6 anni di Carteinregola: quello che vogliamo fare
Autore : Redazione
assemblea Rete di Carteinregola 4 dicembre 2018 (foto T.Spadone)
Intervento di Anna Maria Bianchi all’Assemblea della Rete e dei soci di Carteinregola, il 4 dicembre 2018 alla Casa Internazionale delle Donne
La nostra storia dura da 6 anni. Il nostro impegno comune è cominciato nel 2012, quando in Campidoglio c’era il centrodestra di Alemanno. Abbiamo fatto un presidio di 4 mesi contro più di 60 delibere urbanistiche, che è risultato incredibilmente vittorioso. Una vittoria tutta nostra e degli altri cittadini che erano con noi, visto che l’opposizione di centrosinistra, con poche eccezioni, non stava dalla nostra parte.
Abbiamo continuato a svolgere il ruolo di spina nel fianco anche con l’Amministrazione Marino, dialogando su molti temi, criticandone altri. E abbiamo visto un sistema mandare a casa il Sindaco eletto dai cittadini, piuttosto che mettersi in discussione e rinnovarsi.
E abbiamo anche visto nascere e man mano rafforzarsi il M5S, un movimento nato dal basso, cittadini come noi, che come noi rivendicavano legalità, prevalenza dell’interesse pubblico, trasparenza e partecipazione.
Oggi, dopo due e anni e mezzo, a metà della consiliatura, possiamo dire che i risultati della Giunta Raggi non sono all’altezza delle aspettative, né delle promesse.
Roma è una città sempre più in affanno, ma soprattutto divisa e triste. L’abbandono in cui versano i suoi spazi pubblici, le difficoltà del vivere quotidiano dei suoi cittadini, sono solo il segnale di un deterioramento più profondo della solidarietà sociale, dell’identità collettiva, della fiducia nel futuro.
E la città sembra essersi paralizzata. I piccoli passi che vengono annunciati con grande enfasi, sono davvero troppo piccoli.
Sappiamo che è difficile cambiare sistema in questa città, e non ci vogliamo unire ai cori delle generiche proteste di tanti cittadini: noi cerchiamo di capire quali sono i problemi e quali le soluzioni. E ne chiediamo conto cercando di farlo nel rispetto della verità.
Ma i principali indicatori di una buona Amministrazione sono per noi la trasparenza, il dialogo con i cittadini e la partecipazione.
Su questo continueremo a insistere e a batterci, perché questa città ha visto troppe volte calpestato l’interesse pubblico e i principali anticorpi delle distorsioni del sistema siamo noi cittadini. Invece anche questa Amministrazione continua a offrire una assai scarsa informazione sulle decisioni che va prendendo. La situazione del dialogo con le realtà civiche dei territori è disarmante. Il coinvolgimento dei cittadini sta virando sempre più verso un’interazione virtuale e individuale che elude il dibattito collettivo.
Le tante richieste che come Carteinregola abbiamo rivolto negli anni alle diverse istituzioni comunali sono ancora e sempre le stesse, come la giornata del protagonista del film “Ricomincio da capo”.
Ma la situazione ci impone di guardare oltre Roma. Non possiamo ignorare le scelte politiche che si stanno facendo a livello nazionale. Scelte che mettono a rischio valori ben più importanti, come il rispetto della nostra Costituzione, la tutela dei più deboli, i diritti faticosamente conquistati, quelli delle donne per primi, ogni giorno più erosi o platealmente calpestati. Si sta inasprendo un conflitto sociale che si alimenta di una guerra scatenata contro gli ultimi. Contro i poveri anziché contro la povertà.
E, dopo 6 anni, dobbiamo porci qualche domanda anche sulla nostra identità e sul nostro ruolo. Di Carteinregola, di cittadini attivi.
E’ sufficiente battersi per migliorare i nostri quartieri e i nostri ambiti? Può fare la differenza l’impegno di ciascuno di noi? Le tante iniziative – spesso straordinarie – che costruiamo con fatica, non sono comunque una goccia nel mare?
E cosa possiamo fare per costruire un cambiamento vero, o quanto meno per impedire un drammatico ritorno all’indietro? Lavorare ancora una volta a una lista di proposte in vista delle prossime elezioni? Prendere l’iniziativa e pensare a nuovi movimenti politici civici, che riempiano il vuoto penumatico lasciato dai partiti?
