici, il 70% problemi sulla valutazione del mercato interno o nell’impianto progettuale, il 50% lacune nella valutazione ambientale.
(dal documento Focus)
Il punto di partenza
La prima legge a occuparsi di valutazione, la n. 144/1999, è rimasta in gran parte inattuata. Sono stare registrate molte criticità anche per il decreto legislativo n. 228 del 2011, che ha obbligato tutte le Amministrazioni centrali a dotarsi di linee guida settoriali e di un Documento pluriennale di pianificazione degli interventi proprio con l’obiettivo di ottimizzare gli indirizzi di programmazione, applicare gli strumenti di progettazione ex-ante sugli investimenti “non marginali”, pianificare meglio la spesa pubblica .
Ora il nuovo Codice degli appalti, approvatocon il D.lgs 50/2016, punta su un nuovo approccio: il “progetto di fattibilità tecnica ed
economica”, cioè l’analisi dei fabbisogni come parametro di partenza per decidere la fattibilità e l’utilità di un’opera pubblica
Analisi
I GP dell’Est Europa che hanno usufrui- to dell’assistenza tecnica del programma europeo Jaspers (Supporto alla progetta- zione e analisi indipendente della qualità,scambio di informazioni e best practice) hanno ottenuto risultati diversi: su 438 presentati, la CE ne ha approvati 371 e altri GP sono in fase istruttoria.
Anche g li interventi di riqualificazione urba na in Sardegna, Sicilia e Campania hanno avuto il supporto del programma Jessica (Sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle aree urbane) : nel periodo 2007 – 2013 hanno portato l’Italia a essere il primo Paese
per migliore tasso di successo delle iniziative e per attrazione di risorse finanziarie complessive.
SEGUE:
Vedi anche Il Fatto quotidiano 4 agosto 2017 La pagella dell’Italia sui grandi progetti: scarsi in costi-benefici e impatto ambientalie Infrastrutture al palo – Speso il 20% delle risorse finanziarie disponibili nel periodo 2007 -13 di Luciano Cerasa (Leggi su press reder)