Noi le risposte non le abbiamo.
Ma siamo certi che qualunque iniziativa, qualunque manifesto d’intenti, non funzionerà se non riuscirà a raggiungere e parlare con una moltitudine di persone.
Il più importante impegno, quello che viene prima di tutto, è aumentare la partecipazione dei cittadini. Di tutti, non solo dei più motivati e consapevoli.
Soprattutto dobbiamo trovare nuovi canali per coinvolgere persone più giovani, per portare nuova linfa alle nostre attività, ma anche e soprattutto per mettere in campo idee e pratiche nuove, che solo la creatività di chi vive immerso nel presente e proiettato nel futuro può portare, anche grazie al valore aggiunto dell’esperienza di chi ha tante battaglie alle spalle.
E dobbiamo rompere quella dicotomia tra i quartieri benestanti del centro e quella corona di periferie così evidente nella mappa delle statistiche di Roma, comprese quelle elettorali. Dobbiamo allargare la nostra rete civica a tutti i territori, per valorizzare e attingere alla ricchezza umana delle periferie che sono diventate il centro di laboratori sociali spesso sconosciuti.
Dobbiamo ripartire dalle persone. Non solo dai nostri amici e dai nostri compagni di strada. Non solo da quelli che la pensano come noi. Dobbiamo fermare questa corsa al “muro contro muro” che ci spinge a etichettare come nemici ed escludere persone che neanche conosciamo. Imparare a giudicare solo in base ai fatti, e a confrontarci sulle idee senza pregiudizi. Imparare a non temere il conflitto. Lasciare la porta aperta a qualcosa che non abbiamo previsto.
Solo così possiamo ricostruire l’anima della città e riaprire i circuiti dove scorre la linfa vitale di Roma.
E per allargare le nostre comunità non basta condividere giuste rivendicazioni e doveri civici. Le nostre battaglie possono essere un punto di partenza, ma i nostri gruppi, comitati, associazioni devono diventare sempre di più dei luoghi dove si può essere ascoltati e dove si sta bene insieme. Molti comitati, con grande impegno e abnegazione, sono riusciti a diventare un riferimento anche della vita culturale e sociale dei loro territori. Bisogna farlo ancora di più, ovunque.
Questi tempi difficili ci chiedono di fare uno sforzo. Di immaginazione, di comprensione, di tempo e di energie da mettere a disposizione. Uno sforzo, non un sacrificio. Perché quello che facciamo è quanto di più nobile e umano possiamo fare anche per noi stessi.
Noi di Carteinregola vogliamo sforzarci di costruire un tessuto connettivo tra i tanti cittadini attivi che lavorano nei territori di Roma. Una rete di persone e di comitati uniti da un impegno civico e democratico che vada oltre le appartenenze partitiche, ma che si riconosca e si ritrovi nei valori della nostra Costituzione, a cominciare dall’antifascismo, dall’antirazzismo e dalla lotta alle mafie.
Sono questi per noi gli unici valori discriminanti. L’unica scelta di campo. O di qua o di là.
Abbiamo tanti progetti, cerchiamo compagni di strada con cui realizzarli.
Con responsabilità e con gioia.
assemblea Rete di Carteinregola 4 dicembre 2018 (foto ambm)
[a breve pubblicheremo le schede delle associazioni e dei comitati della nostra Rete ]
PERCHE’ LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
Abbiamo scelto di fare la nostra festa alla Casa delle Donne perchè, anche se non intendiamo entrare nel merito della vertenza in corso tra le associazioni della Casa e Roma Capitale, vogliamo mantenere vivo il dibattito sul rischio che questa e tante altre realtà che offrono da tempo un servizio sociale e culturale alla città vengano archiviate in nome di ragioni meramente economiche. Le regole, che da sempre sono il faro della nostra associazione, devono essere applicate valutando tutti i fattori in gioco. E in casi come questo riteniamo che non si possano ignorare il valore sociale e il riferimento umano e culturale offerto alle donne e alla cittadinanza dalla Casa Internazionale delle Donne, in un momento in cui assistiamo a una drammatica escalation di femminicidi e di episodi di violenza contro le donne, e di iniziative oscurantiste che mirano a comprimere, se non annullare, i diritti delle donne conquistati con battaglie durate generazioni.
Per saperne di più > Vai alla Scheda e alla cronologia della Casa Internazionale delle Donne